Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 8 - 30 ottobre 1899

I 54 'R..IVIST.A POPOLAR.EDI POMTIC.A LETTERE E SCIENZE SOCI.ALl Ugo. Una preghiera, signora Sole. Carl. Parlate. Ugo. Compite la vostra opera. Carl. (vivace) Restate, Ugo? Ugo. Se non ho perduto il dritto alla vostra amicizia. Carl. Oh, amico mio!.. (gli stringe affettuosamente e lungamente la mano). Ugo. Posso di nuovo posare il mio mantello? Carl. (ridendo) Naturalmente. Ed ora venite, voglio suonarvi qualche cosa, come prima ... -ricordate? ( Ugo posa di nuovo la sua roba; entrano entrambi nel salone ; Carlotta siede al pianoforte, e incomincia a suonare. Ugo sta accanto a lei assorto). ( Oscar s'affaccia dalla porta del corridoio). Oscar. (guarda intorno, sente il pianoforte e scosta la portiera pian piano; ha in mano il cappello ed il bastone. Carlotta ha finito il pE)zzo. Ugo si piega e le bacia la mano. Osca1· fa cadere il bastone. (Al rumore). . Carl. Ohi è? Oscar. ( comparisce tra le portiere) Io, solamente io. Carl. Già di ritorno? Oscar. (in fretta) Ho dimenticato qualche cosa... · Carl. Giungi a proposito. Anticiperemo la conoscenza. (voltasi ad Ugo) Venite, Ugo; voglio presentarvi mio marito. (Entrano tutti nella stanza da pranzo) Carl. (presentando) Il signor Baumann, mio marito. Ugo. (offrendo la mano ad Oscar) Spero di potermi dire vostro amico, come lo sono già di vostra moglie. Oscar. Senza dubbio! (stringendo la mano ad Ugo) Sarà un onore per me. Ugo. (guardando l'or,ologio) Mi perdonino, devo andar via subito. Ho da sbrigare alcuni affari. e poi debb? trovarmi alle undici sotto i tigli con Giovanni. Oscar. (rapidamente) Prego, prego ... Carl. Vi aspettiamo alle due, per la colazione, insieme con Giovanni. · Ugo. Grazie, saremo puntuali. (mostrando la sua roba) Il mantello e la borsa posso lasciarli. qui? Carl. Sicuro. Andate alla stazione anzi, e fate portar qui il vostro bagaglio. Ugo. Ah, è vero. Arrivederci. Csca1·. (s'inchina in silenzio). Carl. Arrivederci, Ugo. Ugo. (via da sinistra). Osca1·. Il bagaglio qui? Oh, questo poi non lo capisco! Carl. Già, tu non lo sai ancora. Ugo alloggerà qui: l'ho invitato. Oscar. Qui, da noi. Carl. Già. Oscar. Ma ... Carl. Hai qualche cosa in contrario? Oscar. Vuoi che ti cada ai piedi e te ne ringrazi? Carl. (seria) Ohe vuol dir questo, Oscar? Oscar. Semplicemente, io non desidero che il signor adoratore di Soli alloggi qui. Carl. La causa? Oscar. La causa... pura e semplice ... Perchè ...perchè .... Carl. Perchè ? Oscar. Perchè... (scoppiando) Per bacco, son geloso, eccolo! Carl. Geloso, tu?! (improvvisamente rompendo in uno scoppio di risa) Non te l'avere a male, Oscar, ma lo trovo così comico ! Oscar. (piccato) Comico? Scusa, scusa; parlo sul serio. Carl. Geloso... di Ugo! Oscar. Si, di Ugo, di Ugo! Carl. E la causa, se è permesso? Oscar. La causa, sempre con questa causa ... è ridicolo! Carl. Dunque, un'ingiustificabile gelosia. Oscar. (con calore crescente) Senza motivi? Ingiustificata? Ti visita di mattina; lo ricevi in veste da camera; fai consistere tutta la tua toeletta in una rosa ; gli suoni al pianoforte. Ancora : ti bacia la mano, alloggia qui. Non ho motivi? (cambiando tuono) Te ne scongiuro.... . Ca1·l. Non posso trattenermi ... debbo ridere.... Tu fai dello spirito ... Osca1·. Spirito, spirito, perdio! Io dico sul serio. Carl. (cambiando improvvisamente tono. Tranquilla) E pure un certo diritto l' hai. Oscar. Ohe? Ca1·l. D'esser geloso, via .. (lentamente) Io amo Ugo ... Oscar. Eh? Tu ami Ugo, il signor ... Ca··l. Ma è chiaro, ma è chiarissimo. Come non te ne sei accorto prima ? Siamo già da alcuni anni sposati, e non hai mai avuto il sospetto del mio a.more per un altro ? Oscar. Un altro? Carl. Si, un altro. L'amore ti faceva cieco, caro mio. E, credimi, il nostro matrimonio fu semplicemente come cento altri ne accadono ai giorni d'oggi, di pura convenienza. Osca1'. Toh ! Toh ! Carl. È chiaro come la luce del sole. Tu eri cieco. Ed è perciò che verso di te mi son mostrata così strana, così fredda .... Oscar. Così fredda, così?... Carl. E pensa quante volte ti ho dato causa di gelosia : sempre a balli, a feste per far la civetta con tutti ... Oscar. Far la civetta? Ca,·l. Si, e tu cieco. E la casa un inferno. Ohe amore I che amore! E il pranzo freddo, e la. cucina spenta, e le pantofole non a posto, e l'abito stracciato! E quante volte non sei andato all'osteria ! Oscar. (dando un colpo sulla tavola) Perdio! non è vero quel che dici: proprio il contrario. Carl. Eh? Oscar. Si, il contrario. Mai, quasi mai, siamo usciti. Ci siamo sempre sentiti così bene nella nostra casa. Il nostro nido è il nostro mondo - tu ripeti sempre. Siamo stati così felici, come difficilmente si può essere. Carl. ( son:idendo pian piano) Lo credi? Oscar. (la guarda dubbioso) Carlotta, tu fai dello spirito, credo ... Carl. (imitandolo) Spirito, spirito! Perbacco, questo non è spirito. Io dico sul serio! Oscar. Tu ridi. Carl. Ebbene, Oscar, faccio dello spirito proprio come te. Oscar. (respirando) Dio sia ringraziato! (l'abbraccia) Ma mi hai cagionato un grosso spavento, cattiva donna. Ca•·l. Semplicemente una punizione. Come siete piccoli voi altri uomini! Oscar. Per amore, Carlotta .... Ca1·l, Lo chiamate amore; ma manca il principale elemento per essere un amore: la fiducia! Oscar. O Carlotta! . Carl. Geloso! Sai che vuol dire? Credere capace la propria moglie di .... Osca1·. Mi perdoni~ Carlotta? Carl. Se mi prometti di essere migliore ... Oscar. Lo sono già, credimi. E in quanto al tuo amico... Ca1·l. (ridendo) Incominci da capo? Oscar. No, no, odi: voglio dirgli oggi, che anch'io sono contento d'averlo in casa mia, ospite ... Carl. Sul serio? Oscar. Si, per darti una prova della mia correzione. Carl. Co$Ì è bello. Oscar. Grazie. Carl. (gli dà un bacio ddendo) Nessuna ritirata? Oscar. Giammai. (pregando) Ancora un bacio, Carlotta. Carl. Ma l'ultimo, irrevocabilmente. (lo pacia) Devo

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