Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 8 - 30 ottobre 1899

RJYISTA POPOLARE 'DI POUTICA LETTERE E SCIENZE SOClALI .... forti Irpi che l'aquila romana spennar con Pouzio sotto il giogo. Di l.audio onora anch'essi la gloria, Così i moti improvvisi, pur s~mbrando isolati, si ~ollegano. Li unisce un filo invisibile. Ma è invisibile anche il filo del telegrafo che accumuna e trasmette pel mondo il pensiero umano. * * * Altri dice che fu opera interessata la rivoluzione del '20. No. Coloro che videro la Corte di re Ferdinando dispen- _sare favori, cariche e protezioni all'aristocrazia anelante al cambiamento delle cose, ribellandosi non furon mossi nè da invidie nè da appetiti insani. La cupidigia non era affar loro - come non lo è stato mai per la democrazia d'ogni tempo e d'ogni paese. In quei preparativi cortigiani subdoli essi scorsero il danno che la causa della libertà presto avrebbe risentito - la causa che andava guadagnando giorno per giorno terreno - e temettero che il lavorio della Corte potesse interrompere fatalmente un'opera tanto difficile e pur tanto promettente. Ecco perchè si mossero i costituzionali. E se il fulcro di quel movimento - diciamo così, l'esponente - fu Lorenzo de Concilj, chiaritemi per quale inesplicabile fenomeno di psicologia l'illustre Irpino, dopo il trionfo ottenuto, dopo aver assicurato al suo popolo la libertà, nell'ora che dominava la posizione e tutto e tutti obbedivano al suo cenno, cedè modestamente il potere a Guglielmo Pepe, e rifiutò la pensione e domandò soltanto - supremo desiderio clell'anima sua grandissima - di potersi fregiare della medaglia d'onore che gli diceva della riconosc.enza cittadina! Ditemi un po', perchè con Morelli - come diceva Luigi Dragonetti - non domandò nè poteri nè ricchezze? - Pe·r un Irpino e per un Bruzio non potevano esser venali il coraggio e la gloria! Retori? Interessati? Distruggetemi prima le persecuzioni del Borbone che seguirono il 23 marzo - cancellate dalla storia le esecuzioni inique di Morelli e di Silvati - la sentenza di morte che rendeva Lorenzo de Concilj profugo inconsolabile e fiero, e gli ammiseriva la famiglia - e bene l'imprecazione di lord Byron contro Napoli e contro il movimento liberale e soffocato per tradimento di un re cui furon meriti supremi la menzogna e la viltà > bisognerà dirla crudele e non equa. La rivoluzione e irpina > del 1820 fu utile alla rigenerazione d'Italia? Utilissima. Fu dei retori o dei martiri? Dei martiri, dei martiri, perdio. AGOSTINO DE Basr SIG-N"OR.A. SOLE (Frau Son:ne) (Continuazione e fine. Vedi Num. precedente) UGO viene da destra, tenendo sul braccio il mantello da viaggio. Giovane ventiseenne, alto, robusto, movimenti lenti e pesanti: ha l'aria abbattuta, proprio del moderno blase. Il che facilmente si osserva, quando la fa da filosofo: allora, nella enfasi, nella intonazione patetica del discorso si rivela la sua vera natura. La sue opinioni sono più lette, che vissute, Posa su d'una sedia il mantello e la borsa dì viaggio, e poi viene innanzi. Ugo. (riconoscendo Carlotta) Oh, ella .... Carlo ... signora! Perdono di non averla subito riconosciuta ... era così oscuro ... ·carl. (scherzando) Scuse, via! Confessate. m'avete trovata cambiata - forse un po' ve·cchia. ,. Ugo. Signora! Carl. Ve lo dico io. Eppoi, perchè questo signora ?' Suona così male sulle vostre labbra. Ugo. Ma ella è sposata. (con leggero scherzo) Titolo, porta titolo. Carl. Ugo, ve ne prego ... E non mi avete detto neppure: buon giorno I (gli dà la mano) Benvenuto. nella casa del vostro Sole. Ugo. Sole? Ella si ricorda? Carl. Vi meravigliate? Son maritata. Ma il mio amico, resta sempre mio amico. Non ho allontanato una. briciola del mio passato. Niente vi deve essere di cambiato tra noi due. Ed ora, fatemi il piacere,_ sedete. Voi state sempre in piedi, senza perder di vista la porta, come se foste pronto a fuggire. (l'aiuta a togliersi il mantello) La serva metterà. tutto in ordine nella vostra stanza. Ugo. Nella mia stanza ? Carl. Credo bene, voi starete con noi. Ugo. Io? Carl . .Resterete poche settimane qui, e non vorrete. certo, andare all'albergo. Ci mancherebbe altro t Staremo insieme come una volta. · ·' Ugo. Tutte queste cerimonie ... Carl. Che cerimonie ! Dormirete con Giovanni nella me-- desima stanza. Anzi, prima che lo dimentichi, egli vi saluta, e vi aspetta alle undici sotto i tigli. Ugo. Che fa? Carl. Sempre sventato! Dunque, voi, restate? Ugo. Si persuada, cara amica, io la ringrazio di cuore~ ma ... Carl. Ma? Yoi non mi vorrete dare un rifiuto. Ugo. ( dopo breve lotta) Lo devo. Cart. Dovete? Ugo. Si, vedete ... vostro marito .. Carl. Oscar ?... Ugo. Potrebbe non essergli gradito. Carl. No, no, voi non conoscete Oscar. Ugo. Voi mi torturate. (prorompe) Oh, io aveva ragione di temere il nostro rivederci. Carl. Temere? Ugo. Si, si. Voi avete riso vedendomi impalato dietro la vostra porta. rrre o quattro volte ho io preso la corda del campanello, prima di risolvermi a suonare. Carl. (ridendo) Vedete? Temevate di rivedere una vecchia e brutta signora. Ugo. (lento) No, una bella e giovane signora. Eccoquello che io temevo. Carl. (alzandosi) Questo?! Ugo. Si. Carlotta sta un momento preoccupata come se non intendesse. Poi, passo a passo, va a sedersi all'altro lato accanto al tavolo. Si guarda intorno, in certo modo sbigottita. Ugo si alza e le si pone dinanzi. Ugo. Siamo franchi, signo, a. Dobbiamo tutto alla nostra (ironico) amicizia. Carl. (con un po' d'amarezza) Voi non credete più all'amicizia. . Ugo. No, la fede è andata perduta nella grande bancarotta della mia gioventù. Carl. (lo guarda, curiosa). Ugo. Si, signora, la mia gioventù ha fatto bancarotta. Non lo sapeva te? Eppure, era da prevedersi ! Non si occupava che di valori falsi. Il krach p:.ima o. dopo ha da venire. Carl. (scuote leggermente la testa) Ugo. E nessuno è risparmiato. Solamente qualcuno si trae con disinvoltura dalla storia, e salva appena l'apparenza, gli altri perdono tutto, tutto. (burlesco) Spero che n1n possediate azioni sul mio avvenire, signora. E carta da stracciare. Carl. (alzando gli occhi_verso di lui) Non importa, le conserverò: riacquisteranno valore.

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