128 RIPISTA POPOLA.REDI POLITIC~ LETTERE E SCIENZE SOCIALl Questa organizzazione universitaria, che non è compresa da noi e che anche in Italia, nelle nostre Università italiane, non ha' luogo, è forse uno dei coefficenti maggiori che fa sì che le Università della Svizzera posseggano una studentesca più seria, più studiosa, più ordinata che la studentesca delle no· stre Università italiane. La fisionomia stessa delle Università svizzere è diversa dalla fisionomia delle Università italiane. « Nell'Università di Torino, nell'intermezzo delle lezioni che accade ? Uno studente è in piedi sul banco; un altro scimmiotta il professore sulla cattedra; un terzo sulla lavagna scrive in lettere greche parole.... che si capiscono anche in italiano; altri due vicino alla finestra hanno intavolato a cazzotti una disputa per sapere se il diritto delle genti permetta o no di tenere aperta la finestra. Fuori, poi, il vecchio bidello della facoltà è assediato, pizzicato da una banda di studenti che vogliono esprimergli la loro simpatia. I « farmacisti » che vanno alla lezione del Pepere a Napoli sono diventati proverbiali in tutta Italia. Nelle Università svizzere non accade nulla di tutto questo, Se si entra anche negli intervalli delle lezioni dell'Università di Ginevra ci si sente imposto il silenzio dall'attitudine studiosa degli studenti e delle studentesse. « Il fleuretage fra studenti e studentesse esiste, come è natu• rale, anche in queste Università; ma gli studenti delle Università italiane sono molto villani in confronto dei loro colleghi di queste Università. « All'educazione dell'organizzazione corrisponde infatti il tono generale dell'educazione morale e intellettuale. È forse perchè manca questo sentimento di organizzazione, o è forse per molti altri sentimenti morali, che in Italia avvengonu così frequentemente sommosse universitarie. cc Le cause di queste sommosse sono in generale assai meschine: una sessione di esami; un'indulgenza ai bocciati, ecc. « La violenza è diventata cosa così naturale, è diventata carne della nostra carne e sangue del nostro sangue, cosicchè anche i migliori non sanno sottrarsi dall'impiegarla anche là dove non sono in gioco motivi invero di alto iuteresse politico e morale. « Non c'è pericolo che gli studenti italiani si siano" agitati per uno scopo politico I La voce che essi hanno alzata in favore dell'amnistia per i condannati politici del 1898 è stata molto timida ed irresoluta. Sembra che di palpiti generosi non sia più capace questa parte di popolo italiano, dalla quale deve per massima parte venire alla nostra nazione la schiera dei futuri magistrati, dei futuri educatori, dei futuri giudici, dei futuri legislatori. » « La causa di questo male è in alto ed è in basso, birbanti talvolta in alto, manutengoli o amorfi in basso. ~n questo modo si cospira alla rovina del nostro paese, se pure non saremo capaci di arrestarci sull'orlo del precipizio. » (I) Se il Sella ha potuto fare queste malinconiche osservazioni sulla parte più eletta del popolo italiano che va all'estero o resta in casa sua, che sarà mai dei disgraziati lavoratori della cui educazione morale e intellettuale nessuno si cura mai sul serio ? Quali alti sentimenti, se non di ripulsione, possono suscitare all'estero? Quelli già noti! * * * Pot!iamo termine a queste brevi osservazioni dichiarandoci di accordo, in massima, sull' inno finale che il Sella scioglie, all'avvenire dell'emigrazione italiana nella repubblica Argentina e nel rimanente dell'America latina. Ivi i nostri lavoratori, almeno nelle campagne, non possono essere disprezzati perchè i gauchos, intellettualmente e moralmente, non sono a loro superiori ; ivi vera concorrenza del lavoro con caratteri uguali a q11ella che producono in Francia o in !svizzera, non cagionano, perchè la grande massa dei lavoratori ha lo stesso tenore di vita che essi vi portano dall' Italia, e gl' italiani numerosissimi e laboriosi e arditi, rappresentando quasi un terzo del totale della popolazione, non possono esservi disprezzati e maltrattati. (i) Chi commenta questi articoli del Sella ho l'onore d'insegnare da libero docente in una grande Università del Regno ed ha assistito a scene deplorevoli da parte degli studenti; deve però riconoscere ch'è stato rispettato ed amato da loro, e i suoi consigli e gli ammonimenti, anche dati spesso in forma trol)pO rude, vennero ascoltati quasi sempre. Uguali rapporti affetttuost conosce esistenti tra altri eminenti insegnanti, che insegnano claolJcro, e i discepoli; porta, perciò, la ferma conviuzione che n0lla decarlenza delJa stude1;1tesc~H;;i.limw~, olla part~ c(i respo11sapilitit speHi ;J.i professori, Vi stanno come in casa propria e tutto contribuisce - razza, civiltà, religione, condizioni economiche - a farli fondere ed assimilare cogli indigeni di origine spagnuola. Superfluo aggiungere che l' immen~a estensione coltivabile di quelle contrade rende sempre più fadle il collocamento vantaggioso dei nostri emigranti, che vi tro- ~eranno uno splendido avvenire, se saranno aiutati dal governo con amore e con intelligenza, e se sapranno cogliere i momenti opportuni. Per ora è dovere di buoni italiani aggiungere, che anche nell'Argentina infierisce la crisi agraria, e che coloro i quali vanno laggiù senza mezzi o senza esercitare un arte manuale, andranno incontro ad una sorte dura. Ma tutto questo passerà e si può essere sicuri, che sulle rive del Plata sorgerà una Nuova Italia, che non sarà il prodotto delle conquiste disoneste e sanguinose, e cui si deve augurare la fortuna di rendere il buon nome antico a quella che vegeta e intristisce in Europa. ( 1) Nor. GIUDIZI SUL SOCIALISMO DI NAPOLEONCEOLA/ANNI La parte di questo libro che ha suscitato le critiche più vivaci de~li economisti liberisti è quella relativa alle cosidette leggi naturali. Di essa si occupò quasi esclusivamente il Block nel Journal des Economtsles ; e ad essa rivolge critiche acute il Pareto nella Zeitschriftjur Socialwissenschaft del Wolff. Sul resto del libro l'illustre professore di Lausanne scrive: « Colajanni è uno scrittore conosciuto e di molto talento, ed è sempre c0n interesse e profitto che si legge una delle sue opere, anche quando non si dividono tutie le sue opinioni. Il suo libro è una esposizione sistematica dello stato attuale delle dottrine socialiste. Egli combatte sopratutto Spencer, i Darvinisti e gli Economisti. Le sue osservazioni sulla teoria di Malthus sono, in generale, assai sensate; e quella ad esse dedicate è di gran lunga la parte migliore del libro. Egli nota con ragione la contraddizione nella quale cadono gli autori che negano la verità della teo·ria malthusiana perchè la popolazione non aumenta troppo rapidamente..... in grazia delle pratiche malthusiane. Riconosce con molti altri socialisti illuminati che la legge di bronzo di Lassalle non ha un valore assoluto. In generale si vede ch'egli ha una conoscenza profonda di tutti gli autori che nella nostra epoca hanno scritto sulla sociologia e sull'economia politica. Le sue critiche delle teorie di De Greef non mancano di fondamento ». IL TRANSW' AAL (Note geografiche, economiche, storiche) La superficie del Transwaal è di 310,000 Kmq., poco più di quella dell'Italia. La popolazione è composta da 350,000 bianchi dei quali 80,000 stranieri (uitlanders), e 270,000 boeri che sono burghers o cittadini. Il paese, percorso da tre catene di montagne dall' Est all'Ovest, si divide in tre zone: 1° Alto paese, al Sud, altitudine da 1350 a 2350 metri, temperatura bassa, poca vegetazione; 2° Paese delle foreste, al N e al N, O, con molti corsi d'acqua e clima molto dolce; 3• zona del centro. assai bassa. La capitale è Pretoria che ha preso questo nome da quello del suo antico presidente Pretorius. Fondata nel 188, ha ora 15,000 abitanti, è fabbricata regolarmente ed ha anche bt:i monumenti. A 100 chilometri al Sud di Pretoria vi e Johannesburt, non lontana dalle miniere d'oro di Witwatersrand alle quali deve la sua esistenza. Nel 1897 J Jhannesb11rg aveva appena dai 10 ai (1) TorneremQ ~u!remigraziQne 11ell'Argentina uel uumero prossimo,
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