'RJPISTA POPOLARE Vl POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCJA-Ll 123 Chiara e lampante. Mentre nella peggiore delle repubbliche, l' innocente ha potato essere riabilitato e liberato: nella più grand~ dell! monarchie contemporanee, l'innocente confannato in base ad un documento anonimo e falso non potè mai cttenere giustizia - ad ottant'anniI - e vide scendere più onorato e impunito che mai il suo grande nemico e calunniatore, la cui disonestà è proverbiale. Chi assicurò l'impunità del delinquente e la condanna del giusto? . . . . • . . . . . . • Andate a negare la grande opera di giustizia e di moralizzazione e di equilibrio, che può compiere il capo ddla più gloriosa dinastia nazionale .... * * * Ci rimurebbe da parlare dell'Italia ... Ne abb:amo p1rlato molte al:re volte. P.ula ed opera per n1i il generale Pelloux, e scrive l'on. Maggiorino Fèrraris in guisa che ci ri.:oncilia con lui. Egli infatti cosi conchiude la sua nota sull' affaire: « U aa sentenza cosi mostruosa come quella di Rennes 11òn può a meno di venir cancellata. Lavoriamo ogni giorno al trionfo della verità e della ~iustizia finchèpiena ed intiera luce sia fatta : ma non dimentichiamo che nella. vita sociale it:diana ci sono problemi più vitali e sofferenze ben più numerose che ci toccano da vicino. » Oh! c: saprebbe dire perchè quella cett1 i:.tituzione del. cuore di Mag~iorino Ferrans non sia riuscita a sciogliere que~ti rroblemi più vitali e ad eliminare le soiferenze più numerose che ci toccano da vicino ? LA RIVISTA. 11triond.felbuosnenso (:FRANCIAE ITALIA) Constatiamo con infinito compiacimento, che quel giuiizio onesto e sincero emesso da noi con franchezza bru1ale all'indomani della sentenza di Rennes, e che suscitò l'indignazione di mo!ti patriottardi td anche di qualche nostro buon amico, oramai prevale nelle più autorevoli riviste, ed anche - pare impossibile I - in molti giornali momrchici itali ani. Tra i pareri che abbiamo letto con maggiore soidisfazione ce n' è uno che collima a cappello col nostro. È del Dr. Foerster di zu~igo e l'ha emesso nella Zeit di Vienna. in un articolo sulla rigenerazionemoraledellti Francia (Zur mrralischen.W'iedergeburtFrankreichs). · Lo scrittore elvetico premette : « In questi giorni in tutte le parti del mondo civile viene constatata la bancarotta _delfa moralità francese. In questa santa indignazione si dimentica soltanto, che il g:udizio del tribunale di guerra di Ren'.1es è l'espressione di una corruzione morale ch'è comune a tutte le nazioni militari e che soltanto per u~a concatenazione di circostanze viene in evidenza in Francia .... » , Poscia, ricordato il militar:smo tedesco e il bismarkiamo, e gli entusiasmi militareschi deg'.i · Stati U oiti per il loro eroe nazionale Dcwey - e perchè non ricordare il jingoismo inglese ? - viene a questa osservazione: « Chi sa c;he la F!-tncia non sia più vicina al ravvedimento morale che -flcn le altre - nazioni tutte I E ciò precisamente perchè là, prima che altrove, è s:oppiata ]'.ulcera cancerosa del militarismo; perchè uua nazione come un individuo si ravvede e si migliora in segu;to :ill'esperienza che viene dagli avvenimenti constat~ti. « In cielo c'è più gioia per n•i peccatore che fa penitenza, anzichéper 99 giusti 11. « Ci sembra in fatto che precisamente in mezzo alla violenta crisi presente della Francia vengono fuori i segni della rigenerazione morale .... Il cos·detto movimento degli i11tellettuali si concentra e si f.1più profondo. Si .orga 1izza un completo piano di azio:1e sulla pubblica opinior.e e sulle giovani generazioni, e si va alle radici del male ». E dopo avere parlato a lungo del programma e dei mezzi dell' Union pour l'action morale conclude: « In questo senso adesso procedono all'opera gl' lntellettu 1li francesi. per trarre le conseguenze etico-sodali della D ~mocrazia. EJ essi procedono collo stesso zelo infocato e col cuo., re infiammato con cui più di cento an:ii or sono gli E:1ciclopedisti posero la s :ienza al servizio della civiltà ». È assai notevole la circostanza che prima della revisione della Cassazione, un grande filosofo russo, il De Roberty, aveva parlato in una delle conferenze sulla. • :Morale sociale in termini entmiastici e paradossali del1' affaire, che aveva chiamato la torre Eiffel della moraralità ed immoralità pubblica, che l'Euro ;>a guarda con impressione mista forse ad una punta d'invidia ; mentre un nord-americano il 2 Luglio in una conferenza tenuta in Londra nella South Ethical Society sulla Francia di oggi e la sua rivoluzione morale, aveva affl!rmato che la Francia andava compiendo una vera e grande rivoluzione morale (r). • * • Che russi, inglesi ed amerkani possano pe.1sare retta.mente sui casi della Francia a noi fa piacere, mi non desta grande S' rt1resa. Invece abbi1mo provato una specie di sb1lordimento leggendo nella Opinion~,Gazz._etta di Roma ( 17 Settembre) un. articolo che ci ~ra sfuggito, altrimenti lo avremmo rilevato nel numero precedente. L'articolo è dovuto al sig. Umberto Silvagni, suo(!:. rettore, e lo riproduciamo quasi per intero a:ffinchè tutti i nostri amici nelle polemiche innumerevoli che i casi di Francia suscitano, possano trionfalmente rispondere colla parola del bu -:in senso, che viene formulata da un monarchico sincero, che ha cuore e cervello che funzionano normalmente. « Allorchè, scrive il Silvagni, colmando i voti di un1 cJn1pagna i1ternazionale, durata due anni, senza riscontro nei:sli annali della stampa, e tale che la simile non si vide nè a favore delle nazionalità oppresse nè in d1fèsa dd poveri negri tenuti in esecrabile schiavitù fino alla metà del nostro secolo, la Corte di C:1ssazio:iedi Francia, a sezioni riunite, cassò la condanna del capitano Dreyfus e lo rinviò a nuovo giudizio, tutti coloro che per motivi e fini diversi si erano fatti crociati ferventi di questo co ,iddetto martire dichiararono solennemente di accettare in anticipnione, qualunqu~ esso bsse, il giudizio del nuovo Consiglio di guerra. Sembrava dunque, che una campagna di vituperi e d'inge~ renze deplorevoli e ingiustificate dovesse finire e che i giornali avrtbbero smesso di annoiarci, seccarci, di perseguitarci cogli articoli più fieri e più .... obbiettivi in difesa del capit:t• no Dreyfus. Sembrava proprio che dopo quella strepi~osa vittoria (?) internaziouale riportato dai più illustri difensori della moralità, la stampa dreyfusarda non francese avrebb~ rivolta la propria attenzione alle faccende di casa propria. Invece non accadde nulla di questo. La malsana e sdoc:-a cur:osità del pubblico, che è uso a giurare sulla carta stampata, venne prima eccitata dal colpo di pi;tola tirato contro il d1fonsore di Zola, colpo di pistola che fortunatamente falli la vittima designata e non ebbe alcuna ripercussione sul giudizio. Poi si cominciò a coprire di nuovi vituperi l'esercito francese e i suoi capi, si denigrò il tribunale di Rennes e la giustizia militare in genere, si urlò contro i gesuiti e i prtti, si ricorse all'artifizio di compilare alcuni resoconti usum, .• Dreyfus nei quali si esaltava il portamento, il gesto, la vocè e ti· no la bellezza dei testimoni a favore per beffoggiare il èO"I• tegno e l'aspetto di quelli a carico. E il grosso pubblico, quello che legge il giornale compitando, che vi cerca con ansia il tattaccio, il romanzo pornografico, lo scandalo e il pettegolezzo raddoppiava il proprio entusiasmo a tavore, del perseguitato e ne augurava l'assoJudone, incurante se nel proprio paese iema-. no nelle galere parecchi innocenti e passeggino le vie in ri chis.:. simi equipaggi o ricoprano caricl,e pubbliche parecchi individui meritevoli di stare al bagno penale. * * La campagna internazionale diretta contro la Francia e con• tro le istitmiooi di quel paese, animata dall'odio t. dalle rivalità che ispirano i cuori e gli interessi non italiani, rivolta a (1) L'interessante conferenza si può leggere nel numero di Set:_ tembre della Rei.,ue Socialiste.
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