RlP'ISTAPOPOLARE 'DI POLITICA LBT'IERB E SCIBNZB SOCIALI Carlotta. (prende un libro, siede sul divano, e legge. Dopo un momento chiude il libro e lo posa. Gira per la stanza, movendo questo e quell'oggetto. Poi si ferma innanzi allo specchio, ridendo): Il sole in cuffia maritale! ... (caccia sotto la cuffia mattutina alcuni riccioli ribelli. Improvvisamente arrossisce ed accenna col dito la sua immagine nello specchio. Suonano. Un leggero grido di sorpresa. Uno sguardo rapido nello specchio; un ultimo ricciolo da mettere a posto, corre verso la porta). Ugo. ( da dentro) Si _puòparlare alla signora Schwarz? Carl. (da dentro) La signora si veste. Vuole entrare? ..• /Continua). GIUSEPPE PARATORE. RIVISTADELLERIVISTE E. Giretti: Di un programmea di un partitoliberale in lta Ila. Non v'è dubbio ormai che le elezioni politiche non siano vicine. Esse avranno da decidere una funzione costituzionale molto grave, del modo cioè con cui deve essere inteso ed applicato lo Statuto. La questione verte fra coloro che sostengono le istituzioni per fare alla loro ombra ciò che loro meglio talenta, senza pericoli o responsabilità, e quei « che curandosi delle forme appena « quel tanto che esse meritano, stimano ed approvano « le istituzioni in quanto la libertà d8i singoli cittadini « ne è assicurata e garantita » Se prevarrà la concezione assolutista e reazionaria, per un pezzo l'Italia sarà condannata a non levarsi dalla morta gora nella quale, per sua sventu.ra, è caduta. Con essa prevarrà la sola politica che è fatta pei popoli decaduti e incapaci di un energico risveglio, che dura da 20 anni, e che ha dissanguato l'Italia coll'affarismo, col protezionismo e col militarismo. Si può esser certi che le elezioni saranuo fatte con una violenza ed un auda1:ia inaudite. Guai se i partiti di opposizione aspetteranno ad organizzarsi per la lotta alla vigilia della convocazione dei comizi. La prima cosa che abbisogna è di co,npilare un programma, e di stabilir-e il piano del combattimento. Più che conta1·ci è necessario « bene spie~are e far chiara- « mente conoscere le nostre idee e gh scopi che ci pro- « poniamo raggiungere. Cominciamo colle esclusioni. Può « dirsi liberale ma non è quegli che, poco o tanto, con- <c sente nella restrizione delle libertà statutarie, nella di- « minuzione dei poteri del Parlamento per allargare in « pari tempo quelli della Corona e dei suoi ministri. Li- « berale non è chi approva gli stati d'assedio ed i tr-i- « bunali di guerra in tempo di pace; chi invoca freni alla « libertà di stampa, di parola, di lavoro, di associazione; « clu tollera la istituzione del domicilio coatto e la so- « stituzione dei decreti reali alla legge; chi giustifica la « chiusura della sessione legislativa col pt'etesto dell'o- « struzionismo dell'Estrema Sinistra, senza trovare una « parola di protesta contro l'inqualificabile violenza co:.n- « messa dal governo ·e dalla maggioranza parlamentare « col mezzo del presidente' della Camera dei ~deputàli. « Viceversa~·urt' partito 'h'à. è:ifr:iùo dì chiamarsi ed è ve- « ramente liberale, solo se esso vuole e rivendica, per <.< sè stesso, e più a-ncora pei propri avversari, la libertà « più ampia e più assoluta in tutte le manifestazioni della « vita politica. Pei falsi liberali lo Statuto e le istituzioni « possono essere l'oggetto dt un culto esterno cort.igia- « nesco e superstizioso; pei liberali veri, per quanto ri- « spettabili, lo Statuto e le istituzioni vengono in seconda « line& ». Quello che occorre tutelare e mettere al sicut'O è la libertà di tutti i dttadini. Se il partito liberale è individualista uon vuol dire che sia e debba rimanere un partito aristocratico; anzi è il contrario. Un tema che dev'essere studiato e risoluto è quello della nostra attitudine di fronte ai partiti affini. Nessun~ alleanza, nessun contatto coi partiti che al governo violatore dello Statuto e della legge sono disposti a dare, o in un modo o nell'altro, un qualche bill d'indennità. Ministri e depu1 tati devono render conto severo dei loro atti incostituzionali. « E tempo che chi ha rollo paghi, sia egli il più « umile dei ci lladini oppure il presidente del Consiglio « e cugino, per giunta, del Re>} - <.< Non sta a noi di « respingere una cooperazione preziosa da qualunque « parte ci venga, né del resto potremo respingerla senza « tradire la causa in cui abbiamo fede. Simili unioni so no « fatali e inevitabili in politica. Fra liberali e socialisti, « per grande che sia l'abisso che li separa in quanto a « programmi economici, vi ha in questo momento assai « maggiore affinità politica che non vi sia fra i liberali « e i sostenitori del regime militarista e reazionario che « ci governa ». Non è alleanza, è una coalizione momentanea. LP- libertà politiche sono il patrimonio comune di tutti. « In politica tutte le idee devono potersi « sostenere; tutte le opinioni hanno il diritto di mani- « festarsi; a tutti i pro~rammi vuolsi lasciar .libero il « campo della propagancta e della discussione. Anche il « reazionario può essere un prog,,amma di Governo; ma « quello che non è lecito è che i suoi fautori contino « sulla forza per farlo trionfare e sulla violenza per im- « porlo a coloro che non ne vogliono sapere .... Resistere, « ecco il dovere supremo e quasi esclusivo dell'ora pre- « sente .... Resistenza contro gli eccessi del fiscalismo; re- « sistenza contro la politica militarista e di avventure « coloniali;. resistenza contro lo sperpero delle risorse « pubbliche in lavoro imp1'oduttivo ed mut:le; resistenza « contro la facilità con la quale le classi dominanti si « costituiscono in imprese di privilegio e di 'monopolio, « tassando le classi lavoratrici ad esclusivo loro },ene- ' « ficio .... insomma resistenza contro tutLo quell'indirizzo « di politica, di economia e di finanza che è stato in « onore nell'ultimo ventennio e che ha rovinato la in- « tera nazione italiana per arricchire - seppure ha ar- « ricchito - alcune migliaia dì affaristi e di politicanti». (Giornale degli Econo71isti - Ottobre). La politicadell'equivoceo il do,ere deirepubblicani. « Io pre- « ferisco la guerra aperta brutale e violenta all'equivoco « sistematico, propagato da chi s'insinua fra moderati e « rivoluzionari, e 1a·vora con un misto di temerità e di <.< astuzia sopra un disegno che rovina la patria. » Cosi Giuseppe Fe.rrari nel suo scritto La federa%ione repubblicana, che porta la data del 1851. Non è dunque da oggi, non da ieri che i repubblicani in Italia segµalano e combattono la posizione ibrida del gruppo radicale legalitario. Né alcuno dei capi radicali o degli altri uomini politici presi di mira in quelle polemiche s'è mai sognato di interpetrare la libera confutazione o la censura, anche se caustica, delle loro illusioni o delle loro dottrine come involgente profonda disistima per la loro persona, come mostra credere l'on. Sacchi coll'interpetrazione data da lui agli appunti mossig_li nella nostra rivista da un « repubblicano lombardo ». E il nostro preciso dovere, come fu quello compiuto da Dario Papa, da Antonio Fratti, e, sinr.• dal Hs78, pure ai tempi rosei di illusioni e di speranze del primo gabinetto Cairoli, da Alberto Mario nel Programma della RiDista Repubblicana << L'esperienza della storia vecchia e della contempora- « nea » - scriveva Alberto Mario - « ci venne e ci vie- « ne illustrando la prova, che la forma entro la quale « si atteggiano gl'istituti politici non è un fatto seconda• « rio e poco degno di stima, secondo il detto dei monar- « chici, e anche di quelli che si danno l'aria di non esserlo. « Il dispregio rlelle forme politiche nuocendo a!!'av1Jeni- « mento di altre, giova alla conserv.azione delle presenti ». Fino a che, dunque, vi· saranno uomini politici che rimetto no a nuovo sofismi e illusioni, già confutate, ma sempre funeste, i repubblicani dovranno combatterne la propaganda. (Educazione politica. 30 settembre). Ercole Vidari: Milan.o... non insegna. Nelle due i1ltime sentenze della Corte d'Appello di Milano vi si trovano gli stessi ragion amen ti per dichiarare la costituzionalità del decreto-legge del 22 scOl'SO giugno. Alcuni di essi hanno appa1·enza giui·idica; altri, sono di pura convenienza politica. Gli argomenti politici sono quelli che si vorrebbero trarre dalla natura e dalle funzioni del potere esecutivo, il quale si ritiene abbia per mandato di provvedere alla sicurezza ed incolumità dello Stato ed al mantenimenlo dell'ordine pubblico. Ciò non è vero. Questo dovere e diritto lo hanno le leggi, se non si vuole confondere ·il potere legislativo coll'esecutivo. Nei governi costituzionali e parlamentari il potere esecutivo non può né deve far altro che eseguire lé leggi, non può far mai alcuna legge, senza esorbitare delle proprie atL1·ibuzio11ei offendere la legge fondamentale. Ci sono i casi di urgenza· ma v'erano il 22 giugno quando fu ema-
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