Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 6 - 30 settembre 1899

II6 RIP-ISTA POPOLAREDI POLITIC.A LETTERE E SCIENZE SOCIA.Ll blica. Questa è travagliata intanto da due minoranze che vogliono tirarla l'una in un senso l'altra in un altro: la minoranza reazionaria. e la rivoluzionaria. Il governo si chiarisce impotente a dominade prendendo una via decisa e andando in fondo; e quel ch'è peggio l'incertezza del governo è nelle classi dirigenti e serve a prolungare la crisi. La repubblica rimarrà sospesa tra i gesuiti e i rivoluzionari, e posseduta a mezzo e contesa aspramente dagli uni e dagh altri. La riuscita finale è in una nuova catastrofe: una catastrofe militare. E questa volta sarebbe la fine della sua unità. La crisi attuale, aperta o latente, durerà fino a quel giorno, poiché il governo non sa, e forse oggi non può trovare la via di una soluzione normale e pacifica. (Rivista di Roma. 17 Settembre) (1). Charles Benoist. L'avveniredi Cuba. f he se ne trarrà ·da Cuba quando si deciderà di sfruttare industrialmente quella terra di ogni ricchezza. Gli Stati Unili sono ormai decisi; ma che se ne faranno essi di Cuba, non dico americana, ma americanizzata~ Perché ora la questione non sta nel sapere se Cuba resterà politicamente ame - ricana o se sarà cubana, ma sibbene 111 che misura sa1·à economicamente americanizata, dal momento che non è possibile che ciò non sia diversamente. L'americanizzazione economica si farà cogli uomini e col denaro. Gli americani non cacceranno gli spagnoli, ma si metteranno-- in massa a fianco di essi e li sommergeranno: la popolazione attuale di 1.600.000 abitanti può essere portata a 10 milioni. Ma, sopratutto, essi adopreranno i dollari, che da 30 a 50 milioni, quanti ne e,·ano impiegati dagli americani nel 1896, potranno essere anche decuplati. Quali ne saranno gli effet.tif Per Cuba tutto da guadagnare tranne, forse, rapporto all'indipendenza. La Spagna stessa non avrà ferso forse tutto a perdere Cuba, perché per essa que possesso era più che altro oneroso: essa non aveva le reni abbastanza solide per portare quel peso. Chi sa, forse un giorno la Spagna, nell'abbandono completo delle sue colonie, potrebbe aver trovato il germe della sua redenzione. Per gli Stati Uniti un colossale affare si prepara: Cuba sla per diventare per essi una carta di più nel gran giuoco del mondo. Politicamente l'America agli americani, ossia l'America agli Stati Uniti; ma l'ora s'approssima in cui lo sviluppo stess0 della ricchezza degli Stati Unili farà loro obbligo, o sarà di tentazione aggiungere: Economicamente, l'Universo agli americani (Revue des Deux Mondes. 15 settembre). Lino Ferriani: Comoinsegna. Tra i vantaggi d'elevalo ordine morale, germinati dall'Esposizione voltaica, occupano ce1·to uno dei primi posli quelli che hanno relazione «llo sviluppo educativo dei giovani, perché a Como l'aureo precetto di Seneca non scholae sed vitae discimus fu applicato con uno splendore di energie veramente confortatrici: giovani dai muscoli vigorosi, dal colorito sano, dai volti intelligenti, nei cui occhi brillava quella spensierata e pur cara fierezza che è specchio di animo buono, intervennero a migliaia e migliaia a Como. E siccome io studio la psiche giovanile più che nei libri, nella vita dove essa si estrinseca e vibra, mi colpì un dialoghetto, collo al volo, tra uno del contado, bel tipo di campagnolo, e un ragazzo di poco superante i dodici anni. Traduco letteralmente dal dialetto: - Vedi, qui era lutto brucialo e i comaschi hanno _tutto rifatto. - Già, coi soldi si fanno tante belle cose. - E ve1·0, ragazzo mio, ma i soldi non bètstano, bisogna anche amare molto il proprio paese ed esser coraggiosi quando le disgrazie piovono. Il biondo e robusto giovanetto fissò allora con più intensità la facciata della nuova esposizione, e pronunciò un capisi cos·1 energico, così intelligente da rubare i baci. Dove una lezione più bella, più vivificante e ammaestratrice di questaf N"on vale essa tutti gli esempi greco-romani di cui sono imboUili ce,·ti noiosi manuali di lèltura che nelle scuole si danno ai fanciulli~ (Vit.a Internazionale. 20 settembre). (I) In altra p1rle di quest.a stessa rivista, L'i seltimanci po- ?itica, è ~etl?: « In Francia le qt:estioni sono molto gravi e tutto il paese s1 a:nta, è convulso per l ciffcire. Certo non bella cosa nè invidiabile. l\la, si discute pro e contro: vi è materia a oioere. Qui, in Italia, dove pure le quistioni da risolversi sono molte e non lievi, silenzio perfetto». L'osservazione è giusta. Per farla meglio apprezzare diremo ai nostri lettori che inspiratore della Rfoistci di Rorna è persona intima di Crispi. (N. d. R). Inchiestasui ritardidel treni In Francia. In seguito ad alcune irregolarità prodottesi in questi ultimi tempi nel funzionamento del servizio ferroviario in Francia, la sezione del controllo ha preceduto ad uno studio approfondito di 0ui riassumiamo le conclusioni, perché anche da noi la questione dei ritardi richiama spesso l'attenzione del pubblico e della slampa. Secondo quel a l'elazione i ritardi possono essere divisi in diverse categorie, per ciascuna delle quali sono indicate le misure che sembrano più alte a ricondurre la regolarità nel servizio. 1. Ritardi alla partenza nelle sta.iioni di /orma:1ionedei treni. Apertura di sportelli supplemental'i di distribuzione di bi~lietti nei giorni di maggiore affluenza; distribuzione dei medesimi e registrazione dei bagagli nelle Agenzie e negli Albe1·ghi; creazione di un ufficio d'informazioni per le previsioni della maggiore affluenza. II. Ritardo alle staiioni di coincidenzr.1,. Ciò dipenderà da uno studio che si dovrà fare in ciascuna stazione, nel quale si tenga conto del ca1·attere dei diversi treni di corrispon~ <lenze, delle relazioni che devono assicurare al di là della stazione, del tempo che trascorrerà prima del passaggio di un altro treno nella stessa direzione etc. lll. Ritardo nelle stazioni intermedie. Dipende dallo zelo del personale. Possono essere eccellenti misure l'avviso telegrafico, di stazione in stazione, dei posti disponibili. Ritardi di viaggio. Le cause sono imputabili o ad incidenti fortuiti dei quali non si p.uò indicare il rimedio,· o all'insufficente potenzialità delle macchine motrici. (Economista di Firenze. 24 settembre). Far East. Parlamentarismgoiapponese. Doro la rivoluzione del 1868 che re:;taurò il Mikado nella pienez,a dei suoi poteri, il Giappone tu parzialmente aperto agli stranieri, e il primo sentimento che si mamf~stò fu, l'as;ùazione verso il governo p.irlamentare. Itagaki, Goto eJ. altri domandarono all'imp~r.itore la fondazione di una Dieta. Il governo cominciò coll'accordare di riunire annualmente a Tokio i governatori delle province. Nel 1875 fu istituito· un Semto composto di membri scelti tra le persone di ·maggior merito nel pae e. Nel 1881, il sov1ano, cedendo alle pressioni, annunc:ò con un rescritto che riuniva un comitato di giureconsulti e d'uomini di Stato per elaborare u·1a co ;tituzion~ che fu data l' I I febbraio 1889. In base a questa costi·.uzione l'Imper&tore è il capo supremo dello Stato ed ha tutti i diritti di sovrJnità. Esercita il potere legislativo col concorso di una Dieta composta di due camere: una Camera dei pari e una camera elettiva. L'imperatore san• ziona le leggi e ne ordina la pu,b'ic tzione e 1.t sanzione, m1 ogni legge esige il consensodelle due Camere e l'imperatore 1101i puo fare a meno del consen o di es,e. l ministri sono responsabili verso il re, ma L: C:imerc possoµo appellarsi al Re. Se il conflitto è acuto il Re scioglie le Camere, diritto di cui u,a largamente. I partiti vi son') di nomé, ma r:on hanr,o un programma netto e determinato. Ciò che complica la vita pJlitica giappones ! è la sopravvivenza di fatto della feudalità, abolitt di diritto nel ; 87 I. Da allora quattro grandi clans - i Satsonma, i Choshou, i To"(_a e gli Hiz.en - hanno tenuto il governo. Una gr.rnJe crisi, cominci.Ha nel giugno 1898, modificò la situuione dei partiti e il regime stess l del paese. Il gabinetto Ito, fo~te della fiducia ddl'imperatrm:, volle governare facendo a meno del Parlamento, e il 10 giugno s:iolse la Camera che aveva respinto un suo pa getto fin mziario. Qu'!sta misura ebbe un resulta:o inatt.so. I liberali e pro- ~ressisti si fusero in un gruppo unko, che prese il nome di Kensei-to, il cui articolo fond1mentale fu l'istitulione del goVèrno parlamentare. Il presidente lto cedette, e indicati le.ilmente al sovrano i due capi d 1 partito costit·:zionale, il co ite Okonma e il conte Itagaki, come i soli uomini capaci di for• mare un ministero, essi furono chiamati al governo. Ma le dis:ordie penetrarono ben presto nel gabinetto, e il nuovJ p:irtito si spezzò in m;lle particelle. Ma nè liberali, nè progres• sisti si sarebbero assunti la respons'.lbilità di una rottura, se un incidente strano non avesse fatto scoppiare la crisi. Osaki, ministro dell'istruzione, avendo in un suo discorso e'{JCato una repubblica giapponese, per quanto lontana, i conservatori e chauvins lo costrinsero a dimettersi, e dopo varie vicende l'imperatore affidava al maresciallo mirchese Yam 1gata l'incarico di formare un gabinetto d' .iffari. In seguito però ad accordo di questi col marchese lto fu stabilito il regime parlamentare. S1rà raggiunto l'ideale della riconciliazione del passato col• presente? Ciò dipende della saggezza dei politicanti. L'opinione pubblica giapponese, malgrado le sue aspirazioni verso la libertà, sembra stanca delle agitazioni dei politicanti. Essi non si credono mai responsabili nè delle loro parole, nè dei

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==