Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 5 - 15 settembre 1899

'IUP'ISTA'POPOLARE'DI 'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIAL1 degli scandali baucari) si manifesterebbein tutta quanta l'Inghilterra un'agitazione cosi vfolwta che,o i calunniatori sarebberosubito smascherati e severamentepuniti, o il Ministero cadrebbe ». Co~ì nana nell'articolo della lvuova ..Antologia dal titolo: Deve andiamo? e conclude: noi andiamo verso l'abisso I Un altro più modesto scrittore, ma più fedele sudJito di Casa Savcja in un libro sulla Ccrruzt'one elettorale scorge nella Camera una sentina di corruzione e pel Senato si domanda: « Si sarebbe allora (prima del 1859 in Pi{monte), « nonchè pensato, sognato che rnrebbe venuto un gior- « no in cui La delinquenza nel Senato s1,perassela media « della delinquenza comune? Si sarebbe sognato che se- « natori sarebbero cacciati di seggio per turpissimi de- << litti comuni, e che seoatrre sarebbe creato il più gran « ladro d'Italia; chè non segnano gli annali giudiziali « italiani ruberie di decine di milioni come ora si ap- « pongono ad un senatore ? » Sente « il sordo fremito che già rumoreggia per tutta Italia; si addolora che tutti Yolgano gli occhi a quei due o tre del Parlamento, avversi alla monarchia, perchè soli hanno il coraggio di rivelare e sfolgorare corruttori, corrotti e corruz;one » e vede pornbile, forse non lo11tana,la catastrofedelle istituzioni « pcrchè un governo corrotto vive di corruzioni per anni ed anni. Il popolo vede, soffre e tace. Questo stato, pema. il corruttore, farà eterno. Ma d'un tratto il popolo o per una lieve legge che non gli Ya a versi, o per un altro atto anche più lieve, si leva a sommossa, i go,erpanti sono cacciati, il governo è rovesciato per sempre l » Le previsioni dell'onesto Marini in parte si avverarono, perchè nell' 1898 il popolo si le, ò a sommossa per fame; ma il governo non fu rovesciato e non roteva esserlo. Quella sommossa permise di vedere a breve distanza una seconda edfaione del funzior:amento dei Tiibunali militari, riveduta. allargata e peggiorata, i cui prodotti intrinseci sono peggiori di quelh del Tribunale di Rennes; dove almeno i tudici militari si sono occupati di un loro pari in conformità delle leggi dello Stato, mentre in Italia si dovette dare uno strappo allo Statuto per sottoporre le migliaia di civili arbitrariamente arrestati e somrr aria mente rroces~ati. Noi coi.fidiamo nella icteHigema dei rostri lettori pu Ja incomplt tczza dei dati e dei giudizi, cbe talora riusciranno oscuri; ma per dire chiaia la verità dovremmo ar.dare incontro ad un sequestro. Ad ogni mrdo com:nciamo àal porre un primo confronto : di quale re·ato fu accusato Dreyfus; di quali reati furono accusati Turati, Chiesi, Rornussi, De Andreis ecc. ? Il tradimento contro la patria imputato al primo è cosa concreta e scellera·a, che dove,·a produrre la rrassima perturbazione degli animi in Francia per le particolari condizioni psicologiche nelle quali essa si trova. Gli amici nostri, inYece, furono accusati di reati imponduabili, palpabili; in loro si vollero colpire delle idee, che potranno considerarsi irrealizzabili, ma che sono nobili e generose e che suscitano la simpatia anzichè l'orrore. Nel paragone tra i giudici francesi e italiani dobbiamo scivolare. Sarà lecito, però, ricordare che se il colonnello Jouast si è mostrato iniquo e feroce, tacendo degli altri Presidenti dei Tribunali militari di Firerze e di Milano, il colonnello Mondino del Tribunale di Napoli alle iniquità e alla ferocia aggiunse tale dose di buffoneria e stupidaggine che lo rese ributtante a tutti - anche a militari di grado pari al suo. Il Cav. Martinetti che rappresenta il Fisco vigile, non si adorn bri per questo giudizio : legga i capitoli IX e X (Laiciamo passarela giustizia I La condannadelle idee) dell' Italia nel 1898 del Cola janni e lo troverà ampiamente documentato e più severamente formulato senza che il Fisco di Milano o i militari messi alla gogna abbiano avuto da ridire. In quanto al contegno degli altri militari nei processi italiani non possiamo trovare nulla di analogo ai Gonse, ai Mercier, ai Boisddfre ec. pcrchè generali non ve ne furono tirati in campo. Forse, in maggiorania, si sarebbero chiariti migliori. Ma si può immaginare a quale grado di buaggine e di sfacciataggine sarebbe· arrivato se fosse stato chiamato a deporre contro Turati un qualsiasi Ptllorx? E badiamo: nei processi italiani non era in giuoco l'rnistrnza morale del militarismo in Francia. La figura dei generali francesi e di alcuni ufficiali inferiori non è pcs~ibile che sia immaginata e descritta con tratti più infami ed odiosi di qutlli reali; ma non dimrntichiamo che là ci seno siati gli Hartmann, i Freys· a1ter, i Fo1zinetti, i Lamothe e molti altri ufficiali che hanno fatto nobilmente, fierarr.ente il loro dovere, colla sicurezza di vedere ro,inata la loro carriera. Là c'e stato un P:cquart: un gigante autentico innanzi al quale tutti dobbiamo ir cbir arei ccmpresi di ammirazione! Oh chi ci sa additare qualcuno che lontanissimamente rassomiglia Picquart in Italia? . I falsi innurnere,·oli dello Stato Maggiore francese non hanno riscontro nella storia; ma non dimentichiamo che gli uomini di goYerno, che si sentono in pericolo ricorrono al falso colla stessa facilità ed indifferenza colla quale ricorrono alla mitraglia. I trattati di '13isacquino, i firmatissimi, il documento Speranza JJJ sono di fabbiica italiana, ~ebbene non ci sia stato alcun Henry, che abbia sentito il dovere di rnicida1 si quando ne fu scoperto la fobità. L'insieme dei rrocessi svoltisi innanzi ai Tribunali di guerra in Italia durante il 1898, per quanto la cosa pcssa sembrare inverosimile, ~u_ptra per .iniqu:tà il processo di Rrnnes. Chi ne dubitasse legga i due cennati capitoli nd libro di Colaianni e legga I Tribunali del Valdata di Milano. I nsoconti dei processi, è bene avvertir lo, che pubblicavami da quella rivista giudizinia erano sottOfOSti alla censura preventiva del Generale Bava-Beccaris; il quale la esercitava con tanto rigore da soppri- J mere ~pesso alcuni brani delle requisitoiie dti suoi ... av- _ vocati fiscali ! E h: nno ragione ti.:.tti gli uomini di cuore ad indignarsi per la condanna di Dreyfus irnocentf, a dieci anni di reclus:one. Ma dov'erano gl'italiani che si ribellano pcr la iniqui1à perçetrata in Francia quando si regalavano dieci anni alle Serva Marane, Ii anni a Turati, 16 anni a Chic si, 18 anni a De Ft:lice ?... Non ci l2scere~o tr.scinare a parole che possano essere interprttate malamente, e perciò nel concludere sulle funzione dt ll'esercito e dei Tribunali di Guerra in Italia nel 1898 riporteremo due soli giudizi, non sequestrati e non st'questrabili, e messi da giornale e da individuo devotissimi alla monarchia e da Casa Savoia. Fu il Mattino di Napoli che scrisse: Tutte le ire e tutti i rancori suscitati dalla politica bestiale del governo si accumulano sull'esercito..•. (2 Agosto 1898). Altri, con maggiore autorità, a designare la enormità dei processi innanzi ai Triburnil· militai dell'epoca, premetteva nella Camera Alta: « il discorso « stesso che ho l'onore di fare in questo momento al Se- « nato, diventa facilmente istigazionea delinquere...• » Poi voltasi al Ministro Guardasigilli consigliavalo alla revisione sollecita e sommaria dei processi ricordandogli ch'egli è « ministro di grazia e di giustizia, ma in questo « caso la grazia e la giustizia fanno una cosa sola.... Io « questa invoco, non solo per amcre della giustizia, ma « anche nell'interessedel prestigio dell'e.sercito.Fanno più « male all'esercito certe ingiuslizie a freddo che venti cc uomini caduti sotto una scaricaprovocata da una folla cc che insulta la truppa; e mal provvede al suo f restigio cc tantochi l'obbliJ_a subireimpassibile coll'armi a braccio « le replicate OJJesedella piazz.a, quanto chi gl'impone « funzioni odiose, contrarie alla sua stessa natura » • (Resoconto ufficiale della seduta del Senato del I 3 Luglio 1898). Chi cosi parlava, questo sovversivo, era il Prof. Siacd, colonnello del Genio. Ebbene quella giustiz..ia, che un militare invocava contra le sentenze dei militari non r

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