Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 5 - 15 settembre 1899

92 RLY 1S1 A POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOUALl Egli si limita a ravvicinare, in modo felice. lo studio della società umana e le scienze naturali. Constata dei rapporti di analogia, non d'identità, tra la sociologia e la biologia. Risponde vittoriosamtnte ad una pretesa obbiezione scientifica. che noi troveremo nel libro di Le Bon, e cioè: che il da1winismo è la condanna delle dottrine egualitarie del socialismo, perche stabilisce che la legge naturale e la lotta per la esistenza determinante la creazione di un' aristocrazia per la sopravvivenza dei più forti. La confuta è stata fatta parecchie volte ( r). Kropotkine principalmente e più di recente Fages nella Revue socidiste. hanno dimostrato che la legge delle specie socievoli era l'accordo e la solidarietà, condizioni della loro resistenza vittoriosa alle specie composte d'individui isolamente più forti. Colajanni, pubblicando questa seconda edizione di un opera conosciuta e favorevolmente apprezzata sin dal 1884, avrebbe voluto esporre al lettore le ragioni del suo dissenso col partito socialista italiano. Non lo fa pertanto, non volendo che le sue giustificazioni potessero, anche indirettamente. es• sere interpetrate come un atto di solidarietà con l'impudente reazione regnante in Itali:i. Rimette dunque questa discussione a giorni migliori e manda un fraterno saluto a tutte le vittime. Ecco un atto veramente buono. Ecco una bella testimonianza di disciplina innanzi al nemico ed un esempio per tutti gli spiriti indipendenti e fieri ». A proposito del centenaprairoiniano Codesta tendenza, che accende lo spmto degli italiani, di celebrare nellù stesso anno, parecchi anniversari e centenari, di erigere monumenti e d'incidere lapidi ad uomini anche di medio valore, i quali ben meritarono dall'umanità, per essersi elevati, creatori, innovatori e scopritori geniali nel campo scientifico, letterario ed artistico, o per sensi veri di eroico patriottismo o per atti di filantropia e di munifica beneficenza, non so se giovi, fra lo scetticismo che pervade, a sollevare, con l'esempio degli ardimenti e delle virtù passate, le coscienze moderne. Non so se codesto omaggio così solennemente e, i;e si vuole, anche legittimamente reso, lasci sensibile traccia e riaccenda nè morti petti la fiamma ravvivatrice delle fedi e degli ideali. E non è il caso di constatare se le iniziative di codeste onoranze abbfano un fine sincero ed elevato, e servano di sprone e di ammaestramento agli uomini nuovi, promuovendo energie fisiche e intellettuali depresse, e toccando le corde di sentimenti e d'impeti frenati dalle inerzie soverchianti, o non valgano piuttosto a soddisfare le piccole vanità de' non sempre noti promotori, i quali pensano che un po' di luce riflessa giunge anche a' loro nomi, per quanto oscuri, dallo splendore de' grandi, così rievocati ed onorati. Ma un vantaggio non scarso alla scienza, alla critica letteraria e artistica e alla storia, certamente proviene da codeste ricorrenze. Gli studiosi, nella occasione, lumeggiano e rilevano, mercé pazienti ricerche, scevri di passione, i particolari intimi della vita, il carattere, la struttura fisica, e la natura dell'uomo che si onora, e vengono giudicati con criteri nuovi e originali, raffrontati e messi in armonia con le individuali tendenze psicologiche, le opere di lui, svelando verità, che se talvolta sembrano dissennate e delle profanazioni, perchè distruggono convinzioni e leggende, che hanno profonde radici nell'anima de' popoli, sono delle rivelazioni, che se no:i altro depongono a (1) In mo<lo completo e sistematico e sino alle sue estreme conseguenze questa confuta prima del 1884 - data della prima Edizione del Socialismo di Colajanni - nessuno l'aveva tentata. Ora é stata ripetuta dal \Voltmann : Die Darivische Theorie und der Sozicilismas. Dusseldorff. 1899. favore della serietà e dell'importanza degli studi positivìi moderni. Questo è accaduto, non è guari, a proposito del centenario del Leopard·, per cui i migliori psichiatri e sociologi come il Lon1broso e il Sergi e i migliori filosofi_ come il Bovio, e critici e letterati, con intenti rivolti certamente a un nobilissimo finr, hanno discusso prò e contro certi fenomeni e anomalie riscontrate nella natura dell'infelice e grande poeta. Da questo contrasto, veramente rilevante, per la dot- . trina, la genialità, la novità e la diversità di fatti, di prove, di idee e di giudhi, venuti fuori, suffr.igati da esempi e da induzioni, una utilità incontrastata scaturisce per gli studiosi. Quest'anno l'Italia celebra anche il centenario del Pa- · rini. Io credo che gli italiani, in questi tempi di mercemonio e di traffico di spiriti e ct1 corpi, di dispotismo e di tirannide occulta e palese, di rovesciamento di idee e di caratteri, dt bbano con ardore e religiosità elevare i cuori verso la mite figura del buon poeta di Bosisio, che quantunque prete, si allontanava dalle viete forme mitologiche, e descriveva il tramonto a seconda della teoria galileana, e negli ultimi giorni di "sua vita, anzichè libri di religione, preferiva gli fossero riletti l'Euripide e il Plutarco. Di colui, che con la mente di osservatore, col cuore di poeta e il pennello d'artista, rappresentò come in un vasto dipinto, e percosse a sangue la corrotta e melensa aristocratica societ a milanese 'D'evitati cantori allettatrice e della quale avanza ancora qualche cosa. Chi non sente quella poesia schietta e vereconda, tra la quieta limpidezza del vaso, i veli sottili delle immagini e gli scoppi del)e arguzie e delle factzie sane ed ascose? E chi non desidera il germogliare fra noi, di quell'arte nobile e moralizzatrict', poichè nulla meglio che la satira raggiunge meravigliosamente lo scopo di deridere e condannare i depravati costumi, e con il falso riso e la canzonatura fare arrossire delle cattiveopere e delle cattive azioni. Ma non soltanto le menti superiori, debbono ono• rare il poeta, per la eccellenza dello ingegno e per il magistero dell'arte sua; ma tutti che ancora serbano, fra. lo impoverimento di ogni elevato sentimento e la spogliazione di ogni indipendenza, la venerazione e il rispetto al carattere, poiche il Parini non fu solo patta, ma libero uomo, che fra la codardia e il decadimento de' costumi e la tirannide dt' tempi in cui vissr, mantenne integra e altera la coscienza. Il suo ufficio di pedagogo di giovani patrizi, (ufficioche non disdegnò di esercitare, e forse per un alto intento educativo) gli fece scoprire, negli angoli più riposti, gli usi malsani, le superbie vane, le ignoranze grasse, le presunzioni, le cupidigie e le bramosie sfrenate, le ambizioni, le tresche, le orgie, gli adulteri e tutta la_ messe di vizi e di turpitudini disseminate nei saloni aristocratici, e ne fece argomento insuperato di classica e forte e insieme piacevole poesia, nascondendo la ribellione e il disgusto dell'animo nello scherno mordace e pacato della satira. Egli diversamente di molti scrittori, che una cosa rappresentano nelle opere dell'ingegno, e un'altra nella pratica della vita, spirò nella sua poesia tutti i sani e nobili sentimenti dell'anima, onde le sue creazioni, non sono che lo specchio terso e limpido, della semplicità,. della rigidità e della schiettezza della vita e delle vereconde aspirazioni dell'autore. « La mia povera madre non ha pane « Se 110n da me, ed io non ho danaro « Da ma11teuerla almeno per domane. Queste le tristi condizioni del poeta abate. Ma siffatte strettezze non lo smossero dalla sua nobile severità e alterezza, e mai scese a raccattare favori e protezioni. Quanti a' nostri tempi sopporterebbero con pari rassegnazione e sacrifizio la miseria, senza· ricorrere, se non

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