RIVISTA POPOLARE DI POLI1JC~ LETTERE E SCIENZE SOCIALl ciò presto o tardi si arriva al dispotismo. Ogni individuo obbedisce alla societa; non perchè sia inferiore a chi la dirige, o meno atto degli altri a governarsi da sè; ma perchè riconosce utile l'as • sociazione coi suoi simili, la quale è infornpta a un principio di libertà. Dal principio della sovranità del popolo, che è la fonte di tutti i pubblici poteri, nasce quello della libera ammi11istrazione locale, la quale è fondata sulla capacità che si presume abbia ognuno di regolare le faccende proprie. Lo Stato è una formazione posteriore; ed esiste nella soc:età, la quale non è punto in essopersonificata; ed essendo multipla la sua amministrazione, questa dev'essere necessariamente divisibile. Lo Stno non può surrogarsi alle associazioni primitive col distruggerle ; ma deve agire invece legandole in società più perfetta. E come è poco assennato il dire che un organo, nella vita animale, possa dirigere le funzioni degli oltri organi ; così lo è nell'economia sociale, H pretendere che un ordine di lavoratori governi tutti i lavori locali o li compia tutti, non avendone la pratica occorrente, nè risentendone l'immediata urgenza o necessità (I). In Inghilterra, fin dall'origine della libertà di quel popolo, noi vediamo che il ci1 .tadino cerca di conservare il maggiore potere possibile che già eser-- citava nel piccolo stato primitivo. Più lo stato si allarga e più scemano le sue attribuzioni, rimanendo affidati ai corpi locali tutti gli affari di interesse che riflettono quel determinato nucleo di persone. E quella popolazione deve alle antiche istituzioni locali, conservate intatte finora, la libertà politi ca e il grande ordinamento costituzionale; perchè, associati tutti pel bene comune, ogni centro,· autonomo e libero, curò e cura tuttora i proprif interessi particolari. E necessario quindi e urgente ridare ai comuni la propria antica autonomia, affrancandoE finalmente dall'umiliante e assidua tutela che ne impedisce la libera espansione. L'amministrazione dev'essere libera in tutti i suoi atti; deve regolare a suo talento, e senza mortificanti ingerenze, lo svolgimento della propria energia e la soddisfazione dei proprii bisogni. In tal modo i liberi cittadini hanno parte attiva nell'amministrazione dei loro interessi, si abituano a considerare la respubblica come cosa propria, e educano lo spirito a concorrere all'attività dell'azienda locale, che ha bisogno di forza viva e di energia costante per comb.utere contro la parabola dei tempi; essendo H popolo unico giudice e consapevole di quanto possa occorrere al suo benessere economico (2). La ragione dunque, la natura, la pratica, la storia ci dimostrano che la tendenza razionale e giusta sta pel decentramento. Se vi ha popolo al mondo, la cui indole, la cui tradizione siano incompatibili con l'accentramento, è appunto l'italiano. L'individualità ha fra noi un immenso sviluppo; non v' ha comune che non abbia una storia gloriosa; e possiamo dichiarare sicuri che tutto quanto si è fatto di grande e di bello nella peni- (1) V· Wagner A. - Scienza delle Finanze - Reitzenstein - Finanze locali. (2) V. Brunialti A. - La libertà nello stato moderno. sola è dovuto all'opera municipale, alla potenza dei singoli enti locali. Col decentramento soltanto, e col rendere autonomo il comune, potremo sperare di restituire al paese, lasciando libera l'iniziativa locale, quella prosperità economica, che un tempo fu glorLt dei comuni d'Italia. Avv. FRANCESCOPALUMBO. Glei serceilteiistituz~ioa~rliame~tari Perchè le istituzioni parlamentari funzionano relativamente bene in Inghilterra e vanno invece a rotoli sul continente europeo ? A spiegare questo fenomeno ha fatto molta fortuna fra gli orecchianti di sociologia la « razza latina ». Benedette razze, che servono tanto bene a tappare i buchi della n0stia ignoranza; esse compiono oggi nella pseudo-sociologia antropologica la stessa funzione, che in metafisica compiono le parole dio e anima : qual'è l'origine del mondo? Dio; qual' è l'origine dei fenomeni psichici? l'anima ; perchè nei tempi classici Roma conquistò il mondo ? perchè la razza latina è razza conquistatrice; perchè nel secolo XIII l'Umbria fu centro del grande movimento religioso rappresentato da Francesco d'Assisi? perchè la razza umbra è razza mistica; pnchè nel secolo XV l'Italia fu centro del movimento artistico? perchè la razza italiana è razza artistica; perchè nel secolo XVI _non penetrò in Italia la riforma? perchè. la razza italiana è razza scettica; perchè oggi non siamo capaci di procedere di pari passo con gli altri paesi e le pubbliche lib~rtà sono fra noi un'illusione ? perchè siamo razza ... latina. Fin dal .::846, cioè prima ancora che i sistemi costituzionali si generalizzassero sul continentt:, il Metternich pr~ide limpidamente che essi avrebbero fatto mala prova. cc Una considerazione sola basta a dimostrare l'incompatibilità del sistema dell'equilibrio dei poteri, che forma la base della scuola co3tituzionale inglese, con l'esistenza degli stati continentali: la consideraione del bisogno incontestabile di questi stati di tenere costantemente in piedi una forza armata ben più ragguardevole che non sia quella, di cui ha bisogno l'Inghilterra per la difesa dd territorio insulare. Il capo dello stato dev'essere necess1riamente capo dell'armata; basta questo fatto per rendere illusoria la teoria dell'equilibrio dei poteri. Ammettiamo che sul trono si trovi un re guerriero e vittorioso ; che ne sarà allora del gioco delle opposizioni, che intralciano il governo reale nell'esercizio del potere ? un re d'Inghilterra, quantunque sovrano di diritto e di fatto, non può mantenere m 1 Regno Unito una forza armata sufficiente per portar ombra all'indipendenza del parlamento; il paese, circondato dal mare, non ha bisogno di tanta forza per il servizio interno. Ma in Francia e negli altri stati continentali le condizioni sono diverse. Supponiamo un re dei francesi più sovrano di fatto che di diritto, pers'Jnalmente vittorioso e capo onnipotente dell'armata e quindi capo del paese; si adatterà esso :dle opposizioni dei ciarloni ddla tribuna parlamentare? Voler costituire uno stato sulle basi ddla monarchia circondata da istituzioni repubblicane, include un'assurdità non minore che il circondare una repubblica con istituzioni monarchiche» (1). E prima ,rncora del Metternich, il nostro Romagnosi in quel suo magnifico libro pregno di buon senso, o se più vi piace di materialismo storico, Dell'indole e dei fattori dell'incivilimento, aveva scritto : « Che cosa è una carta costituzionale senza il ( 1) Memoires et documeuts, VII 2 39; queste parole erano scritte al rdppr<!sentante austriaco a To:ino, perchè le ripetes• se a quella corte. lutelligenti pauca I
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