Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 4 - 30 agosto 1899

. ' ì ,· i I I \ l i ~ "' I 'R. .IVISTA POPOLARE DI 'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Il militarismo, come istituzione, si comprende perfettamente che debba combattere in Francia la sua estrema battaglia; e si spiega anche come e perchè abbia scelto le armi più vili e più insidiose: le circostanze non gli hanno lasciato la libertà della scelta. La ragione della violenza estrema della lotta, come venne delineata da J ean J aurés, sta nella antitesi fondamentale e ineliminabile tra la democrazia e il militarismo, il quale non deve confondersi colla organizzazione militare destinata alla difesa dello Stato. La lotta feroce, a morte, doveva esplodere in Francia, perchè la Francia per lo appunto è il primo_ grande S.tato ~el co~tinen;e Europeo, ~he si avvia a grandi passi verso 11 regime democratico. Si avverta intanto che questo antagonismo irreconciliabile tra democrazia e militarismo non è una comoda trovata di circostanza; ma venne segnalato da tempo immemor"abile, e, dove fu libertà vera, fu tradotto in leggi ed istituzioni. Roma repubblicana non permetteva che gli eserciti vittoriosi si avvicinassero alle mura della città; e quando il Rubicone da un esercito venne valicato la repubblica fu uccisa. L'Inghilterra, la grande erede di Roma, annette la massima importanza alla annuale votazione del mutiny act, che provvede al 1nantenimento dell'esercito, ed ha tutta una orga- .nizzazione di difesa, che esclude la sopraffazione della libertà per opera del militarismo. È sterminata la lista dei politici e degli scrittori che hanno illustrato questa inconciliabilità di coesistenza tra militarismo e democrazia; qui se ne ricorderanno due, che sono veramente tipici e che scrissero in riviste e giornali, che rispecchiano nel modo più autorevole le tendenze conservatrici - le meno sospette a voler mettere in cattiva luce il militarismo. Sully Prudhom.ne - uno dei più celebri scrittori contemporanei che abbia la Francia - quando l' affaire non era ancora al parossismo attuale, nella Revue des Deux Mondes ( r 5 Giugno 1898), in un articolo dal titolo sintomatico, Patrie, Discipline, Armée, in nome del p.1triottismo enfatico glorificò il militarismo e la guerra per riuscire alla constatazione del contr2 sto ineliminabile. cc L'obbedienza, cieca, passiva ai superiori è necessaria nell'esercito, egli scrive. Ma questa passività è in contraddizione coi costumi e i principi democratici che proclamano la libera discussione di ogni misura! che interessa il b~ne. p~~blic?· L~ leggi democratiche danno ad ogm c1ttadmo 11 diritto di far pesare il proprio voto nella bilancia po• litica. Lo spirito militare gli nega questo diritto quando è sotto le bandiere. Allora il soldato ubbidisce ed abdica alla sua volontà. Di piò: i costumi democraticinon sonodi tale natura da sviluppare il coraggiomilitare, che esigeun gLneredi costanz.ae di paz.ienz.aparticolari. Addolcendosi esse divengono necessariamente un dissolvente dello spirito militare, che si perde se cessa di attingere la sua efficacia in una disciplina severa. Che fare dunque? « Poichè nello stato presente del mondo, il can· none è più che mai l' ultima ratio del diritto delle genti, l'arbitro della sorte dei popoli, la ripugnanza alle opere della forza dev'essere dominata, vinta in noi dalle lezioni dell'esperienza e dalla devozione alla patria, all' ideale che essa rappresenta sulla terra, e che si tratta di difendere contro la stessa forza. È, dopo tutto., un sacrifizio che s'impone a tutte le nazioni civili, e tanto più imperiosamente, quanto esse sono più civili e che esse per conseguenza hanno da salvare delle conquiste morali più preziose, l' instituzione della giustizia, la sicurezza del lavoro, degli agi, in una parola tutto ciò che vale la pena di vivere. » (1) Nulla di più vero dell'antitesi fondamentale tra disciplina militare e democrazia constatata dal Sully-Prudhomme, il quale in nome della_ revanche - l'ossessione che perderà la Francia - si dichiara disposto a sacrificare la seconda al militarismo. Ma ciò eh' è strano davvero, è che nelle colonne del Figaro, prima che spuntasse l' affaire e che il grande giornale parigino frondeggiasse, un anonimo, vi abbia pubblicato ·una serie di acutissimi articoli nei quali era dimostrata la impossibilità della coesistenza dei grandi eserciti coll' attuale disciplina militare e della democrazia, preconizzandovi con malcelata malinconia il trionfo finale dello spirito democratico. Gli articoli, ripetiamo, erano firmati con uno pseudonimo ; ma se ne assegnò la paternità, senza che il padre putativo protestasse, ...... al Generale Gallifet. ( 2) Non c'è dubbio che la vittoria finale tra la democrazia e il militarismo. tra lo spirito del progresso e quello della distruzione , rimarrà alla prima : la prof ezia del generale Gallifet ha il valore di una induzione storica. In questo momento, però, temiamo fortemente che la reazione possa prevalere in Francia. Gli uomini, che stanno al governo affidano, che non ci saranno tradimenti in alto ; e la presenza di Millerand nel ministero W aldeck - Rousseau è una grande garanzia, di cui speriamo che sapranno apprezzare il valore le Assisie socialiste, che giudicheranno di questo suo magnanimo atto di abnegazione. Si può stare sicuri che il grido lanciato da J ean J aurés : repubblicains,debout ! penetrerà in milioni di cuori e che milioni sono i cittadini, che vigilano a difesa della repubblica e della libertà. Non ci nascondiamo, però, che siamo trepidanti sulle sorti delle libere istituzioni di oltr' Alpi. L' esito del processo Dreyfus è sempre un incognita paurosa. Temiamo che il Tribunale di Rennes scelleratamente confermi la condanna ; e in questo caso nessuno può prevedere a quali eccessi scenderebbe il militarismo legalmente trionfante, nè quali controreazioni determinerebbe il (1) Pasquale Turiello - un reazionario sincero, un re!ore del patr~ottism_o - per la ~entesi~a volt_a ~ colla mill~s1ma rievocaz10ne d1 Campofonmo e d1 Venezia imbelle ha npetu• to mettendovi di nuovo una citazione... di Platone, che la pace corrompe e infiacchisce. (La co11ferenza dell'Aja. Nella Nuova Antologia del 15 Agosto 1899). Per questi cupi apologisti della forza la s_toria ~ontei:npor:inea n?n es!ste, : _nulla a loro insegna l'energia dell Inghilterra, degli Stati Umt1, della Svizzera, della Scandinavia. Nè si accorgono che le nazioni più fiacche in Eurooa sono la Francia e la Spagna che hanno fatto molte ou~rre e sono corrose dal militarismo. (2) Da ne~suno abbiamo visto ricordat~ quest~ cir~ostanza. La quale ci se~bra _che poss~ ?are la chiave p~1colo&1C~aella presenza di Galhfet m un mm1stero democratico, d1 cm fa parte il socialista Millerand.

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