'RJYISTA POPOLARE 'Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCJALJ 75 IL CAMMAROT0< 1 ) (Frammento) Grande, tarchiato, con lunga barba bianca, con un vecchio cappellino di paglia sulle canizie arruffate parla al sole, al mare, a' venti, senza curar chi l'attornia o gli fa il verso. In quei momenti scorda di vendere i suoi cerini per fulminare la società ..mana con parole di fuoco e minacciarla con presagi sgomentosi. Nulla trova grazia presso di lui, terribil profeta plebeo, che, piantato in mezzo alla via, sotte il sole di luglio come sotto il nevischio di gennaio, tuona contro la corruzione universale. La sua eloquenza però scatta più veemente sotto la canicola che non nell'inverno ; quel faccione abbronzato ama d'esser tutto investito dalla vampa solare e, o per abitudine o per una special resistenza dei nervi ottici, la sua pupilla può fissar lungamente la spera del sole. Di ciò egli va singolarmente altero e, tra le sue invettive, sfida gli altri a far lo stesso ; e alla sfida pon termine con una sghignazzata sprezzante. Più volte ha gridata quella sfida pure a qualche gran signora, poco in odor di santità, che passava in un tiro a quattro e a più di un gran titolato, a più di un gran funzionario, tutti, stemmi, nastri e petti a botta, innanzi ai quali egli passa sbuffando e cantarellando, in modo da comprometter talvolta seriamente quella loro sublime gravità; e il popolo a riderne, approvando. In quei casi la voce di colui è come la voce brutale ma onesta che erompe dalla. coscienza del volgo: e con mirabil calore difende allo stesso tempo la causa de' disgraziati e delle disgraziate costretti a soffrir la fame, laddove a quelli... e a quelle ... onorati come tante deità ne' loro saloni, sorrise la fortuna sin dalla culla e sorriderà fino alla tomba. Il vecchio, quanto tratta di questo argomento, s'entusiasma dolorosamente, sprigionando dal cuore parole davvero sentite, - qualche volta interrotte da un singhiozzo. ln quelle sue dicerie d'analfabeta v1S1onario,non mancano lampi, a ora a ora, di strana efficacia. Che cosa condanni, che cosa consigli, che cosa minacci è difficile capire ; ma il torso michelangiolesco, il gesto largo, il vocione baritonale, l'aria ispirata e quei grandi occhi fissi nello stellone dànno alla sua figura non so che macraba solennità, per cui par d'essere innanzi a uno di quei fieri illuminati, che, in ogni tempo, furon tenuti pazzi dagli uni e santi dagli altri, de' quali si rise e si ebbe paura. E nel concetto di taluni, ai quali incuton rispetto più che ahro i vocaboli incompresi de' quali tartassa il suo dire il formidabil predicatore, costui passa per un gran perseguitato dagli uomini e dalla sorte. Alcuno ha voluto ravvisare in lui non so qual vecchio santo slavo. D'una specie di reputazione misteriosa lo han circondato pure alcuni spiritisti ai quali, talvolta, è servito da medio, e che hanno scoperto in lui l'anima di un antic0 re d'Armenia. Il re non è scaduto dalla sua maestà nello scender 4al trono in piazza, e conser- ,va nell'aspetto altezzoso i vestigi del primo splendore, quantunque non gli avanzi più che una corona di capelli bianchi e il contestato impero de' trivii. Rapito in fanatiche allucinazioni, a tu per tu col sole, il suo grande amico, egli scaglia improperi alla società imputddita che lo ammorba, e, flagellatore imparziale di grandi e piccini, d'uomini e donne, trova di quando in quando pensieri e frasi che in bocca o sotto la penna di altri sarel,ber chiamati potenti. La chiusa dalle sue improvvisazioni varia secondo i casi. A volte è affrettata da un nuvolo di bucce o di torsoli - secondo la stagione - che fiocca sul copricapo dell'oratore; a volte da una distesa fischiata di monelli che lo chiudono in una mobil cerchia di cenci; e non di rado da due poliziotti (1) Da un volume di novelle, Sul Bosforo d'Italia, d'imminente pubblicazionepresso gli editori Roux1 Fra~sati e C, che afferrao per il bavero quel Mosè da strapazzo, e lo trascinano a guardart un po' il sole a scacchi. E il suo contegno sempre imperturbato si adatta mirabilmente a quei vari esiti delle sue concioni. Preso a melate, si toglie bofonchiando di la e si scote lievemente dal cappellino la roba piovutavi, con tal sovrano disdegno di quelle sciocche irriverenze da parerne anzi orgoglioso, siccome un vero apostolo accaneggiato. Zittito a fischi, tace di botto, abbassa gli occhi dal sole a' monelli, guardandoli commosso, Eliseo non vendicativo, dice in tono paterno : perchè non fischiate le vostre nonne, figli di preti? Quà ! - E si vuota le saccoccie di quei pochi soldi che ha ricavato da' suoi cerini, gittandoli alla petulante ragazzaglia. I fischi egheggiano allora più sonori afforzati dalla gioia di chi ha potuto e dalla rabbia di chi non ha potuto acchiappare un soldo, e il Cammaroto si toglie anche di là, non pentito della sua fischiata clemenza, e muove col faccione irradiato di pietà selvaggia verso altri quartieri, a portarvi la sua parola di vecchio san Paolo maltrattato. Ai birri poi, quando accade, porge le mani callose con aria imperterrita, si fa superbamente ammanettart:, s'avvia in mezzo a loro con passo misurato, a capo alto, sporgendo più che può le braccia in avanti perchè tutti vedano i suoi ferri; e dà l'immagine d'un antico re barbarico trascinato incatenato dietro il c_arro del trionfatore. Con ciò egli vuol dimostrare l'ingiustizia della legge umana, non il suo contento d'andare fra le birbe di Rocca Guelfonia, in mezzo alle quali anzi egli entra minacciando e sermoneggiando più che mai. Nè gli manca un certo acume pratico, che gli detta ora roventi e ora saporitissime frasi. A certi giovinastri che un giorno gli gridavan dietro : Cane da pagliaio I gridò di rimando : - Io sono il cane, ma voi siete i pecoroni! - Una volta, uscito dal duomo nel quale stava predicando il quaresimalista, e veduta in piazza molta folla intorno al carrozzone d'un cavadenti, esclamò: Ciarlatani dentro e ci2rlataoi fuori I - Un giorno accennò all'ex-convento de' Cappuccini, ora penitenz ario di donne, e a quello di Santa Maria della Scala ora quartier militare, con queste parole : Guardate iÌ convento de' Cappuccini ! galeotti ne sono usciti e galeotte vi sono entrate; e quello di Santa Maria della Scala l mangia a ufo c'eraco e mangia a ufo ci sono. Per tacer d'altre più pepate. - Ma, infine, Cammaroto, si può sapere cosa volete? - gli _domanda talvolta un qualche soro che lo piglia sul seno. - Che cosa voglio? Nulla. Dico soltanto che siete un pugno di marrani, a cominciare da voi, fratello. E io che a tempo di Garibaldi predicevo ·un avvenire migliore! Ah ah ah l peggio di prima, peggio !Ma lui era un galantuomo. Peccato che... Io glie lo dissi però: Generale, in guardia! Sorrideva ... E ora ci siamo I Ah ah Con qual pena, morettina... Cerini, cerini I per illuminar le case, i palazzi, le capanne, i tribunali, le chiese i lupanari? le reg~ie,. i _parlam~~ti, .le dogane, i consigÌi comunali e provmc1ah, le pr1g1om.... Ah ah ah ! Cerini con figurine e poesie... poveri pittori e poeti, a che v'ha ridotti l'Italia una l È il secolo de' lumi, dei cerini, ah ah ah ! Che ne dici tu, frate sole ? Tu illumini meglio dei cerini, eh? Si pianta sulle anche poderose, figge gli occhi nel sole, - Aquila si non gli s'affisse unquanco - e da quell'esordio, eh' è ancora un miracolo di ~hiarezza prende l'abbrivo per una discesa interminabile in cui nessuno intende più nulla. ' E. G. BONER. IL SOCIALISMO del Dr. NapoleoneColajanni (2 edizione 1898). Voi. di 3.28 pa.g. Prezzo L. 4.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==