Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 3 - 15 agosto 1899

RIP'ISTAPOPOLAREDI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 57 Quelle mm1ere erano distanti dalla :Marg11erita non più di mezzo-miglio per viottoli che scendevano e salivano in un burrone brullo bagnato da un rivoletto. Dopo una mezz'ora di cammino Luisa Striknel vide su una prominenza del terreno come una mezza cupoletta vuota, latta di pietre grigie, incrostate di piccoli cristalli. L'additò, domandando: Che cosa e quella specie di coverchio concavo, che non so perchè, mi rammenta certe cappelle? - Quello è il riparo di una buca di zolfara, per la quale scendono i lavoranti - rispose Provoni. Giunti sulla prominenza, alla Striknel si presentò un piano con diverse cataste quadrate o bislunghe di zolfo grezzo; vicina ciascuna ad una buca dall'identico tettuccio concavo, a forma di mezza-cupol:i: persone in mutande e camicia, o io sola camicia, vuotavano sacchi di minerale sulle cataste ed a corsa andavano a sparire nelle buche: sembrava che la terra l'inghiottisse. Il capo maestro di una miniera, già avvisato dall'iogeguere Provoni, si accostò salutando - Capo-mastro, la sigaor:i di cui ieri vi parlai, vorrebbe vedere la salita dei carusi. - Sono già per salire, signor ingegnere. Se vogliono avvicinarsi, possono fra pochi minuti vederli. Priska, messasi innanzi l'imboccatura della miniera, avverti uno sbuffo di aria calda, ed osservò una lunga parete inclinata e concava, perdentesi nel buio e sovrastante ad una scala stretta, ripida, dai gradini disuguali, rotti, infangati, scavati sulla roccia: eer? un enorme, immenso budello, che per la scrittrice socialista divorava uomini. Ad un tratto apparve un lume al principio della scala ed indi il faticoso respirare di parecchie persone si fece udire. Il primo a salire era un caruso con la lumera, pendente dalla piega frontale del sacco che lo curvava; ed egli, a resistere al peso, s'appoggiava ai muri colle mani; dietro lui v'erano altri carnsi e tutti insieme già si sentivano rantolare affannosamente La Striknel guardava, gli occhi sbarrati. Io un punto il primo caruso con la lumera si fermò; il che provocò le proteste dei cantsi, che gli venivano dietro. Sali, Nino, sangue della ....... l ( 1) Avac.ti, sangue di ........ ! Un momento, porco il vostro ........ ! Sali, porca la ......... di tua m ..... l Spicciati, avanti, schifoso figlio d' una ...... - Ed il carttw eccitato fe' per salire, ma icivolò caèendo riverso sul primo compagno barcollante, e tutti e due, perduto l'equilibrio, si trascinarono, tr'l un con fu,o e mezzo bestemmiar e, gli altri carusi che, spentosi il lume, si sentirono ruzzolare nelle tenebre. Un grido d'orrore eruppe dal petto di Priska, che strinse nc:rvosamente con ambJ le mani il braccio di Franco; mentre il capo-maestro e l'ingegnere, col tintinnio degli speroni, si precipitarono per la scala. - Che spettacolo orrendo, straziante, signor Franco! - ripeteva con le lagrime agli occhi la signora Striknel al suo amico, che accigliato, muto, agitato da diversi pensieri si sorprese con la sua destra in quella di Luisa : fu un minuto. Poco dopo, uscirono dalla buca l'ingegnere ed il capo maestro, annunziando che i carust fortunatamente non s'erano prodotti gravi ferite. Alcuni picconieri portavano in ispalh lo zolfo già consegnato ai carusi feriti, che appena furono all'aperto cominciarono ad ingiurarsi e bisticciarsi. Uno che aveva la faccia sanguinante diceva minaccioso all'altro: - Perchè vuoi fare il capo fila, quando non hai forza sufficiente per s1lire con tre centesimi di peso? Non so chi mi tenga a romperti cotesto muso di cane! - Fu un caso, scivolai, come tanti sono scivolati. Anch'io ho il petto indolenzito e la schiena rotta. - Un caso? che caso! Sei tu troppo debole, inadatto a qual. siasi lavoro, che cadesti per mancanza di forza. Affogati! Che ci fai a vivere? .... Ahi! Ahi, come mi duole il braccio! è tutto scorticato. Mi viene l'impeto di dfferrarti - affermava un terzo Ed un quarto lamentandòsi di una storta al piede, si voleva avventarsi su chi era ritenuto causa della disgrazia, in maniera che eccitatisi gli animi, stava per scoppiare una zuffa. Intervennero il capo maestro t l'ingegnere, che dando sulla voce ai carusi, l'invitarono a medicarsi alla meglio le lesioni riportate. La Striknel osservava, commossa, quei corpiccioli denutriti, chiazzati da larghe lividure; e chi era con le gambe sbilenche, chi con le spalle aggobbate, mentre un altro basso, rachitico sembrava un vero sgorbio umano. - Ingegnere Provoni - disse la signora Striknel, dopo quel- (1) Il turpiloquio nelle zolfare è pur t(Oppo una verità. N. d. R. l'esame doloroso - i gabelloti non sono certi ridotti a tale stato per un lavoro da bestie. . Il direttore della Marg!Jerita non seppe che rispondere _e Priska si preparò a prendere con la macchinetta, portatale aa Franco, qualche istantanea. Nel prossimo numero pubblichererno un bozzetto di G.Boner a cui faranno eauito nei sncce sjvi altl'i di Salvatore Di Giaconio, di Br0acco, cli Guarino etc., in modo che n nche la parte letteraria abbia nella Rivista una paetc piu cste:a. R~VISTA DELLERIVISTE f.!1: travet: ~e origln~della Re~zione. Sui primi del 1859 la politica cavourian_a ant1democrauca parve fosse alla vigilia del suo completo trionfo, ma Napoleone si fermò al Mincio e l'armistizio di Villafranca, che dicesi facesse esclamare a Cavo~r torneremo (?) a cospirare, rialzò la sorte della rivoluzione e 1~ spedizione dei Mille, osteggiata in tutti i modi dai moderati portò la forza del partito democratico allo ,tesso livello di quella del partito conservatore. Dopo le straordinarie' fortune del Ditt~tore !n _S:cilia Ca_vour_misurò il pericolo e, ad evitarlo, s1 appigliò al partito d1 tentare che la rivoluzione di Napoli succeJesse all'infuori della cooperazione dirttta di G-- ribaldi. Ma il, partito. monarch!co a apoli non si mosse.~ .. perchè non c era, e 11 conte d1 Cavour, vedendo che la rivoluzione _cresceva, e mi?acciava di travolger tutto, pensò esser venuto 11 I?Omento _di.... strangolarla. « Non è più a Napoli « che poss1:1m~ acq~1stare la for~a morale necessaria per signo- « reggiare la nvoluz1one. Per impedire ch'essa si estenda al « nostro Regno vi è un mezzo solo : bisogm impadronirsi « senza indugio delle Marche e dell'Umbria. Il Governo è « deliberato a tentare questa impre_sa ardita, qualunque pos- « sano essere le conseguenze. » (Nicomede Bianchi - Storia documeutata, VH~, 338). Era questo un vero ultimatum a Gariba1di e al partito democratico : o consegnare le armi al partito con~er~atore _o.... « guerr~ tr:m~nda ». Garibaldi consegnò le ar:n1 : 11.p_art1tod,::mocrattco. 1tal1~no ~a se~p:e rifuggito dalla guerra c1vtle, tutt al contrario dei suoi nem1c1· e a Garibaldi ndla mei_nor~~ile s~duta del 18 aprile 1861 1;on fu concess~ !leanche 11 dmtto d1 acc~nnare alla « guerra fratricida » a cui ti Cavour, « senza turblrs1 punto», si era preparato. - Il nuovo Stato quale carattere doveva avere? Per Cavour i vari Stati dovevano scomparire per moltiplicare i sudditi piemontesi· per Garibaldi doveva invece dar vita ad un nuovo Stato 'retto bensì da Vittorio Enunuele, ma sorto sulle rbvine di 'tutti i principati italiani. Ma i conservatori, padroni dclla Camera dettero ragione a Cavo~r. La parte democratica fece quel eh~ ha sempre fatto davanti alla reazione: chiuse oli occhi non volle vederla, si lusingò di poter modificare l'ar~dameoto' della lotta, e qu~sta lotta. cretina fra le parole democratiche e i fatti conservatori - cretina da parte dei democratici - riempie tutta la storia della terza Italia. La lotta fra l'elemento monarchico e l'elemen:o democratico, lotta di cui l'annullamento dell'elezione di Mazzini. a !vfessi~u 1:01: fu ~he un episodio (2 1 e 22 m~rzo _1~66), cor1;1mc1ò_nei pnm1 anm dopo il 60 sotto orma_ d~ o~t1lttà fra 1 esercito regolare e. i garibaldini, e gli feffett1 s1 videro :id Aspromonte, e a Fantma colle fucilazioni del m1_ggiore De. Villata. La rivoluzione p.irve strangolata, e la reazione durò intensa fino al 1866 ; ma le scc nfitte di Custoza e di Lissa ruppero i fianchi al partito rèazionari ,. Mazzini fondò l' « Alleanza repubblicana », Garibaldi marciò su Roma, e Cialdini! che ne_l '62 voleva schiacciarlo, ora, impotente, dovette d1metters1. I francesi a Mentana salvarono la reazione. Ma la reazione non potè completamente riaversi perchè, per non lasciarsi strangolare, dovè and.1re a Rom/ Bisognava però, visto che lo spegnimento era impossibile convertire il liberalismo, e a questo servì. mirabilmente la' sali1a della Sinistra il potere. Sui morti più pericolosi, come Cattaneo e Ferrari, si fece la congiura del silenzio ; Mazzini si ricordò solo come uno dei santi padri della patria, Garibaldi fu trasformato in un luogotenente di Vittorio Emanuele, e la corruzione ~egl'in_dividui e di intiere regioni fece il resto, procedendo d1 pan passo con la reazione di cui i fenomeni più appariscenti sono stati la Triplice, il Trasformismo, le Con-

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