'R...IVISTA POPOLARE 'Dl POLITICA LETTERE E SClENZE SOCJALJ 55 Promettiamo poi alla nostra specie, in nome della legge che la trasse dalla materia prima, una ascensione senza fine verso l'infinito. - Dopodiché il lettore intelligente capisce perché i redattori della Civiltà Cattolica, sgomenti e paurosi abbiano gridato : « Alla. larga di questi nostri correligionari che sottopongono la Bibbia ai capricci della cosi detta scienza! » Il Fogazzaro, niente affatto turbato dall'opposizione, comprendendo che una delle conseguenze più distruttive dell'evoluzione è quella di sospingere verso il baratro che ha ingoiate tante dolci illusioni anche il concetto di una finalità dell'universo, s'industria a dar vita ad una nuova teleologia fondata nell'evoluzione stessa. Ma in che modo? Ammettendo la limitazione della mente umana, che non comprende gli infiniti diversi scopi a cui tendono le cose dell'universo. Gli occhi e l'intelligenza dell'uomo sono impari a comprendere l'immenso disegno ; è bazza se con l'intuizione gli è dato conoscere che il mondo ascende nelle sue li.iee generali dall'imperfetto al perfetto. E sia pure. La s:ienza che da un secolo in qua non fa altro che raccogliere argomenti e prove per dimostrare che il re della creazione può vedere e conoscere soltanto il fenomeno, è perfettamente d'accordo con siffatta teleologia ; ma lo è dal punto di vista moralt? Il concetto del Dio padre di tutte le creature, sollecito del bene di ciascuna, come può trovare il suo posticino nell'idea evolutiva ? Come conciliare il Dio del Vangelo col Dio della selezione naturale ? Quale enorme profusione di germi vitali perchè uno sopravviva all'immane eccidio! L'insuccesso è la regola, il successo è l'eccezione. Milioni e milioni di ovulj, di germi, di creature soccomb:mo perchè un caso speciale trionfi e vinca la crudelta dell'ambiente. Come è terribile questo periodo di Darwin! « Noi vediamo l'aspetto della r.atura risplendente di serenità; noi vediamo un abbondanza ~trabocchevole di nutrimento, ma noi non vediamo o non pensiamo che gli uccelli che gorgheggiano attorno a noi vivono di insètti e di semi distruggendo continuamente la vita ; noi dimentichiamo fino che quei soavi cantatori sono divorati degli uccelli da preda e da altri animali ; noi dimentichiamo che H nutrimento il quale ora sovrabbonda manca in vari mesi di ciascun anno ». Il quadro. è triste ... come la verità; milioni d'animaletti, di ovuli, di giovani creature ondeggiano fra la vita e la morte perchè qualche individuo possa svilupparsi. La ragione umana s'affatica per trovare i mezzi pn risparmiare dolori a quanti s'affacciano all'esistenza fornendoli di ciò che occorre pel loro mantenimento ; la natura madre in parte ed in voler matrigna non ha queste preoccupazioni; la produzione esuberante e la distruzione dolorosa sono le due forze che dominano e si equilibrano agendo ciascuna in senso contrario. Non si direbbe che più del cristianesimo il pessimismo vada a braccetto con la teoria dell'evoluzione! Eppure, per quanto si possa giudicare utopica la premessa dd Fogazzaro, pochi volumi suscitano tante idee e t~nte emozioni come questo. E un libro di buona fede, di coscienza, in cui parla un'anima eletta di artista adoratore del bel101 di pensator_e inquieto delle dolorose ansie moderne. E anche un libro cristiano ? A me pare francamente di no. Se invece del Fogazzaro qualche pezzo grosso ed influente della Curia avesse tentato di mettere d'accordo l'evoluzione col Cattolicismo avrei veduto in questi conati la plasticità, la duttilità della religione .... professata che quando s'accorge di non poter tenere fronte alle verità da essa poco prima scomunicate le accoglie travisandole quel tanto che basta per acconciarle ai suoi fini. · Ma questo non tocca l'autore delle Ascensioni umane. Egli è sincero ed appartiene a quella scarsa e benemerita schiera di credenti che non osteggiano per partito preso, ma vagliano con simpatia le manifestazioni del pensiero contemporaneo. 9reundusenim reviresit adhuc, dice il Vico ; si può rinverdire il cristianesimo? Ecco : io non credo che le religioni appartengano ad un clima storico scomparso per sempre, non credo alla irreligione dell'avvenire. Ma credo altresi che il nuovo mondo intelletuale scopertoci dalla scienza abbia rinnovato Jalle fondamenta il concetto che si può avere della divinità. Finchè l'umanità aspirerà alla verità, alla giustizia, alla libertà, finchè combatterà per assurgere dall'animalità alla vita eroica, alla vita di simpatia sociale ; finchè sopporterà impavida perigli e travagli per raggiungere una meta che non conosce, ma a cui anela con tutta l'anima; il culto del- .l'ideale non è morto. Ma è questo il cattolicismo? Non c'~ pericolo che innestando nel tronco delle vecchie credenze i germi novelli nascano.... nuove specie fisiche di religioni? Io credo di sì... per quanto mi dispiaccia trovarmi d'accordo coi bravi signori della Civiltà Cattolica. FELICE Mm.nGLIANO LA ZOLFAIA (Dal romau{O « Il Nuovo Ideale»). Priska (1) muta estatica non si saziava di conternplare le verd~ distese, framezzate di mandorli ed ulivi, ccn lo sfondo del mare· i canti dei contadini, che zappavano, ]a cullavano deliziosamen· te con qutll'aria melanconica d'uno stesso tono prolungato. S' ridestarono i suoi sogni di giovanetta, Je sue rosee speranze' i primi palpiti, i primi trepidanti abbandoni di un amore i genuo fidente: uco sbalzo delJa carrozza avvicinò di troppo o. suo corpo a quello di Franco Rosso e l'inaspettato contatt;i le diè un sussultu per ogoi fibra. - Le vostre contrade sono incantevoli, signor Franco - s'affrettò a dire. In Sicilia la natura è più bella ed invita a fantastic~re: sen1o rinascere Je mie inciioazioni artistiche. Come non amare l'arte in 1Juesta terra benedetta dal sole ! - Ma che le ingiustizie umane hanno reso maledetta. - Si, ella ha ragione - {è Luisa Striknel, quasi ricredendosi - Qui sono molte e svariate le miserie ; e sono già per conoscere quelle che si racchiudono in una miniera di zolfo. È ancora lontana la zolfara Margherita ? - No, siamo vicini. È liiggiù, la vede? - Franco indidicò un ]ungo fumaiolo alla distanza di un centinaio di metri. - Si; ho visto. - Ecco il direttore che ci viene inc')ntro ! Un uomo, infatti, quasi basso, tozzo, daJla faccia abbronzata, con scarpe bianche di campagna, entro i cui lunghi tornai allacciati eraco ficcate Je estremità dei calzoni, si accostò alJa carrozza, cavandosi il cappeJlo a larghe falde. E Franco lo presentò - Il signor ingegnere Eduardo Provoni, direttore della miniera Margherita. - Piacere di conoscerla - e Luisa Striknel, così dicendo, gli stese Ja destra, che Provoni strinse, accompagnando l'atto con le parole - Fortunatissimo di pctere avere la visita di una delle più illustri donne d'Italia. ~ Ma che, ma che, signor ingegnere, io valgo tanto tanto poco ! - Troppo modesta ! Ma dica, signora, vt:o~e dare ora un'occhiata alJa macchina e ai forni, ove si brucia il minerale? - No, Eduardo - interloqui Franco - la signora des:dera scendere nei corridoi sotterranei. - Si, si, voglio vedere il lavoro sotto terra. - Allora faccio preparare l'ascensorio - e il direttore, dopo essere entrato in una stanzuccia, ove si vedevano due grandi ruote attorno alJe quali attorcigliavansi grosse funi metalliche, ordinò ad un operaio di far salire il vagoncino. Mentre l'operaio si dirigeva ad una bassa canceJlatina quajrata di ferro e piegandosi verso ]a larga buca che vi si apriva dentro, gridava forte « oh, oh », Ja Striknel guardava in giro. (I) È il pseudonimo della signora Luisa StrikneJ, protagonista del romanzo e scrittrice socialista che si suppone girare la Sicilia a scopo di studio. (Nota dell'A).
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