Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 3 - 15 agosto 1899

54 'R...IVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI prattutto per l'opera illuminata e prudente del poeta Luigi Gaj, che ebbe entusiasti seguaci. Durante il '48-' 49 pareva che la spada del colonnello Jelacic, in parte per affezione alla dinastia e al partito militare, in parte per lo stimolo dell' illirismo, gittatosi a capitanare i Croati contro i Magiari, fosse sul punto di convertire in realtà le oscure e vaghe tendenze, fermentanti ne' cervelli delle moltitudini slave del mezzodi ma l'ostilità de' Serbi scismatici, l'abbandono degli Slavi della monarchia, le stesse discordie intestine croate impe.dirono che il tentativo sortisse l'effetto agogoato. Quando poi nel 1867 il partito magiarico di Croazia, formato de' feudali e de' grandi proprietari, timorosi che la bandiera dell' illirismo coprisse anche rivendicazioni so- ,ciali ed economiche, degli uomini d'affari, aspiranti a con~uistare il mercato ungarico, degl' Italiani fiumani e degl idealisti, per cui l'Ungheria era la martire della causa 11 berale, negoziò il compromesso, che pur riconosceva officialmente l'esistenza del popolo croato, deluse le aspettative della gran maggioranza, non già per ragioni finanziarie, nè perchè esso sia poco decoroso (chè è quasi pari a quello dell'Ungheria medesima coll'Austria), sibbene perchè la Croazia era pervasa dal desiderio di staccarsi affatto dalla corona di S Stefano, desiderio che è andato vie più diffondendosi. Cosicchè oggi la più parte de' Croati, considerando il bano un puro agente del magiaresimo e la loro condizione politica, rimpetto all'Ungheria, disforme da' propri interessi nazionali, propendono per il partito radicale, disciplinato da Antonio Starcevic, che aspira a istituire un « Re·gno di Croazia » composto di tutti i Croati d'Austria e d'Ungheria. Ad esso si contrappone l'altro, di cui è maestro e donno 'lo Sttossmayer, vescovo di Diahovo che, senza distinguere tra scismatici e cattolici, vuole abbracciare tutti gli IugoSlavi e attende, pur rispettando la legalità, a preparare la Croazia all'alto cfficio di provincia ,egemonica d'una futura grande e 5lavia rr.eridionale ». E butile avvertire che i Magiari gabellano tutti e due i partiti per russofili, quantunque l' intimo loro sentimento sia ben ritratto nelle parole dello Strossmayer medesimo. « 'Piuttosto 'R._ussiche Magiari » Mentre è cosi vivo il risveglio intellettuale de' Croati, che in Zagabria, vero centro di propaganda patriottica e letteraria, due cose che vanno di conserva, banno istituito un'importante università e un'accademia iugo-slava, è davvero degno di nota che il partito radicale non sappia astrarre dalle differenze confes~ionali. Niente di strano però, giacchè il concetto dello stato laico, superiore alle divergenze di reHgione, non è punto popolare, anzi è affatto contrario a' pregiudizi delle moltitudini, avvezze da secoli a identificare nazione e chiesa e attaccatissime alla propria confessione. (Continua). Prof. AGOSTiNo SA vELLI. UN LA VACRO D'IDEALISMO Quel gioiello di romanzo che s'intitola « Piccolomondo antico:,,, mirabile per sincerità, per felicità di pitture, di caratteri, per ricostruzione viva e simpatica di una società dileguata da cui noi ereditammo tante belle qua• lità.. ..; tranne l'ottimismo, indusse taluni critici aJ accostare Antonio Fogazzario ad Alessandro Manzoni. A me pare cbe anche per un altro rispetto il delicato e mistico autore di Daniele Cortis derivi dal gran Lombardo. Entrambi questi scrittori furono pensosi dei dati teorici su cui fondavano l'arte loro; entrambi tradussero in fantasmi artistici idee lentamente maturate ed improntarono i loro libri di convinzioni profonde e riflesse. I misteri dell'al di là, il fine del mondo, l'utilità del dolore, l'anelito dell'anima all'ideale, la dipendenza di questa fragile creatura d'un giorno che si chiama uomo, da una potenza universale che lo sospinge per una via angosciosa e irta di triboli verso il Bene e altri problemi che travagliano da tempi immemorabili il cervello di tutti gli ammalati del mal dell'ideale, ricorrono con frequenze nelle sue scritture. Ma nei romanzi e celle novelle qued concetti sono adombrati ed obbedienti sempre al principio ammesso o sottinteso dalla Provvidenza cristiana; nel volume le Ascensioni 111nane (r) l'artista tace, interviene il pensatore. Il quale parla come un artista della parola sa parlare, con calore, con frase illuminata e riscaldata dall'interno fuoco dello spirito, con pacata e costante serenità. A parte le conferenze progressoe felicità, il gran poeta dell'avvenire, scienza e dolore, tutte queste pagine stolgorano della bellezza di un'idea di cui è innamorato il Fogazzaro : conciliare col ca ttolicismo il principio dell'evoluzione. Quando alcuni anni or sono, il pensoso autore di Miranda pubblicò una lettera in cui, criticando il recente raffronto delle teorie di Sant'Agostino e di Darvin, circa la creazione, si studiava di dirne strare che l'ipotesi dell'evoluzione non pure non rovesciava l'edificio della religione cristiana, ma lo puntellava di nuovi argomenti, molti positivisti spregiudicati accolsero quello scritto con un sorriso di superiorità e non risparmiarono i benigni compatimenti ed i sarcasmi a quelle pagine. D'altra parte i cattolici intransigenti fecero il viso dell'arme a chi si attentava di interpretare il testo biblico secondo i risultamenti della scienza nuova. A me pare che gli uni e gli altri avessero un po' di ragione e un po' di torto. La scienza non può preoccuparsi se le verità che scopre o le ipotesi che vanta prudente proporre si accordino con le aspirazioni sentimentali dei credenti, ma d'altra parte deve riconoscere che tutte le trnrie nuove fatalmente soggiacciono alla legge delle tre fasi : Negazione la prima, conciliazione la seconda, ed in ultimo il trionfo della verità. Avventate una verità che urti le consuetudini intellettuali della massa, un coro di proteste vi tronca la parola. Ma quando non siete piu solo a proclamarla, quando quel verbo affratella intere legioni, allora sorgono i sentimentali, quelli che sono fedeli alle tradizioni e non vogliano siano abbattute ad un tratto, che dicono : « Qualcosa di vero c'è; sicuro! Ma a che andate blaterando che la nova verità distrugge le antiche credenze? Niente affatto, essa le conferma e possono andar d'accordo magnificamente! » In questo modo si schiude la via alla terza fase ed alla vittoria definitiva per cui la ver:ità trionfa da sè e per sè. Il Fogazzaro si trova nel secondo stadio; l'evoluzione darwiniana si concilia non pure coll'esistenza di Dio, ma coi dogmi del cattolicismo. Quel fervido apostolo delle idee del trasformismo che fu Huxley, scherzando soleva dire che sarebb.! venuto un giorno in cui qualcuno avrebbe sostenuto che le bottiglie vecchie erano fatte apposta pel vino nuovo. Il Fogazzaro risponde che il vino del professore Huxley, non era interamente di qualità nuova, perchè certe vecchisc;ime polverose bottiglie avevano dei fondi scolorati se si vuole e con alquanta posatura, ma ricchi tuttavia di alcool e simili al sapore a quel vino. In alquanti grandi e famosi vasi di dottrina cattolica si trovano idee che st:ivano là dentro e tra queste anche la dottrina scientifica dell'evoluzione. Con questo, dice il Fogazzuc-, noi intendiamo rialzare, non abbattere la dignità umana. Dalla statua di fango noi riportiamo la origine dell'uomo alla prima nebulosa, affidiamo a milioni di secoli a tutte le forze della natura, a miriadi e miriadi di esseri viventi il sublime lavoro di preparare Adamo e i natali dello spirito personale e immortale. (1) Antonio Fogazzaro - Asceiisio11iwna11e - Milano - Baldini Castoldi. 1899.

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