'l{.lVlSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 39 "tano tante difficoltà. Ma non bisogna rinunziarci. Le associazioni di produzione si sviluppano, come le associazioni di credito che guadagnano terreno ogni g:orno di più. Esse si formeranno dapprima tra gli operai istruiti e intelligenti, poi si moltiplicheranno, fino a che l'educazione economica dd lavoratori essendo terminata, questi non penseranno che a rivoluzionare il mondo, ma coi mezzi più pacifici e più profittevoli per l'umanità. ('l{_evued'Economie politique, Maggio). Angelo Conti: Il poeta. Si pensa oggidì generalmente che il poeta sia uno che sappia in versi ben sonanti descrivere abilmente un tramonto, un'alba, una scena d'amore, e via dicendo. Versi d'amore e prose di romanzi, questa pare tutta la letteratura. Per gli oziosi ed eleganti, il poeta, in fondo, appare un tipo che li diverte per il modo come sa cavarsela gio.:ando con le parole e con le immagini, e la loro ammirazione sta quasi tutta nel vedere che i periodi cafano comunque sulle quattro zampe, come i gatti di Teofilo Gautier, e del mondo ·iutiero. L'Italia dei nostri giorni crede che il poeta non sia e :non debba essere altro se non un buffone abilissimo a far le capriole coi versi e colle strofe, capace di meravigliarla e di farle passare il tempo lietamente con le invenzioni della sua immaginazione. Per convinctrsene basta leggere la lirica rimata di Carducci sulla poesia: si capisce subito ch'egli, il primo scrittore di ver;Ì di questo ultimo ventenn:o, vuol tt:ssere le lodi d'un pagliaccio, di un soonambolo, d'un i~trione. In questi ultimissimi anni l'id~a dd poeta e dell'artista, in generale, è :.apparsa sotto una nuova /orma, quella di Oscar Wilde. « Un ·« artista, egli dice, è un creatore di cose bdle. Gli elttti sono « coloro pei quali le cose bdle significano semplicemente la -« be1lezza. Un libro non è mai morale nè immorale ; ma è « soltanto bene o male scritto. » M-1 non vi pare sia tempo di finir:a con queste chiacchcre stupide e vuote? Il poeta non è un aiullarc>, e non è uno che si proponga di parlare soavemente~ scegliendo le parole e le immagini per lusingare le volontà inerte e le abitudini raffinate. 11 poeta è uno che sa rappresentare a51i uomini c.ò che è più vivo e più vero: è l'anima semplice e selv. ggia, l'an=ma di tutte le anime, in cui ciascuno si ri.:onosce, in cui ciJscuno sente p,1rlare ciò che ha di più vivo e di. più vero in fondo al cuo~1::: è il c~ore .dei -cuori. La sua missione è soprattutto quella d1 render prn chiara la nostra coscienza, di farci dimenticare la triste, impura e feroce t sistenza, e di offrirci, come conforto, la visiont:: della vita, epperò,egli ci parla cantando, e la nostra anima, quand~ lo ascolta, e11tra in uno stato di preghiera. (.'.i\,Carzocco, 16 luglio). Arnold Evans: Le abitazionioperaie. Ad una conferenza te- ·nuta nel Yorkshire, l' Evans, medical oificerof Healt, ha descritto un quartiere di Bradford visitato da lui. Questo quartiere ha una superficie di 22,650 yards quadrati e comprende 284 case abitate da una popolazione di I 35 7 persone, ossia una densità di 30 r per yards, mentre nel resto della città la densità è solo di 2 r. La mortalità vi fu di 43, I per mille negli anni 1895-97 e la mortalità pei tuba, olvsi del 6, 8 per mille mentre nei resto della città fu di 1. 6. L'Evans descrive in seguito una delle strade del quartiere, Longlands St. E;sa comprenJe 68 case ed ha una larghezza di 15 pit di e 10 polli.i. Le case son relativamente ben co5trutte, ma i cessi sono in numero solo di uno per ogni tre case e complctamc:nte difc:ttosi dal punta di vista dell'igiene e dd!a puli7.ia. ~a mortalità è stata in quella strada del 62. 2 per 1000 nel 1895; del 69. 9 nel 1896, e di 39. 9 nel 1897. Si è an;,lizzJta l'.ma di diver~e case . .Essa ha una media del 20 per I oo d' o~sigeno, e dal punto di vista ·batterologico una media di 360 batteri per piede: cubico. .M. Evans dà egualmente un qu ;dro dei pr0getti stu,liati per la ricostruzione di qud quartiere (Public Healt/J). 'Dott. A. Cirioli ,- Il poverodurantela malattia. Lo s:ri ,ente trattò già l'argomento sul Corriere Sanitario di Milano nd 1893. Sostenne che il povero durante la malattia ha diritta di essere curato in seno alla famiglia; suggerì la obbligatorietà delJe associazionimedico-locali ntercomunali e mandament1li, la diffu. sione delle ambulanze cliniche, la costituzione di armamentari di chirurgia e di sale di soccorso pei casi d'urgenza. Le congregazioni e i comuni, risparmiando le considert>voli spese di trasporto e di degenza all'ospedale avrebbero potuto dedicare i fondi al miglioramento della cura a domicilio. In Italia 7170 comuni noo hanno osped.1li e nei rimanenti I 1 58 sono per lo più antigiemci perchè vecchi e perciò assai infetti: in una -corsia di un vecchio ospedale, Miqud trovò in un centimetro cubo d'aria 90,000 microorganismi. La società ha il dovc::re di prevenire le malattie : non è nè carità cristiana, nè logico met- ·tere le classi diseredate nella condizione di ammalarsi per poi -curarle. Molto meglio sarebbe non esporre il lavoratore a busca~si_m~lanni in. ca~e senza luce, umide, mal ri{>arate, apportatnc1 d1 reumatismi, polmoniti, bronchiti ecc. o per nutrizione. cattiva.? insufficiente alla quale conseguono pellagra, anemia_, rachmde, scrofola, tu~ercol?si. E sarebbe molto meglio per chi lavora anche astenersi dall ubriachezza e del mal costume. Una statistica che fa toccare con mano la dec3deoza della nostra g oventù è qutlla pubblicata della Direzione Generale delle leve e della truppa: su 453,191 iscritti, 108,326 vennero riformati e 103,566 dichiarati rivedibili. (Culturasociale 16 luglio). • G. Lanzalone: Il belloe il buono. Nulla ci vieta di concepire un bello e un buono assoluto; e in questa concezione il bello il buono, il vero si fondano per modo che il vero, cioè l't:ssere: operando è buono, e rivelandosi, è bello. Ma se scendiamo nella realtà noi vediamo che il bello; spesso, anzi troppo spesso, discorda dal buono e dal vero. Se le: dissonanze ci f~riscono troppo profondamente, abbiamo il pessimismo : abbiamo Leopardi per il quale il vero e il male, e il buono e il bello sono illusioni, cioè il f-ilso. Possiamo stabilire i seguenti canoni: 1° tutte le cose comprensibili all' uomo sono una mistura di bene e di male, d1 bdlo e di brutto ; 2° il bello e il buono possono trovarsi in una stessa cosa in assai disuguale proporzione; 3° la deficienza di bontà in un:1 cosa bdla è sempre un gran difetto ; 4° nulla può dirsi relativamente bellissimo che non sia anche relativamente ottimo. La bdlezza ideale è armonia esterna, che sia effusione di armonia interna, cioè di bontà, e che susciti intorno a sè mille altre armonie. Le opere d'arte su cui il buono è più armonicamente combinato al bello sono le più alte e perfette. -Raramente l'idea estetica e la morale sono state cosi in autiksi come nella nostra coscienza presente. Si dice che il buono è per sua natura inestetico. Amiamo dell'arte l'anormale, il malsmo, il perverso. Ormai si sa Ja ricetta per comporre un romanzo di sicuro successJ: descrivere arditamente tutti i parti-:olari d'un adulterio. Ai nostri padri, invece, non sembrava belJO ciò che non era anche buono. La formala l'arte per l'arte, hmitando l'ufficio del critico, e ponendo tra l'idea morale e l'idea estetica una d,stinz1one pericolosa, ci ha cundotto di sottiglic:zze 111 sottigliezze al punto, che ormai non si gu5ta in a, te, se non ciò che è immorale e perverso. Ponendo il senso estetico come unica guida della vita, Messalina e Nerone sono giustificati. Perchè !' Italia si rigeneri bisogna che tutte le sue euergie, prima l'arte, tendano ad un'opera educati va, e la f0rmola dell'avvenire dovrà essere: il bello nel vero e per il buono. (Palingenesi, N. I 5-16). L. E. Obolenski: Gliuominiche vanno col popoloe i marxisti. - Il capitalismo condurrà alla concc:ntrazione del capitale nelle mani di una minoranza infima e finirà per capitolare dinanzi al suo potente avversario che sarà tutta la nazione. Secondo i marxisti bisogna favorire il capitalismo e la grande industria a danno dell'agricoltura. I partigiani dei colllad,ni tengono invece a mantenere lo spirito di solidarietà degli obchtchines e reclamano dei soccorsi per rial,ar l'agricoltura. B1soguer,;;bbe mialiorare lo stato ddle comunità favorendo nello stesso tempo le ~orporaz,oni e i sindacati di operai, e ciò creando un capitale po;olare. Vi sarebbe d.1 attuare un progetto del 1m,f.ssore Mendelt:ef, per cui il comadmo non andrebbe alla t.ibbnca se non per re~t.rnrare il proprio capitale. La fabbrica con,idc:rat::1 cosi, è una specie di ospedale economico, ove vanno per un po' di tempo <leali elementi malati economi.amente per poi ritornare alla ter~a cedendo il posto ad altri che turano colti dalla stessa malattia. (lstoritchesky Viestnix, Aprile) . Paul 'Baiwar: La lottacontro l'alcoolismo. - I dipartimenti che figuran~ in prima linea per lo sviluppo dell'alcoolismo, lo occupano anche per la cr,minalità. Nel Belgi~ su 2 35 co_ndanne a vita, la proporzione è di 40 7 oto pe~ cn111:mah ubn_a: chi e del 54 6 oro per gli alcoolici mveterau. Agh Srnu Umtt sul numero dei condannati il 6 oro non aveva bevuto. lo Gc:rmania secondo una statistica del 1890 del D.r Bat:r, per 32.8 ,7 detenuti in I 20 stabilimenti - penali, si ebbè che il 77 oto degli attentati ai buoui costumi er~. s:ato commesso in stato di ubriachezza. La statistica dei smc1d1 non è meno provante. Dal 18 3 5 al 1898 le cifre dei suicidi at~ribuiti. all'alcool sale dei 1 39 a 880, e quella delle moru ~c_c1demah da 220 a 530. La Francia spende ogni anno: 9 _r~nhom per_ l~ repressioni da delitti determinati dall'alcool; p1u d1 8 1111hon! pel mantenimento degli alienati alcoolici; e più d1 70 mil1oa1 per le vittime dell'akool le quali ingombrano gl_1 ospedali . e gli ospizi. Si calcolano a 5 milioni le perdite dc::nvate dai sm:- cidi e dalle morti accidentali di cui l'alcool è l<l causa. Se Sl aggiunge a questa cifra I miliardo e i40 milioni, somma a
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