;8 RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOC1.AL1 sua casa di vendita che è un pò roba sua. Assiste alle assemblee, s'affolla alle società mutue, s'abbona ai giornali, prende a prestito i libri etc., e così, in pochi auni, Anseele ha fatto di Gand un focolare, non d'agitazione, ma di vita socialista. Materialmente e moralmente 30,000 esistenze sono legate ad un'idea. Pane, carne, med'cine tutto è loro dato dal So.;ialismo. Non v'è nessuna circostanza di tristezza o di gioia in cui la folla dei fratelli non sia presente e non si sostenga. Essi sono devoti al loro p~rtito, come un credente alla chit sa. L'idea lavora per la bottega, la bottega lavora per l'iJea. Il 'banco diventa la tribuna di un club; poi nel locale, che è staro necessario prendere in affitto, una sala è riservata alle riunioni e alle feste, e la Cooperativa diventa un principio della casa del Popolo. Quasi tutte le rivendicazioni operaie sono esp,!rimentate nella casa del Popolo. La rimunerazione dei gerenti e segretari è estremamente moderata. Anseele ha 3280 lire soltanto. Lo sviluppo è pacifico e normale, ma una crisi è sempre possibile, e allora il partito operaio dispone dell'arma terribile dello sciopero organizzato. « Le nostre cooperative », dice Anseele, « sono le cittadelle da cui noi potremo un giorno « bombardare a colpi di patate e di pagnotte di 4 libbre ». ('R._evuede Paris. 15 luglio). G. Sorel: Alcuneobbiezionai lmaterialismeoconomico. L'esame delle tesi principali che si sono presentate sotto il titob di materialismo economico non hanno alcun valore scientifico. Senza dubbio le hsi esaminate mettono in evidenza certi fatti interessanti, ma li spiegano male, e ci trascinano molto lontano dalla sua form1 reak Queste teorie son vagh~ ed hanno potuto fare impression~ su c0loro che sono abituati a contentarsi di spiegazioni giornalistiche; esse non hanno fornito nessuna bJse agli storici delle istituzioni. La loro sola utilità è stata quella di attirare l'attenzione dei rice~catori della storia economica; ma pochissimo numerosi sono stati i partigiani di queste dottrine che abbiano fatto degli studi Sdi in quest'ordine d'idee. Ogg:di il materialismo economico ha perduto anch~. questo genere d'utilità, perchè gl'ingegni son fiss.ai sull'importanza dd fatti della vita economica e i pa·ados ,i sostenuti una volta sulla preJominanza della economia non po,sono essere che d'imbarazzo. È a to:to, d'altronde, che si è posto questo paradosso sotto il nome dt Marx e che si è pretes') dt farne l'essenza del socialism~ moJeroo. In queste ricerche ho cercato solo di sbarazzare il terreno, metteado in rilievo gli errori eh~ sono corsi fa i partigiani dd materialismo economico; ma si può domandarsi se non vi s'.a modo di rimpiazzare le teorie incomplete e mal concepite, che ho d scusso, con una dottrina che metta al loro vero posto i dati dell'econ 1mia. Questo lavoro non pare impos,ibile, a condizione che si abband,mi ogni idea d'una dinamica sociale, che non si cerchi di definire delle forze, e che non s'introduca nessuna considerazione quantitativa sui diversi valori relativi dei fatt0ri so.:iali. Per seguire il metodo di Marx ( che io credo il buono e che i marxisti non se 6 uono) bisogna stabilire dei sistemi secondo i modelli hegelimi e utilizzare le distinzioni cosi fatte in ogni caso particolare. Si giungerà così a dare delle tavole metafisiche analoghe alle tavole di categoriJ, e serventi, come queste, a di igere l'ingegno negli stuJi. Non si può formulare alcuna legge propriamente detta perchè l..1materia è fornita dalle contingenze storiche e si colleg-l a c.iò che è puramente formale (Humanitè W..,ouvelle, luglio). W. Z. Ripley: I popoli della penisola balcanica: i GrecL gli Slavi, i Turchi. Se si considera la penisola balcanica limitata al Nor.i dalla Sava e dal Danubio, la sua popolazione linguisticamente si distingue in tre gru?pi : Slavo, Greco, Turco. Gli Shvi sono più numerosi e costituiscono circa la metà della popolazione; i Greci ne formano il terzo e sono sparsi, eccetto per la Tessaglia, principalmente sulle coste; i Turchi co,tituiscono una minoranza quasi insignificante, e il loro predominio è dovuto soltanto a rag:oni di equilibrio politico europeo. Nessuno dei tre gruppi può dirsi etnicamente puro. Anche i Greci, tant') ùel linguaggio come nel tipo antrop 1logico, preseot1110 traccie della influenza di 10vasioni e infiltrazioni straniere. Gli Albanesi e i Serbi croati, sono, tra gli slavi dei B ,lcani, qudli i quali, separati gli uni dagli altri politicamente e delle creJ~nze religiose, costituiscono nondimeno una sola unità etnica, formati come furono dal sovrap;>orsi agli Illirici aborigeni di un1 ramificazione degli Slavi del Nord, immigrati nel VI sec ilo per ripopolare il p1ese dev.1stato d 1g\i Avari. I Bulgari, che cost tui;co 10 la maggioranza nella parte orientale dd 1a penisola, sono, secondo la tr<1dizione, di origine finnica e provenienti Jall'Ural e dal Volga, ma il loro lin 6 uaggio, anche quello p1·la-o nelle montigne di RoJore, è generalmente corrotto. I Rumeni o Moldo Valacchi, che o:cup.100 il p 1ese al di là del D rnubio fino ai Carpazi, e sono parte considerevole della popolazione un~here =e, formano coi Magiari quella larga striscia di popoli che dividono gli Sia vi del Nord da quelli del SuJ. I Turchi o Tartari sono distinti dagli altri popoli per la lingua e per la religione. La lingua appartiene al gruppo delle lingue arabo altaiche, più affine al Mongolo che al finnico. Ma i caratteri antropologici dei Mongoli non prevalgono fra i Turchi, come non prevalgono tra i Turcomanni che snno il popolo dell'Asia più affine ai Turchi. (..Apple/ou's Popular Sciewe, Maggioì. D. Castelli: Creditori e debitori nell'antica società ebraica. Se ave,simo solunto nel Pentateuco (i cinque libri intitolati da M )Sè) le leggi e le raccomandazioni che avrebbero dovuto reg---.lare le relazioni tra creditore e debitore, in verun pop-ilo come negli ebrei, vi sarebbe stata tanta mitezza e umanità verso i debitori insolventi; ma la realtà invece è ben diversa. S-! il Pentateuco non dice che il creditore avesse i1 diritto di impossessarsi di tutti i beai del deb:tore, e anche della sua person.1 e dei suoi di,cendenti, nella vita ci vile e religiosa degli ebrei, hanno prevalso usi e costumi consuetudinari che non si accordano colle leggi. Un pas,o del secondo e quarto libro dei Re (cap, 4) lo dimostra, come lo dimostrano il cap. s dd libro di Nehem a, un passo dd libro di Geremia (XXXIV 8-16), il capitolo 24 dei vaticinii attribuita ad Isaia, e il Salmo 109, v. I r. Ma è certo che se la consuet~·dine non era mite, lo erano le leggi. « Se presterai denaro a gente del m:o po- « polo, al povero che è presso di te, non gli sarai duro ere- « ditore, non gl'imporre usura. Se prende•ai in pegno il « mantello del tuo compagno, prima del calare del sole glielo « restituirJi. Perchè è la sola sua coperta, è la sola veste pel « il suo corpo, in che giacerà ? >> (Esodo XXlI, 24-27). S'intende però soltanto pei poveri, pei quali il pagamento d'un interesse costituisce una vera e propria rovina. Que,ta carità della grJtuita p·estazione è rac.:omandata soltanto da Ebreo ad Ebreo pcrchè alle altre genti si può prestare ad interesse (Deuteronom:o XXIII 20 e seg.). Ciò non s'intenda però in un modo odioso o contrario all'umaniti, perchè dipendeva dal fatto che i popoli antichi non si sentivano per nulla obbligati a rigua•di verso gli strankri. Le istituzioni Ebraiche han oo addirittura soppresso. spirato un certo termine. il --lriitto di erigere un credito, o hanno imposto al creditorè di rilasciarlo (D-!uter. XV 1-11). Da ciò venne l'ann 1 Sabatino, dalla voce greca Shem;tta che significa rilascio. Nella mente dell'ebreo legislatore si volle ogni sette anni pareggiare, almeno in parte, la disuguaglianza della fortuna con u'.la totale remiss·one di debiti, ma, in pratica si hanno gravi dubbi che troppo di rado e per breve tempo tale legge sia stata eseguita; e l'ebraica Shemitta, il totale riJas :io dei crediti, è oggi soltanto uu ricordo storico di una le 6 islazione in fatto abolita, (Rivi5ta italiana di Sociologia, Magtio), Henry ?Jla11cbe 1 1ille: Associazionioperaiedi produzione. Ogr.i epo:a si c1ratterizza da una formula, sia pltriottica, sia religiosa, sia sociale, formul..1 che è in qu1lche modo la result nte delle aspirazioni di quest'e?OCJ. La formula che sembr.1 precedere :.1\laevoluzione presente è l' asso.:iazioue. Qi1est'associnio 1e si mrnifèsta in varie forme: associazione del capitale, asso ;iazione contro i casi fùrtuiti, ass xiazione operaia ecc. Durante parecchi anni la mutualità e la cooperazione sono state guardate di mal'occhio dai poteri pubblici che vedevano, o fingevano veJere, in esse un pericolo so~i1le; m1 oggi si sono ricrelut', e n~lle as,ociazioni op~raie di produzione vi è u '.1 progres,o no::i in:iifferente, se si tien conto degli ostacoli che si frapp)n 6 on:> al loro cim nino. Questi ostacoli provengono d.1 di ,,erse caus~: gli uni son 1 impu:abili agli operai stessò, gli altri sono o~po,ti d.1 que:li ai quali gli operai sono forzaii di rLorrere. In principio biso 6 na che le assodazioni cooperative: p1gh,no in cont 1n'.e e vend rno a lungo credito : sarà necess_irio, quindi, fonjando un_i cooperativa di produzione, riunire i denari necessari. Quanto agli operai non è sempre molto facile d1 riunirli in un medesi-no fine, soprattutto quando, per rJggiuPgerlo, bisogna subire dd sacrifici e attendere molti mesi. E poi gli operai uon sono sempre docili, ed è infatti duro obbedire credendosi padroni. Un altro ostacolo è che i benefici sono talora molto lenti a verificarsi, e, in ogni c.1so, o.;corre della pazienza e della pers~veranz1. L'operaio vorrebbe, associandosi, aver subito, e senza interruzione, il sa 1ar'o come operaio, e il bendìcio come p:.drone, senza nndcrsi conto eh: que~to bem ficio non è talora eh~ nullo o negat'v,), e eh~ se l'oper.1io op-gi riceve il suo salario integrale è perchè il padrone l'antidpa o l<1vora a perdita nella speranza di un guad 1gno ulteriore. L'operaio, invece, non può lavorare a perdita. Ecco pt:rchè le associazioni di produzione presen-
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