34 RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETIBRE E SCIENZE SOC.,\.A.Ll siffatta dottrina· L' A. vagliate le varie e più notevoli opinioni sn tale argomento (Eogels, S.:hmidt, Sorel, Sombart, ecc), mostrasi disposto a seguir quella del prof. A. Labriola, che cioè, « la teoria del valore è la premessa tipica srnza della quale tutto il resto non è pens ..b1le ». Questa premessa il M. aveva tolto dJl Ricardo, ma essa, cosi com'era stata formulata, portava in sè stessa le ragio11idel suo dissolvimento. Il valere, infatti - dice l'A. - « è l'a11tecede11te di tutta l'economia, ma io un senso speciale, in quanto cioè tutt' i fenomeni economi..:i in sè comprende e riJssurne ed esprime la totali1à delk condizioni di un sistema economico ... La premes5a tipica di ogni ricerca economica è, a parer mio, il rapporto di produzione capitalistica, che tutti spiega i frnomeni economici. La ricostruzione marxistica va capovo!ta. Non è la teoria del valore e he spiega il capitalismo, ma questo che spiega quello ». Non meno acute sono le osservazioni cons1crate, ne' rima• nenti capitoli alla tco ·ia del profitto, ed è sovrattutto notevole lo studio di quell'importantissimo fenomeno ch'è la caduta tmdenz.iale del s1ggio di profitto, la quale suggerisce alt'A. non poche limitJzioni a qut Ila « dei pottri della Jot a di classe che forma uno dei capis:i.ldi ddla dottrina marxista ». E quantunque non vi s'accLnoi alla questione, recentt mente trattata dal Graziadd, dell'aumento o statu-quo dt i profitti, coesistl!nte, t 1volta, con l'aumento dei salari, pure a me pare che un ad• d nte1lato a future possibili trai taziooi di un ~iff.1tto terra possa trovarsi nella conchiusooe a cui giunge l'A. che « la caduta dti profitti ben lungi d'avverarsi sec<.ndo un moto rett:lineo si vc::rifid:e·à ritmicammte ». Ma la conchiusione definitiva del volume - è infine - che la ddtrina del M. fu esse. zialmente uria negaz.i,ne di fronte all'econom:a classica ch'era l'affermazione. - Ma rip. te l' A. con Eogels - « vi è una legge assai generale, ;issai impor• tante e della massima estensione in tutto lo sviluppo ddla n.1tura, ddla stori:i. e del p<!nsiero.. : la negazione della,. negaziont-. Cosi l'opera del M. subisce e subirà la sua negazione, con limitazioni, con critiche e sopratutto con determinazioni, che omnis determinitio est negatio ». Tale - r:e~·e sue·linee principJli - è lo studio dal Giuf. frida con5acrato al tema del concorso bJodito dall'Accademia Pontaniana di Napoli. E basta, credo, la sommaria esposizione qui fattane per g'udicarlo un degno contributo a quella critica del marxismo che dovrà darci, doj>o tanto b.1ttagliare, una più assodata dottrina. Noi ci siamo qui limitati a dare una 11oti{ia del volume il cui merito fu già riconosciuto da un autorevole consesso che, relatore il Croce, gli aggiudicava il premio in un pubblico co corso. Solo ci si.i permtsso raccomar.dare all' A. se vorrà riprendere il tema qui trattato, una più larga e men densa esplicazione dd pensiero dd M. ch'è per sè stesso abbastanza den:o e, talvol1a adJirittura oscuro, e una tr ..ttazicne complementare di altre re.:enti questioni che, come quella trattata dal Graziad ~i, senza es5ere state poste o prevedute dal M., pur si connettono alla sua dottrina o, per efficacia di sttf[· gestione, da tss.1 derivano. Q11anto a quelle che si po S')no dir piccole mende di forma, inevitabili in un lavoro scr tto in angusti limiti di tempo. il limae labor le farà certamente sparire in una ulteriore pubblicazione. Ma quel che più ci piace notare in questo \'Olume è la bontà di erudizione, ben assimilata e attinta direttamente alle fonti, l'acume critico, la serenità dei giudizi e Ja solidità di struttura di tutto il lavoro. I qt'ali pregi sono arra di futuro e cominuo progresso che ne i auguriamo di cuore al giovane A. nella via per la quale s' è così bene incc mrninato. Fr. M JNTALTO. POLEMICA CRITICA ED AZIONE Caro Colajanni, Sul numero J 9 Anno IY della tua Rivista, che solo ora ho potuto leggere, l'avv. Guarnieri mi accusa di avere rispo<;to a una sua tesi scientifì ca con un Hticolo violento, occupandomi del mio io e trascuracdo la sua tesi. Permlttimi che mi difenda. Quando sulla tua 7\_ivista il Guarnieri svolgerà davvero delle tesi scientifiche e avrò la fortuna di essere duamato sulla scena co_me_studioso per assistere alla demolizione di una qualsiasi mta idea erronea, credimi pure che sarò lieto di poter purifi. care e accrescere il patrimonio ddle mie cognizic ni. Ma l'avv. Guarnieri m'av~va tirato in ballo nella tua Rh·ista, non per le mie opm100, 10 un ramo qualsiasi del sapere, bensì per la mia condotta come uomo di partito. Or, es-;endo ancora in pier:o possesso delle mie facoltà mentali, all'accusa categorica che non sono più il Barbato dti tribunali militari e insi( me a tutti gli altri processati politici, dal 93 in poi, mi sono rimpicc· olito dinanzi ai giudici e al paese, cercando espeJienti per sf Jggire in tutto o in parte alla propria responsabilità, no:i pc.tt.vo rispondere che d'mverno ordinariamente piove, ma dovtvo provare coi fatti che per mc e per il mio partito ho avuto la fortuna dt conservarmi il Barbato del 93. Forse Guarnieri ternerà a replicare eh.! io alla sua scienza non so opporre che articoli violenti, ammonendomi che non debbo riemp:re le colonne della tu1 7\_ivista con minuscole cd insignificanti circostanze personali, dimiouendone inutilmente }'attività politica e scientifica; forse mi ricorderà una seconda volta che io solo l'ho frainteso e che il suo studio fu lodato da te ed approvato da Enrico Ferri e Giuseppe Salvioli, che accettarono esplicitamente la tesi da lui sostenuta; fùrse mi ricorderà una seconda volta che la « importante Rivista di Colturu. mo iema di Firenze r; otava il suo stu jio, riassumendolo, come tra i più degni di atttnzione pubblicatisi ». Io leggo nelle parole parlate e scritte de'la gente, e non nelle iottnzioui che possano animarle a parlare e a scrivere; non faccio l'astrologo. E sicuro che la lingua italiana non sarà dichiarata un'opinione nè da te, nè da Ferri, nè d. l Salvioli, invito tt>, Ftrri, Salvioli e tutti i lettori della tua Ril-ista a rileggere la prima parte, cioè la plrte fondamentale dell'articolo del Guarnieri sul « Fondamento positivo della repressione nti reati politici » e a giudicare se l'argomemazione, così come è stata S\'olta per mezzo del linguaggio scritto, e non come poteva essere der tro le intenzioni dell'autore, rivela il tentativo di ricercare e scoprire con metodo scientifico una verità qualsiasi, o non piuttosto lo scopo pratico e preciso di mettere in sull'avviso i processandi politici e di contribuire, con l'allarme dato, a cht>, per gl'interessi intellettuali e morali, per la digni1à, per la vit I dd partiti perseguitati, si ripari nell'avvenire o meglio non si cada più negli errori pericolosi, in cui sono cadu i Barbato e la massima dei perseguitati politici. Se per voialtri risulterà chiaro lo scopo pratico dell'articolo del Guarneri, ri ;onoscerete che l'interesse mio, ccme uomo di partito, era, non di tentare di modificare l'articolo del Guarnieri, docurr-entJndo la sua affermazione, cioè la base positiva della repressione mi reati politici (affermazione o tesi che io avevo già :iccettato, come risulta dal mio rrimo articolo). non di ricercare e mettere sotto gli occhi dei lec:ttori i f,.tti che prnvano su quali elcmrnti, al di sopra e al di fuori dti codici, ~i è fondata e si f0nda Ja repressione nei reati politici, m 1 di provare a chi non lo sapeva, e di ricordare a chi l'avt:va dimenticato che io, contrariamente all'asserzicne del Guarnieri, non ero dopo il 93 caduto in nessun errore pericoloso per il mio part;to e non mi ero in nessun modo rimpicdolito innanzi ai miei giudici. E ]a difc:sa del 1a mia condotta ha, per la po iz1one politica che io occupo, una grande importanza, in quantochè si può estendere a tu·ta la moltitudine anonima dt:i p,ocessati politici italiani, che non leggono giornali e non sono in gr.1Jo di protestare e difendersi. * * * Gu1roit ri in:omincia il suo primo articolo col supporre che la massima porte dti processati politici c1da in un t:rrore per:coloso, cioè nel « ritenere che l'imputabilità e la nsponsabil,tà nei delitti politici sia tutt'uno od una cosa analoga a ciò che avvien.: nei delitti comuni », e scambia la sua supposizione err0nea con una constatazione di fatto. Suppone altr.:si che i poveri processati si siano difesi giuridicamente come ladri dell'accusa di socialismo, rimpicciolendosi e sfuggendo alla pr<'pria responsabilità dietro un a·ticolo di codice, di procedura o dello Statuto, e scambia la sua secor.d.t supposizione erronea con una co stataziooe di fatto. E in base a queste due supposizio11ierronee scrive un articolo con uno scopo pratico e preciso, che egli dichiara abbastanza nettamente fin da principio, là, dove asserisce in lingua italiana, e non araba, che « occorre riparare all'errore assai perieci. ..so e diffuso ». Così, senza divagare e senz.1 almanaccare, la questione si presenta netta in que;ti termini. Corrisponde al ve·o quello che Guarnieri ha aff~rmato per lo scopo pratico dd suo articolo? cioè: 1° che la m..ssima parte dei colpiti dàlla reaz'ooe « ritengono che l'imputabilità e la responsabilità nei delitti politici sia tutt"uno od una cosa analoga a ciò che avviene nei delitti cc n1Uni »; 2° che la massima parte dei colpiti dalla reazion~ « contro tutco un indirizzo politico e giudiziario, contro non un sbtema di un governo ministeriale, ma contro il sistema di governo della class~ dominante, <'ppongono un ar-
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