RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOClALl bach (1), pur così tenero sempre dello slavismo, non credo di dovt rmi dilungare dell'altro su questo soggetto. Invece la perdité!, a prima vista, può apparire inesplicabile per la Venezia tridentina. Chi però osservi le cose un po' a fondo non dovrà troppo meravigliarsi nè della diminuzione nel numero assoluto degl'ltaliani, perchè la crisi. agraria e specialmente viticola, insieme con quella dell'industria agraria e della p·ccola industria in gtmre li costringono per le peggiorate condizioni economiche ad emigrare in America, e neppure dd lievissimo aumento de' Tedeschi, perchè, oltre la poca credibilità della statistica officiale in alcuni casi parziali, che Cesare Battisti enumera e discute nel suo splendido libro sul Trentino (2), le guarnigioni, gl'impitgati e così via, che l'Austria vi manda, ci spiegano il fenomeno. Inoltre, quasi , a compenso, i Trentini vanno penétrando con lentezza, ma anche con costanza nel Tirolo meridionale, dove hanno progredito cosi da impensierir'.! sul serio i Tedeschi. lo ogni modo è notevole che solo nel Littorale, pur così misto e campo di lotte nazionali da secoli, gl'Italiani (malgrado la battaglia accanita che vi debbono sostenere contro Sloveni e Serbo- Croati, sorretti con tutti i mezzi, dal governo cisleitanico e della chiesa cattolica, i cui sacerdoti, nella più parte, sono attivissimi agenti di slavismo, e rafforzati da' confratelli dell'impero) sono, nell'ultima decade, cresciuti di ben 18,000, quantunque il censimento del '90 facesse, per un ese..npio, nelle colline del Friuli orientale, nel Pinguentino e nel Pisjnesf', man bassa degl'ltaliani, quasi fossero dalmatini. Se pertanto si considera che la statistica non calcola le parecchie migliaia d Italiani regnicoli, stabiliti nel Littorale, i p:ù de' quali vi sono pur nati e spesso anche i loro genitori, mentrè computa tutti gli operai anche avvèntizi, g1'1mpiegati, i soldati e così via slavi o tedeschi, perchè sudditi austriaci, che, all'incontro, sotto molti rispetti, v'avrebbero assai minor diritto; se si pensa che il regalo della Liburnia e dell'isole del Quarnero, appiccicate all'Istria del 182 5, è singolarmente dannoso agli Italiani, perchè quasi affatto croate, vedremo che, tolte via queste due incongruenze, la vera Venezia giulia, come mostrai in altro mio scritto (3) ha un'effettiva maggioranza italiana d'un 35,000 persone. La quale, renunziando al territorio di là da Gorizia e a parte dell'Istria interna, doventa d'un 100,000, a far poco. La statistica economica ed intellettuale è incomparabilmente più favorevole della numerica agl'Italianj, perchè la letteratura slovenica, che appena adesso incomincia a diffondersi, e anche la più progredita croatica - a parte l'immensa influenza italiana che palesano - (4) non possono neppure, alla lontana, sostenere il confronto della nostra letteratura e perchè lo stato economico degli Slavi, massime de' Croati, è d'altrettanto inferiore a quello del contingente italiano, che, d'altro lato, essendo la proprietà assai divisa, non si compone nient'aflatto di latifondisti sfruttatori. S'è discorso, in tutti i sensi, intorno alle propensioni politiche degl'Italiani cisleitanid, cui alcuni si piacciono dì dipingere ferventi quasi furiosi irredentbti, altri fedelissimi sudditi di S. M. imperiale e reale. Trascurando le opinioni soggetti ve, che dipendono da prevenzioni o da semplici impressioni, mi limiterò ad osservare una cosa soltanto che gl'Italiani (r) Les Races et les N.1tionalités en Autriche. - Hongrie par B. Auerbach. Paris. Alcan. 1898, p. 221. È un lavoro importante, pieno di dati e di notizie, che però mi sembra poco imparziale, soprattutto riguardo all'elemento tP.descoe dev'esser quindi consultato con molta prudenza. (2) Cesare Battisti - Il Treutùio - S:iggio di geografia fi. sica e di antropogeografia. - Trento, G. Zippel1 1898. (3) Cfr. EstraJto dal Fase. LXXXVIII (aprile 1898) del« Pensiero Italiano » Milano ; il mio articolo : Trieste della Germania? pag. r7 e :8 e nota. (4) Tralascio che il dialetto croato istriano, a confessione d'imparziali e competenti, come lo Czornig (Etnographie I, p. VIII) è - una miscela di serbo e d'italiano - talchè per l'« Antologia di poesie popolari croate » edita del 1879, bisognò fare un dizionario speciale austriaci sono, a somiglianza di tutti gli altri popoli> gelosi de' loro interessi nazionali. Orbene i Trentini reclamano, <lacchè furono uniti al Tirolo, l'autonomia amministrativa, di cui molti si contenterebbero, almeno pel momento, e non l'hanno mai potuta ottenere; gl'Italiani del Littorale, le cui domande sono modeste - istituzione di scuole popolari cittadine medie e magistrali italiane, erezione d'un' università italiana in Trieste, attribuzione per legge ai Comuni dello stato civile - si veggono ogni giorno più minacciati dall'irrompente fiumana slava, con cui il governo è costretto ormai a fare i conti, e dt bbono aver perso ogni speranza nell'imparzialità dello stato, massime dopo le !ecenti dichiara-- zioni e il contegno del conte Thun. E lecito dunque supporre che, almeno quest'ultimj, si sentano dalla forza medesima delle cose trascinati verso il regno d'Italfa, dall'unione col quale soltanto possono ripromettersi la salvezza della propria nazionalità. Chi non lo creda viene implicitamente ad affermare che accon-- sentcno al predominio d'una gente più incolta e d'educazione inferiore e non tengono alla conservazione della_ propria lingua o, per lo mene, non capiscono punto quale potrebb'essere la loro salute. Ho parlato con tutta. franchezza, perchè oggi non vale illudersi più che la. rude verità possa danneggiare i nostri fratelli. Fosser pure gl'italiani della Giulia i più fidati sudditi di Francesco Giuseppe, non sarebbero p( r ciò liberati dal mal passo, in cui si trovano, pt rchè il fiotto slavo s'allarga sempre più e si riversa, dove incontra ostacoli minorj~ nè il governo può o vuole opporsi. Gl'Italiani son numericamente deboli ; essi sarebbero per ciò destinati a dÒventar preda de' loro avversari, quando avvenimenti politici importanti non li sottraessero a tale sorte. Gli episodi delle tabelle bilinguj, delle liste de' giurati istriani e infine quello della minacciata erezione d'un ginnasio croato che, in Pisino, dovrebbe sostituire il tedesco, che ci esisteva, son tutti indizi della lotta fierissima che gli Italiani devono combattere contro Sloveni e Croati, lotta_ che si riassomma nella lingua, sebbene sia nazionale e politica ad un tempo. Confesso per ciò di non comprendere l'Auerbach il quale, con intempestiva arguzi:J, ostenta di credere l'italianismo di Trieste affatto sentimentale, avendo il Triestino calcolatore, com'è, interesse a non staccarsi dall' Austrfa, perchè rovinerebbe la propria città a vantaggio di Venezia. Se mi picca~si di far dello spirit0, potrei rispondere che un ex-ministro italiano, in-- tendente quanto l'egregio geografo dell'università di Nancy di certi problemi a un mio caro amico che gli parlav:J, un sette anni fa, d'irredentismo, mentre conveniva con lui essere possibile e desiderabile ottenere Trento> soggiungeva che, a parte la malagevolezza dell'impresa,. non meritava occuparsi di Trieste, perchè il suo acquisto avrebbe finito di rovinare Venezia. Ma, lasciando simili argomenti in disparte, avverto che ben altro e superiore interesse è in gioco, perchè si tratta dell'esistenza d'un popolo. Che valore hanno di fronte a ciò, qualche migliaio di fiorini di più o di meno? I Rumeni della Cisleitania si riducono a una cifra as-- sai meschina 209, I I o. stanziatj, eccetto le piccole sporadi di Moravia, Galizia ed Istria, in numero di 208,000circa in Bucovina, dove dall'Ungherfa, dalla Transilvania, dalla piccola Valachia emigrarono, allorchè l'Austria,. nel secolo scorso, occupò la contrada quasi spopolata, e, trovandovi antiche e importanti tradizioni rumene, vi si svolsero e presero salde radici, sebbene misti co' Ruteni. Il loro unico centro è la chiesa ortodossa, cui appartengono ; ma sebbene così isolati, aspirano ad unirsi co' fratelli di Transleitania, cosa a cui non si mostrano punto ben disposte nè Austria, nè Ungheria. In Bucovina però Rumeni e Ruteni, le due nazioni numericamente piu forti, non sono, per lo sviluppo economico ed intellettuale, ancora mature per l'egemonia, sicchè si veggono sopravanzare dalla minoranza tedesca e polacca, accrescentisi assai più. Quando la cosa dovesse seguitare, i Tedeschi li supererebbero anche di
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