Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno V - n. 1 - 15 luglio 1899

2 'R..IPISTAPOPOLARE DI 'POLITICA 1ETTERE E SCIENZE SOCJ.ALJ voluto far conoscere do•;e arriva la 1 abbia degli impotenti. Non potendo altrimenti sfogare la loro bile, non potendo sopprimere la falange dei deputati repubblicani, socialisti e radicali, che hanno I fficacemente combattuto rel diritto e per la l1ber1à, tentano - ma invano - di discreditarli colla calunnia. I fatti sono noti, e non occorre ristabilirli nella loro luminosa verità; i giornali onesti e indipendenti, anche S-! monarchici, pur deplorandoli non li hanno alterati; u! essi son !ali, che ba~tano nella loro genuina semplicità a far : i che tutte le contumelie che si vorrebbero scagliare contro i rappn·sentanti della democrazia ricadano sui miserabili che le lanciano. (1) I fatti questo dimo5trano all'evidenza: governanti e classi dirigenti, ~em:a ideali e senza rettitudine, dopo avere fatto uso di tutte le forme della violenza per far cadere nell'abiezione morale e nella miseria < conomica il popolo d'Italia hanno sptriment.,to la violenza ai loro danni ed hanno visto, che riesce dolorosa. L'Estrema sinisfrn, invece, sempre vittima della violenza morale che può fssere esercitata dalle maggioranze senza scrupoli e senza freni, ha dovuto in un momento supremo, in cui si assestavano gli ultimi colpi allo Statuto e al regolamento, ricorrere alla forza brutale per impedire, che irnpunt - mente si continuasse nella criminosa demolizione dai faziosi e da i sovversivi di governo. Essa adoperò le armi tante volte usate dai nemici. Ma le adoperò non per utile p1opJio, ma a difesa della dignità e della sincerità del regime rappresentativo. La fotza in questo caso fu messa ai se1vizi dtlla giustizia e più che l'esercizio di un diritto sacrosanto sen ì pel compimento di un dovere. Lasciamo ai nemici della democrazia l'acre voluttà di ricorrere alla menzogna ed all'ipocrisia come ausiliarie della violenza per fare trionfare tutto ciò ch'è laido ed illegale. Questi nemici della democrazia che ammirarono la forza quando massacrò gl'inermi contadini di Sicilia e gli operai di Milano; che non trovarono, però, una parola di biasimo quando si tentò da molti in piena Camera il linciaggio del solo on. Cola janni; che non s'indignarono quando le falangi dei Serralunga mossero all'assalto della Montagna (2) - schizzano ·veleno ed imprecano contro un pugno di audaci, che osarono, a difesa iegittima del diritto conculcato, sfidare duecento deputati della maggioranza! E si erigono essi a tutori della dignità del Parlamento, essi che lo corruppno, lo avvilirono, lo 1. ' para 1zzarono .... Oh ! questo è troppo ! anche un limite ci dovrebbe e3sere per tutti i f arceurs, per tutti i sicari della penna. LA RrvrsT A POPOLARE UNAPOSTROFE DIGIOVABNONVI IO La lotta amministrativa quest'anno, per merito del Generale Pelloux, in Italia ha assunto una importanza politica eccezionale ed 'è terminata quasi dappertutto colla sconfitta dei reazionari. Anche a Napoli si è verificato ciò che sembrava addirittura impossibile : il risveglio dei partiti popolari, che hanno raccolto sui propri candidati circa 3000 voti. Il risultato, che ha sbalordito tutti, è stato ottenuto senza al cuna preparazione vera, perchè preparazione utile ed tfficace, in (r) L'on. Colajar ni in una lettera lunghissima al Roma di Na;,oli ha esposto i preceJenti dell'ostruzionismo ed ha messo nella giusta luce il carattere e le ragioni della violema materiale adoperata dalr Estrema a difesa del diritto. La lettera venne riprodotta integr.;lmeute da molti giornali della penisola e largamente riassunta dalla Tribuna, dalla Stampa ecc. Non crediamo necessario, perciò, di darla ai nostri lettori, i quali certamente la conosceranno. N. d. R. (2) Il Don C!Jiçciotte ha opportunamente riprodotto un brano di prosa di un conservatore pubblicata nella Illustrazione italia11a, in cui l'impresa delle falangi dei Serralunga viene descritta come eroica..... una città conquistata e dominata dalla camcrra in tutte le sue forme, non può cons:derarsi quella che si ebbe con pochi discorsi òi volonterosi repubblicani e socialisti e nemmeno col discorso smagliante, e meraviglioso di Giovanni Bovio. l giornali di Napoli, e qualcuno di Roma, pubblicarono l'ultimo quasi per intero ; ma tutti omisero la vigorosa apostrofe contro i degeneri discendenti di Vico, di Giannone e di Pagano, che suscitò un entusiasmo indescrivibile. Siamo litti di poterla dare, per cortesia dell'illustre nostro amico, ai lettori della Rivista. Il filosofo dell'Ater:eo napolitano, cui auguriamo di gran cuore la salute fisica vigorosa come la intelkttuale e la mon,le, nel presentare i candidati disse a rampogna dei viventi: .... i)Jtcmi uomini che intendano Napoli. Pochi possono essere, e pochi noi presentiamo ai vostri sufhagi, pochi, p:uttosto ad una immolazione che ad una vittoria. Eccoli a me imorno : alcuni medici, non ignari dt:' mali pubblici ; qualche operaio, ricco non di senso comune, che è volgare, ma di buon senso, preludio all'indagine; e pochi avvocati che da Argenti impararono la dignità della Toga, da Giannone la laicid dt llo Stato, da Vico i tempi umani, da Filangieri le leggi umane, da Pagano l'esempio ondè i principii si riaffermano a traverso il canape. Non prevedevano questi giovani giuristi che dalla famiglia gi::innomsta di qut sto foro illustre sarebbero usciti gli estensori e approvatori delle leggi rispettiYe ! Se avessi tJnte lingue quante sono le be5ternmie dt lle nazioni soflere1,ti, io le direi tutte. Traditori, sulle vos re spalle la togapesi carnele cappe ,. di piombo poste da Dante padre sulle spalle deil'ipocriti. e sulla 1.•oitrarant'-ziela mrnzoria di quelleleggi scenda come stilla di sangue de' martiri italiani I Non dal foro di Giannone na cono quelli, ma piuttosto da quel senat(l di Domiziano, c/Je .'ottolineaioa i .rospiri umani, e la cui faxia tinta in rossoda un morboim • mondo, era rnuni·a ron'ro il pudore! ... ~ NEL .BELGIO ..... Ciò eh' e avvenuto nel Belgio d'--vrebbe essere di ammonimento alla reazione e d'incoraggiamento alla democrazia d'I alia. Là, nel piccolo paese che fu citato sempre a modello di funzionamento sincero e leale del regime monarchico costituzionale, i clericali che stanno da circa quindici anni al potere, sentendosi vicini a soccombere - e forse per stmpre - incalzati come sono nelle loro trincee della marea democratica, hanno tentato di consolidarsi al potere presentando un progetto di riforma elettorale ch'era la quintessenza della iniquità. Il famoso sistema dei due pesi e delle due misure vi avrebbe avuto un'applicazione quale la storia non ha mai vista l'uguale. Si trattava di una riforma, che per raggiungere l'intento brutalmente partigiano stabiliva, a seconda degli interessi dei clericali, il sistema uninominale accanto allo scrutinio. di lista, quello della rappresentanza delle minoranze accanto all'altro delle maggioranze assolute. Così per neutralizzare la forza della democrazia sociale, potentissima a Bruxelles, si manteneva l'attuale scrutinio di lista per la capitale del Belgio cui si unirono le campagne reazionarie; ma per rincarare la dose della scelleratezza si stabiliva la rappresentanza delle minoranze nei collegi nei quali predominano liberali, radicali e socialisti; e ad evitare poi che nelle regioni reazionarie, dove sono in piccola minoranza i sccialisti cristiani e non è penetrata altra opposizione, i loro avversari potessero guadagnare qualche seggio proponevano un minimum di voti per dare il posto alle minoranze ; minimum così alto, che non poteva essere raggiunto, a giudicare dalle passate elezioni, dai socialisti cristiani.

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