'1{.IV1STA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI L'ULTIMA VERGOGNA (Il processo Acciarito) Sotto il governo del generale Pelloux ~on . ba~t~nd~ la soppressione dello Statuto - e questo 11 gmdmo d1 parecchi ex-ministri, che i lettori troveranno espresso in questo stesso numero: l'~vve~timento serve eeI Fisco - si è procurata anche all Italia la vergogna incancellabile del ristabilimento della tortura e della Santa Inquisizione. Quanti hanno letto i resoconti del ~rocesso dei pretesi complici di Acciarito ne hanno acqmstato la convinzione profonda, incancellabile. Anche su ~nesto turpissimo episodio della polizi~ che .ha suscitato 1 indignazione del popolo italiano - 11popolo più gelatinoso e meno su~cettibile di genero.se re~- zioni - per non eccedere lasciamo la parola agh altr~, e ci limitiamo quindi a riprodurre uno splendido articolo di Tartarin del Mattino di Napoli ed un altro veramente scultorio di Vamba del 7Jon Chisciotte. I giudizi dei du~ giorn~!i più i~telle~tua~i ~• Italfa, espressi da due tra 1 loro pm valorosi scntton, s1 completano e coincidono perfettamente col nostro. Una -turpitudine. Per quanto sia desiderabile che i complici di Pietro Acc~arito, se complici ha avuto, sian~ puniti con tut~~ la se_vent~ della legge, non sarebbe stato più decoroso e p11;1saggio risparmiare agl' italiani le vergogne di quell' ignobile processo? C'en proprio bisogno di aprire ai loro occhi quell'abisso di turpitudine ? •· Gl' imputati sono scomparsi, son diventati figure a_ccessorie che i giurati condanneranno o assolveranno, poco importa ; e al loro posto si è assiso sullo scanno, davanti al tribunale della coscienza pubblica, l'accusato vero, quel direttore d'ergastolo che per strappare a uno sciagurato abbrutito, dalla segregazione cellulare e dalla fame, delle problematiche confessioni e dei nomi di correi, non ha esitato di ricorrere ai più turpi espedienti che la storia del Sant' Uffizio ri~ordi: .. Comprendiamo anche noi certe losche necess11à_di Pohzia, e conveniamo che lo spionaggio, comunque esercitato, non è mai una bella cosa. Vogliamo anche ammettere che ne~ caso particolare, trattandosi di liberare il mondo da scellera~i ch7 potevano in qualunque modo aver. conc~rso . al tentativo di assassinare un re come Umberto di Savoia, si potesse essere anche meno scrupolosi del solito nella scelta dei mezzi. Ma ogni cosa ha un limite, ~he non si_può sorp_assare sen~~ suscitare lo scandalo e la nvolta degh stomachi anche pm resistenti. L'epistolario fra il direttore del reclusorio e il galeotto Petito è un vero documento d' infamia per l'amministrazione carceraria italiana. Giovarsi dell' ignoranza e della moralizzazion_e del~o sciagurato regicida per dargli ad intendere una falsità, cioè . c_he denunziando i suoi complici sarebbe stato graziato; fargh mtravedere la possibilità di acquistare un tesoro, restituito che fosse in libertà; mostrargli lettere false della sua donna per fargli credere che stesse per divenir padre, e che il figlio tanto desiderato correva pericolo d'essere avvelenato dal governo, son cose che non parrebbero credibili, se non fossero consacrate dai documenti e dalle testimonianze del processo. Perchè si è abolita la tortura corporale, se si dovevano prendere a base d'un pubblico dibattimento i risultati d'una tortura morale tanto più ignominiosa ? Che un direttore di reclusorio abbia potuto commettere questa follia, è una disgrazia; ma, considerandola come un caso particolare, si poteva non badarci. Ma qual nome daremo alla serena inconscienza dei magistrati che hanno sciorinato davanti a tutto il mondo civile quelle porcherie ? Non hanno capito ch'esse avrebbero prodotto un effetto contrario alle tendenze dell'accusa? E non potevano far sì che tutto il proces- . so poggiasse sulle dichiarazioni di Acciarito, s_enza venire a rivelare in qual modo costui era stato suggestionato ? Evidentemenre l' Italia traversa una crisi di pazzia. Pare che tutti abbiano smarrito il retto criterio delle cose, e che si gareggi, da tutti gli ordini dello Stato1 a chi le fa più grosse. È una vera fatalità. Una nuova inquizione. Ieri mattina, a un certo punto del suo confronto col galeotto Petitto Pietro Acciarito ha esclamato con impeto: - I~ domando che sia arrestato il direttore dell'ergastolo I Molti hanno riso a questo grido insensato di quell'abbrutito. Io, invece, ho ripensato all'interrogatorio del giorno innanzi nel quale l'Acciarito, questo antico odiatore d'ogni concetto di autorità, chiamava il direttore dell'ergastolo l'illustrissimo sio-norA no-ele/li · e tra questi due opposti sentimenti manifo- ,, ,, ' ) è stati in così breve tempo per la stessa persona m apparsa racchiusa tutta la truce istoria psicologica svoltasi dentro il cranio scimmiesco dello sciagurato cittadino di Artena. Pietro Acciarito è da più d'un anno seppellito nella tomba che il delitto gli ha aperta e la legge sugge11ata. Tutto il suo mondo è racchiuso in tre metri di spazio e il suo pensiero va spengendosi a mano a mano nell'orribile angustia di quella esistenza soffocata. Ornai nessuno più pen:a a questo e3sere ripudiato che va estinguendosi ne~la cupa solitudi1;1e. La, le~ge, ridu.cendolo :1 un numero, ha mvocato della società 1oblio su lui; ed egli, a sua volta, nella dura espiazione del delitto commesso, ha acquistato il diritto di essere obliato. Ma ecco che a un tratto qualcuno si ricorda di lui. Un rumore impercettibile risuona nella cella vicina alla sua; quel rumore si ripete ed egli palpita a quell'accenno indeciso, a qualche cosa che vive, che si muove al di là delle tetre mure che lo racchiudono. Egli risponde al segnale e sente una voce chiamarlo per nome. Oh I ma non è dunque più una tomba quella nella quale. egli giace da ta.~ti giorni così angosciosamente lunghi ! Non è dunque ptu solamente un numero questa creatura sepolta ! Egli sente la voce umana vicino a sè ed essa lo chiama col suo nome e lo invita a rispond:re. Ed ecco a un tratto che in quella esistenza vicina a spegnersi ~i van ridestando l_e fia~cate energie, ecco che il pe.nsiero si va un'altra volta illummando, ecco che a questo sciagurato ridotto a vivere in tre metri di spazio, il mondo rrima così angusto ora a un tratto si allarga oltre le pareti che parevano stringersi sempre più su lui per soffocar:Jo. . . Così incomi::icia la relazione col galeotto Petitto; e mtanto il direttore dell'ergastolo scrive la prima pagina di questa s~oria ignominiosa dalla quale deve scaturire un pro:esso. · Da questo punto il cervello dell' Acciarito è completamente in loro balia. Petitto gli da notizie di Pasqua Venarubba, la sua donna, e gli dà anche delle lettere ?i lei - qu.elle che il direttore dell'ergastolo e il galeotto spia facevano m collaborazione. L'illustrissimo sio-uor A 11gelelli va dicendogli che il Re è disposto a graziarlo "purchè. faccia una con~essione_completa. de~ suo delitto. E intanto egli è trattato a vmo e b1scott1. Poi gh dicono che Pasqua Venarubba,. poch) mesi dopo che egli fu condannato, ali partorì un figlio. E m quella volgare amma ·fiorisce a un °tratto il sentimento dolcissimo della paternità. L'idea di avere egli un figliuolo, e di non poterlo vedere mai, di non poter sapere com'è, che cos~ fa, di noo a_vernull.a nulla di lui nella mente che po3sa farglielo 1mmagmare, diventa il tormento della sua vita e si aggira nella cella angusta smaniando e imprecando ... li galeotto Petitto che lo sente, sogghigna e scrive il suo rapporto al direttore dell'Ergastolo : - Egli impazzisce all'idea del figlio ! E riaccostatosi alla parete ripiglia il suo tenebroso lavoro di spia: - Bada: io so che il governo vuol fare avvelenare il tuo bambino ... Dall'altra cella Acciarito si dibatte nell'angoscia della impotenza; egli, già di.ve~uto pazz~ di gi?ia .Pe~ .sape~si padr~, poi pazzo dal desiderio mappagabile ed mvmc1b1le .d~ vedere 11 suo figliuolo, diviene ora pazzo. furente per la nou_z1a che la vita del suo bambino è minacciata senza che egli la possa difendere. Chi può ridire l'orribile tragedia che si svolge in quel povero cervello che da uno stato di completo stupimento è a un tratto svegliato brutalmente dalle scosse violenti di sensazioni nuovissime alle quali non può resistere ? . Eali ora crede a tutto : come ha creduto alla stenella del govirno avvelenatore di su? fi~lio cre~e al. tesor? nascosto in Ave1lino alle settecento m1la lire che 11Pet1tto gh cede e delle quali egÙ potrà imp_~ssessa~si, avu:a l_agrazia dal re... . E intanto detta giu nomi: non:11d. i p~rsone ~lto~o.cat~ e_di umili operai, di deputati, di uommi e d1 ragazzi, d1 itaham e di stranieri. Perfino il galeotto Petitto, il ~emone ~celte a ordire que~ta çongiura infernale 1 a un tratto si ferma mcerto, pauro~o delle
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