Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 24 - 30 giugno 1899

'R..JPISTA POPOLARE DI POLl11CA LETTERE E SCIENZE SOCIALI un bill d'indennità, anch'io penso che la Camera non può sanare, non può assolvere questa flagrante violazione dello Statuto. Finchè nello Statuto sia scritto che il potere legislativo appartiene collettivamente al Re ed alle due Camere, non è legalmente possibile ad una maggioranza qualsiasi di cancellare queste disposizioni statutarie col proprio voto. (Applausi). La Camera non potrebbe mai ejjicacemmte deliberare che si possa uscire dallo Statuto. (Bravo !) Sicc/Jése una ma<T<Tiora,1-Ya delibe- . l '"' , rasse in ta swso a 1wlla approderebbe.Percio dopo, comeprima, della vostra deliberazione, il decreto del 22 <Tizt<Tno, secondo clie già disse l'o11orevole'Bonacci, sarebbe irn:tobe \,,ullo, poiché le Carte, le Costituzioni, gli Statuti, 110nsono altro clie <Taranz.iadi diritti, non sono altro che limiti e freni ai poteri costiiuz.ionali,e sarebberocompletamenteinutili se 1111 colpo di maggioranza li potesse derogare e mettere in 110ncale. (Applausi a sinistra). Perciò, dal momento che l'onorevole Fortis ha parlato di ~utorità giudiziaria, lasciate che io pure ripeta la fiducia eh' io 10 essa ripongo. lo confido che la magistratura italiana rammenterà, come ha rammentato sempre la magistratura inglese, come rammentò assai spesso la magistratura francese, rammenterà che essa deve essere il maggiore usbergo, l'egida, delle libertà della nazione ; sicchè io credo che se questo Decreto venis~e approvato non vedremmo smzionata l'illegalità, jusque sceleri datum, con sentenze dei tribunali italiani. Io ho abusato anche troppo' dell' inèulgenza dell'onorern1e presidente e della gentilezza della Camera. (No I n::, /) e perciò nel finire mi limito ad esprimere la speranza che la Camera stess:i ,·oglia arrestarsi dinnanzi alle forme più essenziali delle libere istituzioni, arrestarsi dinnanzi alle taYole dello Statuto e ch'esso venga fino allo scrupolo rispettato da voi. Signori, alle libere agitazioni dei Governi liberi si può preferire Ja calma e la tranquillità dei Governi assoluti, si può pensare che le discussioni, le deliberazioni, le lotte parlamentari abbiano più inconvenienti che vantaggi, ma finchè non si distruggono queste istituzioni che furono mèta suprema delle nostre aspirazioni nei di del servaggio, non si possono sostituire le vane immagini alla sostanza del regime rappresentativo. ( Vivissimi applausi). Replica Bonacci Bonacci. Mi pare di tutta evidenza che non ci debba essere una norma regolamentare p?r il Governo, ed un'altra per l'Opposizione. La norma regolamentai e deve essere una sola per tutti. Che cosa è avvenuto oggi ? Il Governo ha comunicato il decreto del 22 giugno ; su tale argomento si è aperta e svolta un'ampia discussione ; fra gli altri io ho attaccato assai blandamente ( Viva ilarità) l'opera del Ministero la quale è stata combattuta, molto più aspramentè di quello che non abbia fatto io, dall'onorevole Colombo (Benissimo I a sinistra). li presidente del Consiglio ha riconosciuto l' illegalità del decreto .... Pelloux, presidwte del Consiglio... l'eccezionalità. ( 1) Bonaeci.... ed ha domandato Ja rnnatoria nell'atto che proponeva il rinvio dd decreto stesso ad una Commissioae introvabile, l'onorevole Palberti ha de:to che essa non esiste più). Il Governo ha dichiarato formalmente d' intendere la Camera, accogliendo la sua proposta, gli accordasse una sanatoria, un bill d' indennità, un voto di fiducia. (l11terruzio11ia destra). Ora, onorevole presidente, non vede ella che questa è una risoluzione ben grave, che il Governo oggi vuol fare approvare dalla Camera, nonostante che non sia posta all'ordine del giorno? Se il Governo propone che si prenda una risoluzione di tanta gravità, come può mettersi in dubbio l'ammissibilità degli ordini del giorno proposti da me, dall'onorevole Fortis, e da altri ? Dunque la questione, della quale si è parlato non esiste; e non è possibile l'impedire che si mettano in votazione gli ordini del giorno che sono stati presentati. Il mio ordine del giorno suona reiezione assoluta del decreto del 22 giugno, del quale la C:.mera, per la giusta rivendicazione dei suoi diritti e della sua dignità, nrn può te11erealctt11co11to. (Oh I oh!). Ma io sor.o indifferente che si voti (I; Il generale Pdloux disse proprio illegalità, e tutti i o iornali, anche i ministeriali, nei loro resoconti della sedutab riportaro~o così; ma poi ha L,tto comodo di correggere .... la verità troppo grossa, e, naturalmente, perchè non vi fosse contradizione, si è dovuto anche inventare di sana pianta guesta interruzione dell'on. Pelloux all'on. Bonacci che il generale non si è mai sognato di fare, e l'on. Bonacci quindi non ha certamente potl:t0 udire. - U. d. R. su questo o sopra un altro ordine del giorno, purchè abbia il medesimo significato, cioè di reiezione del decn:to e di p'.ena sfiducia nel Governo. EPILOGO Mentre si componeva il nostro articolo : Contro lo Statuto non potevamo sospettare menomamente che la discussioue sui Provvedimenti politici potesse avere l'epilogo che ebbe nella seduta del 30 Giugno. Questo epilogo costituisce la vittoria completa dell'Estrema Sinistra. Ciò che essa desiderava ottenne; perchè le leggi liberticide non ebbero l'approvazione della Camera; e se governanti stolti, folli sino al furore, per non chiamarli delinquenti, vorranno metterli in attuàzione ciò dovranno fare, non per volontà del Parlamento, ma per Decreto del Re contro.firmato da ministri, che hanno dato il saggio più gigantesco della loro inettitudine. La vittoria fu completa, ma dolorosissima, perchè i valorosi combattenti della Montagna furono costretti a respingere la forza brutale di una maggioranza servile agli ordini del Generale Pelloux e di un Presidente della Camera, degno dell'una e dell'altro, colla forza materiale. La vittoria rimase al diritto e alla legge, che assistevano l'Estrema Sinistra; ma per farli valere occorse la resistenza materiale dei suoi membri. Di tutti gl'incidenti disgustosi della seduta del 30 Giugno, che noi vivamente deploriamo e che con ogni sacrifizio avremmo voluto scongiurare, sono responsabili coloro che vollero capricciosamente e brutalmente calpestare lo Statuto. Che la legge, che il diritto stessero nell'insieme della lotta dalla parte della Montagna lo provarono i discorsi di tutti gli ex ministri della monarchia - da Zanardelli a Di Rudini, da Bonacci a Gallo, da Fortis a Branca, da tutti a Colombo ...... Che il diritto e la legge stassero dalla parte della Montagna nel tumulto finale del 30 Giugno lo dimostrarono i discorsi di Pantano e di Taroni, la parziale confessione dell'infausto Presidente Chinaglia, gli articoli dei giornali monarchici della Capitale - dal 'Don Chisciotte alla Tribuna ..... Ed ora ne siamo a ciò, a cui avrebbe dovuto venirsi fin dal momento io cui fu votato l'esercizio provvisorio e promulgato il Decreto-legge sui Provvedimenti politici : alla chiusura della sessione ed alla vigilia delle elezioni generali; se pure, att:iccandosi al potere, come l'ostrica allo scoglio, il generale Pelloux, dopo avere sfidato indarno l'Estrema Sinistra, non preferisca ai cimenti dell'urna il prolungare al suo ministero una vita precaria ed indecorosa, destinata, dopo la violenza, ad annegare nel ridicolo. Ciò che potranno essere le elezioni fatte dal Generale Pelloux non si può nemmeno immaginare. L'arresto di Andrea Costa - prima ancora che il decreto di chiusura della Sessione venisse pubblicato dalla Ganetta Ufficiale - ne può essere un' indice misuratore. Ad ogni modo noi abbiamo fede nel risveglio del paese e siamo sicuri, che il popolo ad onta delle corruzioni, delle violenze, delle minacce di ogni sorta infliggerà il meritato castigo ai ministri violatori dello Statuto. Aspettiamo tranquilli e sicuri che la vittoria arrida al diritto nel paese come le arrise a Montecitorio. LA RIVISTA. Per la solita sovrabbondanza di materia el 1c q ne. tn volta e i ha per. ·i 110 co:--;trctti a con1porrc q uns-1 tutt n la Ricista <·on c·a1·attcri fitti simi, siamo co Lretti a rjnviare aJ prossimo numero la pubblicazione dell'articolo già annunziato cli G. , orel: Socialismo e Rioolu,;ione, nonch6 quel la cl i una lettera polemica dell'amico :\'icola Barbato.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==