Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 24 - 30 giugno 1899

'R..lVlSTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SClENZE SOCIALl prima, vale a dire non avrebbe recato alcun turbamento definitivo nella materia che doveva modificare. Sopra a tutto io mi sono energicamente opposto al decreto col quale l'onorevole Boselli, allora ministro del tesoro, impose un dazio sul cotone e una tassa sui fiammiferi, che fu riscossa per alci..ni mesi senza essere stata convalidata dal Parlamento, come lo Statuto esige. E mi rammento che allora dicevo all'onorevole Crispi da questi banchi : ma in qual modo intendete che ai reclamanti si renda giustizia, dal momento che i contribuenti lesi si sono rivolti ai tribunali e al Consiglio di Stato, e questi si sono dichiarati incompetenti? E l'onorevole Crispi non disconobbe la legittimità delle mie osservazioni e la assoluta mancanza di garanzie contro simili provvedimenti anormali del potere esecutivo. 9veaquesta volta non si tratta più di questioni finanziarie ,- si tratta di un p1-ovvedimmto a11corapiù grai·e, si tratta niente meno cbe di modificare il Codicepenale e la legge di pubblica sicurezza contro le precise disposizio11di ello Statuto fondamentale del Regno ,' ora mi sono domandato e vi domando: c'era urgenza, <.'era una necessità assoluta di adottare un provvedimento cosi grave ? Io non lo credo ; poichè fu presentato il Decreto di proroga, che precorse il decreto del 22 giugno, precisamente un giorno solo dopo quello in cui la Camera aveva iniziato la discussione della modificazione del suo regolamento. (Bene I - Vive approvazioni). 'Doveva!~lasciar tempo al tempo ,- le ostruzioni non si vincono da un giorno al/'altro,- in altri paesi del mondo, nei cui Parla• menti si è manifestato l'ostruzionismo, hanno avuto maggior pazienza (Bravo!). Dovete lasciare che si esplicasse la forza della maggioranza per vincere questi metodi irregolari. Tanto è vero questo che erano già pronte mozioni per prefiggere un termine .11la discussione del nuovo articolo regolamentare ; e se quelle mozioni fossero state accolte avrebbero certo avuto una efficace azione sopra i metodi ostruzionisti. Ma si dice : non è un vero decreto-legge questo, perchè è · decreto-legge quello che dovrebbe andar subito in vigore,_anche prima della conversione in legge, e questo invece andrà in azione soltanto a un determinato giorno, ove il Parlamento per quel giorno non fosse riuscito a convalidarlo. (Commenti). Ma in realtà mi pare che questo non sia neppure sostenibile; poichè, delle due cose l'una : o avevate la credenza che l'ostruzionismo non si potesse vincere, neppure, come diceva l'onorevole Di Rudinì, con la violenza della Camera su sè stessa, ed allora sapevate, avevate la coscienza che facevate un vero decreto-legge; oppure credevate che l'ostruzione si potesse dominare con mezzi legali e regolamentari, ed allora perchè avete fatto quel decreto ? (Approvazio11ivivissime). Di RudinìCarlo. Questo si chiama ragionare. ColomboGiuseppe. E questo non è ancora tutto, perchè si tratta non tanto di un decreto-legge, quanto di una vera costrizione esercitata sopra il Parlamento, perchè questo decreto equivale a dire : o voi, Senato e Camera, votertte questa legge entro un termine stabilito, o noi l'applicherc mo anche senza il vostro consenso. Pare dunque a me che non ci sarebbe stata la necessità di ricorrere ad una simile misura, la quale finisce per far credere che ad un11.violenza, che però si appoggiava a sistemi ed a disposizioni regolamentari, si volesse rispondere con un atto, per fare il quale bisognava uscire dal limite della legge. (Bravo I - Approvazioni a sinistra). Ora io dico : cosa è ciò che il vero conservatore deve te11dere innanzi tutto a conservare ? 'Deve tendere innanzi tutto a conservare quanto vi !,a di più prezioso per un paese libero, vale a dire lo Statuto. (Bravo I - .Approvazioni ed applausi prolungati) • Le garanzie statutarie si possono interpretare in modo d:- verso ; può anche essere che non siano state sempre applicate scrupolosamente, ma io dico : sta bene, torniamo allo Statuto, se si vuole, ma torniamovi per restarci, non per uscirne. (Bene I Bravo ! - Approvazioni). Quale è stato in sostanza l'effetto di una simile misura? Quello di dare una soddisfazione a quel gruppo che ha continuato a mettere ostacolo, con i suoi sistemi ostruzionisti ai lavori della Camera. Quel gruppo non domandava di meglio che di farvi uscire dalla legalità. Ora io domando al Governo : se quella minoranza ostruzionista, allettata da un simile risultato, continuasse in questo sistema, pensate voi di legiferare per mezzo di decreti-legge sempre? ('13ravo I -' .Approvazioni - Commenti animati). Con questo, o signori ministri, avete creato un precedente terribile : precedente il quale potrebbe essere invocato contro di noi, quando fossimo ì vinti e non avessimo altre armi in mano per combattere, che quelle dateci dalla legge. ( Commeuti). Avete assunto uaa gravissime responsabilità, ed è veramente mol\o difficile per un co~1servatore il condivid~rla, · Nondimeno io credo che una crisi ministeriale in questo momeoto sarebbe di una gravità estrema. ('N,o I 110 ! - Commenti a sinistra). Si, o signori: Una crisi ministeriale in questo momento sa• rebbe interpretata dal ·paese inesattamente, forse anche sioistramente. ('13ra:·o I - .Approvazioni a destra). Per queste ragioni io non mi rifiuterò, onorevole presidente del Consiglio, a darvi un bili di indennità, un voto di acquiescenza, se voi verrete a chiederlo. (Interruzioni a sinistra). Fortis. Che bella logica! ColombeGiuseppe. Non intendo di negarvi un voto dì acquiescenza, ma ho voluto premettere queste dichiarazioni, perchè il mio voto di acquiescenza non significhi aporovaziooe incondizionata di questa misura che costituisce un precedente troppo grave per la stabilità delle nostre istituzioni. ( Commenti e vive interruzioni a sinistra - Approvazioni e congratulazioni a destra - Conversazioni animate su tutti i banchi). Discorso Zanardelli . . . . . . . . . . Zanardelfi. Alcuni oratori che hanno preso parte alla presente discussione, hanno detto che desideravano di udire la voce di coloro che sedendo da molti anni in questo Parlamento sono quasi i custodi delle sue tradizioni, e questa circostao;a mi dà titolo a parlare. Sono prossimi a ccmpiersi i quarant'anni <lacchè ho l'onore di sedere in questo recinto, e non avrei mai_ cr_ed~:o di ess_ere :iser~ato. a vedere il tr~monto di quanto ebbi d1 p1u sacro m vita: 11 rispetto del diritto, perchè lo stesso presidente del Consiglio ha detto che qmsto decreto è illegale (Buvo l a sinistra); la religiosa osservanza dt:lle libere istituzioni; il mantenimento di quelle libertà pubbliche che sono ora manomesse, manomesse nel fine e manomesse nei mezzi (Bravo I a sinistra). Io credo poi che la violazione dello Statuto, come fu dimos1rato da parecchi oratori, non poteva essere fatta in modo più irrisorio per la Camera, per i rappresentanti della Na• zi_one. Al Pai:Iam~nto col decreto del 22 giugno si viene a dire che se s1 s~ngherà pres;o, nel te':'mine del 20 luglio, oppure nel termme prorogabile, come disse testè il presidente del Consiglio, tanto meglio ; altrime·nti si farà senza le due Camere, ed. il decreto andrà in esecuzione egualmente. È un tale d1spreg10 del~a S:~mer_a, e ~100 solo_ delle sue prerogative, ~a della sressa d1g01ta dei suoi membn, da non poter immagmare un'altra forma che più sia di umiliazione per un'a~- semblea. (Benissimo ! Bravo I a sinistra). Ora, una Camera rappresenta!iva verrebbe 1:1eno ad ogni suo dovere se non fosse sollecita delle propne prerogative r~s?luta a II_1an_tenerle~on inflessibile energia. Un corpo po~ litico che s1 piega e s1 prosterna con pusillanime abdicazione n_o1:ha alcuna. ragione di_ es~stere. (~enissimo l - ..Applausia stnis/1:a). Meglio spez_zars1, d1sperders1, _che rassegnarsi a questa vita umiliata ed imbelle. (Applausi a sinistra). Ma non è per questo che io avrei chiesto di parlare se non f~~se _che l'.argomento del pre_sidente del Consiglio si presta prn d1 ogn! altro a condan~ar~ 11decreto del 22 giugno. L'ono~ revole presidente del Cons1gho ha detto più volte ha scritto anche_ nella relazione che precede il decreto dd '22 giugno, ~he s1 dov:evano, ?-ella ~econda _lettura, mantenere i principi 11:f?:1:1-atondel _pnmo disegno d1 legg_e. Orbene, questi princ1p11mformaton nel decreto del 22 gmgno furono da lui com• pl7tamente violati. _Nel_disegno di legge su cui si discusse in pnma let!ura, l~ sc10ghme~to_ ~el!e associazioni era posto sotto la garanz(a ~e~l a_utontà gmd1z1ana .. Adesso questa garanzia, questo pnnc1p10 mformatore, tanto 1mp•)rtante che nella celeb:e discussione del I 878 la contro~er~i~ principale cadde precisamente su tale punto, questo _prmc1p10 informatore nel decreto del 22 giugno fu completamente abbandonato. Non basta : secondo un principio informatore del disegno di legge discusso in ~rin~a. lettura, l'Autorità di pubblica sicurezza aveva la facoltà d1 d1v1eto soltanto pu le riunioni a cielo aperto, en plein air, come dice la Costituzione belga. Ed ora, per converso, nel decreto del 22 giugno, per l'emendamento proposto da esso Pelloux, questo principio informatore è stato complttamente abbandonato ( Vive interruzioni e commenti al centro). Sì,_è_stato completament~ abbandonato, poichè la facoltà del d1vieto, che era la ecce21cne, è divenuta la regola. E cosi il diritto di riunione più non esiste, è assolutamente annienta!o, perch~ i diritti non sono che una vana parola quando ad essi non è merente la facoltà di esercitarli. (Bravo! a sinistra). . . . . . . . . Anch'io penso come l'onorevole amico Fortis, e Io dico a proposito della domanda fat~a dal :Presidente del Consiglio di

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