RIVISTA POPOLARE 'Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOL\ALl propria. Comprendiamo perfettamente che la situazione era _grave, difficile, forse insostenibile, ma d'altra parte i governi debbono governare col Parlamento e non hanno alcun diritto di esimersi dagli inconvenienti che porta con sè il sistema parlamentare ». . ' . . . « Nè il governo deve illudersi per le approvazioni che la sua tendenza può oggi incontrare presso molti ; - quando l'eccitazione attuale sarà calmata, il ricordo dell'ostruzionismo e delle violenze sarà sbiadito, ma quello dell'arbitrio, col quale si voles~e scemare o quasi l'opera buona o cattiva del Parlamento, rimarrà come esempio e costituirà un pericoloso incitamento. » Dalla Sentinella delle .Alpi, il giornale monarchico piemontese diretto dall'ex-sottosegretario di Stato Galimberti: Si può deplorare fin che si vuole il sistema di lotta che l'estrema sinistra - alla quale d'altronde non rimane larga scelta di sistemi - ha adottato ; ma non si può dis:onoscere che essa estrema lotta disperatamente per un'alta idealità, per la tutela di quei didtti di' libertà che la legge fondamentale dello stato concede ai citt:idini; mentre d'altra parte, da quella dei ministeriali, non si lotta che per darla vinta ad un ministro assolutamente privo di carattere e di principii, che del governo d'un grande paese dimostra non aver neppure una lontana idea, e che dopo essersi rimangiato tutto quanto era st.ito da lui proposto in fatto di leggi e di provvedimenti d'ogni grnere, cocciutamente si ostina a pretendere l'approvazione di quelli di cui non solo si sente meno il bisogno, e sul testo dei quali non è d'accordo colla commissione parlamentare, nè colla maggioranza, nè cogli stessi colleghi del gabinetto, ma che destano maggiore ripugnanza, e che sempre p:ù irritano gli animi, suscitano nuovi rancori, fanno fermentare il lievito di nuovi e più implacabili odii, ed allargano il sos?etto \'erso quelle htituzioni che Vittorio Emanuele diceva essere dal popolo apprezzate in ragione del bene ch'esse procurano. Ciò che succede alla Camera, e che rende inevitabili altre maggiori violenze, altri maggiori guai, profondamente rattrista chiunque in una ben ordinata libertà, quale appunto possono darci - e già ci diedero - le cinquantenarie nostre istituzioni costituzionali, vede il più sicuro mezzo per mantenere salda e per fortificare quella unità patria che tanti sacrifici costò ai padri nosrri. Tuttavia non ci riesce di dar torto, in questo accanito dibatt;to, alla parte estrema della Camera la quale, come già abbiamo rilevato, agisce in nome di un altissimo principio, che nell.t storia dei popoli indusse a ben altre e più fiere lotte di queste che a Montecitorio ora si combattono. Piuttosto è a deplorare - oh quanto I - che, e libertà dei cittadini, e dignità del parlamento, ed incalzanti veri inte• re,si del paese, siano posti ai più duri cim~nti, ai più fieri pericoli, all'unico scopo di conservare alla testa del g,werno d'Italia un uomo il qual<-', da quasi un anno, va in ogni modo industriandosi per dimostrare che, di testa appunto, egli è assolutamente sprovvisto l Dal Cajjaro, giornale monarchico di Genova: Una volta, era fèrma e tranquilla convinzione generale che la legge fosse non soltanto immutabile e precisa, ma che dovesse essere osservata così dagli umili come da coloro i quali la fortuna, o la combinazione aveva portato in alto della scala sociale. Più o meno barbara nella direzione, tuttavia la legislazione italiana, fu ammesso fino a poco tempo fa, provvedeva a tutti quanti i reati possibili ed immaginabili, compresi i politici, comminando ed applicando le pene dovute. Ad esempio, il codice penale, accanto alla enumerazione delle differenti qualità di furti, di bancarotte, di falsi ed altri crimini consimili, registrava e registra una lunga serie di imputazioni riferibili alle grida sovversive, agli atti diretti a turbare l'ordine pubblico, a mutare la forma di governo, a menomare, offendere e calpes'.are le prerogative dei poteri irresponsabili e finanche al regicidio. Orbene, sapendo tutto ciò, era generale credenza che og11i cattiva azione futura avrebbe avuta nella fredda ed insospettabile legge comune il giudice naturale ed il naturalissimo castigo. Invece <lacchè fummo costretti ad assistere ai moti di Sicilia, di Toscana e della Lunigiana e più tardi, a quelli più dolo~osi di Milano, s' è trovata la ipocrisia d'una legge eccezionale per sottrarre al giudice comunale il delinquente CO• mune, e, nella militarizzazione del diritto e della giustizia, si è tentato ottenere il rimedio oppo:tuno a cancellare ogni om• bra di avvers:one all'attuale stato di cose, e, nello stesso tempo, il rimedio atto ad accrescere il num~ro .e la vigoria nell'elemento sinceramente devoto alla patria ed alle istituzioni costituzionali. E, come tutto ciò non bastasse, come non fosse sufficientemente dolorosa la sospensione momentanea ed occasionale della legge comune in dati momenti ed in ispecialissime circostanze, s'è concretata tutta intera la formola per legalizzare l'arbitrio dimostrando come la vita d' un popolo possa avere dei periodi co.;ì strani, dei momenti psicologici così tipici, che una legislazione accezionale diventi necess.1ria e... naturale. Dalla Ganetta del Popolo di Torino : « Dopo il catenaccio sugli zuccheri, sul caffè, sul grano, abbiamo avuto quello sulle « pensioni »; oggi ci si annunzia quello sulle riunioni, sulla stampa, sugli scioperi. cc Che cosa rimane adunque a'.lcora da incatenare ? cc Se è vero, come pur troppo temiamo, che i provvedimenti politici, per quanto diluiti ed emendati, saranno in ultima ana• lisi applicati per decreto reale, le garanzie della liberta riceveranno una profonda ferita e i partiti estremi avranno una buona piattaforma per le loro agit,>,zioni sovversive. « Ci pensi cui tocca; per conto nostro, quand'anche la Camera, come è probabile, desse al ministero un bill d indennità, riteniamo che gli avvenimenti odierni lasciera1111su0lle istituzioni rappresentative un'impronta, che non sarà così presto cancellata. >> (Dal resocontoufficiale stenografico- Seduta def 28 giugno) Discorso Bonacci Bonacci. Oi1orevoli colleghi I L'onorevole presidente del Consiglio, se io ho bene in:ew, ha distinto due questioni. La prima riguarda la forma del procedimento che si dovrebbe adottare per l'esa'Ue e l'approvazione del disegno di legge, ch'egli ha prèsentato; l'altra riguarda il contenuto del decreto del 22 giugno 1 899, ed io aggiungo, i diritti e la dignità di questa assemblea. Nel giugno del 1898, facendo parte di un Ministero che ebbe breve v;ta, io presentai alla Camera alcuni disegni di legge relativi al diritto di associazione, alla stampa, allJ. tutela dei pubblici servizi. Non è questo il momento per spiegare quali erano gli intendimenti di quel!' Amministrazione, e a quali fini erano ordinati i provvedimenti politici da ess.1 proposti ed i provvedimenti economici che presentò insieme ai rrovvedimentì politici. RicorJo il fatto unicamente per dimostrare che io non parlo per odio contro i provvedimenti proposti dal Governo, poichè non son'J dell'opinione di coloro i ~uali a priori es:ludono la possibilità che un Parlamento, che il Parlamento italiano, si possa occupare di una legge cht disciplini il diritto di associazione, di una legge che riformi l' Editto Albertino sulla stampa, di una legge che meglio provveda alla tutela dei pubblici servizi. Nei giorni passati io ho partecipato lealmente a tutti i ten• tativi che sono stati fatti in quest'aula per vin:ere l'ostruzionismo, e mi disponeva a cooperare lealmente con la maggioranza nell'ultimo e più efficace sforzo diretto a questo fine, purchè fosse guidato dal senno e dalla prudenza, e non costituisse un rimedio pe11giore del male, purchè non ledesse diritti sacri ed inviolabili, purchè non offendesse i supremi interessi dd Paese. Io non posso dunque essere sospettato di tenerezza per l'ostruzionismo. Ma oggi non sono più io questione i provvedimenti politici; oggi non è più in questione, me lo perdoni l'onorevole presidente del Consiglio, neanche l'o,truzionismo: oggi ci troviamo innanzi ad un fattu nuovo ed assai più grave, che non siano i tentativi fatti con successo per molti giorni dalla minoranza per opprimere i diritti della maggior.inza. Oggi è minacciato il Parlamento tutto, senza distipzione di
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