RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI tica dell'atto insano compiuto dal generale Pt:lloux fu efficace, spietata e matematica nella sua precisione, ma contro la logica, contro il buon senso, contro il proprio decoro ed il proprio passato l'on. Colombo votò in favore del ministero, il cui capo, non aveva pur esitato a confessare, con una sfacciataggine naus!ante, di avere commesso un atto illegale - non eccezionale, come fu f aisato poi nel resoconto - colla pubblicazione del famoso Decreto-legge a scadenza fissa. In quanto all'on. Di Rudinì preferiamo tacere : egli fu semplicemente compassionevole. Il grande dibattito ridusse alle proporzioni di una interpetrazione del regolamento, con una casistica gesuitica che disgustò tutti. In fondo egli subordinò tutto ai criteri della succrnsione nella crisi eventuale, che avrebbe prodotto il voto contrario al ministero. Per la paura di vedere cadere il potere nelle mani dell'on. Sonnino egli si chiarì adatto ad essere g.wernato dallo staffile dell'on. Prinetti: il capo audace della Vandea lombarda! Il giorno 28 se Lanza, Minghetti, Sella, Spaventa fossero tornati a Montecitorio avrebbero cacciati dagli scanni quei deputati, che disonora vano la destra antica - nelle cui file segnaliamo come nobilissime · eccezioni gli on. Gìusso; Lucca, De Martino, Ambrosoli, Ama boldi, e Pozzi. i.'astensione di Giuseppe Biancheri, salutata con un lunghissimo e nutrito applauso di gran parte della Carnera, fu la condanna più umiliante per la destraI Gli onori della me mora bile giornata del 28 Giugno rimasero all'estrema sinistra. Essa che colla energia e col suo valore, isolata e scarsa di numero, per venti giorni seppe tener testa alla maggioranza servile votatasi altà causa della reazione, assicurandosi la riconocenza del paese e l'ammirazione degli stessi avversari, in quel giorno col silenzio religioso, colla calma e colla sere• nità che vengono dalla coscienza piena della propria forza parea che dicesse ai partiti costituzionali : de re vestra agilur. Ad essi lasciò la parola con una abnegazione e con una genercsità pari s~ltanto al tatto politico rivelato. L'Estrema sinistra riconfermò ciò ch'era conosciuto: essa sta a Montecitorio non per dare la caccia ai portafogli, per annaspare ed arraffare gli avanzi imputriaili del potere, ma per difendere la causa santa della libertà - la gran madre del benessere e della ci dltà. Il silenzio, la calma, la serenità dell'Estrema il giorno ventotto tolsero ogni pretesto all'obbiezione di quei disgraziati i quali giustificarono sempre i voti dati ad un governo indegno di un popolo civile, colle frasi solite, stupide quanto menzognere : abbiamo votato pel rninistero come ' re.izione contro le intemperanze della Montagna I Questa massa di deputati, che non ha nemmeno il coraggio della propria abiezione, che tenta sempre coonestare con pretesti a base di bugie, è stata smascherata il giorno 28 Giugno e messa alla gogna dal silenzio dell'Estrema. E sia onore e plauso a quest'ultima, che ha ben meritato dal paese in nome del quale ha tenuto alta la bandiera del diritto e della libertà. GIUDIZI NON SEQUESTRATI della stampa monarchica sul Catonaccio Politico Dall'Italie di Roma (Num. del 24 Giugno) : L'atto compiuto ieri dal ministero di Sua Maestà Re, segnerà una data memorabile nella storia costituzionale parlamentare del nostro paese. La Religione dello Statuto, che fu per cinquant'anni il culto sacro degl' italiani, è stata violata. Dei ministri incapaci di tener testa ari una situazione difficile creata da loro stessi, hanno avuto l'audacia d' inaugurare un periodo politico che non ha niente di comune con cinquant'anni di storia, di cui l'origine risale ai grandi e legittimi trionfi del Re Galantuomo. Si ha un bel dire che l'ostruzione dell'Estrema Sinistra rendeva indispensabile la misura che si è presa. Non è vero. L' impossibilità di andare avanti nella discussione dei progetti politici, non è nata dall'ostruzionismo, ma dalla indiffe renza della Maggior:inza, irritata, disgustata, scandalizzata dalla disinvoltura ministeriale e specialmente del presidente del Consigtio, pronto a passare dal polo Nord al polo Sud, da Fi~ nocchiaro-Aprile a Bonasi, da Fortis a .Visconti-Venosta, dal suo proprio progetto a quello della Commissione, da quello della Commissione ad .un altro progetto tutto differente, da quest'ultimo a un quarto che non è però nè il primo, nè il secondo, nè il terz0. Si è inaugurato un si sterna che tocca alla nostra Costituzione sacra, precisamente quando l'ostruzione stava per finire. L'articolo 1° della !erge era stato votato; senza la disgraziata idea di complicare la situazione con un progetto di modificazione del Regolamento, il secondo sarebbe stato anche approvato. Il più grande sforzo o il più gran sacrificio che si sarebbe potuto domardare al Ministero ed alla M2ggioranza sarebbe stato quello di temre sedute fino al 1 5 o al 20 luglio, data che non è niente di eccezionale per la Camera italiana. Tutt'al più, dopo il voto sui dodicesimi provvisori si rarebbe potuto consacrare anche la seduta antimeridiana ai progetti politici. Il presidente del Consiglio aveva mille mezzi di lottare con l' Estrema Sinistra: i suoi colleghi deputati Baccelli, Boselli, Carmine, Salandra, Lacava, che, durante tutta la lotta, non hanno dato segni di vita, potevano, dovevano anzi fare intendere la loro voce, intervenire nella discussione, Esortare la Maggioranza a compire il suo dovere. Si poteva fare ciò che fece Crispi nel 1894, autorizza odo alcuni suoi amici a negr ziare una tregua con Cavallotti (I). Si poteva convocare, come avevamo detto noi, gli uomini notevoli della Camera, gli f x-presidenti del Consiglio, e mettersi d'accordo per por termine allo scandalo. Ma no ! Non si è tentato niente, niente pensato, niente proposto, perché si aveva gia l' intenzione occulta di ricorrere alla violenza. Si direbbe che il generale Pelle ux e i suoi colleghi vedessero con piacere l'ostruzionismo, perchè era la loro unica ancora di salvezza, l'espediente più sicuro per conservare nelle loro mani i portafogli, conquistati in un quarto d'ora di torbidi, e senza :ilcuna indicazione della Camera ..... Si dice, con e pn.testo, che bisogna ad ogni costo non darla vinta all'Estrema, ma non è che una sciocchezza I Che i deputati. si mettmo in guaràia I Giammai si è servito così bene l'Estrema Sinistra come i ministri l'hanno servita ieri. Non è con degli atti come quello compito ieri dal Ministero che Daniele Manio si sarebbe nel 1859 accordato colla Monarchia dichiarando che al di fuori d'essa non vi sarebbe stata salvezza; non è colle violenze di cui i ministri hanno dato ieri spettacolo che uomini come Garibaldi, Bixio, Cosenz, Medici, Cairoli, Fabrizi, Crispi, Pallavicino, Tecchio avrebbero fatto risuonare da un punto all'altro della Penisola il grido fatidico d' Jlalia e Vittorio Emanuele ; non è con degli atti simili che uomini come Azeglio, Cavour, Scoplis, Alfieri, Bixio, Farini, Ricasoli. La Marmora, Fanti, Rattazzi, Depretis, Spaventa, Poerio, Torre-Arsa, avrebbero accompagnato e seguito il Re Galantuomo da Novara ai Campidoglio. Che i deputati vi riflettano : ch'essi evochino nel loro spirito i grandi ricordi della nostra storia gloriosa, e che si domandino, avanti di dare il loro consenso ad un primo tentativo di strappare lo Statuto, ove si potrebbe giungere un giorno o l'altro e quali ne sarebbero le conseguenze per l'edificio eretto dal Re Vittorio Emanuele, il padre della Patria. Dal Tempo di Milano : .....Oltre diciannovemila elettori, a Milano, in questo grande centro di masse operaie, cr,ntro le quali si esperimentarono i più spietati metodi repressivi, hanno compiuto una grande rivendicazione politica, senza che la vittoria fosse turbata dal più lieve disordine. Ove sono, dunque, le ragioni di una politica reazionaria, la quale - per quanto sia apparsa in ogni tempo e in ogni paese assolutamente inefficace - potrebbe essere spiegata, non diciamo giustificata, dalla suprema necessità della difesa sociale ? Dall'Economista, la nota e moderata rivista di Firenze, nell'articolo « Senza Parlamento»: « Siamo molto lontani dal giudicare benevolmente la condotta della estrema sinistra in questa occasione, ma d'altra parte siamo anche troppo attaccati alla libertà per non esprimere il vivo rammarico che ci procura qualunque forma di arbitrio. Non abbiamo dimenticate le lezioni di diritto costituzionale, nelle quali è spiegata la completa e piena sovranità della Camera, alla quale unicamente spetta il giudizio sopra sè stessa, per ammettere corretto che il governo, emanazione di un partito, possa erigersi a giudice del come la Camera compia l'opera (1) L'on. Colajanni in un breve articolo pubblicato nel 'Don Chisciotte ha ricordato che per due volte ha fatto fare tentativi di questo genere presso il Ministero. - N. d. 'Jl.
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