Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 24 - 30 giugno 1899

' I RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOClALl arrestarvisi. Nè la scienza ha tendenze pregiudicate; non è nè spiritualista, nè materialista, nè religiosa, nè atea: è quel che è: nulla di profano o di sacro le resiste. Intanto di fronte agli incontrastati e solenni trionfi della scieozJ, il senso religioso dovunque si evclve, si affina, si perfeziona, nè v'è indizio che si affievolisca o si spenga. Nel suo lavorio incessante l'umanità oggi edifica un tempio del quale le due çolonne fondamentali sono la Scienza e la Fede. Alla recente esposizione di Chicago del I 89 3 si è adunato per la prima volta, il Parlamento delle religioni dove i rappresentanti di tutte le credenze espressero in nome di centinaia di milioni d'anime il loro consenso in un divino potere, proprio mentre che, nelle vaste sale de1l'E5posizione, la psico-fisica, le scienze naturali, la storia, la filologia avevano adoperati tutti i loro titanici sforzi per allargare il mondo del conoscibile, per escludere il mistero. Insomma i mistici si fanno oper0si, non tollerano più la sterilità delle solitudi:ii contemplatri;i; gli studiosi, i rapitori dei segreti più riposti della natura, mostrano di aver b:sogno di ore solitarie, di ritemprarsi nelle idealità. Lo Spencer os ;erva che se noi consideri1mo la scienza come una sfèra che s'ingrandisca gradatamente, il suo aumento accresce i punti di contatto con l'ignoto che la circonda: più si estende la s'.era del cognito e più si al1arga la regione dell'incognito, di ciò che resta ancora a sapersi. È da augurarsi che maturi i tempi, sorga un maestro mirabile nelle ricerche naturali e filosofiche, capace di raccogliere in un sistema luminoso il mondo morale e materiale. Nell'attesa del sommo intelletto continuiamo a cercare il vero, a credere nel bene, a persuaderci che i soli elementi della fdicità e della grandezza s-:>nogli scientifici e i religiosi. Entrambi ci occorrono: il culto intenso, continuo ardente degli uni e degli altri appena basti alle brame non paghe della nostra società moderna ammalata di dubbi che sgorgano dal sapere, sitibondo d'ideali che male s'acquietano nella fede. ('N.,uova Antologia, 16 giugno). U. S.: La Franciainsegna. L1 seconda domenica di gl"ugno ha costituito la grande, la clamorosa, la solenne glorificazione della Repubblica; essa h1 avuto la più unanime, la più strepitosa consacrazione. Gli incroyables non hanno altro da fare di meglio che nascondersi: i pretendenti possono riporre ma• nifesti e proclami e disfare le valigie: le duchesse squattrinate e le cocottes di alto bordo devono rassegnarsi a vedere sul più alto seggio della Fran:ia l'avvocato Loubet. Nessuna monarchia, neppure quella germanica, avrebbe saputo e potuto t lte• lar l'ordine, senza uscir dalla legalità, meglio di come fu fatto a Parigi. Immaginate i nostri pseudo-conservatori a . Parigi la sera del 2 di..:embre ! A parte l'orgasmo febbrile, la paura, la confusione babelica in cui sarebbe caduto il governo, le chiamate delle classi in congedo, la mobilitazione militare, a parte le circolari affannose e fulminanti, questi signori avrebbero subito dato mano a una mezza dozzina di progettini di legge preventivi e repressivi, a una completa consegna del potere esecutivo e giudiziario nelle mani dell'autorità militari, a un abbondante serie di strappi alla legalità e alla Costituzione. li nostro pseudo-conservatore è fermamente convinto che la libertà dev'esser tutelata da una fitta rete di bavagli e di museruole, di morsi, di martingale, di capezzoni e di groppiere. li paladino delle istituzioni non pensa che il difetto fondamentale nostro consiste nella cattiva applicazione delle leggi, nella debolezza degli uomini e nelle loro colpevoli transazioni. Quietista per egoismo, rintanato nel proprio domicilio, invoca contro i perturbatori ogn_i· specie ·di repre~- sione, e non si muove, e, ritornata la calma, sconfessa, abbatte chi dovette usare l'energia, e, per farsi perdonare il pacifico incitamento al1a severità, fa coro poi con tutti quelli che vogliono la clemenza. Con gente simile ci vorrebbe un solo rimedio : staccarli dai placidi e ben riparati nascondigli e spingerli contro le masst: che tumultuano ; oggi invece l'esperienza dimostra ch'essi spingono la prudenza sino al punto di astenersi dal combattere coll'arma incruenta del voto. La Francia c'insegna invece che obbligo di un governo è di far rispettare rigorosamente le leggi. Spalleggiata dall'opinione pubblica la Repubblica, mentre riceveva la solenne consacrazione del popolo, adoperava tutti i mezzi di polizia e militari perchè l'ordine non fosse turbato dai facinorosi di qualunque classe sociale. (}1alcuno osserverà che il Ministero Dupuy, dopo la glorificazione della Repubblica, ha avuto un voto contrario che lo ha costretto a dimettersi; ebbene, la crisi avvenuta conferma ancora una volta quali salde radici abbiano messo oltre le Alpi le istituzioni repubblicane. L1 Francia esce dalle pruove più concorde e più forte di prima. (L'Opinione, rivista politica settimanale. 18 giugno). 7Jick May : La prima scuola di giornalismo sarà aperta nel novembre prossimo nel Collegio libero di scienze sociali a Parigi. L'idea consiste nel creare un insegnamento speciale per un1 professione che comprende dai 12 ai 15000 membri attivi. Il gio~nalismo es,endo una professione conviene al candidato di r<!ndersi atto ad es~rcìtarla. La stampa è un potere sociale : essa ha dunque dei doveri che h:i talora trascurati, ed ha anche dei diritti di cui sembra sinora di non essersi fatta una cognizione precisc1. Da tutto ciò ne conseguono due necessarie applicazioni: 1° l'insegnamento puramente professionale e gl'insegnamenti speciali; 2° l'insegnamento storico, e q1 1indi la storia della stlmpa, la biografia, la giurisprudenza, la legislazione. È un opinione assai diffusa che il giornalismo non s'apprenda, che bisogna esserci chi1mati, che per scrivere delle gazzette è necessario aver ricevuto dalla natura un temperamento speciale, ma non è vero. la ciò vi poteva essere una parte di verità quando il giornale non era che un mezzo di pale nica, una diversione dalla tribuna, ma oggi col telegrafo, col telefono, colle m1cchine tipografiche perfeziònate, colla trasformazione dello spirito pubblico, sempre più avido di iuformazioni, una metarr.orfosi si è operata: la polemica è :;tata relegata al 2. piano e l'informazione è passata al 1.: informazione sotto tutti gli aspetti : di cronaca, letteratura, critica d'arte, r<!soconti, viaggi etc. Non è vero che la nostra professione si recluti in gran parte tra gli spostati, tra i non riusciti nelle altre profi:ssioni ; ma certo per arrivare al reclutamento regolare bisogna costituire dei quadri, render meno penosi ai giovani che hanno vocazione i primi passi - . Il movimento è più attivo e più pratico all'estero. A Heidelberg il professore Adolfo Koch ha organizzato un corso libero di giornalismo che ha oggi una cena prosperità. Negli Stati Uniti, l'insegnamento del giornalismo, ove esiste, è ·incorporato nei programmi generali dei corsi che conducano ai diplomi. - Ecco il programma che sarà adottato alla nuova Scuola a Parigi : 1. Lt stampa: passato, presente avvenire - missione - doveri, 2. Attitudine e preparazione al giornalismo ; 3. Conoscenze generali necessarie ai giornalisti; 4. Come si fa un giornale, un articolo di fondo, una cronaca, un resoconto; 5. Conoscenze comuni ai giornalisti che fanno il corpo del giornale e agli speci:ilisti; 6. Reportage; 7. Storia della stamra; 8. Legislazione della Stampa; 9. Storia contemporanea trattata dal punto di vista del giornalismo politico ; 10 Corso pratico di stampa, di composizione e d'impaginazione (Revtte desRevues, 15 giugno). Pierre 7Je Coubertin : La questionereligiosaagli StatiUintie in Europa. La Francia, l'Inghilterra e la Germania hanno interesse di seguire da vicino l'evoluzione del movimento amedcano provocato e condotto da Gibbons, Ireland e dal padre Hecker. I francesi si domandano se il cattolicismo lib.:rale e tollerante, come s' intende al di là dell'Atlantico, possa essere introdotto in Francia, e se darebbe una soluzione felice della crisi morale che essa traversa. In Inghilterra, in cui la religione è l'appoggio solido del governo, si è in apprensione vedendo il popolo americano inclinare verso le dottrine cattoliche, e in Germania questo medesimo timore si è risvegliato a causa del gran numero di tedeschi che emigrano in America. Non v' è ragione però da temere perchè questo rinascimento cattolico, ora all'apogeo, finirà immancabilm:nte col declinare. (Deutscl1eRevue. Giugno). Fr. Oppenheimer: La nativitànellegrandicittà. L'antichità ha avuto pure le sue grandi città : Menfi, Tebe, Babilonia, Ninive, Atene, Alessandria, Cartagine e Roma. Il Medio Evo invece le conobbe molto poco. Nel XV secolo Francoforte sul Meno non aveva più di 10,oco abit., Nuremberg 20,000, Colonia 50,0:io, ed eran centri importantissimi. Londr~ che ha ora 6 milioni di abitanti, nel I 377 ne aveva 32,coo. E sul principiare dal XVI secolo che le città cominciano ad estendere il loro perimetro. Londra arriva al mezzo milione nel 1688. È soltanto però alla fine del XVIII secolo che si fabbricano case contro case, piani su piani. Ciò produce lo spopolamento delle campagne. È questo un bene ? No. Le grandi città fanno crescere il prezzo di tutti gli oggetti di consumo alterando anche, per la ristrettezza delle abitazioni, le condizioni igieniche della vita. Le grandi città hanno però permesso il con• tatto delle idee, la fusione degl' interessi, la cooperazione delle energie, il sindacato delle forze che concorrono_ al bene,;sere generale sotto tutti gli aspetti. (Nette 7Jeutschau. Giugno). Charles '"R__icbet: La lotta per il carbone. Bisogna abbandonare l'antica concezione di una Provvidenza paterna che veglia sui suoi figli e che assicura a tutti condizioni facili e favorevoli d'esistenza. In realtà è il contrario. Per muoversi gli esseri hanno bisogno di accumulare nei loro tessuti una certa quantità dì energia, la cui sorgente è d'origine chimica, e il

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