'l(IPISTA POPOLARE 'Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCJALl 447 cusano; ma non devo e non posso difendermi perchè altrimenti si ripeterebbe che io li denunzio quasi per l'ammonizione! Ebbene: continuerò a tacere nella speranza che verrà tempo in cui potrò dimo5trare come gli stessi socialisti più intransigenti hanno dovuto rimangiarsi le accuse lanciate contro di me ed hinno dovutoaccettare - senza mai c0nfes5arlo ! - tit"ti i rniei consi~li ed a fatti riconoscereper giuste tutte le niie critiche oneste,che partirono sempreda un animo sincero e devrto alla democrazia,che aveva il solo torto di conosceredi piu e meglio deglialtri i proprii tempi e il proprio paese: questo sopratu. tto. Devo tacere, perchè a me capita questo caso curioso : dopo avere eccitato per molti anni le ire, le invetrive e le ironie dei socialisti per 11 consigliato accordo coi partiti affini ora mi si adJita com~ una causa di discordia.... Con quanta sincerità poi i socialisti intendano la concordia si potrebbe vedere solo che volessi commentare l'attitudine dei socialisti a Mantova, a Terni e altrove. Avverto che accennando alla sincerità di certi socialisti non alludo menomamente a Leonida Bissolati del cui tatto politico si ebbe buon saggio all'epoca del cosiddetto caso di Cremona. Dr. NAPOLEONE CoLAJANNL Deputato al Parlamento D.tl N° 889 de11'8 Giugno dell'Avanti riproduciamo il seguente articolo perchè esso è una conferma di quanto scrive qui sopra il nostro Direttore. La '1{.edaz.ione In ritardo ci capita sott'occhio un articolo dell'amico E. Ferri sulla Lotta di Imola in risposta a un articolo del Cabrini. Non crediamo opportuno, per ora, di entrare nella discussione che tra essi viene dibattuta. D >bbiamo però rilevare una afferm1zione del Fe.·ri che riguarda l'indirizzo dell'Avanti I Per esempio l'indirizzo dito all'Avanti!, che si è mes,o a combattere soltanto e perso:ialmente il Pdloux, come se egli fo;se il taumaturgo della pre;ente readone - anziché essere il braccio visibile della classe dominante, come lo furono il Crispi e il Rudinì e lo sarebbero il Giolitti e lo Zanardelli .... e qualche altro - questo indidzzo viene oscurando e cancel· lando la coscienza sociali;ta in molti de' nostri compagni. Ho sentito io degli operai e dei contadini domandarmi: Ma quando cascherà questo Pelloux ?! Il che significa che tutto il lavoro di educazione p-:>litica fatto in questi anni per dare una coscil!nza socL1lista (lotta di classe), dall'esagerata importanza data alla questione della libertà ... largita dal governo si è venuto disfacendo. Così non è punto esatto. Scrivemmo degli articoli, e ne scriveremo, contro il generale Pelloux per mettere in rilievo la sua slealtà di uomo politico. Questi attacchi al Pelloux erano e sono il naturale completamento di una dimostrazione più larga che v:ene fatta in ogni linea del nostro giornale: la dimostrazione cioè delle cause per le quali il Pdloux, avenJo un tale carattere o, meglio, non-carattere personale, è riuscito ad essere il più adatto stromento della reazione politica nel momento presente. Anzi, questo compito di illustrazione materi::.- listica della attuale reazione adempimmo così scrupolosamente, da negare, andando ben oltre alla tesi svolta dal Ferri nel suo ultimo discorso alla Camera, che la maggioranza tenda a spogliarsi delle sue prerogative : dimostrando invece com'essa si serva delle prerogative del Re per creare una irresponsabilità a s~ stessa nel-- l'opera reazionaria che viene proseguendo. D'altronde il trascurare l'elemento personale nel giudizio dei fatti politici, non è fare del marxismo, come pare che il Ferri creda. Legga il Ferri le pagine delll '1{.ivoluzionee contro-rivoluzione uscita in questi giorni nella traduzione italiana del nostro Schiavi, legga le pagine dove analizza il carattere di Federico Guglielmo IV di Prussia, e vedrà come il Marx, al paro di ogni vero positivista, attribuisca un alto valore alle qualità persona li degli attori politici. E, davvero, il considerare l'azione dei fattori economici senza considerare le persone che sono il mezzo con cui quell'azione si esplica, può condurre realmente a fare della taumaturgia politica. Che se il Ferri deplora di avere trovato degli operai e de' contadini i quali chiedono « quando cascherà questo Pelloux ? >> e lo deplora come indizio di un regresso della coscienza socialista delle masse, sarebbe da chiedere allo stesso Ferri se coll '..Avanti non sia colpevole tutto il gruppo socialista parlamentare che combatte a oltranza il Pelloux, che cerca ogni occasione per rovesciarlo, che organizza l'ostruzione per la difesa della libertà. Ora se questa è una colpa, l'..Avanti è orgoglioso di riconoscerla. Perchè se per opera dell'Avanti - come dice il Ferri - gli operai e i contadini mostrano di avere integrata la loro coscienza socialista colla coscienza politica, l'..Avanti non avrebbe che da congratularsi dell'opera propria, e noi non avremmo che da ringraziare l'amico nostro dell'elogio involontario. ~ La festa nazionale del lavoro (L'industria della seta a Como) Il giorno 20 dello scorso maggio l'operosa Como inaugurava la sua Esposizione adempiendo così il suo voto di onorare solennemente .il centenario della scoperta della pila. Se la Esfosizione comasca ha una speciale importanza per la mostra di elettricità, ne ha una ben più grande per quella serica, perchè in questa è riunita tutta la produzione di un'arte schiettamente italiana. L'arte della seta, conosciuta ora in quasi tutto il mo:ido civile, ebbe la sua culla in Italia e, in puticolar modo, in quel periodo d'intensa vita cittadina che va dal XlII al XV secolo, e Lucca, Firenze, Venezia, Genova, Como, Milano forano i maggiori centri in cui l'arte della seta era tenuta in grande considerazione, perchè e principi e repubbliche sempre protessero con amore quest'arte che è una delle più nobili e delle più gloriose. L'arte serica co~tituiva allora la vera gloria industriale d'Italia, anzi i drappi it1liani erano ammirati ovunque per lo splendore e la vivacità dei colon, la squisittzza dti disegni, l' es 2. ttezza dell'esecuzione. · Però, ben presto anch'essa dfcadde, perchè le vicende politiche la fecero emigrare in Francia, in Svizzera, in Germania, perdendo quell'artistica genialità che i nostri bravi tessitori le avevano data per assumere nuovi caratteri più. conformi allo spirito e alle tendenze dei popoli d'oltr'Alpe. Quei broccati, quei damaschi, che con tanta valentia erano fabbricati in Italia, tosto scomparvero sui mercati europei, e il buon nome italiano a poco a poco si oscurò anche laddove aveva brillato per lunghissimo tempo di fulgida luce. Ma in mezzo a tanti sconvolgimenti una sola città resistette con singolare tenacia per conservare le seriche tradizioni, la ridente ed industriosa Como, la quale con grandi sacrifici combattè eroi-:amente per quell'industria cui aveva dato tanti secoli di operosa energia. Le vicende politiche attenuarono bensì la produzione comasca ma non l'uccisero e i setaiuoli del Lario s'assimilarono a poco a poco tutti qui-i metodi di fabbricazione ebe i nuovi gusti, le nuove scoperte meccaniche avevano apprestato alle altre nazioni.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==