Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 23 - 15 giugno 1899

'R.IVISTA POPOLARE DI 'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI piosissimo materiale raccolto ; e in due mesi scriyere un volume di circa quattrocento pagine! ~Spesse volte chiuso nella mia modestissima stanzuccia di lavoro in Castrogìovanni, non rallegrato e non confortato che dal sorriso dei miei adorati bambini e dalle parole della mia compagna temetti di venir meno ; ma nel lavoro da schiavo sino all'ultimo fui sorretto da questa idea : com - piere un dovere. A fine Ottobre terminai di scrivere il libro senza poterlo rileggere, senza poterlo esaminare nei detrngli e coordinare sulle bozze di stamp.:i, com'era mio desiderio ardente, e come avevo messo per condizione esplicita all'editore. Ero sicuro, sicurissimo, che la stampa monarchica non potendo negare e confutare una sola ragina dell'Italia nel 1898 avrebbe fatta la più rigorosa cospirazione del silenzio ; lo temevo specialmente pcr parte della stampa di Roma e di Milano. Così avvenne; e la Perseveranza che ne annunziò la pubblicazione - avvenuta con ritardo nel Gennaio, per cause a me ignote e da me indipendenti - dopo averlo letto credette savio non mantenere la promessa di occuparsene.~ Et pour rause..,. Speravo, però, che la stampa democratica di ogni gradazione - in prima fila quella -socialista, ch'era la più interessata nella quistione - avrebbe discusso con ardore il libro ed avrebbe rotto il silenzio disonesto, ch'è nelle tradizioni del giornalismo italiano, e che viene scupolosamente osservato quando ad esso non è dato di alterare il pensiero dell'autore per poterlo, all'uopo, calunniare. Era ben legittima la mia speranza, poichè avevo la coscienza di avere reso, scrivendo quel libro, un servizio alla causa della libertà., della giustizia e della verità, ch'è la causa dtlla democra2ia. Invece ebbi a provare la più amara delusione! Gli ~tessi amici del Secolo non se ne occuparono che ...in cronaca. Tacquero, o vi accennarono di vol0, come ad uno dei tanti inutil libercoli che vedono la luce nel nostro paese, i numerosi giornaletti repubblicani e socialisti; qualcuno, facendo mostra di una fenomenale insipienza - come un giornaletto repubblicano di Napoli - ne disse corna. Tra gli amici solo Pio Schinetti ne scrisse con amore; e tra gli avversari lo fecero segno a critiche oneste la Gaz.z_ettadel Popolo di Torino e l'Economista di Firenze. Tacque la Giustizia di Reggio Emilia e tacque l'Avanti! il solo giornale, che avrebbe potuto scriverne imparzialmente in Roma. Confesso che fui amareggiato oltremodo da questo silenzio, che riuscivami più penoso per l'interesse e la magnificazione in prò di alcune pubblicazioni che vogliono - essere storia e sono romanzi, che pretendono essere ::pplicazioni del materialismo storico e ne sono la contraffazione grottesca. Del silenzio mi addoloravo non già perchè mi venisse meno una réclame, alla quale non tengo affatto - se vi tenessi la mia penna dovrebbe essere al servizio di ben altre cau- ~e -; ma perchè me lo immaginavo proneditato. Quel silenzio dell'Avanti! e della Giustizia me lo spiegavo per la seconda edizione del Socialismo, nella cui prefazione ho commesso il sacrilegio di mettere una frase riuscita sgradita ad un nume soçialista 1 ma per L'Italia nel 1898 ?.... Mi si voleva forse punire perchè avevo riprodotto un brano di uno scritto di Filippo Turati? ... In parte m'ingannavo. Infatti l'Avanti! (nel N.0 del 4 Giugno) dopo sei mesi si è occupato del libro con questo giudizio complessivo di cui sono grato a Leonida Bissolati che lo ha dato : « Il libro del Colajanni benchè risenta della fretta onde fu compilato - e la fretta venne da me confessata nella prefaz...ione - offre nelle sue linee generali il quadro interno di quel triste periodo, nella sua preparazione lontana, nella sue occasioni prossime, nei suoi casi più caratteristici, nelle sue conseguenzevicine e remote, nei raffronti con avvenimenti analoghi del tempo passato e della storia contemporanea dì altri paesi. È un libro, di cui consigliamo la lettura a quanti amano farsi un concetto largo di quegli eventi, a cui si devono le condizioni della vita politica attuale d'Italia ... >> Dopo di che, crederanno gli amici lettori, che a me non resti che ringraziare il valoroso direttore dell'Avanti! Pur troppo non è cosi, perchè Leonida Bbsolati alla fine della sua benevolissima recensione scrive : Il Colajanni prosegue: « per parte mia non esito ad aggiungere che se le barri.::aterimasero indifese, se i moti non furono più gravi, ciò si deve al fatto che mancò assolutamente ogni preparazione ed ogni direzione, e sopratutto al dissidio tra i sociali&ti e una borghesia colta e repubblicana che ba un obbiettivo determinato, ma che ebbe tagliati i garetti dal socialismo che le sottrasse le masse. » Il che è vero, ma solo in parte. È vero, doè, che mancò ogni prepar.;zione e ogni din zione; n::entrenon è vero che la causa della debolezza della parte repul:- blicana e democratica sia da cercarsi nell'opera dei socialisti. Quest' è una delle idee fisseche annebbiano nell'on. Colajanni la Fercezione esatta delle cose, e gli fanno scrivere spesso deIle parole ingiustamrnte ingiuriose all'indirizzo dei socialisti ch'egli non si perita, quando gliene capita il destro, di additare come i responsabili delle condizioni politiche a cui è oggi ridotta l'Italia. Con che egli porge, senza avvederstne, armi alla reazione contro di noi, e acuisce le ragioni di dissidii che nessuno più di lui sa quanto sia doveroso il troncare. Ingiusta ingiuria ai soci~listi, dalla quale il Colajanni desisterà solo che rifletta come gli inconvenienti connaturali al periodo di formazione del partito socialista (il quale per essere, doveva staccarsi dai partiti borghesi) quelli inconvenienti, diciamo, sieno stati di gran lunga comprnsati dall'a!uto potente di forze vergini che il partito socialista, nna volta formatosi, potè portare alla causa della democrazia. Perchè meglio che di masse sottratte ai partiti affini, è il caso di parlare di masse nuove, forti di invincibile coscienza, condotte sul campo della battaglia politica dalla virtu dell'idea socialista. Il che è attestato dal mirabile contributo di energie che oggi, per la prossima lotta amministrativa, i socialisti mettono a disposizione della democrazia milanese contro la Vandea moderata e clericale. Ora in queste parolt: sono contenute contro di me accuse la cui gra,·ità è pari soltanto alla ingiustizia. Intanto io non posso e non devo difendermene per ora e per molto tempo ancora - sino a quando durerà la presente reazione. Di fronte ai socialisti mi troYo precisamente negli stessi rapporti nei quali ogni repubblicano si trova rispetto ai monarchici. Questi ultimi sfidano gli avversari a provare la superiorità dell~ istituzioni predilette; ma quando la sfida viene accettata sul serio interviene il Fisco e chiude la bocca agli imprudenti. Cosi i soçialisti verso di me ; mi ac -

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