Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 23 - 15 giugno 1899

442 '1{.IPISTA'POPOLARECJJI'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI stato corrispondente ai loro sforzi : immenso. Ciò che sembrava utopia irrealizzabile oggi è un fatto compiuto! La Cassazione francese ha pronunziato la sua sentenza ed ha ammesso alla unanimità la revisione del processo Dnyfus. Quale lezione per la magistratura iraliana ! IL martire ddl' !,;ola del Diavolo è in viaggio e tra poco sarà restituito alla famiglia, alla patria. Il trionfo della giustizia è stato completo ed ha condotto al trionfo della repubblica. La revisione mise alla gogna il militarismo· e b giustizia trionfante ba costretto a venir fu~ri al!a 1 uce del giorno la reazione livida e abbietta che dietro di esso si appiattava. Realismo e imperialismo, impersonati in un canagliume, la cui nobiltà dalla Revue desRevues era stata ~imostr..ita falsa di sana pianta - in un canagliume i cui blasoni erano stati insozzati nel fango della suburra, tra i souteneurs, i bari, i parvenus dei più b.1ssi fondi parigini, ~ le cocot/es - quando videro smascherato il militarismo, che, in nome del patriottismo e della revanche, doveva uccidere a tradimento la repubblica, colla ptrturbazione propria degli agonizzanti, si decise alla prova suprema. Si ebbe l'attentato ignobile di Auteil contro il Presidente Loubet, nel quale i protagonisti monarchici fecero una figura più ridicola di quella degli incroyables e dei muscadins nella MaJama .. Angot .... L'attentato suscitò la nausea perchè era tutto a base di codardia, degna degli ultimi degenerati rappresentanti dell' imperialismo : e poteva anche essere lasciato cadere nel disprezzo. Ma in esso repubblicani e socialisti videro una sfida, e la raccolsero. Dettero la posta agli irreconciliabili nemici della libertà e della giustizia, a Loogchamps. Ma quei vili, capeggiati dal rinnegato Rochefort, non ten · nero l'invito; essi vollero conservarsi pfr le prodqz.e delle case da giuoco e dei lupanari, quando si accorsero che non potevano contare sulle baionette dei soldati. Per la giornata del Grand prix di Longchamp:; s1 fecero le più fosche previsioni; un governo come l'italiano avrebbe impedito la riunione; ed avrebbe impedito la riunione o avrebbe fatto in modo almeno, che alla festa, che minacciava tramutarsi in sanguinoso conflitto, non fosse intervenuto il Capo dello Stato. In Francia, invece, il governo, forte dell'appoggio del popolo, prese delle grandi precauzioni - e glie ne va data lode - ma permise che la giornata del Grand prix passasse come tutte le altre. E la giornata passò con una dimostrazione colossale in favore del Presidente Loubet e della Repubblica, a marcio dispetto dei reazionari italiani che aspettavano ansiosi da Parigi l'annunzio di un pronunciamento, che l'avesse fatta finita, annegando nel sangue la 11bertà. Auteuil e Longchamps, la viltà imperialista e l'i1;11poncnte affermazione repubblicana, ebbero un epilogo parlamentare, in parte inatteso, che in Italia sembrerebbe assolutamente ingiustificato. Il ministro Dupuy allarmato giustamente dell'audacia mostrata dalla jeunesse dorée ad Auteuil, e dalla promessa fatta da repubblicani e da socialisti di trovarsi in centin.1ia di migliaia per dare una salutare lezione agli ete1ni nemici loro, prese grandi precauzioni - forse soverchie - per fare rispettare ad un tempo l'ordine e il diritto di riunionr. Parve ai socialisti che la polizia abbia commesso delle violenze ingiustificate - vere bazzeccole di fro:ite a quelle quotidiane della polizia italiana - nella giornata e nella serata del grand prix di Longchamps; e Vaillant mosse immediatamente interpellanza al governo. In Francia, dove il regime. rappresentativo è cosa vera e reale, di un fatto degno di attenzione si discute in Parlamenta immediatamente; non ci sono ministri vili che la discussione sfuggano - e più ~olte brillantemente nell'ultimo ministero lo provò 11 Delcassè; - non ci sono deputati servili, che alle disoneste e illiberali richieste acconsentono. Perciò l'interpellanza Vaillant venne presentata e svolta l'indomani delle corse di Longchamps. Il risultato ? Questo - chiaro, netto, preciso : da un lato la Camera dei deputati che con 321 voti favorevoli contro 173 accetta il seguente ordine del giorno Ruau: la Camerarisoluta a non sostenereche un governodecisoa difendereenergicamentele istituzioni repubblicanee ad assicurare l'ordine pubblico, passa all'ordine del gforno; dall'altro un Presidente del Consiglio che non si contenta di un ordine del giorno, che non suona esplicita fiducia e se ne va, pieno Ji fierezza e di dignità, respingendone un altro che in fatto non suonava approvazione incondizionata all'opera sua. Non aveva il ministro D1.1puydifeso energica. mente le · istituzioni repubblicane? e non aveva mantenuto l'ordine pubblico ? Certamente. Perchè d~~que non otte~rne q11ella fiducia piena ed incond1z10nata che chiedeva? Per avere difeso la polizia! Riassumiamo. In Francia la revisione del processo Dreyfus ha provato che ci sono dei giudici... a Parigi; le giornate di Auteuil e di Longchamps hanno provato che la repubblica è oramai incrollabile; la discussione della interpellanza Vaillant e il voto consecutivo hanno fatto noto che delle intemperanze <lella polizia non si vuole sapere· e il ritiro di Dupuy ha insegnato, che non si può ;imanere al go,;;erno con dignità se non si gude della fiducia illimitata del Parlam~nto. E tutto l'insieme - lo tengano bene in mente gl'imbecilli che in Italia vaneggiano sulle cose francesi ! - ammonisce che in Francia colla repubblica vivono armonicamente: il regime rappresentativo, l'ordine, la giustizia e la libertà! Passiamo in Italia .... Siamo in piena pochade. Un generale, che avrebbe dovuto portare nel governo la fierezza e la dignità, resta al suo posto con un voto procurato col silenzio equivoco sulla quistione chinese mentre gli assestavano uno schiaffo: Di Rudinì sulla guancia Destra e Fortis sulla guancia Sinistra. Si resta al governo colla semplice missione di farvi la quotidiana apologia - accettata dalla maggioranza come un vangelo - della polizia, e per fare trionfare la reazione. - Contro la reazione non istà a combattere nella Camera che la sola Estrema Sinistra. La storica Sin-istra ne guarda l'azione con simpatia; ma inerte, mette in evidenza la propria impotenza, a cui è riuscita dopo venti anni di malgoverno. L' Estrema sinistra calma, serena e fiera com-

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