Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 23 - 15 giugno 1899

452 'R._IVISTA POPOLARE DI 'POLITICA LETTERE E !,CJENZE SU(JALl in Austria, e in Berlino I'« Allgemeiner Deutscher Schulverein », aggiuntisi a un' « associazione scolastica tedesca » fondata a Innsbruck, con intenti antitaliani, del 1867, e molte e molte altre società d'ogni specie, tutte dirette a difendere la lingua, lo spirito e il st:ntimento germanico nell'Austria. Nè si può sostenere sia stata scarsa la resistenza dd Tedeschi, concordi essenzialmente, per somiglianza d'interessi, coll'elemento magiarico nella politica interna ed estera, all'allargarsi ed espandersi degli Slavi e all'accrescersi della loro importanza politica nella Cisleitania, come mostra la progressione della lotta andando da quella pel ginnasio sloveno di Cilli a quella che dura, dall'aprile 1897, per le« ordinanze su le lingue))' indizio dello stato d'animo tedesco repugnante, a ogni costo, a sottomettersi ad ~ma maggiorità slava, 'titolata addirittura di barbara. E verissimo che, per il fatto stesso del grado superiore di civiltà, i Tedeschi si suddividono in moltissimi partiti politici, a differenza de' loro avversari che, meno progrediti economicamente e socialmente, eccetto, in parte, gli Czechi, si sminuzzano meno e obbediscono a impulsi più concordi. Ma che nessuno s'inganni; perchè, di fronte al supremo pericolo d'una completa egemonia slava, i variopinti partiti tedeschi li vediamo sempre più tendere a riaccostarsi e a dimenticare i dissensi parziali per far testa all'irrompente nemico. Nè potrebbe essere altrimenti, perchè si tratta di questione vitale per la nazione austro-tedesca; e un popolo di solito soltanto quand'è in sul decomporsi e in sul decadere si impiglia esclusivamente in lotte intestine, che ne consumano ogni energia. Che oggi sieno tutti gli Austro-tedeschi risoluti ad unirsi all'impero germanico nessuno vorrà sostenerlo e, del resto, poco importa, perchè nel complesso, son decisi di tentare ogni via, pur di non sottostare a quella che loro pare un'onta, alla soggezione slava: quindi le propensioni pangermaniche dovranno crescere indubbiamente piu che l'amor proprio e i supremi interessi nazionali tedeschi saranno minacciati. Nè è da aspettarsi che, col tempo, gli Austro-tedeschi si pieghino. I popoli troppo di rado e difficilmente si rassegnano a perdite, come quella sofferta da essi, sino al 1880, salvo forse il periodo di oscillazioni del ministero Hohenwart, tutto ed oggi su la strada di divenire una quantità secondaria, specie poi quando par così naturale e semplice il rimedio che, nel caso loro, consisterebbe nell'unione politica colla grande schiatta germanica, sentimento piu vivo, dove più viva è la lotta, in Stiria e in Boemia, ma da per tutto ormai diffuso. Le « ordinanze su le lingue,. hanno fatto scatenare il furor teutonico, perchè minacciavano i resti della supremazia politica de' Tedeschi, estrinsecantesi nel primato idiomatico. Giacchè queste benedette ordinanze costituiscono, per ora, l'episodio saliente della lotta slavo-tedesca, vediamo un po' da vicino in che cosa consistono. Dopochè lo svolgimento della vita economica e politica nella Boemia ceca e l'accresciuta coltura, ebbero sostituito, del tutto i « giovani » a' « vecchi Czechi » per la tutela de' loro interessi di feudali e grandi proprietari, accordatisi fo un compromesso, nel 1890, co' Tedeschi, il ministero Badeni non immaginandone le consegùenze pubblicò,il 5 aprile 1897, le magne « ordinanze su le lingue » (Sprachverordnungen ), che riconoscevano la parità del tedesco e del czeco, e quinai ammettevano l'uso d'ambedue ne' rapporti interni ed esterni di tutte le amministrazioni stabilendo che, a partire dal 1901, tutti i funzionari dovessero sapere l'uno e l'altro idioma. Il qual provvedimento era, senza dubbio, teoricamente ingiusto, in quanto obbligava ad usare ambedue i linguaggi anche ne' paesi puri; cosa assai importante, perchè in Boemia l'orrore che le due nazionalità sentono reciprocamente è così forte da esservi molto rari i luoghi misti e poche anche le isole etnografiche, predestinate a sparire. Del resto tutti sanno che la correzione del ministero Gautsch ( 5 m,m o 1898) che, ripartendo la Boemia in tre territori linguistici, tedesco, czeco, misto, statuiva obbligatorio l'uso del czeco e del tedesco soltanto nell'ultimo, e rendeva astrattamente giuste le ordinanze medesime, non è valsa se non a scontentare anche gli Czechi, senza calmare i Tedeschi, cht: pretendono il ritorno all'antico. Nè, a dire il vero, c't:ra da ripromettersi altro, poichè, per quanto i Czechi e i Tedeschi cerchino di coprire i loro scopi ultimi col paludamento solenne del diritto e dell~ giustizia, pure, in realtà. aspirano gli uni a sopraffare gli altri sottintendendo che diritto e giustizia esistono soltanto, quando giovano. I Tedeschi pel momento, in atusa di ben altri eventi, ;(Ccetterebbero la separazione dalla Boemia czeca, perchè in minoranza e minacciati, non però gli Czechi, speranti di annientare o almeno danneggiare;: gravemente i loro avyersari, aiutati come sono dal governo, dalle ammfoistrazioni e dalla. gerarchia cattolica, quasi da per tutto favorevole ad essL (Continua) AGOSTINO SAVELLI. A mericanisn10o in1perialismo i (Continuazione -· Vedi Numero 21 ). La piu recente e solenne applicazione della teoria di Monroe ebbe luogo nella contesa di confini fra la Venezuela e la .Guiana Inglese, risoluta pacificamente per mezzo di arbitrato dopo uno scambio di molte note diplomatiche fra Stati Uniti ed Inghilterra, di cui alcune così vivaci da far temere perfino una rottura imminente delle relazioni dei due pàesi. La contesa è di troppo recente data, perchè vi si debba ritornare sopra; ma è bene però rilevare l'atteggiamento di Cleveland e del suo segretario Onlt'y da una parte e quello di Lord Salisbury dall'altra. Onley, svolgendo ed applicando la teoria di Monroe. diceva: « Se la Gran Brettagna si appropria del territorio venezuelano, non fa caso che essa ciò faccia col1'avanzare le frontiere di una vecchia colonia invece che coll'impiantarne una nuova ... » Questo fu apprezzato nel mondo politico come un pretesto per coonestare l' interferenza degli Stati Uniti in una vertenza che non comprometteva nè i suoi interessi diretti, nè la sua pace, nè la sua forma di governo. Cleveland andava più oltre ancora. Avendo l' Inghilterra dapprincipio rifiutata l'idea americana dell'arbitrato, egli, nel messaggio al Congresso, diceva che gli Stati Uniti avrebbero dovuto investigare la faccenda per mezzo di una commissione ed ottenerne un rapporto. « Quando tale rapporto è stato fatto ed accettato, egli sarà, a mio modo di vedere, dovere degli Stati Uniti di opporre resistenza con ogni mezzo in proprio potere, come ad una selvaggia aggressione sui propri diritti ed interessi, all'appropriazione da parte della Gran Brettagna di qualsiasi terra o all'esercizio di giurisdizione governativa su ogni territorio, che, dopo l' investigazione, noi avessimo determinato spettare di diritto alla Venezuela ». Lord Salisbury, in risposta ad una nota di Onley,. diceva che « il governo brittannico accetta la veduta o dottriua che ogni disturbance dell'esistente distribuzione territoriale nelle Americhe per qualsiasi nuovo acquisto da parte di qualsiasi stato europeo sarebbe un cambiamento altamente inespediente ». Lord Salisbury così, in via diplomatica, convalidò la teoria invocata dagli Stati Uniti e, quantunque dopo lungo resistere, finì col cedere alle richieste del governo nord-americano, le quali egli aveva prima considerate come abusiva interferenza. Tracciata così la storfa della teoria, detta di Monroe, si vede chiara la sua evoluzione dal tono molto pacifico,. per quanto risoluto, del Presidente che la emise, a quello decisameute aggressivo dell'ultimo Presidente ad applicarla. Mentre Monroe dice che l'intel"fere □za europea sarebbe guardata come atto non amichevole verso gli Stati Uniti, Cleveland affcrDla che bisogna resistere con ogni mezzo ad una selvaggia usurpazione.

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