RIVISTA POPOLARE 'IJI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOC..\ALl votarono per la destra. Ogni altra attenuazione non è che un'ipocrisia, per non dire una menzogna. Io senza insistere sul valore delle dichiarazioni dell'onorevole presidente del Consiglio, che sono già state esaminate, vengo alla conclusione. La conclusione è questa, che, attraverso tutto questo chassezcroiser di persone, attraverso . tutte queste piccole, diremo, sconvenienze, e' è qualche cosa che non ferisce le persone, ma ferisce più in alto, forisce cioè le cose, ferisce le istituzioni. Badate, io non sono tenero di certe forme delle istituzioni però sono tenerissimo del regime rappresentativo. Ora il regime rappresentativo, qui e' è un pubblico elettissimo che mi intende, va al di là delle parole dello Statuto, va al di là del Re, o del Presidente delJa Repubblica, è qualche cosa di più alto, di più nobile, di più elevato e generale. Tutto quello eh' è avvenuto ferisce, dico, le istituzioni reppresentative, perchè conduce fatalmente a quest'altro fatto, veramente scandaloso nella nostra vita pubblica, che cioè non v' è continuità di pensiero tra il deputato ed il ministro; perchè conduce a quel dissidio permanente con sè stessi, di coloro, che oggi siedono al banco dei ministri e che ieri sedevano al banco di deputato. Questa contraddizione permanente fa sì che il popolo non creda più alla sincerità ed alla lealtà delle manifestazioni sia al momento del voto, sia quando vede andare al potere uno degli eletti. E solamente per alcuni uomini di questa parte della Camera, che si hanno votazioni senza carattere personale, senza secondi fini, ma per tutto il resto delle votazioni, fatte le debite eccezioni, noi sappiamo da qual criterio siario determina te, certo con l'assenza completa del bene della Patria. Voci. Oooh I Oooh ! ( Rumori vivi~simi - Benissimo I all'estrema sinistra). Crispi. Domando di parlare per fatto personale. Dunque, onorevoli colleghi, dato questo discredito de]]e istituzioni parlamentari, fatto doloroso, che noi tutti dovremo impedire, lasciatemi, che, prima di venire alla conclusione, io vi narri di un grande oratore, che fu anche un grande uomo di Stato, di Thiers. Si discuteva nel corpo legislativo frantese, il 2 aprile I 869, delle condizioni interne della Francia e delle istituzioni, che l'impero aveva dato alla Francia, del bisogno urgente di riforme, del bisogno impellente di libertà: e vedremo se Thiers avev;:i..ragione e dove arrivò. Molti lo interruppero, e queste interruzioni si capiscono quando si dicono delle verità che non riescono a tutti gradite. Thiers diceva : vedete in Inghilterra con la monarchia non ci sono repubblicani, è il solo paese in cui repubblicani non ci siano! E sapete perchè non ci sono? Perchè l'essercene sarebbe un non senso. (Questo h dissi altra volta alla Camera, e dal banco della Presidenza mi richiamarono, quasi che io avessi fatto un insulto alle istituzioni). Molti interruppero il Thiers, gli dissero : ma cosa andate contando voi che avete scavato la fossa alla monarchia di Luigi Filippo ? Non vedete che le istituzioni inglesi non sono possibili sul continente europeo ? . on vi accorgete che hanno fatto cecca dappertutto ? Ma non vi persuadete che la Francia non è adatta? Ed il Thiers allora in una magnifica improvvisazione disse come e perchè le istituzioni inglesi, il regime rappresentativo costituzionale quale si è andato svolgendc in Inghilterra, non fossero attecchiti cul continente europeo. Onorevoli colleghi, non mi interrompete in quello che sto per dire e lasciatemi finire; dopo lapidatemi, moralmente si intende I Il Thiers disse dunque: allora quando le irresponsabilità da un lato e le responsabilitàministeriali dall'altro diventano una finzione, il popolo presto o tardi conosce che di finzione si tratta. E soggiungeva: la casa dellamonarchia. (È il Thiers che lo diceva ....) Voci. Si sai Colajanni.... è una casa di cristallo, dove tutti vedono,-ed è di cristallo, soggiungeva lui, e percio molto fragile. Dunque non attecchiscono fra noi le istituzioni rappresentative, che riescono alle adulterazioni deplorevoli perchè le irresponsabilità da un lato e le responsabilità dall'altro sono una finzione da tutti conosciuta. E conchiudeva il suo discorso volgendo al ministro presidente : Dateci la libertà (e voi non ce la potete dare onorevole Pelloux, perchè non è in vostra facoltà di darla), dateci le libertà, perchè potrà venire il giorno in cui i figli della Francia siano chiamati alla frontiera a versare il loro sangue per una causa che non sanno quale essa sia I Parlava così il 2 aprile r 869, e voi sapete che non passarono che un anno e Sedan distrusse l'Impero e produsse la rovina della Francia. Io non voglio fare il profeta, non ne ho la virtù ... (U!J! uh!) Jo dico semplicemente: non vi lamentate del popolo, se il popolo quando avrà perduta 1n. fede in noi, la fede ne]]e istituzioni, penserà a provvedere alla propria salute. (Approvazioni all'estrema sinistra. - Rumori). Per la solita sovrabbondanza di materia siamo costretti a rinv1are ai prossimi numeri degli articoli gia preannunziati. La guerra \ e divenutiampossibile ? Conversazione di W. Stead con Bloch. Chi sia "\V. Stead i nostri lettori più o meno lo sanno: è l'apostolo della pace in Inghilterra dove fece una splendida campagna contro la corruzione dell'aristocrazia e dell'alta borghesia nella 'Pali Mall Gazzette. Meno noto è il signor Bloch: è un banchiere di Varsavia che ha scritto un libro che gli acquistò subito una grande celebrità, è la cui lettura si dice che abbia suggerito allo Czar la circolare Mouraviefl. eh' è riuscita al Congresso dell'Aja. , Il futuro della guerra - il libro di Bloch - proibito da principio in Russia è stato tradotto in francese e in inglese. Era naturale che in questo momento il banchiere polacco fosse intervistato, e niuno aveva maggiore autorità di farlo quanto lo Stead, che del colloquio dà relazione nel supplemento della Review of reviews del 1 5 Maggio. Ne diamo un largo riassunto di cui siamo sicuri che ci sapranno grado i nostri lettori. « Ci chiamano utopisti, idealisti, visionari, cominciò Bloch, perché noi crediamo che la guerra sia alla sua fine ! Ma che. cosa è un utopista nel senso offensivo della parola? E un uomo che vive sognando l'impossibile; ma io sono pronto e preparatoa provare che i veri utopisti sono coloro i quali credono nella guerra; coloro che l'attendono sono dei visionari della peggiore specie ! >> « .Ma questo è un paradosso, soggiunge Stead; ultimamente abbiamo avuto la guerra ispano-americana; e un anno avanti la guerra turco-greca. Quando divenne impossibile la guerra?>> « Oh ! replicò Bloch con vivacità, non alludo a queste affermando che la guerra è divenuta impossibile e nemmeno alle guerre coloniali contro i barbari. La guerra impossibile è quella fra le grandi nazioni che s'impegnino con tutte le loro forze in una lotta per la vita o per la morte ». « Del resto si ammetterà volentieri che la guerra sia divenuta impossibile anche tra piccoli Stati. Se la intraprendessero il Belgio o la Danimarca per la loro temerità sarebbero soppressi dalle maggiori potenze vicine. Questi piccoli Stati sono oramai nella condizione dei signori feudali i quali non poterono più esercitare il diritto di fare la guerra privata appena si sviluppò un forte potere centrale. >> << La guerra impossibile intanto è anche quella che da circa trent'anni preoccupa gli spiriti: quella tra la Francia e la Germania - o se si vuole tra la 'Duplice e la Triplice >>. « La guerra è divenuta impossibile dal triplice punto di vista militare, economico e politico. Il grande sviluppo del meccanismo della guerra l'ha resa una operazione impraticabile. Le dimensioni degli armamenti moderni e l'organizzazione della società hanno reso la sua prosecuzione una impossibilità economica ; chi volesse intraprenderla andrebbe incontro ad una catastrofe, che distruggerebbe la sua organizzazione politica. Cosi ogni tentativo di fare la grande guerra sarebbe un suicidio. « Questo giudizio si dirà che ha poca autorità perchè viene da un incompetente - un banchiere non può saperne quanto un generale - ; ma i libri moderni di
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