<J{IPISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI - però la sua vita fu bre.-e e gloriosa come quella di Ercole. Insegna la fisiologia, che quando l'anitroccolo sboccia dall'uovo e vede l'acqua di uno stagno vicino, vi salta dentro e comincia a nuotare. Ebbene,· se sapere e prevedere, posso affermare che il neonato alla vista della baia vi salterà dentro, perchè nel suo asse ctrebro-spinale preesistono ca tene di cellule e di fibre, onde i movimenti riflessi si determinano. Non manca che l' eccitazione perche si destino le onde molecolari nervose, le quali hanno già delle correlazioni con le cude della baia. Ci è dunque la possibilità d'insorgenza dd movimenti riflessi, che finiranno con quel determinato movimento: il salto dell'anitroccolo. E ·;i poi ..... Catania 15 Maggio '99. Prof. LUIGI MARINO N. B. Questo articolo arrivò tardi per essere pubblicato nel numero precedente; ma per assestare scudisciate sulla faccia degli italiani si è sempre in tempo. Ecco perchè lo pubblichiamo. La 'l{_edazio11e Il discorso dell'on. N. Colajanni sulle Comunicazioni Pelloux Pubblichiamo per intero il resoconto stenc:rgrafico, ufficiale - noti bene il R. Fisco! - del discorso pronunziato alla Camera dal nostro Direttore sulla discussione delle Comttn:cazioni del 2. 0 gabinetto extraparlaml:!ntare Pelloux, perchè questo discorso sottolinea il significato vero della importantissima votazione segreta ( r) che alla Camera si è raccolta, in difesa delle alte prerogativeparlamentari, sul nome di Giuseppe Zanardelli; e perchè le dichiarazioni fatte il giorno 3 1 dall'on. Pelloux, e l'impenetrabile suo successivo silenzio - nemmeno scosso dalla scudisciata Bovio denunziante l'agguato - hanno confermato quel che ha detto per primo nel suo discorso l'onorevole Colajanni, e cioè che il ministero è un ministero comandato. « Il ministero è qm llo che è - esso si è formato pc-r poter raccogliere una maggioran~a che gli permettesse di lavorare - la sua maggioranza è unicamente composta dai difensori delle istituzioni - » ha detto Pelloux spiegando il mistero della sua 2.a incarnazione : e se il ministero Pelloux non si sa quel che sia, se non sì può penetrare ancora il programma che vuol lavorare, se il nuovo Salvatore schi~ra tra i sovversivi persino Zanardelli, Giolitti, Coppino e Nasi, passati decisamente all'opposizione, che vuol dire ? Piace a chi comanda .... e basta. È vero che il ministero per non esser cacciato via ha dovuto sconciamente nascondersi dietro il paravento delle dichiarazioni di Visconti V enosta, dichiarazioni sibilline che hanno potuto contentare Rudini, che trepidava per la contradizione, perchè gli son parse anti- espansioniste, e nel temµo stesso nel dubbio, hanno potuto far astenere Alessandro Fortis che aveva inchiodato alla gogna dei voltafaccia Pelloux, Baccelli e Lacava; ma che importa? Il ministero del generale si è salvata la pelle, e quanto alla dignità penserà a comodo suo. LA REDAZlONE. (1) Le votazioni pubbliche successive dell'opposizione, sempre più assottigliantesi, sono l'esponente del coraggio civile dei rappresentanti della Nazione. N. d R. Colajannl. Onorevoli colleghi, non è facile il compito del, l'oratore poco fortunato che deve prendere a parlare immediatamente dopo chi milita nel proprio partito: accade, naturalmente, a questo oratore: poco fortunato di trovare che il terreno è stato, in gran parte, occupato dall'oratore precedente. Ed io sono lieto che l'oratore precedente abbia toccato alcuni punti, e li abbia toccati bene, mentre forse io li avrei trattati m..,Jto male. Sulla politica coloniale, di cui si parla in questa discussione, non ho che da fare dichiarazioni brevissime ; non ho che da esprimere desideri chiari, netti ed ardenti. Io vorrei che di politica coloniale si parlasse, una buona volta, ex-professo, nella Camera, e si dicesse chiaramente al paese: questi sono gli obblighi, questi i s:.icrifizi di un popolo che vuole imprendere virilmente la politica coloniale; questi sono i benefici che potrà aspettarne. Per quanto io mi sia studiato di conoscere il pensiero della Camera su questo argomento, ho veduto sempre che, nelle discussioni tutte, dal 1885 in poi, salvo guizzi vivaci, c'è stato sempre l'equivoco ; non si è mai detto chiaramente sin dove si voleva arrivare. Si son fatte nascere molte speranze nell'animo del popolo; ma, certamente senza volontà di coloro che erano la causa diretta ed immediata del fatto, si è ingannato il paese. Io credo che l'uomo il quale più energicamente volesse la politica coloniale, ed a ve,se più chiara la visione dei fini da raggiungere, sia stato l'on. Crispi. Però, egli ebbe un torto molto grave : quello di esseni associato un ministro del tesoro, che io stimo moltissimo appunto per le sue qualità speciali di ministro del tesoro, ma che stringeva la borsa, quando l'onorevole Crispi le voleva molto allargare. (Interruzione a bassa voce del deputato Crispi). L'onorevole Crispi m'interrompe sommessamente, per dirmi che l'onorevole Sonnino non volle mai stringere la borsa. È questa una contestazione nella quale io non mi cimento; certamente, fra loro, si possono intendere meglio. Certo si è che ci fu una voce, in quei tempi, non ismentita, che ci fosse in seno del Ministero contrasto vivissimo tra chi voleva spendere troppo e chi non voleva spendere (ed aveva ragione; ma aveva il torto di stare con l'onorevole Crispi) e chi non voleva spendere tutto quello che gli si domandava. Crispi. Non è vero I Colajanni. A tempo debito non avete smentito. E poi voi siete infallibile. (Si ride). Ma lasciamo stare tutto questo e veniamo una buona volta alla sincerità politica; diciamo nettamente quello che si vuole e dove si vuole andare. Così al popolo faremo comprendere a quali sacrifici si deve preparare. Il popolo risponderà se vuole o no affrontarli. Ho detto il mio pensiero sulla politica coloniale rapidamente e non mi occupo dell'episodio chinese, cominciato nel modo deplorevole che tutti conoscono, con un atto di vassallaggio verso un'altra potenza, e continuato a svolgersi in un modo che non mi permetto di qualificare con la parola che vorrei adoperare, perchè troppo dura ed io non voglio affrontare l'ira di molta parte della Camera. Vengo, quindi, alla questione di politica generale e di politica interna, alla quale mi riferivo precisamente allorquando, appena iniziata la crisi, mandai un'interpellanza alla Presidenza in proposito. Tratto della qu~stione politica un poco nella sua forma costituzionale, perchè essa si impone ed ieri si è imposta, in un modo eccezionale, alla coscienza pubblica. Comincio col fare un'osservazione all'amico mio Barzilai, E badate che non è la prima volta che non vado d'accordo. in più o in meno, cogli amici di questa parte della Came:-a, poichè io sono una specie di insubordinato, di indisciplinato, quindi non vi farà meraviglia. Comincio coll'osservare all'amico mio Barzilai, che egli ha torto e molto nell'aver tentato (tentato solamente e con molta prudenza) di attenuare il valore, il significato del voto di ieri. Diciamolo schiettamente : è uoa bastonata che questa parte della Camera, la Sinistra, ha ricevuto col bastone àella Destra, maneggiato abilmente e nobilmente dal braccio di ferro, che si vanta essere stato uno dei capi della Sinistra. Questa è la verità. Ma, giacchè siamo in tema di sincerità, confessiamo ancora di più : la Sinistra ha meritato la bastonata. Questa è una verità che risulta dal voto di ieri e che nessuno può nascondere. D'altronde perchè la Sinistra ha meritato la bastonata? Perchè essa ha prodotto molti disinganni nel paese : ha promesso libertà ed a tempo debito ha poi tolto quella che c'era; ha pro• messo una finanza democratica e purtroppo la democrazia e l'aristocrazia hanno finito per ispogliare 11 popolo; ha promesso una riparazione generale, ed a quale misera cosa questa riparazione si sia ridotta tutti lo conosciamo. (Bene I) Ma la Sinistra l'ha meritata ancora di più, perchè essa (lo lascino dire i colleghi a me che non risparmio all'occorrenza
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==