422 RIPISTA POPOLARE DI POLITICA LETTEN.E E SCIENZE SOCIALI economici, intellettuali, impongono provvedimenti nuovi. La guerra in Europa diviene sempre più ·difficile e più antipatica.· Le società europee, mercè l'istruzione popolare e i progressi scientifici applicati alle arti, i quali centuplicano i risultati utiii del la- ,·oro umano, diventano meno barbare; e la guerra è la barbarie. Le società civili hanno vitale inte · resse di energicamente lottare contro quelle azioni che il codice penale chiama delitti; orbe:ie, la guerra è il compendio di ogni delitto. Le odierne micidialissime armi e l'odierna necessità di condurre sul campo di battaglia, se vuoL,i vincere, un enorme numero di combattenti, accrescono enormemente il numero dei feriti e dei morti. È noto che Bismarck aveva detto che la guerra del 187071, la quale tanti e sì atroci dolori aveva prodotto non solo al popolo francese, ma anche a quello tedesco, sarebbe stata un giuoco da fanciulli in confronto di una nuova guerra franco-germanica. Non vi è più guerra la quale non 5ia, anche per il vincitore, un immane disastro economico. Gli orrori di una grande guerra spaventano perfino i militaristi che non abbiano perduto il ben dell'intelletto. Non vi è più interesse per gli Stati europei a far guerre fra di loro per il possesso delle colonie ; invero, se per l'affare di Fascioda e dell'Africa equatoriale, la Francia e l'Inghilterra si fossero azzuffate in battaglie terre)tri o navali, avrebbé•ro ambedue subito danni cosi gravi che giammai potrebbero loro essere compensati dai lucri attinti ai possedimenti africani. Non vi è più dinastia la quale non tocchi con mano quanto oggidì possano esserle dannose le guerre non assolutamente necessarie. Non vi è più persona di buon senso, la quale non comprenda essere le enormi spese militari causa principale degli enormi debiti pubblici e delle tasse dissanguatrici e del malcontento, tal - chè, come ben disse lo czar nel suo memcraridum del 1898, " le crisi economichesono dovute in gran parte al regime degli armamentiad oltranza n e " gli es,rciti odierni sono un peso che semprepiu schiaccia i popoli ", ed u appare evidenteche, se questa situa-· z._z'onsie prolungasse,condurrebbea quel cataclisma stessoche si vuol scongiurare e i cui orrori fanno fremere antict'patamenteogni cuore umano "· Onde necessitano acconci e pronti provvedimenti. Colla proposta sua, lo czar mostra d'essere, non un utopista, ··ma un avveduto e positivo reggitore di popoli. In verità, è solo mercè la pace che l' imper_o russo diverrà potentissimo. Il suo immenso territorio è ancora, per la maggior parte, incolto, o mal coltivato. Molte sue popolazioni rurali sono decimate dalla fame, hanno bisogno di pane, di scuole, di case sane, di strade, di ferrovie, di capitali, che le odierne enormi spese militari rendono difficili, che la guerra renderà impossibili, e che solo· potranno dare la pace e il buon governo. La guerra di Crimea aveva costato al popolo russo 500 mila soldati circa, morti per la maggior parte di stenti e di malattie, e quattro miliardi di franchi; e subito dopo, e per alcuni anni seguenti la miseria squallida uccise a centinaja di migliaja i contadini russi, ridotti, per effetto della guerra e delle tasse esorbitanti, a non aver più qualsiasi alimento. E che cosa ha guadagnato il popolo russo colla sua guerra vittoriosa del 1877 contro i turchi ? insieme a una provincia di 300 mila persone, acquisto 3 miliardi di debito nuovo che gli costa ogni anno r 50 milioni di lire d'interesse! La Russia è un colosso che ha le gambe di un nano, perchè è molto povera. L1 miseria è la più desolante delle debolezze. È perciò che le miserrime popolazioni dell'India, 2 50 milioni di bipedi implumi, stanno sotto il piede di poche migliaja di dominatori anglo-sassoni. Ed è pure la miseria uno dei principali moti vi per cui un altro formicajo umano, quello della China, oggidì è debole. . Forse il senso delt'umanesimo, certamente la conoscenza del ben inteso interesse della Russia, indusse lo czar, a promuovere l'odierno Congresso per la pace. M.1 il Congresso, composto m maggioranza di diplomatici e di generali, non voterà, è possibile, il disarmo. Tanto più che, ancora pochi di fa, lo imperial sire di Germania pubblicamente parlava di nemici dell'impero suo, contro i quali è d'uopo ch'ei si premunisca. Per fortuna, l'industrialismo che fatalmente si avanza in ogni parte dell'Europa civile, va atrofizzando il militarismo. Fra gli Stati europei, quello fino ad oggi più industriale è l'Inghilterra e quivi il militarismo è già in gran parte atrofizzato. Anche in Germania l'industrialismo si sviluppa trionfalmente : a fianco delle grandi caserme militari vi sono già numerosi i grandi opifizi, che sono gran· di caserme iudustriali, e...ceci tuera cela. Per ora, i più potenti Stati del mondo sono due: l'Inghilter- . ra e gli Stati Uniti, e sono fra i grandi Stati i meno militaristi e i più progrediti economicamente. Gli Stati Uniti, che non ebbero al collo le grossa pietra degli armamenti, progredivono in questi ultimi lustri a passi giganteschi, e stanno per sopravvanzarci non solo nel campo economico, ma anche in quello intellettuale. Per l'Europa continentale ormai si affaccia inerorabile il dilemma : o disarmare,o decadere. È perciò che è lecito sperare che il disarmo verrà in tempo non lontano. * * * Intato è probabile che il Congresso dell' Aja affermi già fin d'ora la necessità dell'arbitrato internazionale. L'obbligazione di non rifiutare la proposta dell'arbitrato, sancita dal trattato di Parigi del 18 56, era stata, si può dire, quasi soltanto teorica. Ma non fu una dichiarazione affatto inutile. D'allora in poi la causa dell'arbitrato ha fatto, prin• cipalmente nelle Americhe, un grande progresso. E poichè tutti ormai riconoscono la necessità di evitare, per quanto è possibile~ la guerra, è possibile che il Congresso dell' Aja emani qualcosa di serio che concreti i mezzi acconci a risolvere i conflitti internazionali mercè l'arbitrato. Checchè avvenga, è certo che questa è la prima volta che si riuniscono i rappresentati di tutti gli Stati per discutere dei modi con cui prevenire il flagello della guerra. Il sovrano che avesse, un
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