Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 22 - 30 maggio 1899

'R..l'&'ISTA POPO1..ARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI americani s1 saranno conformati agli usi comuni dei bianchi nei paesi esotici. Dal momento che si ammette la teoria delle razze inferiori, le crudeltà si spiegano naturalmente. La colonizzazione è un elemento permanente di guerra, un focolare di conflagrazione generale, perchè aumenta i punti di contatto tra le grandi potenze. Essa ha modificato, e, lo si può dire, ha aggravato la geografia, tanto vero che le questioni d' indole europea sono passate in seconda linea: tutte quelle di questi ultimi tempi sono dovute ad incidenti verificatesi o ai tropici o all'equatore; gli affari coloniali costituiscono oggi la quasi totalità degli affc:1riesteri dei grandi Stati. La colonizzazione è stata dappertutto per le classi dirigenti un potente strumento di governo : ha dato luogo all'aumentarsi del funziooarismo, e al modo di distrarre la mente dalle questioni interne. I bilanci di tutti gli Stati risentono la ripercussione . di questa vertigine dei chilometri quadrati, che ha determinato anche la sospensione dei lavori pubblici indispensabili e l'abbandono delle attivazioni produttive all' interno. L'estensione dell'impero coloniale della Francia non ha provocato un'espansione corrispondente : su 131 o 140 milioni di esportazioni vi sono 100 milioni di spesa per le colonie. L'esempio della prodigiosa ricchezza che l' India ha procurato all' Inghilterra, non pruova nulla. L' India è una vera eccezione per la sua fertilità, per la densità della sua popolazione, e non si può paragonare al continente nero. Eppure anche l' India da parecchio tempo preoccupa l' Inghilterra. La clientela indiana è già minacciosa. Quei che ricevono benefizi dalla colonizzazione sono soltanto un numero ristretto della classe dirigente : finanzieri senza scrupolo, lanciatori di titoli, speculatori d'ogni genere. Le regioni europee reclamano per loro tutte le risorse dei nostri bilanci le quali non si debbano sperperare nei domini esotici. ( Revue Socialiste. 15 Maggio). Augusto 'Bebel: li militarismoe la democraziasocialista. I.o sviluppo che tutti i grandi Stati di Europa hanno dato in questi ultimi quarant'anni ai loro armamenti è sproporzionato con tutto ciò che era stato fatto anteriormente. Ciò coll'assentimento di quella stessa borghesia che per ragioni politiche economiche e finanziarie si era opposta energicamente all'isti• tuzione delle grandi armate permanenti. Ma se la borghesia ha rinunciato all'opposizione che essa aveva fatto al militarismo, se essa, al contrario, considera oggi questa istituzione necessaria pel suo dominio di classe, è indubitabile che la classe operaia ha tutte le ragioni per combatterlo energicamente. L'iniziativa della trasformazione radicale del militarismo in Europa viene dalla Prussia, ove sin dal 1861 fu proposta la nuova organizzazione militare. I rappresentanti del popolo combatterono quella legge per 5 anni, ma dopo le guerre vittoriose del 1864 e 1866 la legge fu adottata. Le conseguenze della guerra franco germanica del 1870-71 favorirono lo sviluppo del militarismo, e in Francia e io Germania; e siccome la Francia teneva a riconquistare l'Alsazia-Lorena, e la rivincita era dubbiosa se restava sola, ne seguì quell'alleanza fraocorussa, « che noi chiameremo un'alleanza naturale >>, e che i rappresentanti della democrazia prussiana avevano predetto, combattendo al 'l(eichstag, l'annessione di quelle province. Un'altra conseguenza di quella guerra fu la Triplice Alleanza e la rivalità continua di armamenti tra la Duplice e la Triplice -. Dai bilanci germanici della guerra e ddla marina risulta che l'effettivo degli uomini lSOttufficiali compresi), che in Germania era nel 1872 di 350,000, nel 1874 salì a 401,660, e nel.1890 a 557,IIo: dal 74 al 98 l'armata si è accresciuta del 38,7 "r 0 mentre la popolazione è aumentata so I tanto del 25 °[0 , Il bilancio delle spese - senza contare le eccezionali e straordinarie - che nel 1873 era di 318 milioni e 112, nel 1898 sali a 512, ossia del 60 °[0 , Quello della marina aumentò del 259 °10 , E queste spese continueranno a crescere ancora per la riorganizzazione militare a cui il Reichstag ha già dato il suo consenso. La conferenza della pace non cangerà null:t, perchè il resultato sarà senza dubbio negativo, almeno in ciò che concerne una limitazione qualunque degli armamenti. Ma l'evoluzione stessa del militarismo lo conduce alla rovina. I pericoli di una guerra europea sono così gravi, che una catastrofe ge• nerale può esserne la conseguenza ; e questa paura è già pe• netrata nei cervelli piu alti, come risulta dall'ultima circolare russa. Gli armamenti si accresceranno, ma si farà di tutto per evitare la guerra, e questa contradizione ucciderà il militarismo. Fra del tempo il militarismo non sarà mmmeno più atto a mantenere il dominio di classe perchè gli operai che sono una maggioranza schiacciante nell'esercito sono sempre più guadagnati all'idea socialista. Ma questa non è una ragione per incrociare le braccia, e bisogna preparare la via a questa evoluzione. Alle armate permanenti bisogna sostituire le armate popolari. Si tratta di creare un'organizzazione militare in cui il comando sia nelle mani dei più capaci e che non abbia a suo scopo che la difesa della patria. Bisogna far penetrare le idee socialiste negli strati più profondi della popolazione ; bisogna far dominare nella politica estera l'idea della riconciliazione e fratellanza dei popoli, e far decidere i litigi d:. un tribuna}~ i cui membri sieno i rappresentanti imparziali degli Stati non interessati. ( Le Mouvernent socialiste, 15 maggio). ~- Couram: Le associazioni in China. In Cina vi sono moltissime associazioni, tra le quali persino quelle dei mendicanti che a Pechino sfruttano la città divisi in bande di 4 o 5 persone per ogni quartiere. Per liberarsi da queste bande di mendicanti i cittadini pagano una quota ai capi delle medesime. Vi sono società segrete di cui è difficile conoscere l'origine, la costituzione, lo scopo, per lo più società religiose, e ci sono società commerciali tra gli hannisti ossia tra i monopolizzatori del traffico con gli europei. In ogni città esistono corporazioni di commercianti, le quali funzionano analogamente ai nostri tribunali e alle camere di Commercio, ai nostri collegi di probiviri o sindacati professionali. Le corporazioni fissano il prezzo delle derrate e il saggio dell'interesse, sorvegliano l'emissione dei biglietti di banca, sospendano i commerci in tempo di crisi, e, ove occorra, contro le autorità, proclamano anche gli scioperi. Per il Cinese la patria è la provincia dell'Impero in cui egli è nato : chi appartiene alle altre province è considerato come straniero. In ogni città vi sono delle associazioni provinciali che funzionano come consolati delle rispettive province. I comuni rurali aggruppano gli agricoltori ed hanno una grandissima importanza perchè sono come società di mutuo soccorso, di previdenza e di moralità, le quali sorvegliano i prcipri membri, ed esercitano quasi una funzione di polizia nel proprio territorio, su cui edificano granai, scuole e templi pel culto. Lo spirito di solidarietà è spiccatissimo tra i~cinesi : il ricco sovviene il povero e gli abitanti degli stessi comuni si sorreggono tra loro fraternamente. La famiglia cinese è una comunità proprietaria di un patrimonio, e il padre ne è il capo, la guida, il sacerdote. Esso può vendere le concubine, gli schiavi e persino i figli, non però la moglie. Se i figli devono consegnare tutto il salario al padre, il peculio dello schiavo è invece scrupolosamente rispettato.(..Annalesdes Sciences politiques, Gennaio). Florwce Kelley: GI' Italiani a Chicago. Il 60,68 oyo degl' Italiani a Chicago non ha occupazioni rimuneratrice, il 17,78 oyo è occupato in servizi domestici, il 17,14 nei commerci e trasporti, e soltanto il 5, 52 nelle industrie: la media dei salari è di dollari 5,92 la settimana, mentre, da un'inchiesta fatta nel 1894 dall'Ufficio del lavoro, risulta che anche nei quartieri più miserabili delle grandi città l'operaio americano guadagna dollari 9, 58. La disoccupazione tra gl'italiani è in proporzione doppia che tra gli americani. Il numero dei malati e ..iifettosi è del 21,38 oro e del 17,50 escludendo i bambini: ciò a causa della costituzione debole, le cattive condizioni di vita e le pro• fessioni pericolose degli uomini. Gl'italiani curano pochissimo l'educazione dei figli. Dei fanciulli dei due sessi da 5 ai 14 anni, il 57,69 0(0 solt:mto frequen·ano le scuole, il 30,12 restano a casa, il 5,88 attendono al lavoro, e il 4, 3 alternano il lavoro con la scuola. Quanto a limitare l'immigrazione degli italiani, la colonia italiana rappresenta una frazione così trascurabile della popolazione indigena, ed è, per le sue condizioni, così incapace di aumento e di sviluppo, da rendere superfluo tale provvedimento tanto più che gli operai americani difficilmente si adattano a quei mestieri pericolosi e degradanti che sono propri degl' italiani (I). (Archiv fur Soz_ialeGesetzgebund und Statistih, fascicoli 3, 4 volume XIII). Alle isole Samoa. Le isole Samoa o dei Navigatori sono situate nell"Oceano Pacifico, a metà di distanza tra le isole di Hava"i e ]a Nuova Zelanda. Esse hanno un' importanza com~ merciale e politica più grande di quel che si potrebbe SU?· porre dall'estensione del territorio valutata a 2787 Kmq. Sono d'origine vulcanica, montagnose, e d'una vegetazione lussu, reggiante. Sulle coste vi sono molti banchi di corallo. Il clima è dolce e gradevole. L'anno si divide in due stagioni, quella delle piogge e quella della siccità che va da maggio a novembre. La ttmperatura media è di 26° 8. Il porto principale di questo arcipelago di 14 isole è Apia, nell'isola di Oupolou, che serve di punto di riallacciamento alle linee di navigazione tra l'America, l'Australia e la Nuova Zelanda. La popolazione è di 37,000 abitanti, di cui 500 europei. Gli indigeni sono uomini superbi, di grossa corporatura, di bella pre- ( 1) Altro che baia di San Mun ! N. d. R.

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