'l{lP'ISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 437 « chiunque intende nei limiti dello Statuto allargare le nostre « istituzioni fa opera di buon cittadino ; ma chiunque voglia « mutare il patto scritto .... )) (rumori vivissimi a sinistra) ..... chiunque voglia mutare il patto scritto è un ribelle, e come tale lo tratterò. » Ma aveva torto. Cavour si dichiarò fautore del Patto, cui il voto Lombardo per la fusione era subordinato, e nel 'R._isorgimento pubblicò articoli di Rosmini sulla futura Costituente. La Sinistra ~ torica fece della Costituente per lungo volgere di anni il caposaldo del suo programma. La democrazia dovrebbe ritemprarsi ripigliando la grande tradizione di Giuseppe Mazzini che nel 1871 vedeva nell'abdicazione del principio della Costituente « la cagione suprema « delle condizioni morali, che lamentiamo, ~ che minacciano « di spegnere in culla la nuova vita ». L'estrema sinistra può scrivere ancora, nella storia parlamentare d'Italia, pagine memorande come quelle del '63 e '82 da Agostino Bert:mi. Io ho sempre sostenuto che i partiti popolari non devono, per richiamare il Governo al rispP.tto delle pubbliche libertà, invocare lo Statuto che non è plebiscitario. Se i poteri costituenti però off.!nd0no la libertà violando i principi politici e costituzionali della libera parola, della libera stampa, della libera riunione e associazione, della sovranità della Camera elettiva in materia di tributi etc., garantite dalla Carta Albertina, noi additando lo Statuto, dimostriamo la miseria politica civile dell'odierno reggimento italiano. (EducazionePolitica I 5 maggio). V. La Sardegnavicina e le colonie lontane. Memre il governo prepara l'espansione militare nell'Africa deserta e nella China lontana, le terre di Sardegna restano nell'abbandono. Il contrasto tra la colonizzazione interna e la esterna salta agli occhi di tutti. Mentre non sappiamo di un Abissinia o di una Tripolitania fertile in passato, è a conoscenza di tutta una Sardegna, coperta di boschi, di viti di pascoli e di bestiame. Il periodo regressivo dell'economia sarda comincia dal 1878. Il diboscamento è cresciuto in un modo progressivamente continuo. Il movimento ferroviario è scemato : nell'ultimo decennio, malgrado l'aumento chilometrico della rete sarda, il traffico o è stazionario, come pei viaggiatori, o è decresciuto come per le merci a P. V.: il prodotto chilometrico dell'ultimo triennio è negativo essendo - r,276 lire. Il movimento della navigazione che nel 1889 era di 252,062 tonnellate è disceso, nel 1896, a 153,623. L'emigrazione permanente che era quasi nulla non avendo dal 1876 al 1895 superata la media di 41 emigranti, nel 1896 e 1897 è salita a 2,477 e 2,731. Le vendite giudiziarie per mancati pagamenti d'imposte, che nell'ultimo quinquennio è stato nel Regno di 12,122, ossia il 4,19 per 10,000 abitanti, in Slrdegna ha raggiunto 3919 ossia il 57,59 per 10,000 abitanti. I reati che nel 1887 furono 22,837, nel 1896 salirono a 33,285, e i furti da 4,406 nel 1887 a 7 541 nel 1897. La politica italiana con le imposte visibili che i contribuenti pagano allo stato e le invisibili che i consumatori pagano ai grandi proprittari di grano e di merci protette, non ha fatto e non fa che sottrarre capitali al paese. 11governo spogliando il paese provoca l'emigrazione; per dar sfogo all'emigrazione si muove alle conquiste di colonie; per occupare e italianizzare queste colonie deve fare grandi spese, e quindi, in conclusione, torna a spogliare la madre patria. Rispogliando la madre patria ritorna a provocare l'emigrazione e così via di seguito. Tanto per la colonizzazione esterna che per l'interna occorrono dei capitali. Se lo Stato non può creare i capitali può però favorirne l'accumulazione, può non distoglierli dagli impieghi produttivi, e questo deve fare lo Stato anche per la Sardegna. I Sardi non devono farsi la più lontana illusione che le imposte occorrenti pei lavori pubblici nell'isola possano essere pagati dal Continente, e neppure che i ricchi paghino per dar lavoro ai poveri : Com'è stato per l'addietro sarà in avanti. Se il governo per sollevare le condizioni della Sardegna volesse proprio spendere 10 o 100 milioni, i Sardi dovrebbero domandare altrettanto sgravio d'imposte, tenersi i quattrini, impiegarli nell'agricoltura, e rinunziare pel momento, alle strade ed ai porti. Prima del I 887, con i porti e con le strade attuali, l'agricoltura e il commercio erano più prosperi, quindi occorre soltanto produrre e commerciare come prima. (Giornale degli Economisti, Maggio). Vilfredo Pareto: Il vero liberalismoeconomico (1). C'è ora un partito in Italia, e specialmente in Lombardia, che dice combattere il socialismo, che figura predicare il « lasciar fare, lasciar passare )) e dice e vuol far credere d'esser liberale. Quei signori vendono margherina che vogliono gabellare per burro. (1) A questo onesto e arguto articolo dell'illustre professore abbiamo mutato il titolo perchè quello di Margarina economica datogli dall' A., non sarebbe riuscito intelligibile in un riassunto. I loro pensieri non hanno nulla a che fare con le opinioni dei liberali che seguono Smith, Cobden, Say, Bastiat e De Molinari. Cuique suum. Fondamento della libertà è il libero scambio. Lo scritto di Bastiat che mostra l'identità dei principi del protezionismo e del comunismo rimane ed è inconfutato. Il protezionismo è una setta del socialismo : se lo Stato può e deve assicurare rendite elevate ai possidenti non. si capisce perchè non possa e non debba assicurare alti salari agli operai. Chi vuol difendere la proprietà privata deve dare il buon esempio : si predica male rispetto alla proprietà colle tasche piene di quattrini estorti mercè la protezione. Chi approva il governo che sequestra le merci delle cooperative, che toglie ai ferrovieri le azioni della Mediterranea, che riduce la cedola di rendita da 5 a 4 lire, che accetta il collettivismo fiscale non ha autorità per difendere l'individualismo. Chi vuol distruggere i preti e lasciar entrare certe bandiere in chiesa, chi vuole punire i cittadini che celebrano il matrimonio religioso prima dei politico, chi vuole restringere o togliere o insidiare la libertà sarà un'ottima persona, ma non può, senza far violenza al vocabolario, dirsi liberale. I liberali non hanno mai esteso il lasciar passare ai malfattori, ma biasimato fortemente il governo per aver lasciatofare coloro che rubano i quattrim alle banche di emissione, e per averli lasciatipassare quando furono scoperti, e per non avere preveduto poi a salvare, almeno pel futuro, i quattrini delle banche dalla cupidigia dei politicanti. C'è un abisso tra la politica degli economisti liberali e quella dei consorti : i liberali vogliono risparmiare le spese di lusso e aumentare le spese utili, i consorti vogliono invece salvare le prime e ridurre le seconde. Il governo italiano è un governo socialista borghese che spoglia i contribuenti per favorire la consorteria che governa. Per me preferisco il socialismo popolare a questa cattiva copia, perchè almeno del primo gl'intendimenti sono buod, mentre del secondo non si sa se peggio sieno gl'intendimenti o le opere. ( Giornale degli Economisti, Maggio). P. Louis: Il socialismoe l'espansionecolonialecontemporanea. La colonizzazione si può dire un fatto caratteristico dei nostri tempi. Vi sono pochi Stati, tanto grandi che piccoli, che non abbiano aspirato alla conquista di qualche angolo di terra. La teoria degli /Jinterlauds si è sviluppata a misura che le coste cadevano nelle mani delle potenze. Dopo la guerra chinogiapponese è stato necess1rio che si formasse l'alleanza di tre nazioni in Europa perchè il Giappone rinunziasse ad un primo e grave sminuzzamento dell' Impero Chinese. Anche gli Stati Ulllti hanno disertata il sistema saggio e prudente che li aveva fatti resistere finora all0 sciovinismo. - Per giustificare la colonizzazione i governi hanno allegato una infinità di motivi. Non si può ammettere nemmeno per un momento che le spedizioni inviate al Sudan, in Abissinia, nel Chitral, in Birmania abbiano avuto per fine essenziale la propaganda della cultura moderna, dei costumi addclciti, della fratellanza degli uomini. Domandate ai Matebéles, ai Malgasci, ai negri della Siena Leone, di Massaua, di Cameroun quali strani costumi addolcit\ e di civilizzazione v' hanno portato gli ufficiali europei! E forse per la civiltà che gli Americani vogliono impiantare per forza il loro dominio alle Filippine, e che recentemente lord Kitchener in Egitto ha fatto uccidere i dervisci, riuniti in quadrati, a cannonate? L'onore della bandiera I strana fantasmagoria della parola I come l'onor della bandiera non stesse piuttosto per una nazione, nel non mac• chiare di torrenti di sangue la sua storia. Ma si dice: un popolo che ha più dipendenze esotiche più è grande e forte, e astenendosi dalla curée in Asia e in Africa si condannerebbe all'indebolimento, alla decadenza, alla morte. E il Po1togallo? e la Spagna? La storia ci ammaestra invece che in tutte le epoche, tutti i paesi dai grandi confini hanno offerto una fa. cilità di distruzione maggiore delle contrade raccolte in sè stesse. L'Inghilterra soffre già dell'estensione smisurata delle proprie frontiere, e gli Stati Uniti saranno più vulnerabili ora che prima delle conquiste sulla Spagna. L' influenza intellettuale di un paese non si misura dalla sua estensione chilometrica : il suo prestigio morale è indipendente dal suo vigore materiale, anzi .... Si dice che bisogna offrire uno sbocco all'emigrazione; ma gli Stati Uniti e la Francia che soffrono per la mancanza di popolazione non possono avere questa aspirazione per la loro politica coloniale. La colonizzazione è un ingni'- naggio. Un paese che si mette in quella via, non è più padrone di frenare il suo slancio. Le nostre colonie non sono state che il trionfo dello sport favorito di ufficiali che vanno a caccia dell'uomo come altri vanno a caccia della tigre, del cinghiale, o. più modestamente, del coniglio. La colonizzazione ha, ad una ad una, disonorato le nazioni, inglesi, francesi, italiani, e l'avvenire certamente ci apprenderà che gli
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