Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 22 - 30 maggio 1899

J 'RJVISTA POPOLARE 'lJl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOClALl 433 che è in fondo alla coscienza dei cattolici italiani di oggi. L'astensione, resa necessaria nel passato da quel1' assentismo completo dalla vita pubblica e dalle vicende del rinnovamento italiano nel quale i cattolici si sono trovati <lacchè il semplice programma della difesa della religione li assorbiva tutti, va diventando invece oggi un modo di organizzarsi e di contarsi. Nei rapporti fra Stato e Chiesa i cattolici vogliono salve le libertà di questa e una soluzione della questione romana che collochi il potere religioso in uno stato vero di indipenc!enzà e di libertà di azione, in un territorio suo : essi vogliono inoltre risuscitare l'antico programma guelfo secondo il quale la grandezza e la libertà del papato è fulcro della grandezza e della libertà del paese. A questo i cattolici ci propongono di giungere per mezzo d'una conquista graduale della coscienza pubblica. Essi chieggono quindi: I. il risp~tto delle libertà costi tuzionalt per sè e per gli altri parti ti avversi all'indirizzo attuale dello Stato; 2. quelle riforme politiche e amministrative di diverso genere che sono anche nel programma della parte più colta e onesta della borghesia e nel programma minimo de' partiti estremi; 3. l'1ttuazione d'una politica sociale tracciata nel loro programma democratico e che abbraccia le autonomie rEgionali e municipali, la ricostituzione delle corporazioni, la rappresentanza degli interessi, una legislazione del lavoro ecc. ecc. Per quésto i cattolici si preparano ad organizzare una opposizione costituzionale sistematica fuori del parlamento contro lo Stato, divenuta mezzo di sopraffazione e di sgoverno a una parte ,\ella borghesia. Lo studio tocca infine le difficoltà che nel seno dei cattolici stessi si oppongono a un progresso rapido di questa coscienza nuova dei cattolici italiani e che sono principalmente tre: l'inferiorità attuale dei cattolici nel campo della cultura e della scienza, le divisioni interne causate dalla prevalenza del vecchio sistema autoritario e conservatore, e la persecuzione dello Stato per ragione delle rivendicazioni pontificie, la quale impaurisce ancora molti. ~ ~ Aproposito dellerecentipubblicazioni di Alessandro Groppali Fra tanto arruffio di pensiero è davvero meraviglioso l'unanime senso di ammirazione che, in ogni scuola, ha saputo destare il giovane dottore Alessandro Groppali. Egli non è certo nella scienza un ortodosso, e d.igli ortodossi gli pervengono lodi del più puro incenso ; egli non milita fra i socialisti ed i socialisti stessi lo prediligono davvero affùtuosamente. Su questo giovane campione - si legge sovente - ogni scuola, ogni pensatore eminente ha riposto molte speranze per l'avvenire della scienza sociale. Gli è che il Groppali, dotato di eletto ingegno, ha saputo con lo studio indefesso fortificarsi di sani e fecondi principii, i quali, mentre difficilmente lo fanno errare nella disamina sempre coscenziosa dell'opera altrui, lo hanno reso altresì un pensatore originale e profondo. « L'acutezza, poi, della sua critica - è l'Asturaro che parla, poichè l'affermarlo noi potrebbe valer poco _ la sua larga coltura, l'intuizione prontissima, la mirabile chiarezza traspariscono troppo apertamente nei suoi scritti cd il lettore può vederle da sè medesimo », Egli, intanto, presenta, oggi, alcune pubblicazioni jn volume, ed altre ne annunzia. Noi ci occuperemo tosto delle prime, non senza chiedere venia, all'onorevole Direttore della Rivista se la nostra ammirazione, tutta oggettiva, per il Groppali, ci trascini a scrivere più di quanto le tiranne esigenze dello spazio impongano. *** I Saggi di Sociologia (1) sono tratti davvero a miglior luce « dalle pagine ormai obliate delle riviste, in cui per la prima volta la maggior parte di essi furono pubblicati». Così, modestamente l'autore. Essi conservano, dunque, il loro colore originario; e si può dire rappresentino la sintesi del lavoro compiuto dal Groppali nei « lieti anni per seII)pre trascorsi », ad essi principalmente egli deve la precoce ammirazione del mondo scientifico e la elezione a socio dell' lstitttlo intemaz.ionaledi Sociologia a Pa-, rigi. Sarei lieto se potessi intrattenermi molto intorno a ciascuno degli undici davvero pregevoli saggi nel volume raccolti, nei quali si discute dei più importanti problemi che formano argomento della sociologia contemporanea. 11 primo di essi è una sagace e profonda critica dei principali indirizzi della sociologia : la teoria analogica-organica (Lilienfeld, Spencer, Schaettle ecc.) la teoria psicologica (imitazionista) del Tarde, quella naturalistica del Gumplowicz e quella del materialismo storico propria del marxismo. Splendido davvero l'esame emico (Il0 saggio) intorno al carattt:re'lfondamentale del fenomeno sociale e le discussioni sociologiche (lll 0 saggio) a proposito del secondo congresso internazionale di sociologia. 11 quarto saggio nguarda il movimento dello stato civile della popolazione italiana, illustrato , sociologicamente, e col quinto si rimette Carlo Cattaneo in quel posto d'onore che merita nella moderna sociologia. Tutti gli altri saggi si riferiscono al materialismo storico, intorno al quale non è ~tato ancor scritto - il Groppali stesso lo lamenta - alcun lavoro rias5untivo. Gli stessi saggi del prof. Labriola, davvero geniali, non lo presentano integralmente; nè hanno tal pretesa gli studi in proposito raccolti nei Saggi in discorso. Notiamo, sorvolando, che il Groppali, avvertendo di non cercare nel suo libro un'unità strettamente organica e premeditata, aggiunge che « se unità vi esiste, questa è piuttosto intima che apparente » E tale intima orgimicità, infatti, emerge, a nostro avviso, dall'idea del materialismo storico, vero cemento che concatena l'uno all'altro la maggior parte dei saggi. · · d 1 · 1· · ·1 G 1· Ed m nguar o a materia 1smo stonco 1 roppa 1 « penetra con esattezza di interpretazione » (2) il pensiero del nostro grande Ardigò ; fa l'analisi dei caratteri d1fftrenziali e della contenenza del materialismo storico; delle relazioni tra quest'ultimo, l'evoluzionismo ed il darwinismo (3), del principio di causalità sociale secondo il Marx e secondo il Loria, ed infine, alla luce del materialismo storico esamina le varie teorie sulla famiglia. Il Groppali presenta il materialismo storico come una vera concezione sociologica, contrariamente al Croce, che lo ritiene un solo canone di interpretazione storica. Ci pare, però, si esao-eri alquanto, assegnandogli una propria tendenza filosofica 0 nelle vedute generali della vita e del mondo, quantunque si possa convenire in quell'accorgimento critico, col quale il materialismo storico corregge il monismo. Notiamo, infine, che da nessun saggio emerge differenza alcuna tra il materialismo storico ed il determinismo economico; anzi il Groppali, pare, adoperi indifferentemente l'una o l'altra espressione, sebbene sia evidente la preferenza accordata a quella, per quanto impropria - ne conveniamo - dell'Engels anzichè alla seconda dovuta al Ferri. Crediamo sia bene tenere sempre distinti questi due concetti di differente significato filosofico, come accenneremo in seguito. Il Ferri insiste ancora nella sua espressione prediletta (v. Rivista Critica del Socialismo n° II) e molti, l' Asturaro compreso vorrebbero a torto sostituirla addirittura all'altra (4). La prefazione dell'illustre prof. Asturaro dell' Università di Genova è, come egli stesso dichiara, un altro saggio aggiunto (r) Saggi di Sociologia con prefazione di Alfonso AsturaroBattistelli. Milano. (2) Sono parole che lo stesso Ardigò rivolge al Groppali in una affettuosa lettera inseri'.a nel testo. (3) Non si può non rilevare, in modo speciale questo breve ma acutissimo saggio, in cui tali relazioni sono tratteggiate, quasi scolpite, in modo davvero magistrale. (4) Abbiamo anche insistita sulla differenza che distingue le due concezioni in uno studio pubblicato nel Pensiero Nuovo : « Sintesi sociologica transitoria ».

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