Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 22 - 30 maggio 1899

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Cosi oggi su 50 Ettari di culture ordinarie, ve ne sono 33 coltivati dagli stessi proprietari e 62 - più di due terzi - coltivati dagli affittaiuoli e appartenenti a dei proprietari capitalisti i piu residenti nelle città. Tra i fattori che contribuiscono a questa eliminazione della proprietà paesana, bisogna citare, in questi ultimi tempi, le conversioni successive dei prestiti dello Stato e dei Comuni ; a misura che i fondi pubblici rendono meno, le compre· di terra si moltiplicano specialmente nelle vicinanze delle città, nelle regioni ove si proget- .tano delle strade ferrate vicinali per tutto ove i capita- ·listi possono ragionevolmente sperare un plus-valore prossimo. Dopo alcuni anni, infatti, grazie alla facilit~ crescente delle comunicazioni, il valore delle terre aumenta - come terreni da fabbricare o proprietà per villeggiature - a parecchie leghe intorno ai grandi centri. Mentre che i ciJmpagnoli affluiscono verso le città, molte persone di condizione modesta, commessi, impiegati, funzionari, affluiscono verso le campagne, in cerca di case a miglior mercato. D'altra parte, se gli operai rurali escono dal loro villaggio per guadagnare dei salari più alti un certo numero d'industriali vengono a :fissarvisi per pagare dei salari più bassi. Infine sempre piu gli uomini delle città provano il bisogno di ritornare all'aria libera, di mettersi in contatto con la natura, di vivere una parte dell'anno della vita di campagna. Questi non sono fino ad oggi che dei fatti eccezionali, limitati a dei gruppi poco numerosi della popolazione ; la forza centripeta può più della forza centrifuga; ma il tempo verrà forse in cui le comunicazioni, s~mpre ...più facili, sopprimendo le distanze, l'esodo dalle città verso le campagne succederà all'esodo delle campagne verso le città; tanto che si potrebbe dire modificando un detto celebre: un poco di civiltà allontana dalla vita rurale, molta civiltà vi ci riconduce. Sarebbe la realizzazione del sogno di Morris in W.,ews from Navhere. Londra non è piu che il rendez-vous degli studi, dei piaceri, delle relazioni sociali. S. Paolo è in rovina; il Parlamento si è trasformato in un deposito di letame ; il cielo non è più offuscato dal fumo degli stabilimenti industriali, il Tamigi dai rifiuti d'una agglomerazione mostruosa. La pianura s'è coperto di villini: ci s'incontra nelle città e si abita nelle campagne. Solo, le campagne di Morris, e senza dubbio le campagne dell'avvenire, non sono più le campagne del « buon tempo antico ». Quei che le abitano non hanno niente di comune coi paesani di La Bruyère; essi sono passati dalla città, restano in contatto permanente con essa; conservano tutti i vantaggi della vita urbana senza le magagne e gl'inconvenienti. Ma prima di questo periodo, la decentralizazione, e perchè sia possibile, la centralizzazione urbana, malgrado le sofferenze, le miserie, i mali di ogni specie che gene~a, ci sembra indispensa bile. E nelle città che si elaborano i pensieri, che si concentrano le forze rivoluzionarie, che si preparano le trasformazioni tecniche che creeranno il mondo nuovo. È bisognato che le democrazie primitive si trasformassero in monarchie assolute, le corporazioni egualitarie in trust capitalisti, le economie naturali in economie di danaro, percbè le forme dell'avvenire, ritorni apparenti alle forme primitive, cominciassero a liberarsi della matrice sociale. Anche le popolazioni delle campagne, dai cen-elli oscuri, dalle concezioui ristrette, dagli orizzonti limitati dovranno subire la disciplina del capitalism0, la stretta della città « piovre » avanti d'entrare nella Città socialista. E. V ANDERVELDE. Per abbonarsi, alla Rivista, inviareVagliao Cartolina-vagliaal Dr. Napoleone ColaJanni - Rmra. PROPOSITI D PARTE CATTOLICA Gl'italiani senza smentirsi uiai non si occupano che saltuariamente, convulsionariamente delle quistioni che sono o che credono di essere di suprema importanza. Tra le quali trova posto certamente il cosi detto pericoloclericale. Quando il Sommo Pontefice lancia una enciclica battagliera; quando i cattolici si riuniscono rumcrosamente ; in altre consimili occasioni i monopolizzatori della vita politica italiana si risvegliano come da un sonno luogo che ha cancellato dall'animo loro le idee e le preoccupazioni precedenti. Discutono, protestano, enunciano propositi più o meno fini e poi... tornano a dormire. Così, del resto, per tutte le altre quistioni. Del pericoloclericale si discusse di nuovo a proposito dell-interessante Congresso di Ferrara; ora, al solito, ci ~i fa sopra il silenzio e si scrive o si parla di San Muo, di crisi ed un pò anche di 7Jestra e di Sinistra. Noi che abbiamo sempre deplorato questa mancanza di continuità nello interessamento su ciò che dovrebbe maggiormente richiamare l'attenzione degli italiani, per non seguire il malo esempio, oggi riassumiamo in modo speciale due artic.oli dell'egr. Avv .. R. Murri pubblicati negli ultimi numeri della Cultura sociale. In questi Propositi di parte cattolica c'è un alito di vita nuova, che, a nostro avviso, se prevalesse e vivificasse tutto il cosidetto partito clericale lorendèrebbe assai più pericoloso che non sia attu!llmente l'intransigenza riassunta nella formula del non expedit; Io riteniamo assai più pericoloso perchè, dati i mezzi di cui dispongono i cattolici,.. l'organizzazione e la disc: plina loro, e data pure la sfiducia delle masse nel vigente regime costituzionale, assai facilmente il nuovo partito clericale si aprirebbe una larga strada. Ma i propositi esposti dall'egregio Avv. Murri, eche sino ad un certo punto sarebbero accettabili dai partiti più avanzati, riusciranno graditi al Vaticano ed alle falangi che adesso vi fan capo, o meglio,. lo circuiscono ? Non lo crediamo. Siamo invece convinti che il Murri se persisterà nelle idee manifestate verrà scomunicato. E se il direttore della Cultura socialeporrà mente a quella ignoranza che domina tra i suoi amici politici e religiosi - fenomeno da lui riconosciuto lealmente, come lo era stato con maggior autorità da Monsignor Carini in una lettera celebre indirizzata a,ll'on. Colajanni - c.onverrà che la ragione sta dalla parte nostra. I cattolici italiani-dice il Murri - sono sul punto di superare il primo periodo della loro attività sociale nell'Italia nuova (un periodo di semplice reazione ed organizzazione religiosa) e tendono oggi a divenire un partito politico sociale con un programma largo di riforme economiche e civili. Essi cominciano dal fare la critica del loro passato e liberandosi da ogni solidarietà con quella parte di essa che la rivoluzione ha obliterata in maniera definitiva, intendono di riconciliare quel'o che c'è di stabile e di perenne nel cattolicismo con le esigenze della vita e della propaganda sociale moderna per riconquistare questa alla Chiesa. L' A. traccia quindi rapidamente il programma

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