Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 22 - 30 maggio 1899

<R.._IVISTAPOPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 43I "'trasp::>rto che le mettano in facile comunicazione coi paesi d'oltremare, hanno prodotto delle mod1fic~zioni profonde del regi~e del~e _culture : i cereali indietreg- .gi.100, le culture rndu_stnah re~tano presso a po~o s.tazionarie, e se le terre 1ncolte diventano sempre pn'l rare, i boschi, i parchi, gli orti, le pastu_rç_,occu~ano un'estensione sempre più grande del domrn10 coluvat_o. . r. I cereali che occupavano 934,663 ettari nel 1880 sono caduti, nel I 89 5, a 809,691 etta~i. Questa n_duzion~ -di piu di 100,000 ettari grava ~sclus1va_mentesui cerea~1 che servono di nutrimento all uomo: 11 frumento ed 11 farro · quelle al contrario, che s'impiegano per l'alimen- ' ' ' 1 l tazione del bestiame, 1avena e a sega a, sono restate presso a poco stazionarie. Dopo il censime~to si s_onosta: biliti dei diritti d'entrata sull'avena, cos1cchè 1 terrem -seminati ad avena sono molto aumentati. 2. Le piante industriali occupavano nel 1895, 105,740 .Ettari di fronte ai 96,777 Ettari d_el 1880. Questo leggero aumento prov~ene dall'estensione del tabacco, ~ella cicoria e della barbabietola, che compensa, e ai d1 là, l'indietreggiamento del lino, della canape, del luppolo e dtl navone, detronizzato dagli oli minerali. 3. Si coltivano un po' meno di patate, un po' piu di -radici da foraggio. · Ma oltre i boschi, che hanno guadagnato quasi 100,ooò ettari (a spese soprattutto delle terre incolte) il cambiamento essenziale che s'è operato del 1880, e la grande estensione degli orti, delle praterie falciate e delle pra1erie a pastura. Orti Praterie falciate · Praterie a pastura 37.9t7 Ettari 47,590 Ettari 2 [3;276 » 232' 135 » _137,879 )) 165.257 )) 389.102 Ettari 444,982 Ettari lnsomm ,, il Belgio diventa sempre più una terra di allevamento, una vasta fabbrica di zucchero, di burro, di carne e di altri prodotti animali. Le culture degli orti si estendono. Le latterie cooperative si moltiplicano sempre più. Il « treno del burro » che parte tutti i giorni :eia Aslon, raccoglie sul passaggio l'eccedente dei nostri profotti per trasportarli sul mercato di Londra. Si sta iondando a Brugès un' importante società « Mercurius >> per l'esportazione dei suini nutriti col latte delle latterie fiamminghe. Nelle vicinanze di Tournay e nell'antica contea di Looz (Limbourg) dei villaggi interi si danno alla produzione dei frutti, e trovano degli sboc- ·chi nelle fabbriche di confetture recentemente sta bilite nel Belgio. Pr.rsso Bruxelles, Ì'allevamento dei polli, la cultura in stufa dei legumi freschi, delle fragole, dell'uva, dei pomidoro si sviluppano sempre più. In una parola l'agricoltura tende a diventare un'in- •àustria come un'altra. Se l'estensione delle terre, il numero dei lavoratori agricoli e quello delle produzioni diminuiscono - sotto l'influenza delle città - la produzione aumenta, la cultura s'intensifica, il macchinismo si sviluppa, le associazioni rurali si moltiplicano, l'affitto dei bestiami e i capitali incorporati nel suolo ac- ·quistano una importanza ed un valore crescente. Ora, questi tre fenomeni: riduzione del numero delle produzioni - diminuzione, almeno relativa, del numero dei lavoratori - accrescimento del capitale costante per rapporto al capitale variabile - si riproducono, a gradi ·diversi, in tutte le industrie che prendono la forma capitalista. Certo noi non pretendiamo assimilare la produzione dell'agricoltura all'evoluzione industriale propriamente detta: sarebbe un grave errore sostenere che esse obbe- -discono alle medesime leggi, ma, a nostro avviso, è cadere nell'eccesso contrario non riconoscere le analogie reali e profonde che lo sviluppo capitalista presenta nei -diversi rami della produzione. § 5. La concentrazionedellaproprietàfondiaria. Un ultimo punto che ci resta ad esaminare - coll'intenzione di ritornarci sopra in un prossimo studio - è l' influenza esercitata dalle città sulla _ripartizione della prop~ecl funiliaria. . Con l'aiuto di alcuni amici, noi abbi~mo intrapreso infatti lo spoglio di quindici o ventimila volumi del ca-- tasto - quest'opere da giganti concepita da un gigante, Balzac - che dormono p-.1lverosi negli ufficii dt:i Cònservatori provinciali. Conoscendo con le statistiche ufficiali il numerò to- • tale delle quote fondiarie noi abbiamo rilevato per più di 2600 comuni, le quote fondiarie di 100 Ettari e più nei 189S e nel 1834, epoca in cui è terminato il catasto. Queste ricerche per le province del Brabante e di Anversa - di cui i capoluogo sono le due principali città del nostro paese - giungono ai resultati seguenti : vi ha progresso <!ella grande proprietà (quote fondiarie di 100 Ettari e più) nei cantoni che subiscono. piu direttamente l'influenza di Bruxelles e di Anversa; al con trario 1 egresso nei cantoni ove questa influenza si fa meno sentire. La spiegazione di questo doppio movimento ci pare dovc:r essere cercata nell'azione contradditoria delle leggi di successione· che dividono e suddividono costantemente le proprietà, e d'altra parte negli acquisti che le agglomerano e le concentrano. L'azione delle leggi di successione prevale nelle regioni scartate, ove, le speculazioni sul plus-valore dei terreni non sono fruttifere, ed ove, per motivi diversi, gli industriali o i banchieri arricchiti non si curano di fabbricare dei castelli e di comprare dei vasti domini. La .concentrazione al contrario prende il disopra nei cantoni assai prossimi alla Capitale o alla Metropoli, per offrire alle persone ricche dei soggiorni attraenti o delle posizioni vantaggiose. Ed è cosi che noi assistiamo ad una evoluzione divergente della proprietà fondiaria : malgrado le leggi di successione della Rivoluzione francese che aveva per fine d'intaccarla, di sminuzzarla, di polverizzarla a favore della democrazia paesana, il blocco della grande proprietà resta intatto, o anche ingrandisce; ·a causa delle leg~i di successione e dei fattori multipli che agiscono nel medesimo senso, la piccola e soprattutto la_ picco• lissima proprietà, la proprietà parcel_lare, la proprietà nana, guadagna egualmente terreno. E dunque la proprietà media, la proprietà famigliare, che tende a ridursi per sminuuamento e per assorbimento, in modo che r.oi camminiamo a grandi passi verso uno stato di cose già realizzato in molte regioni: dei larghi domini occupano la maggior parte del territorio, o le proprietà minuscole·, si snddivilono sempre di più, D'altra parte - ed è un segno evidente dell'influenza delle città sulle campagne - l'estensione del dominio agricolo, esercitato in locazioni, della proprietà capitalistica, per conseguenza continua ad ac..;rescersi, a spese della proprietà paesana Nel 1880, 1.270.512 Ettari, ossia il 47,4 010 del dominio agricolo erano coltivati da affittaiuoli locatari ; nel 1895 ve· n'erano 1.320.358 Ettari, ossia il 50,6 010, un poco più della meta del dominio messo in esercizio. Ma importa notare inoltre che i censimenti agricoli collocano nelle categorie della produzione diretta, non ·solo le culture ordinarie, ma i terreni incolti e le proprietà piantate a bosco, che occupano da solo più di 500.000 Ettari. · È così che in paese forestiere _:. nel Condroz e nelle Ardenne per esempio - certi comuni ci paiono come la terra di elezione della produzione diretta quando il loro territorio quasi interam·ente appartiene ad un solo castellano, padrone del bosco e della pianura. Se si tien conto solamente delle culture ordinarie, le proporzioni si modificano completamente. Nel 1880, 713.059 Ettari erano coltivati a produzione diretta contro r.270.512 in locazione o!sia ~isp~ttiv~- mente 36 e 64-010. Nel 1895 non ci sono che 596. 331 Ettari a produzione diretta contro 1.320. 358 in lo;;azioner ossia rispettivamente 33 e 67 010.

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