Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 21 - 15 maggio 1899

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOClALl degli operai e delle operaie, perchè, insieme ad un insegnamento confacente alla pratica delle varie arti, venisse diflusa, nelle città e nelle campagne, una assidua iniziazione degli animi al senso dei doveri dell'uomo e del cittadino, qual fondamento al retto e strenuo esercizio dei loro diritti. ('I(esocontodel X VI CongressoNazionale delle Società Operaie Italiane Affratellate pubblicato per cura della Commissione Direttiva uel 1887, pag. 25-27). Il lavoro delle Società aflratellate dal 1872 al 1882, cioè dal XII al XV Congresso, basterebbe a dimostrare all'on. Burlassi che al Partito Mazziniano non « manco una sufficiente tendenza ed attività per scenderecollos/1,dio e co~l'azionenel campo d'una intensa e profirna lotta economica. • Ma vi ha di più ancora per din:ostrare al Budassi che, la sufficiente tendenza ed attività ecc., andò accrescendosi nei Congressi XVI, XVII e XVIll del partito mazziniano, mano mano che il movimento operaio europeo lanciava sul tappeto delle discussioni nuovi problemi d'indole economica e sociale. Nel XVI Congresso delle SocietàOperaieItalianeAffratellate, tenuto in Firenze dal 24 al 27 Giugno del 1886 sotto la presidenza di Aurelio Saffi, si discusse in linea generale di principio del diritto di proprietà rispetto alla questione agraria; - della cooperazione come mezzo diretto a risolvere la questione sociale; - della missione spettante allo Stato nella soluzione dti vari problemi sociali ed economici; e in linea particolare intorno alla questione agraria ; se in qual modo le condizioni miserrime dei lavoratori di campagna possono essere migliorate ; dall'emigrazione; della colonizzazione e bonifica delle terre incolte ; dalle Società cooperative di braccfanti e di coloni ; dalle associazioni di resistenza e di mutuo soccorso. E intorno alla mezzadria il Congresso discusse il seguente importantissimo quesito: Ammesso che il contratto di mezzadria corrisponda all'equa ripartizione del prodotto fra capitale e lavoro, determinare fino a qual punto la mezzadria possa essere sottratta per legge alla varieta dei tipi che ne snaturano il principio; ricercare i mezzi per renderla applicabile a tutti i generi di cultura ; determinare le norme legislative per assicurare al colono, mezzadro o affittuario, la permanenza sul fondo, ovvero l'indeanizzo per le bonifiche e i miglioramenti da lui effettuati; del credito agrario e del modo di combattere l'usura nelle campagne, nonchè dt!l'igiene campestre e degli obblighi dello Stato o del Comune per assicurarne la tutela. E si discussero tutti questi quesiti in ordine alla questione agraria. In ordine poi alla questione operaia il Congresso discusse: dello sciopero e delle Società di resistenza ; se deve essere consigliata la federazione (o altra forma) delle Società di resistenza e delle leghe operaie - arte per arte - per coordinare gli interessi particolari agli ioteressi generali; delle condizioni delle società cooperative e di consumo, rispetto alla legislazione attuale ; degli incoraggiamenti da parte dello Stato e dei Comuni per facilitare la diffusione e l'impianto delle Società cooperative ; dei doveri dello Stato verso l'industria nazionale; della coovenienza d'una legislazione internazionale sul lavoro; della protezione dei fanciulli e delle donne oegli opifici; degli infortunii del lavoro. Nella parte dei principii generali e nella parte economica agraria ed industriale il suddetto Congresso prese deliberazioni importantissime sia dal lato teorico che dal lato pratico, senza dimenticare di affermare altamente di fronte al semplicismo economico anti-politico del socialismo italiano e di fronte al conservatorismo monarchico, il principio supremo della indivisibilità del!a quistione economica dalla quistione politica e morale, principio cordioale su cui si fonda il mazzinianesimo. Il XVII Congresso delle Societàaffratellate, convocato in Napoli nel Giugno del 1889, preside Giovanni Bovio, in una discussione memorabile, che faceva esclamare all'amico De Andreis: ma il nostro Congresso è un parlamentino 11 - esaminò ampiamente il diritto di proprietà e di eredità di fronte alla questione sociale. E dopo due discorsi magistrali ed esaurienti, pror:uoziati dal compianto Antonio Fratti e da Errico De Marinis - riflettenti i due indirizzi di politica sociale: l'indirizzo associazionista libertario del mazzinianismo e l'indirizzo associazionista autoritario del collettivismo - il Congresso a maggioranza approvò l'ordine del giorno, proposto e svolto eloquentemente dal Fratti, che: integralmente trascrivo per dimostrare all'on. Budassi quella sufficiente tendenza ed a:tività_ 1er scendere collo studio e coll'azione nel campo d unfl intensa. ~ proficua lotta ~co11?1mrn, ch'.egli nega al partito mazz101ano. Ed ec.:o I ordrne del giorno Fratti : « li Congresso : « Considerando l'indivisibilità di tutte le questioni sociali ed economiche dalle questioni morali t: politiche, e che il fine umano è la perfettibilità armonica e continua della società e dell'individuo; « Considerando che è contrario al libero svolgimento delle facoltà dell'uomo e al progresso sociale l'istituto della proprietà quale è in oggi, derivante in parte da violenza o da frode, o accumulatasi per ingiusta ripartizione di prodotti, e poggiata sul privilegio, onde il grande malessere della nazione ; « Considerando che tale istitLto è soltanto legittimo e rispondente al detto fine allorché emani in modo esclusivo dal lavoro, sia della mente o sia del braccio, unico segno di nobiltà e premio alle generazioni venture ; « Considerando però che il lavoro non può essere ne libero, ne fecondo se sia soggetto al capitale, come quello fosse cosa subalterna se non pure opera di servitù, ne deve essere diviso dal capitale stesso; cr Considerando che una principal fonte dell'odierna proprietà è l'istituto dell'eredità oggi soverchiamente esteso nelle successioni legittime e quasi sconfinato nelle testameotarie, istituto che si deve solo ammettere in quanto cementi la fam'glia come prima associazione naturale e centro di lavor0, sia di necessario stimolo alla produzione e trasmetta soltanto il prodotto individuale del lavoro stesso ; « Considerando che l'unione dei due termini libertàe associazione presuppone nelle realtà l'unione della proprietà sociale e individuale e quindi il concorso dello Stato e dd singoli enti e individui, e la reciprocanza e solidarietà degli interessi AFFERMA « Che la vita d'ogni individuo è sacra, e quindi a tutti, in ragiooe delle peculiari attività deYe essere assicurato l'acquisto e l'esercizio della proprietà ; . . . . ...... . « Che a tale uopo deve contribuire la gara delle speciali iniziative e degli uffici dello Stato, il quale ha la sua ragion d'essere solamente se risponde ad un alto intento sociale, sia distribuendo, merce i Comuni, il credito alle associazioni, sia agevolando la trasformazione sociale ed economica coll'iniziare il passaggio delle proprietà pubbliche nelle mani dei lavoratori, sia concorrendo coo qualsiasi possibile a legittimo mezzo d'incoraggiamento alla costituzione di società cooperative agricole, industriali e commerciali, e quindi mediaote il miglior sistema di riscatto del suolo e dei mezzi di produzione, suggerito dalle circostan~e speciali di tempo e di luogo, gradualmente, senza v10lenza e merce congruo indennizzo traducendo in realtà l'aspirazione della democrazia ita~ liana, cioè che il lavoro divenga padrone del suolo e dei capitali d'ltalia. E ritiene infine, che a tale effetto, cioè alla sollecita progressiva soluzione dtl complesso problema, siano affatto insufficienti le parziali riforme e gli imm:iginarii sistemi di colonizzazione che si ridurranno

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