Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 21 - 15 maggio 1899

402 'R.I'fTISTAPOPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Contro il Parlamenetocontro il Paese BRIGANTAGGIO COLLETTIVO Mentre scrivo - giorno I I - la maggiore incertezza regna sull'impresa di San Mun. I più ad-· dentro nelle segrete cose assicurano che sarà continuata contro la volonta del paese e del Pariamento; ed è scarsa la fiducia in coloro che non vorrebbero prestar fede nell'assicurazione di non ingannarsi. Ciò che dovrebbe sembrare una calucnia contro gli uomini che hanno il potere in un regime parlamemare, pur troppo pare appena una parte della ve, ità. Ma si occupi o non San Mun ; si occupi d'accordo colla China o contro la sua volontà - che non potrà mai essere libera davvero, perchè nessuno in questo mondo ama di essere spogliato di ciò che è suo - egli è certo che è necessario intrattenersi della politica coloniale, ,he rappresenta l'infezione maledetta; quella infezione i cui sintomi e le cui manifestazioni; scrisse F racastoro, rivivono dopo quarant'anni dalla loro primitiva scomparsa. Terminato l'episodio chinese, ricomincierà quelio africano ; e cosi di seguito sino a quando ci sarà terra asiatica o africana da occupare, cioè da rubare~ appartenente a popoli inferiori, o meglio a popoli che sono o si credono deboli e in condizioni da non potersi difendere. La discussione della politica coloniale, adunque, è, e rimarrà per un pezzo, di attualità, e si discutera sempre utilmente anche per ribattere le menzogne e i sofismi degli uni, per fugare la ignoranza e i pregiudizi degli altri : delle masse specialmente. * * * Sarebbe opera del tutto inutile discutere adesso la figura vergognosa fatta diplomiticamente dall'Italia in questo episodio chine"e ; essa che con tanta alterigia vuole farla - a dett? dei suoi governanti - da grande nazione nell'Estremo Oriente, ha invece rappresentato l1 plrte umilissima di vassalla, che non merita alcun riguardo. A tale trattamento, del resco, il nostro paese è 0rmai avvezzo; e senza ricordare i fasti diplomatici europei basterà richiamare l'attenzione sulla slealtà e sul disprezzo di cui l'Inghilterra altra volta onoro l'Italia in Africa. La Rivista se ne intrattenne più volte; e tra le altre riferendo dati e salati commenti del Generale Gandolfi e di Edoardo Scarfoglio. In questo ultimo in:i<lente della nostra politica ester.i, poi, la degradazione è stJta tale e tanta che non un solo si è potuto trovare a difendere il ministro Canevaro, buttato in mare dal Presidente del Consiglio di cui non fu che il povero gerente responsabile. Giova invece, ripeto, ritornare sulla politica coloniale in sè, obbiettivamente considerata. Che cosa essa sia dal punto di vista giuridico e morale, lo disii alla Camera e l'ho ripetuto qui: è un vero brigantaggio esercitato da collettività anzichè da individui. Ci si potè confermare nel giudizio all'epoca in cui più vivo fu il dibattito, per poco non degenerato in guerra aperta, tra Francia e Inghilterra pel possesso di Fashoda. Con vivo disgusto si sentiva vantare dai giornali e d1i deputati il diritto dell'una o dell'altra ... Qull'era questo diritto? Quello di occupare la terra.... degli altri ! Le due grandi ladrone alla fine si misero di accordo facendo pagare agli altri le spese della contesa; e l'Italia rimase addolorata assai perchè non potè entrare nella ccmbinazione per mangiare un boccone della cosa rubata. Nè il discorso corre meglio se la conquista coloniale la si guarda dal punto di vista della civilta. Tutta la storia delle conquiste coloniali, da Cortes e Pizzarro in poi, è sto1ia di sctlleratezze inaudite, e non si può protestare mai abbastanza fortemente contro l'inaudita ipocrisia degli europei, che si vantano di civilizzare gl'indigeni... distruggendoli lentamente coll'oppio o coll'alcool; violentemente col fuoco o col cannone. L'Inghilterra incivilisce l'India sfruttandola in guisa da far morire di fame a milioni gl'indigeni: Hyndmanr, il dotto e coraggioso socialista inglese, ha fatto la sroria documentata di questo spietato sfruttamento. E Caroegie - un americano non ubbriacato dalle facili vittorie contro la Spagna - giustamente ha osservato nella North AmericanRei·iew, che i conquistatori ad incivilire le cosidette razze inferiori mandano soldati, che hanno bisogno urgente alla loro volta di essere inciviliti... I * ,.,. E lasciamo da parte queste fisime della civiltà e del diritto nella conquista coloniale ; sono termini inconciliabili tra loro. I politici oggi ben volentieri mettono da parte tutti gli argomenti morali e tentano giustificare le loro disoneste imprese in nome delL, utilità e del tornaconto, ma anche su questo terreno non riescono molto fortunati. In quanto all'Italia, - ultima venuta nel concerto brigantesco ed a cui, perciò, non possono toccare in sorte buoni bocconi che abbiano il gusto dell'India, del!' Algeria, dell'Egitto ecc. - la fatica è ben poca per mostrare che nulla può mettere all'attivo per compensare le centinaia di milioni

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