'RIVISTA POPOLARE DI 'POL11ICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI seguire attraverso l'oceano del tempo che si apre dinanzi a uoi. E non ci potremmo su di esso imbarcare con migliori auspici. La nostra prima e fondamentale massima dev'essere: giammai comprometterd negl'imbrogli d'Europa; la seconda: giammai soffrire che l'Europa si frammischi in affari cisatlantici. L'America, Nord e Sud, ha un complesso di interessi distinti da quelli d'Europa, e peculiarmente suoi. Essa deve perciò avere un sistema suo proprio, separato ed a parte da quello d'Europa. Mentre questa lavora per diventare il domicilio del dispotismo, i nostri storzi devono con sicurezza essere diretti a formare del nostro emi sforo il domicilio della libertà. » ( 1) . Nessuna risoluzione fu passata in Congresso per rendere la teoria del potere esecutivo teoria di stato; anzi Polk, il quale fu poieletto Presidente il 1843, riteneva che se una risoluzione tale fosse stata presentata ad un voto, sarebbe stata sconfitta. Il Congresso non voleva legarsi ad una politica, che l'opportunità auebbe forse in appresso costretto a cambiare. li 1826 fu proposta una l~ga delle Repubbliche Americane, il cui programma doveva essere discusso nel Congresso di Panama dai delegati degli stati interessati. La discussione, fra gli altri argomenti, doveva Yolgere intorno ai mezzi per rendere efficace la dichiarazione del Presidente Monroe. L'opera del Congresso approdò a nulla, nè fu in appresso riconvocato. Non si parlò di nuovo della teoria, se non il I 84 5, quando Polk istesso la risuscitò in occasione della disputa con l'Inghilterra per la sovranità sui territori inoccupati,_ del Nord-Ovest. Polk parlava piu particolarmente del continente settentrionale, ed alla parola •colonizzazione» usata da Monroe, aggiunse « o dominio». Neanche questa volta fu presa alcuna risoluzione in Congresso sebbene fosse stata introdotta una mozione per l'esame della vertenza con l'Inghilterra. Ma come il messaggio di Monroe ebbe gran peso nel far desistere la Santa alleanza dal portare: ad effetto il suo programma in America, così il messaggio di Polk contribuì alla delimita,.ione dei confini fra 1! dominio Britannico ed il Washington Territory, al 49° di latitudine Nord. Polk affermò uuovamente la stessa teoria il 1848 in occasione dell'iusurreziooc degli Indiani nel Yucatan, quando le autorità del paese offrirooo il controllo del governo contemporaneamente 3 gli Stati Uniti alla Spagna e all'Inghilterra. Polk negò a queste due ultime il diritto d'intervento, essendo potenze europee. A quest'epoca il concetto della teoria di Monroe, sebbene applicato solo alla parte settentrionale del conti~ nente, si era accentuato nella sua !isonomia di esclasivismo, negando con Polk il diritto di acquisto da parte delle potenze europee di alcun territorio americano, pur essendo consenzienti i suoi abitanti. Il 1853 fu presentata in Congresso una risoluzione, con cui si faceva entrare la questione cubana nellA teoril di Monroe, ma neanche questa volta ebbe luogo vota - zione di sorta. Spettava all'avventura di Massimiliano di far richiamare in vigore la teoria il 1867. Francia ed Austria avevano tre anni prima, piantato l'impero nel Messico, ignorando le proteste degli Stati Uniti, che allora avevano le mani legate nella guerra di secessione. Non appena questa fu domata, il segretario Seward fece inten• dere a Napoleone III in termini energici che le truppe francesi dovevano evacuare il Messico. ( 2) Così Massimiliano, lasciato a se stesso, in~ontrava il suo fato a Queretaro nel giugno dello stesso anno. Nel 1870 il Presidente Grant ritornava ancora una volta sulla stessa teoria nel suo annuale messaggio al (1) Lettera al Presidente Monroe, 24 ottobre 182 3. Jejf,rsot1's Works ( Was/Ji11gto11 'D. C. 1854) Vol. VII, pag. 315. (2) A quei tempi i cavi sottomarini erano nella loro infanzia e Seward spese quindici mila scudi ptl messaggio, che Yalse a convincere il monarca francese della necessita di uniformarsi alla richiesta degli Stati Uniti Congresso, e l'accentuava nel senso che « le esistenti dipendenze (di potenze europee) non erano piu da riguardarsi come soggette ad essere trasferite da una potenza europea ad un'altra, e quando le esistenti relazioni fossero cessate, tali dipendenze dov.:vano diventare potenze indipendenti. » Grant riferiva le sue parole all'isola di Cuba, che allora trovavasi in guerra con la Spagna. Fish, segretario di stato sotto Grant, dichiarava nel rapporto accompagnante il messaggio, che la politica degli Stati Uniti non mirava ad intervento con la forza nelle contese legittime, ma sibbene a prevenire che tali contese fossero risultate in aumento d'influenza delle pott nze europee in America . « Questa politica, egli dictva, mira con speranza al tempo in cui, per lo spontaneo abbandono del continente americano ed isole adiactnti da parte delle potenze europee, l'America sarà tutta americana. » (Continua) Dr. P. BRIGANTI. RIVISTADELLERIVISTE Charles Rùhet: La guerrae la pace. Non è esatto dire che l'idea di plt1ii è legata allo spirito militare. Certo, se si fa. consistere l'amor d1 pltri:1 nelle conquiste vi è un rapporto stretto tra la patria ed il militarismo, perchè un paese senza soldati non può tare una guerra di conquista; ma impedire ad un paese di tentare le pazze avventure d'un Luigi XIV, d'un Carlo Xli, d'un Napoleone, non è annientare l'idea di patria, ma invece è purificarla, iograndirla. Singolare amor di patria quello di sacrificare i figli suoi I Per esso la Francia dovrebbe far perire molti francesi, e i due Napoleoni che ne hanno condotti alla morte quattro milioni sarebbero allora i migliori patrioti. L'idea di patria è un'idea estremamente variabile coi luoghi e coi tempi. La concezione bellicosa della p3tr.a non è superiore alle concezioni degli antropofagi. Mangiando un uomo perchè _siha f,me, si fa un a~to me_no&_ rav~ e meno bestiale che spmgendo alla camefictna m1glta1a~• uomini. Poveri antropofagi i vostri fostini sono meno sanguinosi dei nostri! Che l'esercito sia una scuola di abnegazion,!, di preparazione alla guerra e di moralità ciò non può sostenere che chi non ha mai veduto quel che su.:ceJe nelle caserme. La guerra non è il trio11fo del migliore, come si asserisce da alcuni che vogliono riprendere l'obiezione metafiiica di Hegel. Se questo argomento fosse seriamentt: sostenuto, bisognerebbe allora eliminare i piccoli popoli dalla carta del mondo. Ma ammesso pure che i due avversari sieno di forza eguale, è proprio il più virtuoso che trionferà? Basta leggere la storia per esser cc.nvinti dd contrario. Un gran generale, per una tattica sapiente e un'abile strategia, vale da solo il valore e l'eroismo di migliaia di soldati: e un capo incapace rende inutili il coraggio e l'abilità delle sue t, uppc. E poi, la parola forza è ~stremamente compl~ssa. Uo popolo più forte nella guerra non vuol dire che si" più forte m tutto il resto. Se cosi non fosse l'ideale della civiltà starebbe tutto nella preparazione alla 6uetrd, e bisognerebbe rinunciare alle arti, alle scienze e al pensiero. Quanto alla corruzione, all'avvilimento e alla putredine che minaccerebbe ogni popolo libero dalle preoccupazioni hellicose, è una f.ntasia che nessuno può pren• dere sul serio. Gli Stati Uniti e l'Inghilterra non bellicosi e non miiitaristi sono forse più corrotti della Francia, della Germania, dell'Italia, della Spagna? Certo non sarebbe l'età dell'oro senza la guerra: vi sarebbero sempre i grandi conflitti industriaE e commerciali, la fr.tellanza universale non trionferebbe completamente; ma almeno non vi sarebbe del sangue, e del migliore, cosi stupidamente versato. Quanto al cora!!gio militare, che noi pure ammiriamo, es50 uon porta con sè l'ammirazione anche per la guerra. Io posso ammirare una macchina perfettissima che tolga l'acqua dal mare per riv<r• sarla sulla spiaggia, ma non pou ò mai dire « continuate questo duro lavoro», perchè questo non è altro che un lavoro idiota. Ma che sarebbe poi se questa macchioa, faces5einvece un lavoro funesto come, per es, mpio, quello di inondare, d1 distruggere le messi, le pasture, d'inondare le biblioteche, le galleri~ d'Jrte ecc. Questa macchir.a non csi5te, ma gli uomini hanno immaginato qualche cosa di più assurdo ancora, cd è la guerra. (Revue blwe, 7 maggio).
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==