Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 21 - 15 maggio 1899

'1{.LVISTAPOPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI sai brutta (1). Jeflerson fu perfino denunziato al popolo per aver annesso un nuovo territorio ed essersi obbligato ad un cornptnso senza l'autorizzazionti d1·l Cor.- gresso, violando cosi i patti costituzionali, ma la nazione sanzionò quello che Jefferson aveva fatto « per il bene di lti e pu il bene dtl territorio incorporato » ( z ). Si gridò all'imperialismo quando venne su la questione della Florida: il popolo condannò gli oppositori dell'espansione col dimenticarli; accadde lo stt;sso quando California ed Oregon furono assunti alla dignita di Stato e quando fu proposto l'acquisto del!' Alasca. Il movimento di espansione territoriale cominciò con la necessita di tutela re il commercio, più che per bisogno di sicurezza esttroa e conri:Juò dopo dominato dall'una e dall'altra id<a. Per gradi poi, all'idea di sicurezza si sostituì, quasi spontaneamente, quella di grandt'zza e di potenza. Finchè intanto i :empi non erano maturi per l'espansione, agli Stati Uniti 1ntcnssava, da una parte, il mantenimento delle libertà acquhtate nel cont1nente, e, dall'altra, che nessuna potenza veramtnte temibile si fosse stabilita ai propri confini. Jefferson nel 1. 786 scriveva: « ... per l'mteresse del continente noi dobbiamo avere premura di non pn mere troppo presto sugli Spagnuoli. Quelle contrade (i territori ai confini degli Stati Uniti) non possono essere in migliori maui. Il mio timore è che essi sono troppo debo•i per mantenerle fino a che la nostra popolazione possa essere sufficientt mente avanzata per guadagnarle da se poco per volta » ( 3). 1 due terzi delle acquisizioni territoriali degli Stati Uniti tra no, salvo l' Alasca, originariamente dipendenze spagnuole. La stessa Luisiana, che dalla Francia era stata ceduta alla Spagna il 1762, al tempo dell'acquisto di Jefferson, era spagnuola nelle sue leggi, nei suoi usi e costumi, ordinamenti militari e ch·ili. Quando il 1800 questo vasto territorio veniva riceduto dalla Spagna alla Francia, lo statista americano se ne preoccupò tanto, che scriveva al rappresentante degli Stati Uniti a Parigi : « •.. La cessione della Luisiana e della Florida dalla Spagna alla Francia va a grande danno de,(li Stati Uniti. Essa sco11\olge completamente tuttt le nostre relazioni ... e formt rà una nuova epoca nd ce:, so della nostra rolitica .... Vi è nel globo un ... punto, il possessore di cui e nostro naturale cd abituale nemico. Questo punto è Nt w Orleans. La Francia mett<'ndosi in quella porta assume verso d1 noi un atteggiamento di sfida. La Spagna avrebbe potuto mantenerla quietamente Fer anni. Il suo pacifico dispotismo e il suo debole stato, avrebbero aumentata la nostra facilità , crso quel punto, sicchè la sua presenza cola verrebbe appena da noi risentita e non sarebbe trascorso molto, forse, che opportune circostanze avrebbero consigliato alla Spagna la cessione della piazza a noi, contro un compenso a lei utile a qualche cosa .... » (4). L'idea di Jefferson era che « la Confederazione debba essere riguardata come il nido da cui tutta l'America, Nc>rd e Sud, dovrà essere popolata » (5). Ed il destino dt!la Confederazione infatti, essendo favorevoli cose ed (1) Con atto del 31 ottobre 1803 il Presidente degli Stati Uniti fu autorizzato ad esercitare pieni poteri sul territorio della Luisiana, fino a che il Congresso non aves;e deciso intorno alla maniera di amministrarlo. li progetto di legge fu combattuto vivacemente, perchè, si disse, avrebbe messo il Presidente nel posto del Re di Spagna e lo avrebbe reso continuatore del dispotismo spagouolo in aperto conflitto con i principii repubblicani. Alcuni degli stessi amici di Jefferson chiamarono il progetto un atto diseotico. l 2) Io questo senso si esprimeva il grande uomo di stato americano nella lettera a Mr. Breckenridge (12 agosto 1803) ed in altre lettere del.'epoca. Jejferson'sWorlcs (Was/Jington. D. C. 1854) Voi. IV. pag. 4>9- . (3) Lettera ad A. Stewart, da Parigi 25 gennaio 1786. Op. citata; Voi. I. pag. 5 17. (4) Lettera ad R. L. Livingston, 18 aprile 1802. Opera ci• tata. Voi. 1V, pag. 4 J 1. (5) Lettera citata ad A. Stcwart. eventi, genio d'intrapresa, posizione geografica, debolezza della Spagna, discordie europee, si e andato gradatamente, fino ai giorni nostri, aflc:rmando verso quell'ideale. Per compiere intanto il granJe problema nazionale occorreva la concentrazione delle forze verso lo scopo prtfoso e l'infrapposizione di un biluardo fra la politica americana e l'europea. Al primo obbiettivo rispose la politica di un intervento, iniziata da Washington al tempo della guerra fra l'Inghilterra e la Francia, quando la Confederazione era ancora bambina ; al secondo rispose la teoria di Monroe, quando fu necessario far fronte al pericolo delle mire tenebrose della santa alleanza. Come si sa, gli autocrati di Russia, Austria e Prussia avevano proclamata in Parigi, il 1815. l'alleanza che doveva dare all'Europa la restaurazione del diritto div;no. Più tardi il Re di Francia fece causa comune con loro, la Spagua fu invasa per ristabilirvi il dispotismo e fu annunziata l'intenzione di portare la guerra nelle sue antiche colonie d'America, già costituitesi in repubbliche indipendenti. Ora, il ritorno delle repubbliche ispanoamericane al regime paterno, feriva gli interessi commerciali dell'Inghilterra e degli ~tati Uniti; sorse quindi in tntrambi il bisogno della resistenza. Nel messaggio del 2 dicembre 1823 Monroe parlando degli amichevoli negoziati fra gli Stati- Uniti, -la Russia e l'Inghilterra per definire i risptttivi diritti sulle coste Nord-Ovest del continente amtricano, dice: « tale acca• sione fu giudicata propizia per affc:rmare come un principio in cui i diritti e gli interessi degli Stati-Uniti sono involti, che i continenti americani, per la hbaa e indipendente condizione che hanno assu ,ta e mantec.gono, sono da ora in poi da non più considc:rarsi come soggttti a futura colonizzazione da parte di qualsiasi potenza europea. • ( 1) Il concetto di Moaroe, come fu spiegato da Calhoun, il quale faceva parte dell'amministrazione di quell'epoca, era che, essendo tutto il continente americano coverto dai titoli di sovranità delle diverse nazioni costituitevisi, nessuna potenza europea poteva più essere ammessa a colonizzare. mancando a un tale ano la giustificnione del titolo della scoverta o della prima occupazione. lo prosieguo, nell'istesso messaggio, Monroe dice come gli Stati Uniti mai abbiano prtsa parte alcuna nelle guerre europee, salvo in quanto concernesse la difesa dei propri diritti, e come non sia possibile mantenere lo stesso atteggiamento se le operazioni dovessero svolgersi nel continente americano. I sistemi politici delle potenze europee essendo differenti da quelli d'America, < ogni ten:ativo da parte loro di estenderli a qualsiasi porzione del continente americano deve considerarsi come dannoso alla pace e sicurezza degli Stati Uniti. » « Noi non ci siamo frammischiati, nè la faremo, nelle cose delle esistenti colonie o dipendenze di qualsiasi potenza europea. Ma non potremmo vede:e l'intervento di potenze europee allo scopo di opprimere o altrimenti controllare i destini di quei governi che hanno dichiarata la loro indipendenza e l'hanno mantenuta, e la cui indipendenza •.. non abbiano riconosciuta, senza considerare tale atto quale manifestazione di sentimento non amichevole verso gli Stati Uniti. • Che la teoria di Monroe si fondi sui principi, che fin dall'origine della Confederazione, Jefferson aveva affermati, lo dice la seguente lettera, che questi scriveva al Presidente Monroe nove giorni prima che il celebre messaggio fosse stato mandato al Congresso. Tale documento, fino ad un certo punto, completa il concetto esposto nel messaggio. • La questione presentata dalle lettere che voi mi avete indirizzate, è la più importante che sia stata offerta alla mia considerazione fin dall'epoca della dichiarazione d'indipendenza. Questa ci rese una nazione, quella segna la nostra guida e ci addita il corso che noi al-biamo da ( l) Amcrican State Pape:s (For. Rei.) Voi. V, pag. 24 5.

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