RJVISTA POPOLARE DI POLITIC.A. LETTERE E SCIENZE SOCIALl Nemmeno John Ruskin, nel Westmoreland, quello che vorrebbe risuscitar le antiche filande, non riuscirtbbe a trovare nna ruota nelle nostre campagne. Nell'ultimo censimento industriale, già antico ( 1880), non vi erano più di 35792 persone - dieci volte meno di quarant'anni pnma - occupate nell'industria linifera: 17060 operai ed operaie di fabbrica, e soltanto 18732 operai a domicilio. Quanto agli altri, o ai loro discendenti - obbligati di cercare al di fuori i mezzi di esistenza eh' essi non trovano p:ù a casa loro - gli uni lavorano in città industriali, altri sono andati ad ingrossare la clientela dei vecchi banchi di beneficenza di Ypres, di Bruges o di Audenarde; e ve n'è di quelli che vengono tutti i giorni dal cuore della Fiandra, ove formano delle vere colonie in paese vallone, lavorando nelle miniere di carbon fossile di Hainaut ( 1 ); i più numerosi infine formano il principale contingrnte di quella grande armata operaia che se ne va tutti gli anni in Francia e nel granducato di Lussemburgo. É quel che ci risulta, con tutta evidenza, dalle statistiche che ci sono state comunicate dal Dipartimento dell'Inter• no: i circondari che inviano il più gran numero di operai agricoli all'estero seno quelli di Alost, di Gand, di Termonde, di Audenarde e d'Ath, vale a dire precisamente i principali centri dell'industria linifera di cinquant'anni or sono. É lo stesso del resto in Germania, ove Sohnrey considera egualmente la decadtnza della tessitura a mauo come una delle principaii cause dell'esodo rurale. Non sono dunque, almeno al principio dtll'evoluzione capitalistica, le città che attraggono gli operai rurali, ma le campagne che li respingono, che riversano nelle regioni urbane ed industriali la sovrabbond ..nza della loro popolazione. Ma questa popolazione è tutta relativa. Essa pro, iene dall'alienazione dei beni comunali, dalla concentraz,one e dal frazionamento eccessi.o delle proprittà e della distruzic ne delle industrie rurali accessorie. • Ora tutte qutste tra:.formazioni derivano in ultima analisi da una s'lla e medesima causa : l'azione delle città piovre, in cui gli abitanti acquistano le proprietà rurali e in cui lt: fabbriche distruggono le forme arcaiche della produzione che sopravvivono ancora nelle campagne. . Quei che pensano che l'agricoltura non subisca che debolmente l'influenza capnalistica, dimenticano che successivamente tutti i rami che costituivano prima una produzione agricola si distaccavano dal tronco principale, per formare delle industrie distinte. Cinquant'anni or sono, per esempio, quasi tutti i fit. taiuoli facevano da sè la birra : il solo ricordo che resta attualmente di questo modo di produzione patriarcale sono i luppoli selvaggi - ultime v1,stigia di terreni coltivati a luppoli dalle famiglie - che si trovano ancora frequentemente nelle siepi del Brabante Vallone. Verso il 183 5 fioriva il lambicco di famiglia : si contavano nel Belgio più di 2000 distillerie agricole; da una statistica recente, non ne restano cento. Le altre sono state rimpiazzate da una dozzina di grosse distillerie industriah, concentrate nelle grandi cmà e aventi un vero monopolio di fatto. Ultimamente, è vero, il governo belga ha tentato la risurrezione della distilleria agricola accordando dei privilegi fiscali considerevoli alle distillerie cooperative dei (1) Al casale di Taillis-Pré, presso Charleroi, la popolazione fiamminga è cosi numerosa, che in Chiesa si prega in fiammingo tutte le domeniche. Gli optrai fiammiogh1 del circondario d'Alost e del sud del circondario di Bruxelles che tutti i giorni vengono a lavorare nelle miniere, si dirigono specialmente verso quelle di carbon fossile del Centro, ove la mano d'opera comincia a diventare insufficiente : un gran numero di operai minatori infatti, trovando il ll)rO mestiere troppo penoso, fanno dei loro figli dei metallurgi, degli impiegati etc, \ coltivatori. Soltanto sono ancora dei distillatori industriali che hanno trovato il mezzo di approfittare della legg(', creando - a conferma stessa del Ministro delle Fmanze - delle pseudo cooperative, composte di uomini di paglia, ove mettendo tutti i capitali, esercitano tutti i poteri e prelevano tutti i benefici. In tal modo i distillatori agricoli avendo a lottare ad un tempo contro le false cooperative e la formidabile trinità degli schiumatori, melassieri e distillatori di grano, dispariscono ancor più che nel passato. Questa irrimediabile decadenza delle industrie del po• dere e del focolare, legate al lavoro agricolo, si manifesta in tutti i rami della produzione, e ha sempre per resultato di trasformare in operai nomadi o industriali, i piccoli coltivatori o artigiani del villaggio, espropriati dei loro strumenti di produzione. Ciò che si è prodotto in Fiandria per l'industria linifera, si produce, in questo momento per gli armaiuoli nel paese di Liegi, e pei fabbricanti di zoccoli in altre regioni. 1 coltellinai delle vicinanze dt Gembloux che prima coltivavano ntl medesimo tempo un pezzetto di terra, sono diventati degli cperai ambulanti: dopo che l'arte del coltellinaio non va più, essi s'impiegano nelle fabbriche di zucchero ad arruotare i coltelli per le barbabietole. I tessitori della valle di Lasne Ohain, Plancenoit, Rixensart dopo lo stabilirsi delle macchine a Braine l'Alleud, si sono fatti muratori o lavoratori di soffitte,. e tutti i giorni vanno a Bruxelles. Lo stesso hanno fatto parecchi segatori di pietre dopo ·che si sono impiegate le seghe a vapore ambulanti. O meglio - e noi conosciamo pochi esempi così calzanti d'una industria locale deformata dal capitalismo - vi sono i cappellai in paglia della vallata del Geer (Liegi e Limburgo). All'epoca in cui E. De Laveleye descriveva questa industria, r.cl suo Rapporto sull'agricoltura belga ali' Espo• sizione di Parigi ( r878), essa era ancora in piena prosptrità, dava luogo ad un movimento d'affari di 6 o 7 milioni per una ventina di villaggi, e aveva la sua base naturale nella costituzione geologica del suolo e nelle condizioni speciali della coltura : « 1 terrrni cretacei di Maestricht, inseguendosi nel bacino del Gter danno alle paglie dei c•reali certe qualità particolari: della Aessibilità, della forza e soprattutto una bianchezza che non si può ottenere, si dice, in nessun posto al medesimo grado. » Vent'anni la dunque, l'industria dei cappelli, in questa regione si univa direttamente al laYoro agricolo, le famiglie operaie si procuravano, nelle masserie vicine a dove lavoravano un pezzo di terra preso in locazione, la paglia di cui la stoppia era impiegata di prtferenza per far le trecct.'. I ragazzi, le ragazze e le donne facevano la treccia, sia portando a pascere le vacche, sia a domicilio sorvegliando la casa, o a veglia, quando le trecciaiuole si riunivano in una stessa stanza per dedicarsi al loro lavoro. I cappellai, vale a dire quasi tutti gli uomm1 validi, andavano nelle principali città di Europa ove cucivano o preparavano, secondo il gusto locale, la treccia che loro si spediva da Glous, da Roclange o da qualche altro villaggio delle loro campagne. Infine, cultura, treccia e cappelleria formavano allora un insieme d'operazioni intimamente legate le une alle altre. Oggi, sotto l'influenza sempre più grande del capitalismo, l'organizzazione del lavoro nella vallata del Geer è in piena decomposizione. Tuttavia, verso il 1880, in seguito ali' introduzione della cucitura a macchina, molte ragazze dai 15 ai 20 anni, e fino al loro matrimonio, si sono messe alla loro volta ad emigrare ed a rimpiazzare gli uomini nelle fabbriche di cappelli. Vi sono, ci si dice, certi villaggi - Roclange per esempio - ove il 25 °/, delle ragazze reclutate dagli agenti se ne vanno ogni anno a fare una stagione a Bruxelles, a Parigi, e in altre città. Qualcune restano sulla strada; altre, ci si dice, partono sole e non tardano ad essere in due quando ritornano. Tutte
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