Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 20 - 30 aprile 1899

RlPISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI nopolio politico - le masse veramente non pensarono e non pensano, ed ancora rimangono nella antica attitudine di passività - furono sempre unitari; anzi fanaticamente unitari, a tipo lmbriani o Crispi, a qualunque partito essi appartenessero. Questa la verità. Viceversa il regionalismo in tutte le sue gradazioni - e nella forma volgare e in quella altissima vagheggiata da Cattaneo, da Ferrari, da Rosa e da Mario, che volevano il regime federale nello interesse della intera collettività italiana e per rendere più sicuro e rapido 11 progresso sociale e politico - fu ed è il prodotto esclusivo e caratteristico ddl' Alta Italia e specialmente della Lombardia. f Nè è vero, come asserisce il L1briola, che il ederalismo sia proprio dei radicali, contro i quali scaglia inopportune frecciate; es;o venne e viene, più o meno apertamente, in una misura più o meno attenuata, caldeggiato da tulli i partiti politici : dal socialista - ne fa fede la Criticasociale del Turati - e dai moderati; dai repubblicani e dai monar.:hici. Non cade dubbio sulla tendenza federale dei repubblicani, che ne vanno orgogliosi - e con ragione. Pei moderati, se altre testimonianze occorressero, basterebbe quella esplicita ed autorevole del Siliprandi, ex deputato per Mantova, e militante attivamente nel partito monarchico moderato. Ciò premesso si venga alla indicazione delle cause, che hanno determinato la decadenza del sentimento unitario. Non è il caso di esaminare l'azione esercitata dalla propaganda repubblicana nella genesi del fenomeno perchè ben scarsi sono i pro,eliti fatti. Il federalismo propugnato dai repubblicani lombardi del resto non ha niente di morboso: ha base positiva in una altissima idealità politica e sociale. che non si può e non si deve confondere con quel regionalismo con base negativa, che deriva da malcontenw, da disgusto delle comeguenze della presente organizzazione unitaria accentratrice italiana; di cui giova e urge anche intrattenersi senza ipocrisie, senza infingimenti, senz1 stupide p1ure di offendere il patriottismo ed il sent11nento nazionale. Le cause del malcontento, che si traduce in disgusto e in diminuizione del sentimento unitario, sono di varia indole: politiche, morali ed economiche. Si ritiene nel settentrione - e più intensamente in Lombardia - che le popolazioni incolte, e retrograde e immorali del mezzogiorno rappresentino una palla di piombo attaccata al piede Jelle regioni più colte e più progredite dell'Italia superiore; che le prime favoriscano, se non impongano, una politica pazza ali' estero, reazionaria all'internC', e tutta intessuta o maculata di simonie, di prepotenzJ, di corruzione. D'altra parte si crede che il mezzogiorno paghi meno imposte di quello che dovrebbe e che viva quasi da misero e pigro accattone, parassitariamente, alle spalle delle regioni settentrionali. Data questa origine della decadenza rapida del sentimento unitario, vegg1 chiunque conserva sana la mente e chiara la percezione del decorso dei fenomeni sociali, se, nell'interesse supremo della conservazione della compagine nazionale, non sia dovere strettissimo di quanti serbano ancora caldo e sincero il culto per la p1tria, di studiare con diligenza e con perseveranza le accuse formulate contro il mezzogiorno. O esse sono vere, e biso• gna farle conoscere agli accusati per provvedP-re opportunatamente; o esse sono false, e si devono ricondurre alla ragione gli accusatori. L'amore e la stima reciproca tra le parti; l'armonia vera tra loro, che deve risultare dal consenso spontaneo e non dalla violenta coazione, non possono scaturire che dall'esame sincero dell'intricato problema. Questa è la verità; contro la quale non devono e non possono prevalere i sofismi e le malignazioni dei farisei del patriottismo, che designano come regionisti nemici dell'unità nazionale i cittadini onesti e volonterosi, che affrontano la calunnia e la designazione all'odio ed al disprezzo degli ingenui per compiere il loro dovere. Dr. NAPOLEONE CoLAJANNI. Deputato al Parlamento Per cambiamenti d'indirizzo, od altro che riguardi l'amministrazione della Rivista, dirigersi al sig. GIOACCHINO MONTALBANO - Via della Vite N. 74, Roma. Fusione, non unione A proposito de lo accordo de i partiti estremi Chi di noi guardi, con occhio reso necessariamente frettoloso da le cure aspre de 'l vertiginoso crescere de i propri bisogni, ne la vita pubblica italiana, crederà, con suo compiacimento grande, lungo cammino avere i partiti estremi percorw in questi ultimi tempi su la via de lo accordo. Infatti, molti organi da ambo le parti con- ~tltano eJ invocano sempre più la « unione n, « la ne• cessità di st.ingere le no;tre file », « il dovere di dirigere tutte le forze affini io uni data direzione »,. la utilità del « colpire u01ti » e molte altre cose, ragionevolissime, de 'l genere di queste. Tuttavia gli organi stessi disvelaoo conttmporaoeamente a le buone intenzioni loro, tutto quello che vi à di alquanto superficiale ne lo accordo, e lo disvelaoo ne le cause e ne le ragioni che gli assegnlllo. Infatti egli è un ripetersi continuo di ciò: che nei momenti attuali, stante la manomissione generale de le più elementari libertà, stante ii soffocamento de le libere voci ne 'l fondo di carceri obbrobriosi, stante i provvedimenti odiosi che si cercano attuare a rinnovellar la tirannide debellata co 'I purissimo sangue di tanti martiri, stante la fiscalità feroce, stante insomma le « gravità dell'ora » è utile, è bene, è necessario unirsi e combattere solidali! Ciò viene ad evidenza dimostrato da la rapidissima esposizione che tentiamo de la polemica ultim.. seguita su questo accordo. Infatti: partendo da una sincera e ra- ~ionevole querela mossa da !'on. Colajanni su questa Rivista (pag. 62) a la campagna de i ~ociali_st_icontro i rc:pubblicani, passando per una base d1 poss1b1le entente dal Travet (pag. 102) form~lata in ~ost~nza co~I: Per parlare di accordo debbono 1 repubbhca01 non smgolarmente ma complessivamente: 1. smetterre di trattare i socialisti da usurpatori de le loro conquiste, 2. decidersi ad essere incondi1Jonatamented'opposiz,.ione, 3. pamettere o riconoscere ai socialisti la lotta di classe, su la quale base d'entente il Colajanni pare non dissenta, poichè ritorce ai socialisti la prima questione, spiega l' opportrmismo a fin di bene contenuto ne la seconda, ed accetta in massima la terza... dopo le parole de l'oo. Ferri su la « Nuova Terra » in pro de la « comune difesa e non alleanza confusionista » che, ci pare, non sono però avvalorate da le altre su la « libertà d'azione » nella organizzazione, nella propaganda, nel movimentJ eletto-

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