Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 20 - 30 aprile 1899

'R._I'l"ISTAPOPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 397 proposta dicendo come ha detto neJJa relazione : « la ritemlla « del Tesoro si risolve quasi in una imposta speciale a carico « degl'impiegati in contemplazione del beneficio della pen- « sione ». No, onorevole Vacchelii; la 1·item,t1 del Tesoro non è un imposta, nè quasi, nè senza quasi, ma è un concorso dell'impiegato pel godimento del beneficio della pensione, concorso che se lo Stato è liberissimo di aumentare pei futuri impiegati, è vincolato però a mantenere inalterato per quelli attualmente in servizio i quali hanno accettato impiego e stipendio alle condizioni stabilite dalla legge. Questo procedere disinvolto dei ministri che oggi mettono le mani nelle tasche dei portatori di rendita, domani in quelle dei loro impiegati, fa sempre più perdere nelle moltitudini la fede nel significato della parola legge (Economista - 16 aprile). Aguinaldo, il capodegli insortiFilippini. I Filippini sollevatisi contro gli americani, rendono a questi sempre più difficile il loro stabilimento nell'arcipelago. L'anima della resistenza, Aguinaldo, ha soltanto 28 anni. Egli è nato nel villaggio di lmus, nelJa provincia di Cavite. Il padre di lui, s'impose grandissimi sacrifici per farlo entrare nel collegio di S. Giovanni di Latran prima, e poi nell'università di S. Tommaso a Manilla. Benchè Aguinaldo fosse passato con facilità dal collegio all'Università, fu considerato dai suoi professori come avente lo spirito più ottuso di tutti i suoi compagni. I suoi professori - dei domenicani - disperando di poter far di lui un allievo che facesse loro onore, lo r:mandarono al padre consigliandolo a fargli percorrere tut• t'altra carriera che quella del sacerdozio, delle lettere, delle scienze o delle armi. li padre, non essendo di questo parere, lo fece entrare allora nella scuola normale che i Gesuiti avevano a Manilla. Il giovane già cominciava a distinguersi, quando il padre gli morì. Fu allora che Aguinaldo tornò a Imus, dove si dette interamente alla cura del suo patrimonio. Ciò nel 1893, nell'epoca in cui il dottor Rizal creava la « Lega Filippina » che ebbe breve durata perchè per farne parte occorreva avere almeno 2000 lire di rendita. Deportato Rizal, fu formata un'altra società segreta che in breve contò 2 5,coo affigliati. Il go• verno spagnolo delle Filippine cominciò allora una repressione cieca e senza quartiere che gli fu fatale. Fu dato ordine di arrestare Aguinaldo, accusato d'essere uno dei capi più ardenti della società segreta, e un ufficiale con dodici indigeni a baionetta in canoa furono incaricati di eseguire quelJ'ordine. Aguinaldo, senza un minuto di esitanza, bruciò le cervella all'ufficiale, appena gli si presentò, e arringati i dodici soldati indigeni che lo seguivano, fu cosi eloquente che riuscì ad entusiasmarli e a farsi seguire sulJe alture di Imus. Fu il nocciolo dell'esercito rivoluzionario che quasi suqito contò cinquantamila combattenti. Durante la guerra, Aguinaldo secondò gli americani, ma dopo la pace, di ventato presidente della repubblica filippina, levò lo stendardo della rivolta contro i nuovi padroni, rivolta che dura tuttora. ( Tour de monde - 8 Aprile). Alberto De Climclos : Il movimentosionista. Insultati, perseguit:1ti ~!'israeliti pensarono un giorno di rientrare nel loro paese d origine per crearvi delle colonie agricole, e numerosi deleg:tti di associazioni israelite, riuniti a Bruxelles nel 1897 e nel : 898 hanno precisato il fine da raggiungere e i mezzi per realizzarlo. Se la parola sio11is1110 è usata da poco, l'idea che rappresenta rimonta al 1848, quando uno scrittore ebreo, Mosè Hesse, scrisse il libro, Roma e Gerusalemme, in cui sosteneva la necessità di ristabilire la nazionalità ebraica. Ma in quel tempo gli ebrei avevano altre cure, e fino al 1881 non ci fu che il tentativo dell'israelita francese Netter che fondò ad Jaffa una scuola di agricoltura per la quale questa città è oggi diventata il centro deJJa colonizzazione ebre:1. Dal r881 al 1883 ci fu una vera levata di scudi contro gli ebrei. L'israelita Pinsker rimise io luce le idee di Hesse le quali trovarono un terreno favorevolissimo anche perchè non v'è ebreo veramente religioso che non nutra la speranza di finire i suoi giorni a Gerusalemme. Dal 1897 al 1898 il movimento sionista è raddoppiato. Il centro è Parigi ove si riuniscono i delegati per discutere gl'interessi comuni. Questo centro è in relazione col comitato esecutivo di Jaffa che comprende 6 agricoltori notevoli, incaricati di scegliere, d'installare i coloni, e di dar loro gli strumenti necessari del mestiere. 1 sionisti si propongono di conservare la nazionalità ebraica, e di salvare il proletariato ebreo da una degenerazione fatale. (Correspondant - 10 Aprile). Emilia Pardo Baza11: La Spagna di i~ri e d'oggi. Bisogna dirlo coraggiosamente, l'ora della verità è suonata. La scossa ha svegliato i dormienti, ha slegato la lingua ai muti. Non è dir male della patria tanto più che tacendo non si farebbe che conservare il segreto di Pulcinella : la Spagna è in un periodo di grande decadenza. Eppure questa nazione che si è chius;a nel suo passato, corpo vivo legato ad un cadavere, è destinata a prendere una parte attivissima e continua dello sviluppo degl'interessi civilizzatori. È vero che la razza, accanto alle sue qualità di prim'ordine, ha dei seri difetti, tra cui il suo istinto d'anarchia individualista che impedisce ogni opera collettiva, e che si confonde, a torto, con lo spirito d'indipendenza. Insieme a questa vivace indisciplina, lo spagnuolo è inclinato a misconoscere il diritto altrui e a rispettar poco le coscienze, onde noi con leggi simili a quelle delle altre nazioni siamo restati molto addietro riguardo ai costumi, e tanto, che, come dice l'attuale presidente del Consiglio, Francesco ;Silvela, la Spagna possiede tutte le apparenze ma nessuna delJe realtà della nazione giuridicamente costituita. Delle leggi ce ne sono anche troppe: noi ci perdiamo in un laberinto di disposizioni, anneghiamo in un oceano di scartafacci, ma il diritto è caduto in tale discredito che si teme la giustizia più ancora che i malfattori. Noi consacriamo all'istruzione pubblica )'1 1(2 per 100 del bilancio nazionale, al di sotto del Portogallo che vi consacra il 2 112, Delle università ce ne sono anche troppe, ma non per studi seri. Questo muro d'ignoranza e anche di odio alla cultura, arresta ogni movimento intellettuale e gl'impedisce di arrivare in fondo all'anima spagnola. Le energie intellettuali sono addormentate per mancanza di stimolanti; queJJe del sentimento e della volontà sono pervertite per l'influenza disastrosa d'una politica meschina ed egoista che si diffonde nel midollo dell'ossa delle nazioni. Tutti maledicono questa politica soffocante, ma nessuno trova il modo di liberarsene, e la massa del popolo diventa sempre più indifferente ai grandi interessi nazionali. La stessa obbedienza apatica è la pruova della m:mcanza di spontaneità per reagire : è il sentimento, è la fibra che si atrofizza nel popolo persuaso dell'inutilità d'ogni sforzo. Si resta infatti sorpresi e sconcertati, constatando il vero stato morale di una nazione che si supponeva pronta ai gesti dell'eroismo disperato e che si vede invece stupefatta, anestasizzata per cosi dire, contenta quasi d'aver finito, bene o male, la guerra, quasi felice d'essersi liberata delle sue colonie. Una minoranza piena di zelo, e sfidante l'indifferenza generale, cerca di svegliare le energie spagnole, di rimpiazzare l'ideale leggendario, con quello del rinnovamento e del lavoro, ma io non so se riuscirà : so però che fa il suo dovere. ( Revue 'Biette, 22 aprile). AlessandroSutber/a11d: La tendenzadei secoli. Non è vero che la guerra è una compagna inevitabile della natura umana, perchè la storia dimostra la naturale decadenza degli avvenimenti bellicosi. Questa tendenza può essere meglio provata guardando i passi fatti dalla razza inglese di quattro in quattro secoli. - Il settimo secolo pare un fantasma feroce: la pace e le sue arti sono disprezzate; le vittorie sono celebrate coi sacrifizi umani; le vittime sono sottoposte alla tortura. Quando i teutoni toccano il suolo deJJ'loghilterra spazzano il suolo delle esistenze umane e soltanto in qualche punto vengono risparmiate le donne. - L'1mdeci111se0colo. L'individuo perde il diritto della vendetta immediata e mortale. Le leggi stabiliscono com• pensi pecuniari per le offèse. Un re forte prende il posto del piccolo capo e la pace delpri11cipe viene rispettata; ma tuttavia, come dice Gibbon, ogni contadino è soldato ed ogni villaggio è una fortezza, e i prigionieri presi colle armi alla mano sono uccisi. - Il tempodei Tttdor. Quale cambiamento nel sentimento bellicoso I Il diletto di uccidere gli uomini è scomparso ; i prigionieri armati vengono risparmiati. Grazia scrive : 'Dejure bellis. - I tempi 11ostri. Da due secoli e mezzo praticamente la guerra è scomparsa dall'Inghilterra. Un popolo di quaranta milioni . può vivere in pace dove dieci secoli or sono i nostri antenati dall'Eptarchia vivevano in coot'nua guerra tra loro. Tutto ora prova che la tendenza è verso la pace e che il suo regno non è lontano. La forza gigantesca della simpatia umana procede di secolo in secolo. Collo Czar o senza lo Czar la pace verrà tra le razze come è venuta tra gl'individui. La sorte della guerra sarà quella stessa del caonibalismo, dei sacrifizi umani, delle guerre baronali e del duello in Inghilterra. J3isogna attendere con pazienza ed agire con fede. ('N.,ineteentl,yCmtury). A. Camegie: L'americanismcoontrol'Imperialismo. I pretesti per l'espansione sono tre: lucro, gloria, dovere. La prospettiva dell'aumento del commercio per gli americani è scomparsa il giorno in cui il Presidente Mac Kinley promise :tll'Inghilterra nelle terre conquistate - Cuba ecc. - la politica della porta aperta (ope11door). L'idea dell'aumento del potere e della gloria guerresca cadde innanzi alla grave perdita di uomini e di denaro, che hanno già prodotto le Filippine. Oggi a giustificare l'imperialismo dell'America non rimane che un solo elemento .

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