392 'l{_JVISTAPOPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALl I FERROVIERI INGLESI E LA ORGANIZZAZIONE Mi duole di non aver sott'occhio il testo preciso dei discorsi di quei deputati i quali vollero rinforzare la loro adesione al progetto di militarizzazione dei ferrovieri, adducendo l'esempio dell'Inghilterra. Già l'amico Nolri confutò alla Camera questo modo curiosissimo di capo· v0lgere la verità, in un ambiente in cui la conoscenza di quanto si fa all'estero non è che molto superficiale, per quanto portata innanzi colla maggiore audacia. Il dipartimento federale del lavoro degli Stati Uniti d'America ha testè pubblicato, setto la cura del Dr. Carroll Wright, un bellissimo studio sulle condizioni dei ferrovieri d'Europa. Esaminiamo quali sono i risultati della inchiesta riguardo ai ferrovieri inglesi in ciò che concerne il loro movimento professionale e le agitazioni per gli scioperi. In un altro articolo non sarà discaro ai lettori di conoscere la situazione dei ferrovieri della Prussia e della Sassonia, due stati che i nostri reazionari non nominano mai nei loro confronti storici e che un pregiudizio comune potrebbe far credere terroristi di fronte alla organizzazione del loro personale ferroviario. * * * Prima ancora che il personale ferroviario inglese raggiungesse la cifra di 465,112 uomini (nell' 84 erano 346,426), per quanto diviso fra parecchie amminrstrazioni, pure seguì il movimento d assieme delle altre categorie di lavoratori. Ma non esistendo prima del 1871 nessuna organizzazione, gli scioperi furono quasi sempre locali, dovuti a cause transitorie e particolari. Anche dopo di raro assunsero un carattere generale, limitandosi a 4 nell'89 con 1145 scioperanti; a 17 nel 90 con 1028; a 3 nel 91 con 893; a 2 nel 94 con 1061. Negli anni seguenti non ve ne furono affatto Il piu notevole è quello del 90-91 nelle ferrovie della Scozia, del quale ci ha lasciato una cronistoria fedele il prof. James Mavor. Non la legge violata, non i sacrosanti diritti derivanti da convenzioni misconosciuti, ma il desiderio legittimo perfettamente del resto, di migliorare le proprie condizioni indussero i ferrovieri della Nortb Briliscb a dare essi l'attacco della battaglia. Domandavano la riduzione dell'orario a IO ore, da contarsi per giornata di lavoro, l'aumento del 25 per cento di tutti i salari e del 50 per le ore straordinarie nonchè il massimo di 8 ore per i servizi dei Giovi... .. scozzesi. Queste domande erano presentate dalla Società dei ferrovieri di Scozia (Amalgamed Society of 'l{_ailwayof Scotland), ma la Società capitalista si rifiutava di discutere con questa collettività che non riconosceva, dicendosi pronta a trattare direttamente colla formula solita usuat manr.er, cioè singolarmente con ogni icteressato. Un referendum iniziato dal comitato esecutivo il 23 novembre del 90 perche i soci dell'associazione rispondessero entro il 24 dicembre, fu attraversato da una deliberazione di un adunanza di Glasgow, dove veniva deliberato lo sciopero con 660 voti contro 81, inaugurato in fatto da soli 3000 ferrovieri sui 9000 della North Britisch, ma paralizzante tutto il traffico. L'attitudine del pubblico non era completamente favorevole agli scioperanti, soprattutto perchè la rottura del contratto era avvenuta senza la osservanza di quelle formule e di quei termini che la diplomazia economica inglese suole rispettare oramai come sacri, per quanto grave possa esser il conflitto. Il Times dichiarava infatti il 12 gennaio 9 r che quello era lo sciopero piu irregolare dell'evo moderno. l sa.:rifici furono eroici da parte dei lavoratori e l'ordine perfettamente mantenuto, se si eccettui un piccolo tafferuglio colla polizia quando la compagnia fece accompagnare dalla forza alcuni icnpiegati fodeli. Ma le adunanze erano tranquille, il bene organizzato servido di pic/ie ting, cioè di guardia, icnpediva ogni illecita intimazione. Durante le sei settimane dal dicembre ~o sino al gennaio 91 il danaro non mancò; ma il danno enorme del commtrcio indusse priva ti e muniCÌJJÌad interporsi fra i due contendenti. La compagnia rifiutava le dieci ore e non voleva riconoscere il sindacato dei lavoratori, pure promettendo di accetlare le altre loro domande quando avtsstro ripreso il lavoro. Infine, gli oper~i non insistettero sulle prime due domande e ritornarono al lavoro. Dopo di che le due com::nissioni trattarono di comune accordo l'aumento dei salari. La vittoria della Compagnia fu quasi completa,. ma l'aumento dei salari ed alcune modificazioni d'orario furono con,iderati giustamente come una garenzia del pubblico viaggiante. Durante lo sciopero, e precisamente il 19 gennaio, fu. presa l'iniziativa dai radicali della Camera dei Comuni per proporre una mozione nella quale si dichiarava: Che e oòìnione della Camera che l'eccessivonumero di ore imposto ai funzionari delle ferrovie costituisce un grave inconvenientesociale. Ma di piu, si investiva l'ufficio del lavoro, cioè il ministero del Commercio, della facoltà, regolata da una apposita legge, di forzare le compagnie a limitare le ore di lavoro di alcune categorie ed a tenere un fersonale numeroso in proporzioni tali da togliere la probabilità di disastri a cagione dell'Qverlime wJrk, del lavoro eccessivo. La mozione non fu adottata che recentemente in una forma piu blanda nell'Bours of labor act. Che ne dicono i nostri conservatori del non intervenzionismo? Roba da domicilio coatto, non è vero? .. * * L'essermi soffermato su questo sciopero mi ha portato un pò lontano dalle mosse. In che condizioni si trovano dunque oggi i ferrovieri inglesi in fatto di libertà di associazione, oggi che si vuole imporre ai loro colleghi italiani una servitu che non ha riscontro neppure nella organizzazione ferroviaria russa ? I ferrovieri inglesi hanno piena ed assoluta libertà di associazione, come qualunque altro cittadino inglese, o lord o lustrascarpe. La piu vecchia loro Uoiont sorse, come ho detto nel 187 I. Un pò tardi rispetto agli altri mestieri che avevano forti Unioni fino dal 60. Infatti la Jorkstire Miners' Union è del 1858, la Amalgamed Society of Enoineers, quella del grande sciopero che tutti ricordan(I è del 1851; la Jron Fondiurs vide i tempi degli scioglimenti inglesi, essendo nata nel 1809. Nel 1896 sul totale dei ferrovieri inglesi, cioè su 465,112, le Società di resistenza raccoglievano 58,8s 1 soci, il 13 per cento. Gli azionisti, nelle loro adunanze, sentivano con piacere i direttori ripetere che su otto agenti, solo poco piu di uno faceva parte delle speciali Unioni ferroviarie. Era questo - ed è ancora oggi - il legittimo conforto dei conservatori inglesi. Perchè dopo tutto, su sette milioni di operai,- chè sono tanti escluse le donne, in Inghilterra -solo il venti per cento è organizzato in Unioni di resistenza. Che se vi si aggiungessero gli operai agricoli e gli unsliitled, la media ancora scenderebbe notevolmente. Tuttavia, nel 98, mentre in Italia si disperdevano e si imprigionavano i ferrovieri organizzati, salivano colà a circa 100,000, rappresentanti la proporzione da I a 5 di fronte ai buoni volonterosi non organizzati. Sino a pochissimi anni or sono le Compagnie trattarono le Unioni dei ferrovieri colla maggiore ostilita. Esse dicevano di aver ragioni particolari per non comportarsi come gli altri azionisti che, ad imitazione della grande compagnia mineraria del Dustam, avevano riconosciuto
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==