39° RIAVISTA 'POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCiALl -energiche, così ben temprate come non hanno mai fornite la libera concorrenza e la lotta Fer la vita. Non sono soltanto gli agitatori, i fondatori che devono dare questa pruova di enugia; ma bisogna anche gli associati facciano qualche picco!o sforzo altruista, non fosse altro che quello di pagare le quote e assistere alle se- -dute delle assemblee e dei comitati, il che non è certo poi tanto piacevole per noi altri borghesi, e meno ancora per l'operaio che ha lavorato tutta la giornata. E se l'associato è incapace di questo piccolo sforzo, egli è escluso dalle società o se n'esclude da sè stes~o, di modo che la selezione si produce nel sistema cooperativo come nel sistema compttitivo, con que;ta differenza però, de i selezionati della cooperazione $Ono i più atti a es.sere utili agli altri, mentre i selezionati della concorrenza sono i p,iù atti a servirsi degli altri. Quanto agl incapaci, se essi sono proprio degl'incapaci, la loro sorte sotto il sistema cooperativo non sarà peggio che sotto il regime della libera concorrenza. Saranno di peso forse, ma con questa differenza che si cercherà cioè di fare q:ialche co~a p~r lor0, di aiutarli per farli giungere al li vello dei forti. Un industriale di Manchester al quale si domandava ciò che faceva degli operai incapaci diceva: lo li confido alle cure delle leggi naturali. Ora in un'armata in marcia, i deb->li, i pigri s0no abbandonati all'azione delle forze naturali che sono il fredJ.o, la fame, la ne\·e, i lupi, i Cosacchi, i geli dtlla Beresina, mentre al contrario nell'armati cooperativa il debole si attende, se s'addormenta sulla neve, lo si scuote, gli si fa le frizioni, si alza, si spinge, ed eccone ancora uno salvato, ancora uno che rientrerà in patria. Noi non vogliamo dunque nella scuola cooperativa, sopprimere la concorrenza nè l'interesse personale da cui emana, noi vogliamo soltanto spogliare la concorrenza di tutto ciò che c'è in €ssa d'mutile, di caduco, della sua pelle di serpente, per conservare ciò che v'ha d'eterno come l'emulazione per il bene. ~~/ LE CITTÀ "PIOVRE,, < Q11:11siono lo cause cbe concor- " rono tra. 11oi a. diminuire il numero « degli agricoltori 1 O, per dir meglio, « quali so110 le cause che 1101.1 vi con- « corrono1 La, ;ruerr .. t., la maL·ina., la. 4 fiuau1,a, Ja. giustizia. il C'Omlllercio, « le arti. l>t. cLicsa stessa, strn.J)pa110, « volta per volta., i fiili dei nostl'i « r.oltiva.tori, alle ca.p:lune che li 4'. hanno veduti JHlSCùl't.) >>. (Le E.ffemcridi. del citllulino.1765) lo ab:to il comune Ji La Hulpe, nelle vicinanze delle pianure di Waterloo. È la Creuse Jel Belgio, il paese dei muratori e di quei che fanno le soffitte. Tutti i villaggi all'int•.1rno mandano ogni mattina, dtlle centinaia di operai edilizi a lavo, are a Bruxelles. La città e a diciotto chJometri di distanza dai grandi alberi che costeggiano la forebta di Soignes. Invisibile durante il giorno. essa appare soltanto, come un m;raggio, nelle notti oscure, cui suoi raggi proiettati sul cielo magico. Simbolico spettacolo che fa pensare a questi versi di Emilio Vèrhaeren: ............ lorsque les soirs Sculpteot le firmament de l..:ursmarteaux d'ébèoe, La V,lle, au loin, s'étale tt domine la plain~ Comme un nocturne et colossal espoir ; Elle surgit: désir, spleodeur, hantis.:; Sa clarte se projette en miroirs jusqu'aux ci,ux Son gaz myriadaire en buisson d'or s'attise Ses rails sont des chemios audacieux Vers le bonheur fallacieux Que la fortune et la force accompagnent , Ses murs s'enAent, pareils à une armée Et ce qui vient d'elle encore de brume et de fumée Arrive, en appels cl•irs, vers ]es campag11es C'est la ville tent•culaire ........... . È così infatti, sono le grandi città dai tentacoli d'acciaio - figlie del capitalismo - che assorbono sempre più gli uomini, i prodotti e il Jemro delle campagne: 11 de::iaro. sotto forma di imposta o di fitto ; i prodotti deprezzati dalla concorrenza mondiale che affluiscono oggi da tutte le parti del monJo, per empire i ventri di Parigi, di Berlino, di Londra; gli uon,ini, infine strappati 1 espropria.ti dei loro <. beni ~i famiglia » d~i lor_o_ ~e01 comunah, delle loro rndustne casalinghe, requ1S1t1dalla caserma, dal magazzino o dalla fabbrica allucinati dalla città fascinatrice, come quelli uccelli ma: rini che, tramontato il sole, volano sperduti verso la luce dei fari. In Inghilterra _ ove Anderson Graham ha studiato in un btllissimo lrbro, le conseguenze dell'esodo rurale - la metà della popolazione abita le grandi città; la cifra degli agricoltori e discesa fino a 800,000, e, il 22 febbraio 1892, il Ministro di Agricoltura ha potuto dire alla Camera dei Comuni, che la questione dell'avvenire non sarà quella della concorrenza estera, ma la difficoltà pei • farmers • di trovare dei lavoratori. In Francia la popolnione urbana rappresentava nel 1846 il 24 °/.,, nel 1891 il 37 °lo della popolazione totale, e, secondo i calcoli di Lannes (r), l'immigrazione nelle cinquant'otto città piu popolate, è stata di 334,921 persone dal 1881 al 1886. e di 3S4,518 dal 1886 al 189c. In Germania, il censimento del 1° dicembre 1890 mostra che l't·sodo rurale, cominciato più tardi in Francia cd in Inghilterra, e aumentato oggi, colla rapidità di una valanga. Dal 1885 al 1890 l'aumento di 2 milioni e mezzo di abitanti (2,764,452) è stato, tutto intiero a profitto ddle città (località di più di 2000 abitanti); le campagn~. al contrario, hanno perduto 191,b86 abitanti. Secondo Sohnrey (2), la popolazione urbana si e elevata successivamente nel 187 r, 1875, 1880, 1885. 1890 a 34,1, 39,0, 41,1, 43,7 ed al 47 % della popolazione generale dell'Impero. Cosi il professore Sering ha potuto dire che queste moderne immigrazioni lasciano dietro loro, come importanza, quelle che si verificarono I s se coli or sono. I medesimi fenomeni si ritrovano a gradi diversi, in tutti i paesi ove l'industria ha preso qualche sviluppo, ma più di tutto nel Belgio ove coi suoi 200 abita,,ti per Kmq, i suoi alveari industriali, i suoi capiluoghi di provincia, appena separati da una o due ore di ferrovia, l'azione de~le città sulle campagne si fa più energicamente sentire. Noi ci proponiamo di ricercare in questo studio le conseguenze che ne risultano, dal punto di vista delle condizioni del lavoro, della cultura e della proprietà fondiaria. § I. L'età dell'oro dei proprietari fondiari. li 10 gennaio 1845, in una lettera indirizzata al se - naton: B.olley, sulla condizione dei lavoratori belgi, Giovanni A1rivabene descriveva in questi termini l'influenza esercitata dallo sviluppo delle città e:: dei centri industriali sulla rendita, sui profitti e sui salari. « Nella distribuzione dei s.10i benefici, la parte che la Provvidenza ha fatto al Belgi0, è tanto grande quanto bella. Le sue città sono coperte di nobili monumenti ek vati dalla pietà e dal genio dei suoi abitanti; i suoi giganteschi lavori d'arte, i suoi grandi stabilimenti industriali, i suoi bei villaggi, le sue ridenti campagne, (1) L'influenza dell'emigrazione sulle nascite trancesi - 'R,_evuepolitique et parlamrntaire - I 895. Vedere anche: Choisy - L'immigrazione rura 1e nelle città - Ré/orme sociale - 1892 I pp. 686 e s(g. (2j D~r Zug vo:n Lande pp. 3 et seguenti, Leipzig 1894. , J
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