Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 19 - 15 aprile 1899

'R..I'fTlSTA 'POPOLARE DI 'POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIAll ciale del settentrione passa ad essere il credo dell'Italia meridionale. È una verità innegabile infatti che il mezzogiorno sia oggi preponderatemente unitario, mentre il settentrione è oggi preponderatemente federalista. Le cause del regionalismo italiano sono varie e complesse, ma possono agevolmente ridursi a tre : una causa economica, il prevalere della proprietà fondiaria su quella mobiliare; e due cause, in ultima istanza, morali: la differenza delle condizioni psicologiche degli i italiani e la loro diversa capacità economica, per cui l'una parte esercita un predominiomorale sull'altra. In conclusione poi tutte e tre queste cause debbono considerarsi come non specifiche della sola Italia. II complesso delle condizioni storiche del nostro pae~e, le ha portate a manifestarsi come una opposizione regionalistica. Altrove, per esempio in Fran- .cia, esse hanno portato all'antisemitismo. Dovunque, in un paese, vi sono delle differenze etniche, eterogeneità delle tradizioni storiche, squilibrii nelle relazioni econo• miche fra i diversi gruppi sociali, si ha una lotta interiore che difficilmente si lascia inquadrare nel predisposto schema della lotta delle classi. Due parole per spiegare l'intreccio già detto delle cause del regionalismo italiano. Il Pantaleoni, che è stato in Italia il solo a trattare teçricamente e praticamente il problema del regionalifmo (1), assegna come causa preponderante di questo fenomeno il prevalere della pro• . prietà fondiaria sulla mobiliare. Egli dice : cc la vera ragione della persistenza di sentimenti regior alistici in Italia sta nel fatto che la proprietà immobiliare vi sta alla mobiliare come 60: 40 o come 70 : 30. La proprietà immobiliare è quella che non può emigrare, seguendo le correnti economiche... Ecco perchè i proprietari sono i veri rappresentanti del patriottismo, che è un sentimento regionalista e i capitalisti seno internazionalisti ». Ma se questa ragione ci spiega l'affetto per il luogo dove si è nati e si vive, non spiega l'antipatia verso le altre ragioni. Piu e meglio ci spiegano il secondo fenomeno le due cause morali già dette. La prima delle quali ci induce a cons;derare tutto ciò che è diverso da noi come ostile a noi, e la seconda matura il senso di antipatia spontaneo e reciproco del superiore verso l'inferiore e viceversa. E l'una e l'altra di queste cose si è verificato nei rapporti dell'Italia meridionale e settentrionale, e l'una e l'alt,a delle due cose spiegano molta parte della politica italiana, ufficiale e non ufficiale. Ma le tre cause in parola sono in sè stesse insufficienti a spiegarci l'evoluzione del sentimento unitario delle diverse regioni italiane. Occorre dunque aggiungere un quarto motivo ed è l'utilità ricavata dalle rispettive regioni del processo di unificazione nazionale. Ora nei riguardi dell'Italia meridionale sono a notarsi due fasi distinte : la prima, quella immediatamente consecutiva all'unità, implicò una enorme pertubazione dell'equilibrio regionale, distruzione di ricch~zza, delapidazioni amministrative e simili: la seconda un ristabilimento dell'equilibrio perturbato, un insieme di progressi che inconsapevoli alla coscienza diretta delle masse non sono perciò meno reali e positivi. Infatti i progressiche nella vita italiana il mezzoigiornocompìfurono di uran lunga superiori ai progressicompitidal1ealtreparti J• ltalia. Per quanto le frasi fatte suonino il contrario, non perciò meno questa è la verità. La ricchezza pubblica, quella sana ed onesta, si è accresciuta nel mezzogiorno piu rapidamente che nel settentrione, il quale anzi, sotto certi riguardi, è venuto mano mano regredendo. La dimostrazione statistica data qualche anno addietro dal professor Pantaleoni è sempre di attualità. I calcoli del professor Pantaleoni per determinare la ricchezza delle rispettive regioni sono stati condotti in (r) V. gli scritti : « Sui massimi edonistici individuali e collettivi » nel Giomale degli Eco11omisti, Serie Il, Voi. IV, e l'altro: " Delle regioqi çl'lt~lia in ordine ;dia l9ro ricçhezza » id111, Voi ll, · un modo assai semplice: dato l'ammontare della ricchezza totale di un paese, la quota di ricchezza delle singole regioni è proporzionale alle somme pagate a titolo di imposta successione ed è pure ovvio che le variazioni annue nel riparto della ricchezza regionale sono proporzionali alle variazioni del riscosso per ciascuna regione. I calcoli del professore Pantaleoni si riducono ai due quinquennii 1879-83 e 1884-89; ma per molte ragioni è presumibile che le variazioni rilevate per i due quinquennii in parola abbiano posteriormente mantenuta la stessa distanza. Ecco i dati. Differenzasul Zone 1879-83 188489 primoquinquennio Italia Sett. 14,213,000 16,216,000 + 1,887,000 Italia Cent. 7,066,000 8,066,000 + 1,338,000 Italia Mer. 7,508,000 9,508,000 + 1,589,coo La conclusione è che mentre la ricchezza dell'Italia settentrionale è quasi il doppio di quella dell'Italia me• ridionale, il tasso di accrescimento della ricchezza è assai maggiore per l'Italia mnidionale anzichè per l'Italia settentrionale.·« Infatti, scrive il Pantaleoni, - l'Alta Italia perde in un quinquennio l' 1, 47 010 di ricchezza relativa, l'Italia centrale guadagna il 0,49 010, e l'Italia meridionale il 0,98 di ricchezza relativa ... E può _sostenersi che mentre l'Alta Italia ha fatto un passo tendente a toglierle il rango relativo, l'Italia meridionale nè ha fatto invece uno tendente a migliorare il suo posto nella graduatoria ,, (Pantaleoni - Delle regioni in Italia in ordine alla loro ricchezza, pag. 64). E deve ritenersi che se i protezionisti lombardi non fossero giunti, con la complicità dei ministri meridionali, a separare l'Italia economica dalla Francia e dall'Austria, i progressi della ricchezza nell'Italia meridionale sarebbero statfassai mag• giori ed in breve si sarebbe colmata la differenza economica delle due regioni ( 1). Cosi si spiega la conversione del mezzogiorno all'unitarismo. Le istesse cause del male precedente - l'unità nazionale - hanno prodotto conseguentemente il bene. È questa la legge di tutte le associazioni, come ora mi sforzerò di chiarire. II. La polemica regionalistica in Italia predilege due specie di argomenti : la dimostrazione che l'una parte di Italia è piu favorita dell'altra dal potere centrale, e la dimostrazione che le due parti d'Italia si trovano in uno stato diverso di evoluzione dvile. I termini della polemica lasciano dunque intravedere una opinione teorica non espressa dai contendenti ed è che l'associazione non sia possibile se non fra termini omogenei ed essa abbia per iscopo un eguale massimo benessere per tutti gli associati. Il primo termine della proposizione involge un grossolano errore di ovvia osservazione, perchè noi tuttodi vediamo costituirsi associazioni volontarie o coattive di termini omogenei (società commerciali, Trades-Unions, associazioni professionali) e di termini eterogenei ( associazioni per la partecipazione ai profitti, cooperative di consumo, e, nel caso piu generale, associazioni produttive di fatto fra capitalisti ed operai). Astrattamen!e non (r) GI'ignoranti dei procedimenti statistici contrappongono le cifre relative alle diverse regioni d'Italia e poi ~i dilettano a trarne tutte le conclusioni possibili.Queste cifrenon dicono nulla se non ci ragguagliano sulla tmdenza del movimento e sul saggio di questo movimento. Non significa nulla provare, come fa il Pullè, che l'analfabetismo, il delitto, la prostituzione (le quali due ultime cose crescono, per altro, in ragion diretta dello sviluppo della civiltà!) siano più numerosi nell'Italia meridionale. Trattasi illvece di vedere quale é il " saggio » di eliminazione di quei mali. lJna indagine in questo senso proverebbe che il Mezzogiornoha relativa111e11te progredito più svelto del Settentrione. La qual cosa, del resto, non proverebbe nessuna sua superiorità, come tutti gli statistici sanno. L'istessa deve dirsi della pretesa corruzionepolitica del Mezzogiorno, la quale anche se reale non prova nulla rispettivamente alla sua civiltà. Gli A~istididel Settentrione hanno mai lçtto il 2° volume del Bryce - AmericanCo111mo11we(lllb?

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==