RIVISTA POPOLARE 'DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOC..\ALl gni, formule astratte, che non li esprimono se non genericamente e niente affatto in modo positivo; ed è accaduto che si è fomentata la diffidenza delle mnse lavoratrici col volersene rlppresentare artificiosamente la funzione economica, che venne confusa colla funzione politica, e col volere adattare ad esse metodi di lotta, che non sono conformi al loro stato, ai loro bisogni e alla natura dell'ambiente, e che solo possono essere buoni dove l'industrialismo è sviluppato. Onde non altro s'è avuto se non una contraflazione del socialismo fo. restiero, una vera confusione di idee e di intenti, una serie di vani e convulsivi conati, -di delusioni e di insuccessi, che attribuendosi vicendevolmente a colpe di partiti affini fomentarono discordie e recriminazioni ingiustissime e intransigenze dolorose e tali da rendere antipatico il principio il piu santo. Nell'alta Italia fu meno sentita la gravità dell'inconveniente, perchè ivi è piu agevole l'organizzazione socialista, nel suo duplice aspetto politico ed economico, essendo, colà passabilmente sviluppato l'industrialismo e con esso il proletariato, cosidetto tipico ; ma anche là è mancata l'at monia fra l'una e l'altra organizzazione e si è verificatò il dift tto della base reale €Conom!d!-all'organizzazione politica. I lamenti dell'articolo surricordato danno prova di ciò. In quell'articolo in ultima analisi si deplorava la deficienza di un movimento corporativista, di una orga• nizzazione economica, che desse al partito socialista, all'organizzazione politica il vero substrato e ne determinasse il carattere e ne costituisse il fulcro. Ma quest9 difetto ha causa dall'indirizzo del partito socialista? E un errore riparabile per atto di volontà, un errore cui possa rimediarsi aitificialmente, o è una condizione di cose determinata dalla natura dell'ambiente, un <ffetto immancabile delle attuali contingenze econom:co-morali del paese? E i socialisti errarono essi perchè non diressero tutti i loro studi, le loro forze alla organizzazione economica corporativista, o perchè dettero all'organizzazione poli1ica un significato, uno scopo un contenuto che non ebbe mai e che non può avere? O sbagliarono per l'uno e per l'altro modo? Certamente dei lamentati inconvenienti· una parte di colpa deve attribuirsi ai fatti, una parte agli errori delle persone. La mancanza presso di noi di organizzazione economica, di attività corporativista, è senza dubbio dovuta allo stato dell'economia del paese. Quello istesso proletariato tipico che potrebbe dar vita e dar colorito e forza alle istituzioni operaie, alle camere di lavoro, alle associazioni cooperative di resistenza etc. in Italia non è diffuso, e non è fra i lavoratori l'elemento iL piu preponderante. Il nostro contadino mezzadro, che è la più considerevole parte della popolazione operaia, merita appena sotto questo riguardo. , il nome ,li proletario. In questa massa incosciente e sparsa non è facile che sorga spontaneamente il desiderio, il bisogno dell'organizzazione. La propaganda resta sterile ed è neutralizzata, paralizzata dall'educazione catechistica e borghese, ed è frain • tesa sempre anche quando le si fa buon viso. Le stesse società di mutuo soccorso non si sono potute impiantare nelle nostre campagne e i contadini rifuggono da quelle istituite fra gli artigiani e i piccoli industriali di città! Ma deve pur farsi grave addebito agli errori dei Marxisti, specie in certi luoghi. La maggior parte di essi non solo trascurarono di fare. uno studio positivo dei bisogni speciali delle classi lavoratrici e dei vari modi del loro sfruttamento nell'ambiente particolare, in cui vivono; non solo non pensarono se fosse possibile ed in qual modo attivare la lotta economica e svegliare nei lavoratori quel senso del proprio interesse, che potrebbe, nella loro particolare condizione, stimolarli ali associazione. Ma moltç volte fççero peg~io e pret~sero di adattar~ ag uq ambiente le classificazioni e le organizzazioni proprie clel socialifmo così detto tipico nei paesi industriali. (r) O credettero di poter dare all'organizzazione politica il contenuto economico. Questo, che è il caso piu frequente, dette luogo ad equivoci e malintesi dannosissimi. Onde si è sentito talvolta sostenere che nel partito socialista possono appartenere anche dei cattolici, perchè prolttari, e solo se comprendono di essere sfruttati; e che il partito socialista si occupa esclusivamente dell'interesse economico del proletariato, ed è l'organizzazione proletaria; mentre in realtà in alcuni circoli, dei veri proletari non si vede talvolta nemmeno l'ombra. In certe associazioni si pemò che la trasformazione economica altro non avesse da essere se non l'effetto della trasformazione politica; non nel senso della conquista dei poteri e dell'indirizzo della legge a favorire la liberlà ad abbattere i privilegi delle classi direttive, e ad agevolare la fo1mazione della coscienza e dell'organizzazione sociale del proletariato, per la sua emancipazione dalla tirannide del capitale, ma nel senso di una espropriazione forzosa e di un vero impianto del collettivismo per forza di decreto o per mero atto di volontà leg'slativa, che esser deve come il corollario della generica formola: la conquista dei poteri. È avvenuto pertanto che il male, che deriva dalla natura delle cosr, in'\'ece di trovare un rimedio n!!ll'attività del partito socialista, nel suo indirizzo, vi trovò sovente qualche aggravamento. Si ha un bel gridare che il partito socialista vuole e deve essere un partito rivoluzionario a base jorlemente proletaria e che non si vuole avere una democrazia sociale rinverniciata, quando la base proletaria, come la si intende convenzionalmente, quasi del tutto manca, quando non è facile orgfoizzare il proletariato, corporativamente, economicamente, e quando per giunta non si studiano i modi piu acconci per rendere possibile l'organizzazione dei lavoratori e degli sfruttati, e per dare alla medesima quell'assetto che può essere piu conforme all'ambiente e piu atto ad incarnare nelle condizioni del nostro paese il nuovo principio sociale, che è l'emancipazione dell'attività umana sotto qualsiasi forma dalla tirannide pur multiforme del capitale. (2) Volere che il socialismo abbia quel dato sviluppo, preconizzato da Marx ai vari paesi, sulla base dello studio della società inglese, volere che abbia una determinata maniera di organizzazione, e non riconoscere tbe l'essenza sua non istà nelle forme, nei concetti positivi delle scuole e che anzi esso è una generale tendenza dell'epoca, è un principio di giustizia universale, che può adattarsi in ogni paese civil1: e alle più svariate guise di oppressione e di sfruttamento, è un errore gravissimo e fondamentale. I Marxisti esclusivi per essere logici sono costretti a cadere in questo bivio, o di dover dichiarare che non è possibile socialismo dove non si banno le distinzioni di classe tipiche prodotte dall'industrialismo; (onde debbono concludere, che le , condizioni del socialismo bisogna crearle, favorendo lo sviluppo dello sfruttamento borghese e della grande industria, quando non si voglia tenersi in disparte in un quietismo mussulmano. lasciando che il fatto prepari gli eventi) o di dover for;1.are i fatti a piegarsi alle esigenze della dottrina, ad essere insomma quel che in concreto non sono. A guardare bene a fondo alle cose, l'indole prevalentemente elettorale, che quasi loro malgrado, assunsero tra noi molte associazioni socialiste; e la lamentata difficoltà dell'organizzazione economica, onde fallirono certi tentativi sistematici e si adulterarono le funzioni natu- (1) E deve aggiungersi ora nei paesi dove la libertà non è un ironia ; poichè dove questa manca la prima lotta da farsi è per la sua conquista, essendocnè il metodo di lotta del socialismo e i suoi scopi solo si confanno in un ambiente di piena libertà. (2) Oggi si vede che le previsioni Marxiste falliscono in gran parte rispetto alla stessa Inghilterra dove il socialismo si fa strada in modo div~rs9 da quello preconjz~ato nell~ l~\Jri:\ çat~strofiça, ·
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