Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IV - n. 19 - 15 aprile 1899

'R_lVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALJ 375 Ah no ! Ed eccovi l'Inferno, ora pubblicato contemporaneamente in tre lingue, in cui si viene addirittura al diario, corredato di note tali, di documenti tali, da chiudere la bocca ai critici ed ai lettori, che ancor di finzioni parlar volessero. Ma perche, domando io, non volergli credere? Non mancano è vero - in tutta b triste storia - e specialmente in certe sottili e ciniche descrizioni, delle esagerazioni naturali. E d:co naturali, in quanto esse son proprio la confèrma dello stato in cui giace lo scrittore svedese. Mai uomo ebbe coraggio cosi titanico, e forza d'animo cosi meravigliosa, da scendere con lo scalpello tanto giù; mai l'umanità tbbe documento piu spaver.tevole, nel quale s'incrocino, si combinino elementi, e notizie per una fisiologia dell'amore, per una psicologia patologica, e si, anche per una filosofia criminale. Il passato di 1111 pazzo è un grosso volume diviso in tre parti e tre periodi, dei quali il primo va dal 1849 (epoca della nascita di Augusto Strindberg) al 66 - il secondo dal 67 al 72 - il terzo dal 72 al 75. Qui finisce il giovane, ed incomincia l'uomo ; qui fi- ., nisce il prologo, ed incomincia l'azione, con le Confesfessioni. • • ~ • -~ , ' ' • Ciò che principalmente colpisce in tutta l'opera è sempre lo sforzo disperato dell'ammalato, che vuol fissar lo sguardo, anche dove le tenebre profonde non gli lasci ano Intravedere nulla. Il protagonista nel Pas.rato, l' ho detto, ha non;e Giovanni. Qua'.i sono i r rimi ricordi ? Paura e fame : paura di tutto ciò che era estraneo, fame di pane, che qualche volta mancava in casa, pur essendo la famiglia una delle più nobili della città. La natura del bimbo si delinea presto, chiusa, inaccessibile a tutti, e debole. - Tu non hai nessuna volontà - gli si ripeteva. Il primo odio? La morale. Perchè odiano i fanciulli la morale? Forse perchè partecipano dell'animale? La vita per essi si presenta con dei doveri, solarr.ente doveri, e nessuno più del bimbo odia l'ingiustizia ( r ). Giovanni si ribella. Alla ribellione segue il vuoto e la desolazione di chi S"a cosi poco amare, da affermare che la morte della madre solo una dolorosa impressione gli abbia procurato. Se aggiungete a questa solitudine la sentimentalità morbosa, in parte dovuta alla religione, in parte a ragioni ataviche, della quale era piena la sua anima, vi spiegherete la rapida comparsa del pessimismo in questo giovane sedicenne. Qual terreno più adatto poteva trovare il nero male, un dì nectssario epilogo di una vita lunga vissuta, oggi prologo di una esistenza ancora non provata? « È la vita dell'uomo una vita di dolori. Ist das Leben « der Menschenein Leben der Schmerzen ? - si chiede « Giovanni - La vita è una pallida lotta, piena di si- " cure sconfitte, che cessa con la morte. Felice non è « chi ba patria, genitori, affetti, fortuna ; felice è colui, « che con sè, con la sua coscienza, col suo cuore è con- « tento» - (2). I primi dubbi, naturalmente, sono religiosi. Kein Gliick ohne Tugend, keine Tugend ohne 'l(.eligion. - Nessuna felicità senza virtù, nessuna virtù senza religione - gli avevano insegnato. Che cosa è la virtù ? Che cosa è il vizio ? Esiste una morale ? In questa lotta, piccola, ma già dolorosa pel giovane, i libri venivano divorati, e la mèta da raggiungere, sorgeva, luminosa, e tanto più splendente, quanto più oscuro si faceva il cielo. Ma se Giovanni - è lo Strindberg che parla - si fosse bene osservato, avrebbe trovato, che tutti i pensieri e tutte le idee dai libri, i gesti e le espressioni dal padre, dal maestro venivano. E di proprio solo il dubbio (1\ Die Vergangenheit I. 56, (2) lvi, I, 76, c'era. Niente accettava ad un tratto: analizzava, svolgeva, combinava. Cosi entrò nel mondo, per crescere, ma per restar tale. Qui finis_c~la prima parte, ed ha principio la seconda, dove l'anahs1 sorge ad un livello più scientifico, dove i problemi discussi diventano più gravi, più seri, ed il pessimismo perde la sentimentalità infantile, per diventare la unica e sirnra realtà della vita. Inutilmente cerchereste un ricordo della morta madre, o un cenno affettuoso per i numerosi fratelli, ovvero il bisogno d'affetto, naturale in un giovane ventenne. « L'uomo è una pianta, utile per la società, misera ed « ammalata da per sè stesi a. Deve l'individuo vivere per- « chè si mantenga la società? Può la società esser sana « se l' individuo è ammalato ? » ( r ). Giovanni passa all'Università, dove, tutto compreso negli studi, guarda con disgusto !'orgie dei suoi colleghi. Ma il velo comincia a cadere, e la orgogliosa fiducia vien meno. « - Gettò uno sguardo attorno, e s'accorse che per lui non c'era posto (2) » - Ecco le prime note del dramma. Fugge dalla capitale, e nel villaggetto suo sente tornar la calma, poi che alla sovrapproduzione di pensieri, che, :100 trovando nessun sbocco, si accavallavano gli uni sugli altri nel misero cervello, doveva andu compagno il silenzio della campagna, non il rumore della grande città. Brand diventa il libro preferito: il discepolo di Nietzsche è nato. • - Tu non sarai mai felice, tu vorresti esser libero « ~a o~~i legge: è utopia la tua» (3) - gli ripetono gh am1c1. Questa contraddizione appunto, fra la realtà e la idealità, che all'occhio indagatore non sfugge, era quella e he alimentava il dubbio. « Non c'è nessun giusto ed ingiusto: tutto è relativo. (< Gli uomini odiano il dubbio e coloro pure che dubi- « tano, perciocchè il dubbio è il pungolo del progresso, (< e gli uomini ancora il progresso odiano, come quello « che disturba la loro pace, la loro quiete » (4\. Ecco ora per la prima V0ita la parola pazzia venir sulle labbra di Giovanni. « Sono o no pazzo? - egli si chiede - « li pensiero « e la fantasia, il cervello pieno di materiali non vole• « vano riconoscere la supremazia della memoria. Egli « passava l'intera giornata, sul divano, sdraiato » ( ~ ). Corre dal medico, va al manicomio, dove lo rassicurano: egli non soffre che di una malattia nervosa. Allora, forse, dovette suonar l'ora della completa disillusione, poi che, con accento veramente straziante, egli grida che la Università non è la scuola della vita, che la educazione non lo ha reso adatto alla vita, che sulla società, cui scuola ed Università apparténgono, ricade gran parte della colpa. . Questo non e il grido di Giovanni, sconosciuto, ma la confessione disperata -di Augusto Strindberg I. Siamo al terzo ed ultimo periodo. Ormai quello che preoccupa Giovanni è lo stato doloroso in cui si trova e si sente, e che vorrebbe spiegare ad ogni costo, in ogni modo. (< Fra le cause di pazzia nessuna è più frequente co- « me il dolore, che deriva da speranze infrante, da ideali « rovesciati. Tutti i grandi spiriti sono stati detti - « volgarmente parlando - pazzi » (6). Osservazione preziosa, che molto può spiegare, e più ancora chiarire ! Ma, quel che più risalta, in questo terzo periodo, è l'adorazione dell'Io, nella quale è completamente assorto il protagonista. (1) Die Vergangenheit II. (2) lvi. (3) Die Vergangenheit II. 1.4)lvi. (5) Ivi. (6) lvi, IlI,

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