RIP'ISTAPOPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIE~ZE SOCIALJ proprio quello eh' è il più forte, il più attiv0, in ogni caso il più libero, quel'o al quale sopratutto non conseguono nè sofferenze del corpo, nè mar• tiri dell'anima : nè gravidanza - per grazia di dio -, nè disonore - per rnlontà solidale dei maschi del!' homus... nobilis ! E ci sarebbe, per caso un modo di ricercare efficacemenle la paternità? Dovrei molto presumere di me stesso per dire a questo proposito quel « non mi pare» eh' è una "volgare ipocrisia di modestia. Non si tratta già qui del giudizio mio, ma del1' esperienza venuta dai fatti. E i fatti dicono - o mi sbaglio - che non c'è modo. · Tuttavia nel diritto sassone noi troviamo qualcosa che, così come è possibile adesso, sta alquanto a difesa dell'equità e a sostegno della donna. Alla quale senza dubbio, supponendoci onesti, noi dovremmo le maggiori guarentigie giuridiche non foss'altro per gratitudine perchè essa è veramente . il nostro maggiore diletto. Diciamolo pure, a costo di far gridare allo scan• dalo tutti i salumai -della morale, diciamolo pure che la maggior guarentigia giuridico-sociale per la doona sarebbe l'abolizione del matrimonio. Però, nulla si può abolire nella nostra vita sociale; e noi siamo tanto lontani dalle condizioni che forse - un giorno troppo di là da venire - permetteran• no la trasformazione e l'estinzione dell'attualttistituto matrimoniale, tanto lontani ne siamo che il paradosso : « la maggior guarentigia giuridico sociale per la donna sarebbe l'abolizione del matrimonio" non verrà nemmeno compreso. Per fortuna, il mondo non cade nemmeno per questo. Iotanto, poichè certo alla democrazia incombe l'obbligo di uno studio pas5ionato intorno al difficile problema della ricerca giuridica della paternità, sarà for,e gradito a molti lettori della 'l~_ivista Popolare che io - fecendola da amanuense soltanto - rias5uma i tratti principali delle disposizioni principali del diritto sassone alle quali accennai, qu;,ndo per avventura il farlo non debba rimminchion're i cultori del fossile diritto romano della nostra romanamente stratidassedificata Italia, dove, vivendosi di vecchie frasi fatte, il diritto dell'antica Roma è ritenuto comunemente il solo degno del pappagallesco insegnamento ufficiale. *"'* Secondo il Codice Civile sassone il tribunale di tutel:t dà un tutore al nato illegittimo, e su le in• dicazioni della madre il tutore fa comparire l'autore della gravidanza (Schwangerer) davanti il giudice di pace a competenza estesa (Amtsrichter). Se l'autore della gravidanza risponde affermativamente, esso non è sottoposto con ciò aJ alcuna delle conseguenze civili della paternità; esso non è tenuto che al sostentamento del fanciullo ed ha il diritto di orenJer!o con sè, dopo i sei anni. Il processo verbale del giudice di plce (art. 702 C. pr. civ. ted.) equivale a un giudizio ed è esecutorio. Se l'autore della gravidanza nega, e la madre può provare ch'egli mente, quello è punito con riiwre. In ogni caso, il Schwangerer, non è un padre: il fanciullo non porta il suo nome. Può, quando lo voglia, adottarlo, o legittimarlo, senza per questo sposare la madre, dandogli tutti i diritti di un figlio legittimo (art. 1783, r84r, 2023 del cod.civ.sassone; art.1723, 1736. cod. civ.ted ). Ma senza di questo i rapporti tra l'autore della gravidanza e il fanciullo sono quelli di un debitore al creditore; solo di fronte alla madre il fanciullo ha tutti i diritti di un figlio legittimo. E, il carattere dello Schwa'lgerer è così lontano da quello di padre che quando- la madre ha avuto rapporti intimi con diversi possibili autori di gravidanza, costoro sono solidamente Schwangerer, e pagano insieme il mantenimento del tanc:ullo (art. 1872 Cod. civ. sassone). Cosi, Schwaogerer non significa altro che debitore di una pensione alimentare. Tutto si passa nel segreto ufficio del giudice di pace : la legge non chiede che il riconosci mento di un debito. La questione non è di ricercare il p.-.dre, e l'impossibilità della prova è tagliata come il nodo gordiano, senza scioglierla. La legge evita questo problema. Quello che interessa è la protezione del nato, e i nati illegittimi, in forza della legge sassone, hanno una situazione migliore che i riconosciuti nei paesi latini, poichè senza spese senza dibattimento quello ha - quando è possibile - un titolo esecutorio liquido, comunque ridicolo, è vero, perchè non sorpassa 15 lire il mese. Ma... meglio di niente. Per un cosi tenue rischio pecuniario, non vale nemmeno la pena di ritrov;1rsi in plrecchi. .. autori di gravid:mza. Questo sistema al quale abbiamo accennato entrerà in vigore in tutto l'impero germanico nel 1900 : è il diritto tedesco di domani. lo spero che nel 1900 esso sia stato non copiato ma migliorato e adattato alla legislazione italiana. B. SALEMI. TRAGEDIE NELL'ARTE (Note sull'opera e la vita di Augusto Strindberg) (Continuazione Vedi Num. precedente). Il. Tre sono i volumi, dall'analisi ed esposizione dei quali, l'opera tutta dello Strindberg esce chiara e coerente: Il passato di un pano - Le confessionidi un pano - Inferno. - Un crescendo continuo: dal flebile e lontano suono, che ricorda l'egloga di Virgilio, si giunge al grido rauco, spaventevole dei dannati, che Dante nostro canta nella sua celeste Commedia. Nei tre libri, ai quali non saprei qual nome dare, poi che, certo, romanzi non sono, scòpri la origine, la causa del Valer, di FriiuleinJulie, di An offener See, di Tschandala: come Giovanni,e lo stesso autore assumono la forma e figura del 'l{.ittmeislerAdolpb, del prof. Toer• ner, dell'istruttore 'Borg, cosi nella baronessa facilmente, ora si personifica la marchesina,ora la moglie del capitano. Il prougooista del Passalodi un pm,.z..o ha nome Giovanni. Ma I on ci vuol molto - per certe indicazioni sicure di luogo e di tempo - a riconoscere Augusto Strindberg. Tanto, che nelle Confessioni si passaproprio alla forma biografica. E qui incomincia il tragico. Perchè la figura del protagonista, da questa narrazione,esce alqu.into nera, i critici francesi han detto, che si trattava di una finzione artistica, chiamando maligni, a dir po'co, coloro che in quella triste esposizione volessero, veramente,vedere la vita dell'Autore. Augusto Strindberg a tanta cortese affermazione,batte i piedi, scongiura, grida : - no! è la mia vita quella I Ma che ! È una finzione!
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==